| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
      Dopo anni di sofferenze, lentezze e modem 56k oggi è arrivata la larga banda anche a casa mia; ma differenza della maggior parte di voi a me è arrivata direttamente dal cielo (e non è una metafora!),  grazie alla tecnologia hyperlan e al servizio Eolo di NGI  . Ragazzi, oggi è un giorno storico: il primo post sul blog ad alta velocità direttamente da casa mia senza più fili, telefonate o schede umts! Tutto flat, e a banda piena a 3 Mbps!      Sono le prime ore di utilizzo, ma non c'è che dire la prima impressione è ottima... come  corre!!  Ecco i primissimi dati sul campo:Connessione EOLO 3M/512k, banda                                 minima garantita 256 kb/s / 95%, antenna ad alto guadagno, router broadband Linksys WRT54G. Test effettuati da portatile collegato wireless al router (scheda G, 54 Mbps) apparecchi su piani diversi della casa. Status antenna e BTS (antenna remota cui sono collegato)
 
 
  
 Test "spot"  della velocità (download) dal sito intel
 
 
  
 Test ripetuti (down e up)  su sito http://www.speedtest.net/
 
 primo (mentre era in corso download della iso di Ubuntu 7.10 dal sito ufficiale - vedere splash successivi)
 
 
  ecco il download di Ubuntu in corso (386 kB/sec  di picco,  mai sotto 200 kB/sec)  Successivo test della connessione a banda scarica (qui mi sa che la bts era particolarmente scarica  ) 
 
  
 Ed ecco infine una foto della "mia porta verso il mondo internet "
 (BTS NGI di Monte San Salvatore - Lago Maggiore - NO - foto da forum NGI )
 
 
  
