T'immagini la faccia che farebbero se da domani davvero davvero tutti quanti "smettessimo"!! T'immagini quante famiglie sul lastrico altro che crisi del dollaro questa sì che sarebbe la Crisi del Secolo!!!
Vasco Rossi - "T'immagini - Cosa Succede in Città" - 1985
In questi giorni non mi dispiace ascoltare questa canzone... saranno il testo (un po' un inno alla vita e alla libertà, un misto tra speranza e matura disillusione) ed i suoni curati, sarà che sto recuperando tutta la discografia del "Grigna" per fare un piccolo regalo, sarà che finalmente ho trovato un contesto adeguato dove pubblicare la mia foto che vedete sopra (scattata d'impulso un giorno al mare ad inizio agosto)... comunque sia eccola a voi...
Cammina nel sole (Gianluca Grignani, album "Cammina nel Sole", 2008) _____________________
Oggi tutto va cosi’ Siamo in una slot machine Dove e’ il caso sempre a vincere Puoi far pace con gli dei Ma ci riesci tu con i tuoi Dimmi un po’ a farti comprendere E ti parlo come amico Perche’ so che sai che dico Siamo sulla stessa strada Che anche se non ti conosco So che sei un tipo a posto E spero che te ovunque vada Cammini nel sole Walking away with me E bruci le suole anche se Non c’e’ direzione Ma profumo di viole c’e’ Tu cammina nel sole Cammina nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c’e’ da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria Tutti sulla stessa strada Ogni tanto c’e’ una sosta A Las Vegas o un giro in giostra Ma poi vada come vada Cammina nel sole walking away with me e brucia le suole fino a che Finche sulla strada Profumo di viole c’e’ Cammina nel sole Finche’ ti scaldera’ finche’ ti va Finche’ avrai la sensazione di esser libero Perche’ non c’e’ una eta’ Forever Young E se non ce la fai piu’ Guarda in su’ E cammina nel sole walking away with me E brucia le suole fino a che Finche Dio vuole E profumo di viole c’e’ Cammina nel sole Cammina nel sole Tu corri nel sole
Voglio sottoporvi in questo post una piacevole scoperta musicale che ho trovato oggi nella navigazione tra i filmati su YouTube. Durante la riproduzione del video di un live di "Nothing Else Matters" tratto da un concerto dei Metallica del 1999, mi ha incuriosito il titolo di un contenuto correlato, ho cliccato sopra e ho ascoltato per la prima volta un'esecuzione della stessa canzone molto singolare: "Nothing Else Matters" eseguita tutta in assolo di pianoforte dal pianista-compositore californiano Scott D. Davis. Il brano è tratto dalla raccolta tributo ai Metallica intitolata "Pianotarium" del 2007, dove Davis reintepreta alla tastiera i classici del gruppo (oltre alla già citata "NeM" troviamo "Fade to Black", "Master of Puppets", "One" e altre ancora) donando sonorità sconosciute a pezzi tipicamente rock . Nella produzione di Scott D. Davis segnalo anche "Rockfluence" (datato 2005) dove vengono rivisitati altri grandi successi di altre band della scena rock americana (su tutte "Sweet child 'o mine" dei G'n'R). Cercate sul tubo e su i soliti canali del p2p, troverete tutto. E ora spazio a "Nothing Else Matters", vi consiglio di ascoltarla in silenzio, meglio se in cuffia.
Se il precedente video vi ha soddisfatto ascoltatevi anche questa...
Per chi come me questa canzone l'ascoltava già ai tempi e per chi, per sole ragioni anagrafiche, l' ha scoperta qualche anno più tardi. Renga alla voce, Pedrini ai testi e alla chitarra ovvero la vera anima dei Timoria... purtroppo il dopo è stato solo pop...
