Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.

Sono passati esattamente venti anni da quel 24 dicembre 1987, giorno in cui venne registrato il primo dominio internet “.it” ovvero il primo vero passo della diffusione del web anche in Italia. Ripercorriamo qualche veloce cenno storico degli eventi: siamo nella seconda metà degli anni ottanta, “internet”, diffuso già da una decina d’anni, era ancora soltanto un misterioso vocabolo che la maggior parte delle persone comuni associavano ad uno strano acronimo o ad uno strumento militare riservatissimo. In Italia (come del resto anche in altri paesi del mondo) i primi acquirenti di “spazio” sulla grande rete furono università, enti scientifici e amministrazioni pubbliche. I primi servizi attivati sulla rete (allora ritenuta principalmente solo uno strumento per trasferire dati a distanza a velocità risibili rispetto agli standard attuali) consentivano la gestione e il “data-entry” sulle prime banche dati diffuse: i centri di ricerca, le università e gli enti usavano internet in prevalenza per lo scambio di risultati e dati di laboratorio, di ricerca o amministrativo-commerciali. Il 30 aprile del 1986 venne stabilito il primo collegamento tra Pisa e gli Stati Uniti. La trasmissione avviene via satellite ed è frutto del lavoro dei ricercatori dell'allora neonato Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce). Ai tempi (ma è ancora così a distanza di venti anni) le authority americane gestivano i domini in tutto il mondo; circa 20 mesi dopo il primo collegamento Italia-Usa all’Istituto di Pisa venne assegnata la gestione del Registro dei domini “.it” “. Eravamo il quarto paese europeo, in ordine di tempo, ad adottare l'Internet protocol. Il primo dominio italiano assegnato fu proprio “CNR.it” . Passato il primo periodo pioneristico, nel 1994, venne aperta la prima “anagrafe” dei domini, ma registrazioni attive sono ancora modeste: soltanto 150. Occorre attendere il 1999 (anno storicamente associato al “boom della new economy”) per osservare una crescita esponenziale del numero dei domini attivi. Nel 1999 i siti attivi erano 90.500, solo un anno dopo le sigle “.it” si erano moltiplicate fino ad arrivare a circa 409.694. Attualmente l’Italia del “.it” è al 6° posto (1 milione e mezzo di siti) in una classifica dei domini "più registrati", dietro al britannico “.co.uk”, del francese “.fr” e del tedesco “.de”.
Nel frattempo molto è cambiato: la grande rete non è più uno strumento di nicchia ad uso esclusivo di enti e laboratori di ricerca. Su internet ormai si trova di tutto un po’ e gli utenti sono ormai le persone comuni di ogni età o estrazione socio-culturale. L’uso della rete è di molto cambiata: dal puro data entry si passati attraverso la rivoluzione del WWW e dell’HTML , al boom e alla seguente implosione dei primi provider di servizi, all’epoca dei primi portali generalisti, sino al WEB 2.0 dei giorni d’oggi dove i contenuti della rete sono creati dagli stessi utenti connessi (blog e YouTube su tutti sono i principali esempi) in attesa dell’ennesima evoluzione (o rivoluzione) della rete promessa dal WEB 3.0. A venti anni di distanza dalla sua nascita il servizio italiano di registrazione e gestione dei domini “.it”, tecnicamente definito "Registro del ccTld .it", e' gestito dall'Iit-Cnr di Pisa, erede del pionieristico Cnuce. Spesso criticato per l’eccessiva lungaggine nelle procedure di registrazione dei domini (e l’ esperienza personale mi conferma abbastanza questa impressione generale), il CNR nella persona dell’ingegner Enrico Gregori , attuale responsabile del Registro, annuncia proprio in questi giorni il nuovo passo avanti per la rete italiana. Dice Gregori “Il nostro prossimo obiettivo è permettere a operatori e utenti l'immatricolazione in tempo reale” il CNR sarebbe quindi prossimo al passaggio a un sistema di registrazione dei domini definito "sincrono" che riuscirebbe ad allineare il Registro italiano a quello di altri Paesi in tempo pressoché reale, garantendo una sensibile riduzione dei tempi tecnici necessari alla struttura del CNR per ottemperare alla procedura, ora come ora lenta e farraginosa, e spesso fonte di polemica da parte degli utilizzatori finali. Chiudo con un dato aggiornato secondo il sito ufficiale del Registro del CNR (www.nic.it) al 26/12 sono 1,474,743 i domini italiani attualmente attivi o in fase di attivazione. Buon compleanno ".it" !
In questo post voglio proporre un tema un po' strano che ritengo possa incuriosire chi di noi bazzica quotidinamente, per lavoro o per diletto, il mondo dei computer e si imbatte nelle mille traversie di questa realtà. Penso sia interessante sapere da dove un po' tutto è nato e "come eravamo" qualche decennio fa; in fondo, nonostante le mille critiche sollevabili, se adesso esiste internet come noi la conosciamo, se l'informatica è divenuta più accessibile (e se, alla fine dei conti, anche questo blog esiste! ) non po' lo dobbiamo anche ai pionieri della prima ora come le persone che andremo a descrivere.
Fate una ricerca su Google con le parole chiave “microsoft 1978” e cliccate su uno qualsiasi dei primi risultati proposti; in tutti i casi potrete ammirare la seguente e, sinceramente un po’ inquietante, foto di gruppo…
7 dicembre 1978 - il primo gruppo di Microsoft
Chi sono questi loschi figuri? Forse un gruppo di feroci terroristi brigatisti direttamente usciti da un libro fotografico degli anni 70? Un manipolo di freak ? Ovviamente no, anche se l’aspetto è potrebbe trarre in inganno. E’ stata scattata il 7 dicembre 1978 in qualche scantinato del New Mexico (USA) e questa “allegra” comitiva o piccola collezione di mostri (dipende dai punti di vista) non è altro che il primissimo nucleo di collaboratori della Microsoft, quando i successi e le vagonate di soldi di Windows erano ancora ben lungi da venire.