 
 Direi che ad occhi ci siamo: banda piena, scarsa latenza!! A breve un test e un reportage più approfondito!... oggi il futuro è entrato prepotente a casa mia ....    
       "Lorenzo Safari"L. Cherubini (Universal) A tre anni di distanza da “Buon Sangue”, suo ultimo album, e esattamente 20 anni dopo il suo debutto rap Lorenzo Cherubini ,  è uscito con il suo ultimo lavoro intitolato “Safari”.Tutto il disco gira intorno al concetto espresso dal significato di questa parola: dall’ etimologia swahili “safari” è un lungo viaggio, un cammino seguendo un sentiero:  proprio come il lungo ed introspettivo percorso di vita che Lorenzo intreccia nello scorrere delle sue canzoni, un diario fatto di riflessioni ed esplosioni di vitalità, di contaminazioni di generi e vera e propria canzone d’autore,  potente ed estremamente tenero allo stesso tempo.  La vita ci obbliga, prima o poi , a far i conti con noi stessi e Lorenzo lo fa attraverso la sua musica: esprimendo il fuoco delle passioni, la forza della vitalità e della partecipazione,  le emozioni dei sentimenti e il greve peso dei dolori personali. Ad accompagnarlo in questo percorso di suoni e colori,  di dolcezza e impegno , ci sono  alcuni compagni di altrettanta classe e sensibilità: Ben Harper, alla chitarra nel singolo d’esordio  “Fango”, Sly & Dunbar, leggendaria ritmica giamaicana, Sergio Mendes al Fender Rhodes, il fisarmonicista Frank Marocco (partecipò alla colonna sonora de “Il Padrino” e  Lorenzo lo ha riportato allo strumento a 84 anni)  e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Realizzato tra Los Angeles, Hannover, Milano, Cortona e Bologna, “Safari” è già avviato  a diventare  il capolavoro di Lorenzo e forse  una  tappa importante della musica italiana, da conservare e riascoltare gelosamente anche a distanza di tempo.  Lorenzo in questo disco canta per sé e per il suo pubblico, aprendo il proprio diario di riflessioni e condividendo con noi veri brani di poesia:  ascoltate il singolo  “Fango” (programmato in questi giorni dalle principali radio e vero traino emozionale del disco) e sarete condotti con mano gentile e sicura nella profonda  spiritualità e nelle emozioni di Lorenzo. In questo brano la chitarra di Ben Harper dà  il tempo alla musica e poesia, in ultima analisi alla stessa vita ai luoghi e ai pensieri di Lorenzo:   “…un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli chehanno ancora il coraggio di innamorarsi
 e una musica che pompa sangue nelle vene
 e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi
 smettere di lamentarsi
 che l'unico pericolo che senti veramente
 è quello di non riuscire più a sentire niente
 di non riuscire più a sentire niente
 il battito di un cuore dentro al petto
 la passione che fa crescere un progetto
 l'appetito la sete l'evoluzione in atto
 l'energia che si scatena in un contatto..”
 Quanta verità in queste poche parole, in cui un po’ noi tutti ci ritroviamo (o ci dovremmo ritrovare).  Il ritmo varia in “Mezzogiorno”  una sorta di  inno scanzonato da cantare accompagnando Lorenzo nei suoi prossimi live;  in “A te” e “Dove ho visto”  c’è la canzone d’autore che è stata in passato di Sergio Endrigo e Luigi Tenco. La musica si fa  linguaggio universale e  unico per forza ed immediatezza.  Pensieri e sentimenti stesi sul tappeto  ritmico sudamericano di Sergio Mendes emergono in “Punto” mentre forza ed energia esplodono incalzanti in  “Safari” (dove troviamo la collaborazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro). La parte finale del disco si caratterizza per il ritorno al rap: “Mani libere 2008” dove si riscontra la presenza di Michael Franti degli Spearhead .  Questo è un album che sarebbe più giusto definire “diario” su cui Lorenzo ha fissato le più nascoste pieghe della propria vita e del proprio pensiero, nell’interminabile e vitale ricerca di sé stessi, della società e del prossimo;  il tutto tenendo sempre ben fermo il proprio intimo, i propri valori e le proprie radici.  Originale, emozionante, mai scontato: questo disco è ispirazione e riflessione, speranza e fiducia , paura e certezza,  amore e dolore cos’altro possiamo chiedere in più? Ragazzi, leggete cliccando qui i testi di "A te" e "Fango", e ditemi se non è poesia nella forma più pura.
 “…sotto un cielo di stelle e di satellititra i colpevoli le vittime e i superstiti
 un cane abbaia alla luna
 un uomo guarda la sua mano
 sembra quella di suo padre
 quando da bambino
 lo prendeva come niente e lo sollevava su
 era bello il panorama visto dall'alto
 si gettava sulle cose prima del pensiero
 la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero
 ora la città è un film straniero senza sottotitoli
 le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli
 il ghiaccio sulle cose
 la tele dice che le strade son pericolose
 ma l'unico pericolo che sento veramente
 è quello di non riuscire più a sentire niente..”
   
      AngelAerosmith, 1988
 ___________________________________________________________
 
 
   Oggi, mentre cercavo di far passare il tempo durante un'interminabile coda in autostrada, rovistando tra i cd in macchina è venuta fuori la raccolta dei greatest hits degli Aerosmith.  Ed "Angel" è stato il secondo mp3 suonato dopo aver inserito il disco nel lettore... una classica e sicura ballata rock che fonde armonicamente le chitarre elettriche di Joe Perry e Brad Whitford, il basso di Tom Hamilton, la batteria di Joey Kramer e l'inconfondibile voce di Steven Tyler.  Scritta dalla stesso Tyler con Desmon Child, "Angel", venne pubblicata come singolo nel 1988 e quindi inserita nell'album Permanent Vacation dello stesso anno. Un po' meno  nota delle altre classiche ballate del gruppo americano (quali, per esempio,   "What it Takes", "Dream On" o "I Don't Want to Miss a Thing" ) è comunque un buon pezzo, coinvolgente, e dalle tipiche caratteristiche del "ballatone" romantico anni 80-90: chitarra a profusione, voce del cantante struggente,  e testo melodrammatico (e moderatamente parac*lo come spesso in questa tipologia di canzoni) con il solito sfigato di turno straziato d'amore. Nulla di innovativo per carità (come del resto anche il titolo del post che, da perfetto riciclatore,  ho mutuato direttamente dal precendente su Benni) ma sicuramente un pezzo sincero sempre convolgente da ascoltare sullo stereo a volume moderatamente alto.  Signore e signori, questi sono gli Aerosmith e  questa è Angel.... 
 