Timoria Sangue Impazzito Viaggio senza vento - 1993
Uomini, domenica gente che allegra va risveglia la città Dormono le fabbriche in giro ancora io vivo non lo so
E incontro anche te che corri a pregare un po' Dio la strada la so... e penso che un tempo quel tempio era mio e mi chiedo perché un giorno ho detto addio
Corro via, ma non so se fuggire o rincorrere qualcosa forse chi sono qui e dentro me sangue impazzito che mi spinge fino a voi
Correte di più sognando un futuro così vi guardo da qui e penso che un tempo quel campo era mio e mi chiedo perché un giorno ho detto addio
Questa è la storia dolorosa e complessa di una piccola, grande donna dalla voce ruggente come quella di un leone ma dall'anima fragile come quella di una bambina. E' la vicenda di un talento puro dallo spirito libero che ha vissuto lottando contro tutti e contro tutto per inseguire un sogno ed un'ispirazione e di un mondo cinico ed ignorante che quel talento ha voluto rinnegare e cacciare in un angolo. E' il 20 di settembre del 1947 quando in un piccolo paese della provincia calabrese nasce Domenica, seconda di quattro figlie di una classica famiglia medio borghese. I genitori di Domenica sono due stimati e compassati insegnanti di scuola: il papà è professore di latino e greco in un liceo, la madre una maestra elementare. Sin dai primi anni è possibile intuire che la strada della regazza non sarà quella di seguire le orme dei genitori, ha troppa voglia di emergere dal contesto rigido e grigio dove è nata, ha una propensione innata per il canto e musica che esprime in ogni modo e appena può, anche a costo di infrangere gli strigenti dettami del padre. A 15 anni Domenica convince la madre ad accompagnarla a Milano alla ricerca di una scrittura da parte di una casa discografica, il primo passo verso la realizzazione di un grande sogno. Sono i primi anni sessanta quando, ottenuto un contratto per la realizzazione di alcune produzioni discografiche, la ragazza venuta dalla Calabria incide i primi dischi ed ottiene alcune apparizioni televisive in programmi nazionali. Ma l'immagine pubblica voluta dal produttore Carlo Alberto Rossi non convince Domenica: lei non è nata per essere una semplice ragazza leggera dedita alle semplice canzonette, il suo sogno è rincorrere i suoi miti su tutti le grandi voci femminili internazionali come Aretha Franklin. Alla ricerca della propria strada abbandona Milano per Roma, dove assieme all'amico Renato e alla sorella ultimogenita Loredana, forma un gruppo atipico che vive di espedienti e partecipa a spettacoli di ogni genere. In questi anni, la vita un po'sbandata e all'avventura, la porta a vivere anche per quattro mesi l'esperienza del carcere. Uno spinello e la legge del tempo meno permissiva dell'attuale condannano Domenica ad una detenzione che ne segnerà la vita personale e professionale segnandone una prima brusca battuta d'arresto. Ma da quel periodo buio la nostra piccola donna si risolleva ben presto: gli anni settanta, un nuovo nome d'arte e l'incontro con nuovi produttori e compositori ne risollevano le sorti della carriera. Sono gli anni dei successi e delle collaborazioni con il mondo della musica che conta: il genere cambia miscelando suoni blues, rock e pop il look si fa eclettico, eccentrico, quasi zingaresco. I testi delle canzoni si fanno impegnati, sofferti, molto personali e trattano temi spesso duri ed innovativi come il duro rapporto generazionale tra padre e figlia. L'ombra severa del padre-professore, che mai aveva accettato la scelta della figlia sgangherata di diventare cantante, si riflette nelle canzoni di Domenica. Nel '72 l'incontro con Bruno Lauzi, l'ultimo esponente della scuola genovese che fu anche di Tenco e De Andrè, che le dona il primo dei suoi grandi successi. Il piccolo uomo le donerà, qualche anno più tardi, un nuovo capolavoro scritto negli stessi anni e che segnerà la l'ultima apparizione di Domenica. Arriva il periodo del successo vero, del consenso di pubblico, dei premi della critica e delle grandi collaborazioni in ambito italiano e internazionale. Sono gli anni di Minuetto. Dopo aver calcato i palcoscenici d'Europa ed affrontato persino il pubblico dell'Olimpia di Parigi, Domenica incontra l'amore della vita: come tutte le passioni vere e travolgenti il rapporto con il collega Ivano Fossati sarà un ciclone nella vita della ragazza di Calabria che ne sconvolgerà completamente l'esistenza, per sempre anche quando questo sfumerà per sempre. Al culmine del successo e nel pieno di un periodo di felicità, qualcosa comincia ad incrinarsi: si comincia con un'operazione alle corde vocali nei primi anni '80 che ne modifica il timbro della voce, divenuta quindi più roca e graffiante quindi l'invidia e l'ignoranza di colleghi ed addetti al lavoro del mondo della musica fanno il resto. Domenica, secondo una falsa, meschina ed infame opinione comune, porta sfortuna; meglio non farla lavorare, meglio relegare il