Nella foto sono presenti i due fondatori della società; quello più noto - Bill Gates, il primo in basso a sinistra – e quello “più sfigato” – Paul Allen, l’ultimo in basso destra - che poi uscì dalla compagnia nel 1983; degno di nota per entrambi l’aspetto: il primo tipicamente da nerd di college americano, il secondo un fricchettone anni ’70. Lo stesso Bill Gates conferma l’autenticità della foto riportandone una copia nella sua pagina biografica all’interno del sito web di Microsoft :
http://www.microsoft.com/presspass/exec/billg/bio.mspx
Ma "zio Bill" a parte che fine hanno fatto i restanti personaggi immortalati in questo ritratto? Eccone un veloce resoconto (anche economici .. - dati del 2005)
Fila in alto
Steve Wood
Programmatore. Lasciò Microsoft nel 1980. Adesso gestisce una società di telecomunicazioni. Patrimonio presunto 15 milioni di dollari .
Bob Wallace
Primo product manager e designer di Microsoft. Lasciò la compagnia nel 1983. A causa della dipendenza da droghe e psicofarmaci morì nel 2002 con un patrimonio di 5 milioni di dollari.
Jim Lane
Project manager. Lasciò Microsoft nel1985. Ora gestisce una propria software house. 20 milioni di dollari.
Fila centrale
Bob O'Rear
Matematico. Lasciò Microsoft nel 1993. Gestisce un ranch e un allevamento. 100 milioni di dollari.
Bob Greenberg
Programmatore. Lasciò Microsoft nel 1981. Adesso sviluppa software per corsi di golf. 20 milioni.
Marc McDonald
Programmatore. Primo dipendente Microsoft, lasciò la società nel 1984 rientrandone poi dalla porta di servizio quando MS acquisì la Design Intelligence, la compagnia per cui lavorava. Ha ancora il privilegio di sfoggiare il badge numero 00001. 1 milione di dollari.
Gordon Letwin
Programmatore. Lasciò Microsoft nel 1993. Adesso è un ambientalista. 20 milioni di dollari
Fila in basso
Bill Gates
Uno dei due fondatori . E’ il chairman di Microsoft anche se ha lasciato l’attività day by day nel 2003 dedicandosi maggiormente alle attività filantropiche delle sue fondazioni. A lungo la persona più ricca al mondo accreditata di 50 miliardi di dollari
Andrea Lewis
Scrittore. Lasciò Microsoft nel 1983. Adesso è giornalista free-lance. 2 milioni di dollari.
Marla Wood
Contabile. Moglie di Steve Wood. Lasciò Microsoft nel 1980, adesso svolge attività di volontariato. 15 milioni.
Paul Allen
L’altro fondatore, quello meno noto. Lasciò Microsoft nel 1983 rimanendone comunque consigliere strategico. Adesso gestisce team sportivi e svolge attività filantropiche. 21 miliardi di dollari.
Una storia singolare vero? In uno dei prossimi post racconteremo la cronistoria della nascita (1975) ai giorni nostri di Microsoft; ammettiamolo tutti, e parlo di chi come me lavora nel campo dell' Information Technology, nonostante le numerose critiche e invettive che quotidianamente lanciamo verso lo "Zio Bill" e alle paturnie dei suo prodotti, in fondo se oggi abbiamo un lavoro abbastanza consolidato lo dobbiamo anche alle persone di immortalate in quella foto...
il primissimo logo di Microsoft
Luci ed ombre di Google 
Presentato al 9° Hackermeeting italiano, il libro "The dark side of Google" (uscito in formato cartaceo per Feltrinelli e distribuito in forma gratuita sul web), è una ricerca dal primi passi di Google (era il 1998) fino ad oggi. Vengono ripercorse scelte, idee e segreti del più usato e diffuso motore di ricerca. Soprattutto il testo si sofferma sulle conseguenze e i rischi del successo planetario di Google. Segnalato "as is", pur non avendolo ancora letto. Ma lo farò presto. La versione elettronica, liberamente scaricabile in formato pdf, è qui: http://www.ippolita.net/googleAggiornamento al post del 04/05/2006: Lettura del libro terminata. Il testo ripercorre in modo esaustivo la storia di Google dai suoi primi vagiti in una stanza dell' università di Stanford sino ad oggi. La nascita e l'affinamento dell'algoritmo di PageRank, in una costante tensione nell'offrire sempre all'internauta "sempre il risultato voluto nel minor tempo possibile" e l'idea di fatto utopica dei due creatori "di creare un motore che contenga l'intera rete". Le contraddizioni del "Gigante Buono": ovvero tutto cio' che sta dietro e soverchia l'idea diffusa "del motore buonista e democratico ". Da dove vengono generati i profitti economici del motore di ricerca? Quali filtri vengono imposti sui risultati delle ricerche? Le ragioni che sottendono alla frenetica nascita di svariati "figli di Google" (GMail, GTalk, ecc..) e tutte le possibili violazioni attuate alla nostra privacy nel loro quotidiano utilizzo. Una lettura interessante e consigliata: in fondo utilizziamo Google ogni giorno e assiduamente (quanti di noi, compreso il sottoscritto, lo hanno come home page del browser? ) e ritengo sia opportuno approfondirne la conoscenza per poi farne un uso maggiormente consapevole.
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