    
        
            | I'm alone Yeah, I don't know if I can face the night
 I'm in tears and the cryin' that I do is for you
 I want your love - Let's break the walls between us
 Don't make it tough - I'll put away my pride
 Enough's enough I've suffered and I've seen the light
 
 Baby
 You're my angel
 Come and save me tonight
 You're my angel
 Come and make it all right
 
 
 Don't know what I'm gonna do
 About this feeling inside
 Yes it's true - Loneliness took me for a ride
 Without your love - I'm nothing but a begger
 Without your love - a dog without a bone
 What can I do I'm sleeping in this bed alone
 
 
 Come and save me tonight
 
 You're the reason I live
 You're the reason I die
 You're the reason I give
 When I break down and cry
 Don't need no reason why
 
 Baby, baby
 You're my angel
 Come and save me tonight
 you're my angel
 Come and take me allright
 Come and save me tonight, Come and save me tonight, Come and save me tonight,
 Come and save me tonight, Come and save me tonight
 | Sono solo Yeah, non sono sicuro di poter fronteggiare la notte
 Sono in lacrime e il mio pianto è per te
 Voglio il tuo amore –abbattiamo i muri
 che ci sono fra noi.
 Non renderlo difficile- io metterò
 da parte il mio orgoglio
 Quando è troppo è troppo, ho sofferto
 e ora ho visto la luce
 
 Piccola
 Tu sei il mio angelo
 Vieni a salvarmi stanotte
 Sei il mio angelo
 Vieni a sistemare tutto
 
 Non so cosa sto per fare
 Per questa sensazione dentro di me
 Sì è vero, la solitudine mi ha preso per una corsa
 Senza il tuo amore non sono niente,
 se non un poveraccio
 Senza il tuo amore sono
 come un cane senza osso
 Cosa posso fare, sto dormendo in
 questo letto da solo
 
 Vieni a salvarmi stanotte
 
 Tu sei la ragione per cui vivo
 Sei la ragione per cui muoio
 Sei la ragione per cui capisco,
 quando crollo e piango,
 che non ho bisogno di ragioni
 
 piccola, piccola
 tu sei il mio angelo
 vieni a salvarmi stanotte
 sei il mio angelo
 vieni a farmi stare bene
 vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte
 vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte
 |  |  ___________________________________________________
   
       "Se incontri un angelo, non avrai pace ma febbre"
 