talento ingombrante di Domenica in un angolo: da quell'angolo buio la piccola donna non avrà più la forza di uscire completamente. Tutte le porte si chiudono, gli amici di una volta le voltano le spalle e non resta che il ritiro dalle scene. Negli anni del silenzio, Domenica ritroverà le sue origini e la propria identità ricostruendo anche un difficoltoso rapporto col padre. Siamo nel 1989, sulla spinta di discografici amici e di un pubblico che non l'ha mai dimenticata, ritorna alle scene con un nuovo gioiello scritto dall'amico Lauzi. E' un ritorno forte ed passionale, ruggito e commovente: un nuovo trionfo assoluto di fan e di critica. Passano ancora alcuni anni, si riallacciano nel frattempo collaborazioni e progetti, nuove produzioni riaffermano l'immagine della cantante. Ma il destino non è mai stato amico di Domenica: da mesi un brutto fibroma all'utero ne minaccia la salute. Un giorno di maggio il corpo di Domenica viene ritrovato in un modesto appartamento di Cardano al Campo, nei pressi di Varese, dove la cantante si era traferita da qualche tempo per essere più vicina al padre. L'autopsia parlerà di arresto cardiaco per overdose di cocaina e farmaci. Questa che vi ho raccontato era la storia vera di una piccola, grande donna dalla voce di un leone ma dall'anima fragile di una bambina, la storia di un sogno infranto dall'invidia, dal pregiudizio e dalla meschinità di un mondo piccolo. Questa è la parabola umana, dolorosa e complicata, di Domenica Bertè in arte Mia Martini, un angelo sgangherato che gli uomini hanno relegato in un angolo, ed ancor oggi una delle interpreti più intense e passionali della musica italiana. Ciao Mimì...
Mimì sarà (cantata da M. Martini, testo di F. De Gregori, da raccolta omonima del 1994)
Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti, e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti, che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so. Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi, e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi, e non vedi più niente, e più niente ti vede e più niente ti tocca. Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte, e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte, che nemmeno mi fanno più male e nemmeno mi bruciano più. Dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte, dentro la mia collezione di amori con le gambe corte, ed ognuno c'ha un numero e sopra ognuno una croce, ma va bene lo stesso, va bene così. Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì. Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri, c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù. Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri, per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà. Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va, come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va. Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare, come la lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male, e nessuno ti vede, e nessuno ti vuole per quello che sei. Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare, sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare", il tuo amore è un segreto, il tuo cuore è un divieto, personale al completo, e va bene così. Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì. Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri, c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù. Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri, per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà. Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va, come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va.
In questi giorni il fedele muletto sta lavorando alacremente nel recuperare contenuti musicali, con una decisa propensione per la discografia di Neil Young, per soddisfare alcune richieste specifiche (chi legge sa )... questa ricerca mi ha permesso di scoprire un piccolo retroscena che incrocia le vicende di Young con quella del gruppo Lynyrd Skynyrd e le storie di due loro canzoni, rispettivamente "Alabama" e "Sweet home Alabama". Il primo brano vede la luce con l'album del 1972 "Harvest", registrato da Young a Nashville con gli Stray Gators (composti ai tempi da Ben Keith, Tim Drummond, Kenny Buttrey, Linda Ronstadt e James Taylor); il testo della canzone è una lunga invettiva antirazzista che, assieme "Southern Man", rappresenta un potente atto di accusa contro i "sudisti" americani. Nelle liriche di "Alabama" si legge infatti: «Alabama, you've got a weight on the shoulder that's breaking your back/ your cadillac has got a wheel in the ditch and a wheel on the track» (traducendo liberamente suona un po' così "Alabama, hai un peso sulla spalle che ti sta spezzando la schiena / la tua Cadillac ha ormai una ruota nel fosso e una ruota sulla strada"). Il secondo brano nasce nel 1974 come risposta del gruppo southern Lynyrd Skynyrd alle accuse di razzismo