  
 La citazione che riporto sopra è tratta dal romanzo di Stefano Benni "Margherita Dolcevita" (pubblicato nella collana Universale Economica Feltrinelli, 2005) che ho terminato di leggere in questi giorni ed è il passo che più mi è rimasto impresso per la forza della sua semplicità.  Come sempre devo dire che la lettura di Benni non ha deluso le mie aspettattive: ho conosciuto un nuovo personaggio, Margherita  una “bambina in scadenza”, come ama definirsi lei stessa: quasi quindici anni, occhi blu, capelli biondi ricci “che sembrano una piantagione di fusilli”, qualche chilo di troppo e un problema al cuore, “una valvola spanata che fa ta-tunf invece di tunf-ta”. Vivace e simpatica la sua vita scorre tranquilla in una casetta alla periferia di una città, nell'unica zona ancora verde sopravissuta al cemento e all'asfalto; la famiglia di Margherita è composta dal padre pensionato, Fausto, che eclettico riparatore di vecchi oggetti, della madre Emma, casalinga appassionata di telenovele, da un fratello maggiore Giacinto, diciottenne, infestato dai brufoli, che “nella vita ha due grandi interessi: il calcio e il pallone” e un fratello minore, Erminio detto Eraclito, “genietto rompiballe nonchè il dito da videogioco più veloce del West”. A completare il quadretto famigliare un nonno un po'  svitato ma saggio, di nome Socrate e Pisolo un cane, o meglio un “cancatalogo”, perché “più che un incrocio è un catalogo di tutte le razze canine e animali e forse vegetali apparse sulla Terra”. La quiete di questa famiglia normale ma bizzarra viene sconvolta dall’arrivo dei nuovi vicini di casa fichissimi, supertecnologici e alla moda, ma vittime del consumismo del più feroce arrivismo. E' la famiglia dei Del Bene: padre affarista e maneggione, dotato di sorriso finto e una chioma sintetica trapiantata di fresco (... chissà da chi avrà preso spunto il buon Benni per questo personaggio ?!?    ... ),  madre schiava della moda e cazzeggiatrice di professione, una figlia adolescente tanto bella quanto vuota e un figlio, Angelo, misterioso e relegato in un angolo dalla famiglia come malato di problemi psicologici. Dalla loro casa a forma di cubo, impenetrabile e misteriosa, i Del Bene esercitano ogni forma possibile di  ingerenza nei confronti dei vicini che a poco a poco finiscono per cadere nella rete di lusinghe di uno stile di vita fondato sul culto del benessere materiale, dell'estetica fine a se stessa,  e sul rifiuto di tutti coloro che sono ai margini della società: poveri, anziani e extracomunitari. L'unica nella famiglia che non molla è la piccola grande Margherita: con coraggio, spirito critico, e aggrappata alla forza dei sentimenti autentici, della natura e della fantasia, Margherita non si arrende, intuisce il piano subdolo dei Del Bene e reagisce alla grave minaccia con l’aiuto del piccolo Eraclito, di Angelo  e della “Bambina di polvere”, la sua amica invisibile, fantasma di un piccola vittima innocente della brutalità della guerra. Con il suo solito stile unico e sublime Benni imbastisce un' amara metafora della società moderna e delle sue degenerazioni peggiori.  Nel romanzo Margherita Dolcevita è un’impietosa denuncia della perdita dei valori autentici, della volgarità del potere e dell’arroganza della ricchezza:  ovvero i mali che al giorno d'oggi minacciano la bellezza e la purezza della vita e dei sentimenti. Leggetelo, non ho altro da dire. Nel frattempo sono alla ricerca dell'ultima fatica di Benni: "La grammatica di Dio" , uscito nel 2007, son sicuro che anche questo sarà da consumare in un fiato.
 "Il mondo si divide in:quelli che mangiano la cioccolata senza pane
 quelli che non riescono a mangiare la cioccolata se non mangiano anche il pane
 quelli che non hanno la cioccolata
 quelli che non hanno il pane"
 
 (citazione tratta dall'incipit del romanzo)
 
   
      
 sopra: un preoccupato Valentino Rossi si concentra prima della grande sfida col suo nuovo e pericoloso rivale motociclistico...
Negli ultimi tempi lo abbiamo visto confrontarsi negli spot di Fastweb con le strampalate genialate del suo supertifoso Yuri (su tutti il già mitico "lard disk" - parola di Yuri: "tu metti una fettina di lardo nel pc e internet scivola via più  veloce!" ) ma la vera prova del nove per il Vale nazionale deve ancora venire e sarà una sfida tutta motociclistica, a base di velocità, derapate e pieghe disegnate al compasso... Chi avrà così tanto coraggio e abilità per sfidare Valentino proprio nella specialità dove è riconosciuto da tutti come fenomeno indiscusso e leggendario?? Forse Casey Stoner, il campione del mondo MotoGP in carica? Il nemico di sempre Max ("mezzo manico"    ) Biaggi? O forse qualche giapponese sconosciuto venuto dal sol levante ad oscurare il mito del Dottor Rossi? Nessuno di questi... il vero pericolo per Valentino è italianissimo e vive a pochi chilometri dalla sua nativa Tavullia, è romagnolo, ed è già passato alla storia del motociclismo come "l'inventore della piega".  I due si son già incrociati sulla pista del Mugello, in occasione della vittoria di Rossi del GP d'Italia nel 2006, ma in quell'occasione Vale ha evitato accuratamente il rischio della sfida testa a testa.  Chi è questo sconosciuto fenomeno? Ma l'unico, inimitabile, Pagliarani Olimpo alias  "il Lepro di Viserbella"...
 E via,via,via,via!  Trema Vale      !!!!  P.S. Fastweb: a quando uno spot dove i due centauri si confrontano ????   
      You Shook Me All Night LongAC/DCalbum "Back in Black" , 1980, Atlantic Record___________________________________________________________
 
 Questa canzone è  al decimo posto nella classifica  "100 Greatest songs of the 80's" del 2006 ed è , assieme a "Back in Black" e "Highway to Hell", tra le più famose canzoni degli AC/DC. Saranno pochi quelli che tra di voi non la riconosceranno già dalle prime note. Un bel classico del rock carico di energia, ogni commento sarebbe superfluo!  Solo una curiosità: il titolo della canzone è tratto da un testo di una canzone del 1962 di   Willie Dixon intitolata  "You Shook Me"  che fu  oggetto di  cover anche da parte dei Led Zeppelin nel 1969 con una versione contenuta nel loro album d'esordio.___________________________________________________________
 
 
 
  sopra: la cover originale del singolo del 1980 ________________________________________________________________________
 
 
 
    
        sopra: la cover originale dell' album Back in Black del 1980
            | She  was  a  fast  machine  she  kept  her  motor  clean She  was  the  best  damn  woman  that  I  ever  seen
 She  had  the  sightless  eyes  telling  me  no  lies
 Knocking  me  out  with  those  American  thighs
 Taking  more  than  her  share
 Had  me  fighting  for  air
 She  told  me  to  come  but  I  was  already  there
 'Cause  the  walls  start  shaking
 The  earth  was  quaking
 My  mind  was  aching
 And  we  were  making  it
 
 And  you  shook  me  all  night  long
 Yeah  you  shook  me  all  night  long
 
 Working  double  time  on  the  seduction  line
 She's  one  of  a  kind  she's  just  mine  all  mine
 Wanted  no  applause  it's  just  another  course
 Made  a  meal  outta  me
 And  come  back  for  more
 Had  to  cool  me  down  to  take  another  round
 Now  I'm  back  in  the  ring  to  take  another  swing
 'Cause  the  walls  were  shaking
 the  earth  was  quaking
 My  mind  was  aching
 And  we  were  making  it
 
 And  you  shook  me  all  night  long
 Yeah  you  shook  me  all  night  long
 It  knocked  me  out  I  said  you
 Shook  me  all  night  long
 You  had  me  shaking  and  you
 Shook  me  all  night  long
 Yeah  you  shook  me
 When  you  took  me
 
 You  really  took  me  and  you
 Shook  me  all  night  long
 Ah,  you  shook  me  all  night  long
 Yeah  yeah  you  shook  me  all  night  long
 You  really  got  me  and  you
 Shook  me  all  night  long
 Yeah  you  shook  me
 Yeah  you  shook  me
 All  night  long
 
 
  
 | Tu mi facevi fremere tutta la notte 
 Lei era una macchina veloce
 Manteneva il suo motore pulito
 Era dannatamente la miglior donna
 che avessi mai visto
 Aveva occhi senza sguardo
 Non raccontava menzogne
 Mettendomi fuori gioco con quelle cosce americane
 Prendendo più di quanto potevo
 Ho avuto il mio combattimento per l'aria
 Mi diceva di venire ma io ero già li
 Perché i muri iniziavano ad agitarsi
 La terra tremava
 La mia mente era dolorante
 Lo stavamo facendo e tu
 
 Mi facevi fremere tutta la notte
 Yeah, mi facevi fremere tutta la notte
 
 Lavorando il doppio
 Sulla linea della seduzione
 Lei era di un certo tipo, semplicemente mia,
 solo mia
 Non cercava applausi
 Solo un'altro giro
 Mi mangiava in un boccone e tornava indietro per averne ancora
 Mi son dovuto raffreddare
 Per permettermi un'altro giro
 Ora sono tornato sul ring per concedermi
 un'altro ballo
 Perché i muri iniziavano ad agitarsi
 La terra tramava
 La mia mente era dolorante
 Lo stavamo facendo e tu
 E mi mettevi fuori combattimento e poi
 
 Mi facevi fremere tutta la notte
 Mi hai fatto fremere e
 Mi facevi fremere tutta la notte
 Yeah, mi facevi fremere
 
 Bhe, mi hai preso
 Hai preso davvero me e te
 Mi facevi fremere tutta la notte
 Ooooh tu mi facevi fremere tutta la notte
 Yeah, yeah, tu
 Mi facevi fremere tutta la notte
 Hai preso davvere me e te
 Yeah, mi facevi fremere, yeah,
 mi facevi fremere
 Tutta la notte
 |  ________________________________________________________Many thanks to Marta, who helps me to remind me this song    
      