fatte da Young tanto che nei suoi versi si legge esplicitamente: «spero che Neil Young lo ricordi, un uomo del sud non ha bisogno di lui». Il brano ebbe notevole successo tanto da salire sino all' 8° posto della classifica musicale americana e divenire un classico della canzone "on the road" e colonna sonora di svariate produzioni cinematografica. Nonostante questa apparente diatriba , in realtà Neil Young ha più volte dichiarato di apprezzare "Sweet Home Alabama" e di essere un fan di Ronnie Van Zant, cantante storico dei Lynyrd Skynyrd; Occasionalmente Young ha anche cantato "Sweet Home Alabama" in qualche suo concerto mentre nel contempo Van Zant spesso indossò sul palco dei concerti una maglietta con l'immagine di Neil Young. I Lynyrd Skynyrd per un certo periodo tentarono di organizzare un concerto insieme a Neil Young nel quale il cantante canadese, durante l'esecuzione di "Sweet Home Alabama", avrebbe dovuto dire "un uomo del sud non ha bisogno di me intorno", ma a causa della morte di Van Zant (avvenuta il 20 ottobre del 1977 in un incidente aereo) il concerto non venne mai organizzato. A distanza di tanti anni i due brani suscitano ancora interesse tanto da essere ripresi in vario modo nel cinema internazionale (troviamo citazioni in "Non aprite quella porta", "Con Air", "I Simpson", "Allarme rosso", "Forrest Gump" e nell'italianissimo "Radiofreccia") e in diverse produzioni musicali (una cover unplugged dei Nirvana e su tutte il brano "All summer long" di Kid Rock dove, nel ritornello, si cita esplicitamente S.H.A.). Con tutte le controversie tipiche degli States (democratici vs. repubblicani, sudisti contro nordisti, stars and stripes vs. bandiera confederata, e così via...) a voi il video originale di un live del 1974 del brano dei Lynyrd Skynyrd... beh.. il sound tipico US style regge ancora di brutto a distanza di tanti anni, non c'è che dire.
(se visto da Facebook, cliccare su "mostra post originale" per vedere il video)
James Joplin and The Big Brother and the Holding Company Piece of My Heart Album "Cheap Thrills", agosto 1968 ______________________________________________________
(Come on…) Didn't I make you feel like you were the only man, well yeah, An' didn't I give you nearly everything that a woman possibly can ? Honey, you know I did! And each time I tell myself that I, well I think I've had enough, But I'm gonna show you, baby, that a woman can be tough.
I want you to come on, come on, come on, come on and take it, Take another little piece of my heart now, baby, (break a..) Break another little bit of my heart now, darling, yeah. (have a..) Hey! Have another little piece of my heart now, baby, yeah. You know you got it if it makes you feel good, Oh yes indeed.
You're out on the streets looking good, and baby, Deep down in your heart I guess you know that it ain't right, Never never never never never never never hear me when I cry at night. Baby, I cry all the time! And each time I tell myself that I, well I can't stand the pain, But when you hold me in your arms, I'll sing it once again.
I'll say come on, come on, come on, come on, yeah take it! Take another little piece of my heart now, baby. (break a..) Break another little bit of my heart now, darling, yeah, (come on…) Have another little piece of my heart now, baby, yeah. Well, You know you got it, child, if it makes you feel good
Guitar
I need you to come on, come on, come on, come on and take it, Take another little piece of my heart now, baby. (break a…) Break another little bit of my heart, darling, yeah. (have a) Have another little piece of my heart now, baby, You know you got it (waaaaahhh) Take a…Take another little piece of my heart now, baby. (break a…) Break another little bit of my heart, and darling, yeah yeah (have a) Have another little piece of my heart now, baby, You know you got it, child, if it makes you feel good ______________________________________________________
Janis Joplin - Piece of My Heart (Live in Stockholm 1969)
(se siete su Facebook cliccate su mostra post originale per vedere e ascoltare Janis)
In questi giorni mi piace riascoltare un po' di buona musica soul e R&B. Rispolverando un po' di classici ri-ascoltatevi questo capolavoro di semplicità. Parte strumentale ridotta a minimo: giusto un po' di percussioni, qualche fiato e una voce fa tutto il resto. Un sound struggente, che a distanza di 40 anni conserva ancora tutta la sua carica innovativa. Siamo nel '68, anno di grandi cambiamenti nella società e nel mondo: ovunque freme la voglia di rompere col passato ma nessuno sa ancora dove questa rivoluzione porterà. Il tutto visto attraverso la metafora dell'uomo che, perdendo il proprio amore, perde qualsiasi certezza avuta fino ad allora e si trova catapultato in un realtà sconosciuta. A raccontarci questo passaggio visto come una voce tra i filari di un vigneto, il Principe del Soul Marvin Gaye, e la sua voce intensa e inconfondibile.