Tutti noi lo conosciamo, la maggior parte di noi lo utilizza quotidianamente come motore di ricerca per le proprie scorribande nella grande rete. Amato, contestato per alcuni suoi aspetti controversi, l'importanza di Google è tale da aver cambiato radicalmente gli usi e costumi dei navigatori del web.  Ma c'è qualcuno di voi che ricorda come era il suo aspetto alle origini (maggio 1998 e il suo nome era ancora BackRub)? Io onestamente non lo ricordavo... eccolo: http://backrub.c63.be/May1998/index.htm  e in quest'altro link possiamo apprezzare nel loro fulgido splendore i server che tenevano in piedi il motore ai tempi http://backrub.c63.be/May1998/hardware.htm  .. Sullo stesso sito trovate un po' tutta la cronologia delle mutazioni di Google in quegli anni pionieristici:
 
    
    
    
    
    
    Una pagina molto dettagliata dell'anatomia del motore di ricerca e del suo algoritmo di base (PAGERANK) http://backrub.c63.be/May1998/anatomy.htm  (per i miei compari degli anni d'oro del Poli:  vi ricorda qualcosa ???  E' l'originale della Stanford University da cui Schreber spudoratamente copiava le dispense che ci passava! ) 
 Ed ora la vera chicca: le immagini del primissimo sistema di storage del motore di ricerca (10 dischi da 4 Gigabyte l'uno per il totale stratosferico di 40 GB !! ) quando Google era ancora un progetto prototipale dei due studenti di Stanford, Larry Page e Sergey Brin, (1996) :   http://infolab.stanford.edu/pub/voy/museum/pictures/display/0-4-Google.htm Ovviamente quelli che vedete nella foto sono reali mattoncini Lego! Che dire, ne è ha fatta di strada la grande G!
 
   
      Inaguriamo con questo post una nuova sezione del blog dedicata a tutto ciò che fa "retrocomputing" ovvero come rispolverare da cantine e soffitte polverose veri pietre miliari della storia informatica, piccoli e grandi gioielli di tecnologia che tanto hanno contribuito a far diventare i nostri computer come oggi li conosciamo e su cui noi "pischelli" dei tempi abbiamo trascorso interi pomeriggi se non intere giornate.  L'idea di aprire una nuova area dedicata all'archeologia informatica e tecnologica in genere è nata durante le feste natalizie dopo uno scambio "culturale"  ( vero Fede?!?       )  in cui una vecchia console SuperNintendo è stata barattata con il glorioso Commodore 64 color marroncino biscotto. Sarà l'età, sarà un po'  di mio rimbambimento diffuso, sarà la moda dilagante del vintage, sarà la mia vocazione innata a raccattare,  ma come detto in quell'occasione il vedere nelle mie mani un C64 (oggetto del desiderio della mia gioventù ai tempi surrogato solo con  macchine di altri marche e con i primi pc ibm a fosfori verdi ...) ma ha dato una certa emozione.  Sarò malato di mente? Beh..quasi certo..ma  onestamente non ho mai detto di essere troppo sano    
Comunque sia il fenomeno non è limitato al sottoscritto, e sulla grande rete il fenomeno dilaga su migliaia di siti e si declina in diverse forme, in particolare:  il "retrocomputing"   propriamente detto che coinvolge gli impallinati dei classici home computer degli anni 80 (Commodore, Atari, Spectrum, MSX, ... ) , il "retrogaming"  cioè il rispolverare in vario modo e a distanza di tempo i videogames di  grande successo della storia (chi di voi si sfida al classico della SNK, "Metal Slug" ,  uscito per la console Neo Geo nel 1996 ???      Deh oh! ) e il "retroconsole"  ovvero come disseppellire da chili di polvere le gloriose console  di gioco ricollagandole (rigorosamente via cavo antenna) alle più recenti tv .... Il movimento è articolato e complesso: accanto ad Internet sono numerose le fiere di vintage informatico e elettronico dove il tema ricorre con estremo interesse e un' ulteriore espressione del crescente fermento nei confronti di questo tema è rappresentato dal concetto dell'emulazione su piattaforme moderne delle vecchie architetture del passato. Bene.. cavalchiamo pure noi l'onda e gettiamoci in questa marea di fuffa, cassette, cartuccie e joystick e cominciamo con una piccola perla. Chiunque di voi abbia avuto un Nintendo "classico" (più precisamente un NES) dotato della pistola ottica non può non aver giocato a "Duck Hunt"  (correva l'anno 1984) :  in pieno contrasto con ogni moralità animalista ed ecologista lo scopo del gioco era quello abbattere il maggior numero di anatre svolazzanti per lo schermo... date un'occhiata alla schermata successiva per rinfrescarvi la memoria... 
 lo ricordate adesso?  Ora alzi adesso la mano chi, giocando a "Duck Hunt",  non abbia avuto il sadico pensiero  e non abbia disperatamente provato a sparare al cane b*stardo e stupido che ti rideva in faccia quando mancavi il bersaglio??  Vedo molte mani virtuali alzate! Per fortuna un benefattore ha pensato a noi e ha ricreato una versione flash del gioco dove finalmente possiamo sfogare le nostre più represse voglie e complessi di gioventù... cliccate su http://www.i-mockery.com/minimocks/duckhunt   e dateci dentro senza pietà!! Se invece il vostro spirito è nobile e volete rigiocare alla versione "classica" del gioco qui trovate l'edizione originale del videogame ... http://www.elpais.com/juegos/swf/duck_hunt.swf  il tutto in flash e comodamente nella finestra del vostro browser. 
  Chiudo questo primo post con un quiz che ci porterà direttamente al protagonista di uno dei prossimi interventi in questa sezione... chi di voi, da attento osservatore, sa dire cosa siano gli oggetti ritratti nelle due immagini seguenti ?? In particolare prestate attenzione alla seconda immagine.... e ... rileggendo adesso il titolo del post ora ne avete capito il senso??  Mediate gente, meditate      
		