I heard it through the grapevine Marvin Gaye (Album "In the groove", 1968)
(chi vede da Facebook, faccia click su mostra post originale per vedere il video)
Una canzone contro la guerra, datata 1969, purtroppo ancora di estrema attualità... un testo forte e diretto,la chitarra suadente di Keith Richards e la voce roca di Mick Jagger...il meglio del rock gli Stones:
The Rolling Stones Gimme Shelter
Testo: Mick Jagger Musica: Mick Jagger - Keith Richards Dall'album "Let It Bleed" (1969)
GIMME SHELTER
Oh, a storm is threat'ning My very life today If I don't get some shelter Oh yeah, I'm gonna fade away War, children, it's just a shot away It's just a shot away War, children, it's just a shot away It's just a shot away Ooh, see the fire is sweepin' Our very street today Burns like a red coal carpet Mad bull lost your way War, children, it's just a shot away It's just a shot away War, children, it's just a shot away It's just a shot away Rape, murder! It's just a shot away It's just a shot away Rape, murder! It's just a shot away It's just a shot away Rape, murder! It's just a shot away It's just a shot away The floods is threat'ning My very life today Gimme, gimme shelter Or I'm gonna fade away War, children, it's just a shot away It's just a shot away It's just a shot away It's just a shot away It's just a shot away I tell you love, sister, it's just a kiss away It's just a kiss away It's just a kiss away It's just a kiss away It's just a kiss away Kiss away, kiss away ________________ A lato: la locandina del film omonimo degli Stones del 1971. Sotto (in bacheca per chi vede da FB): il video del live con la voce femminile di Lisa Fischer
DAMMI UN RIFUGIO Oh,una tempesta sta minacciando proprio la mia vita
Se non trovo rifugio,oh sì svanirò La guerra, bambini, è lontana solo uno sparo, è lontana solo uno sparo
Vedi il fuoco sta spazzando proprio la nostra strada Brucia come un tappeto di carbone rosso, il toro matto ha perduto la strada La guerra, bambini, è lontana solo uno sparo, è lontana solo uno sparo
Stupro, omicidio, è lontana solo uno sparo, è lontana solo uno sparo
Mmm, l'alluvione sta minacciando proprio la mia vita oggi
Dammi, dammi un rifugio o io svanirò
La guerra, bambini, è lontana solo uno sparo, è lontana solo uno sparo
E' lontana solo uno sparo, è lontana solo uno sparo Ti dico L'amore, sorella, è lontano solo un bacio, è lontano solo un bacio E' lontano solo un bacio, è lontano solo un bacio.
Il nuovo singolo dei ColdPlay intitolato "Life in Technicolor II" (che anticipa l'uscita del nuovo album "Prospekt's March" previsto per i primi mesi 2009. E' la versione completa del breve brano strumentale omonimo contenuto nel precedente lavoro "Viva la Vida or Death". Un ritmo allegro di chitarra e synth unito alla voce di Chris Martin.... e un video tutto da vedere sino alla fine!
"Solo la morte m'ha portato in collina un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria per bivacchi di fuochi che dicono fatui che non lasciano cenere, non sciolgon la brina. Solo la morte m'ha portato in collina.
Da chimico un giorno avevo il potere di sposare gli elementi e di farli reagire, ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l'amore. Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Guardate il sorriso guardate il colore come giocan sul viso di chi cerca l'amore: ma lo stesso sorriso lo stesso colore dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
È strano andarsene senza soffrire, senza un voto di donna da dover ricordare. Ma è fosse diverso il vostro morire vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile. Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare guardate l'ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare. Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare. Non sapevo con chi e chi avrei generato: Son morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore." _______________________________________
Fabrizio De Andrè "Un Chimico" Non al denaro, non all'amore nè al cielo (1971)