		
			Di DL4U  (del 10/01/2008 @ 00:01:32, in Passions , linkato 1074 volte)
		   
      The sound of silence(Paul Simon and Art Garfunkel, album "Sounds of silence", 1965)
 
 
  
 ______________________________________
 
 
 Proprio ieri sera ho riscoltato le strofe dolci e malinconiche di questa canzone rivedendo in tv il film "il Laureato" con Dustin Hoffman. Ogni volta che mi capita di risentirla ripenso con un filo di nostalgia al periodo delle scuole superiori quando durante una lezione di inglese "alternativa" sentii per la prima volta questo pezzo."The sound of silence" assieme all'altrettanto famosa "Mrs. Robinson" sempre di Simon & Garfunkel compongono i due pilastri della colonna sonora di un film che è divenuto negli anni un insuperabile pezzo di storia del cinema e icona di un'intera generazione:  prodotto nel 1967,  "il Laureato" (The graduate nel titolo originale americano)  anticipa attraverso un racconto sentimentale i fermenti giovanili di ribellione che esploderanno di lì a poco nelle grandi contestazioni del 1968. Il testo della canzone invece affronta  il tema dell'incolumità umana  raccontandone sogni ed incubi e riuscendo nell'esercizio estremo di dare  un suono al silenzio. “The Sound Of Silence”, con la sua struggente e aggraziata malinconia, è uno dei vertici assoluti del folk-rock.  Una canzone che è poesia, una poesia che è rock e esprime il tramonto di un’era, una desolante atmosfera di solitudine: due ragazzi, una chitarra e il silenzio che li avvolge nel freddo della notte, trasportati verso un mondo poetico e visionario.
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 Letture...
 J.D. Salinger
 Il giovane Holden
 (The catcher in the rye)
 EinaudiEditore
 
 
  
 ______________________________
 
 Daniele BiachessiLa Fabbrica dei Profumi Baldini e Castoldi Editore
 
 
 
 
 __________________________ 
 Musica... Vasco Rossi - Dillo alla luna (1990) Ben E. King - Stand by me (1961) Queen - Bohemian Rhapsody (1975) U2 - Pride (In the name of love) (1984) 
 
 
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