A distanza di un quasi un anno dall'attivazione posso dirmi pienamente soddisfatto del servizio Eolo di NGI che finalmente mi ha permesso di superare l' ostacolo annoso del digital divide... e da gennaio 2009 il nuovo servizio "Eolo voce" per la gestione della fonia (VoIP a commutazione di pacchetti, su una VLAN dedicata e separata a livello 2, con banda garantita, dal canale dove normalmente viaggia il traffico dati). Attualmente il servizio è in test gratuito per tutto il mese di dicembre per poi essere rilasciato all'utenza col prossimo anno quando partirà anche la number portability dalla tradizionale rete RTG. Purtroppo mi son svegliato troppo tardi e ho perso l'occasione di aderire al gruppo iniziale dei primi 30 beta-tester. Ma se questa fase di prova dell'infrastruttura darà esito positivo (e se le tariffe finali saranno contenute), ciao ciao Telecoz!!!
EOLO Wireless by NGI - www.eolo.it
Dati di diffusione:
BTS attive al 01/12/2008: 128 Utenti attivi: 18493 Comuni serviti: 2615
ridondanza dei nodi principali della rete attraverso collegamenti magliati con ridondanza quattro
nodi principali della rete collegati con collegamenti PDH a 300Mbit/s alla rete di trasporto in fibra ottica
core del network basato su router Cisco 12410
infrastruttura radio basata su tecnologia Alvarion e Motorola
latenza antenna cliente - BTS EOLO inferiore a 3ms
ogni BTS è dotata di gruppo di continuità ad alto rendimento e monitoraggio real-time delle condizioni ambientali
connessione a 10Gbit/s verso il MIX e oltre 4Gbit/s verso Internet
completa indipendenza dalla rete di Telecom Italia. La rete di distribuzione e trasporto di EOLO è completamente su infrastrutture NGI di cui ne ha il diretto controllo.
banda di upstream fino a 8Mbit/s (maggiore su progetto)
monitoraggio continuo della rete di trasporto per ottimizzare la latenza e la disponibilità di banda. La latenza nei vari punti della rete è monitorabile costantemente online
possibilità di avere indirizzo IP statico e/o routing di rete di indirizzi da 8 a 32 IP (maggiori su richiesta)
E di seguito il nuovo video promozionale del servizio Eolo wireless (per chi accede da Facebook cliccare sul link "mostra post originale"):
Sono passati ormai alcuni anni da quando, con grande clamore mediatico, l'allora ministro delle telecomunicazioni Maurizio Gasparri (ormai divenuto celeberrimo per aver redatto, ma mai letto, una legge che porta il suo nome) annunciò l'arrivo in Italia della televisione digitale terrestre - DTT. L'evento pareva rappresentare una sorta di rivoluzione tant'è che Gasparri non perdeva l'occasione per sottolineare l'importanza del salto al "digggittale" (citando la memorabile parodia del ministro fatta da Neri Marcorè) che avrebbe da lì a poco portato ad una notevole varietà di nuovi canali e programmi in alternativa alle tradizionali tv analogiche. Cosa poi sarebbe stato trasmesso sulla nuova piattaforma non era del tutto chiaro, ma con notevole solerzia partirono incentivi statali per l'acquisto dei decoder da collegare alle tv col chiaro fine di dotare anche l'italiano medio di tutto il necessario per entrare nella nuova frontiera della televisione. L'euforia del momento fece soprassedere al fatto che tra i principali produttori/distributori italiani dei set-top per la ricezione del DTT fosse il fratello dell'allora ed attuale Presidente del Consiglio (mondo piccolo!) e che di fatto ancora il segnale digitale terrestre fosse praticamente inesistente su tutto il territorio nazionale. Da quei mesi, eravamo nel 2005, poi la questione è passata nel dimenticatoio. Le uniche testimonianze dell'esistenza del digitale terrestre è stata la nascita di due nuove paytv (Mediaset Premium e La7 CartaPiù) che ben presto si sono scontrate-accordate con l'operatore satellitare Sky per i diritti del calcio in diretta e il progressivo svuotamento di contenuti e qualià della cosidetta televisione generalista tradizionale. In mezzo ad una selva di Grandi Fardelli, Isole dei Fetusi e Amici di Mario de Filippi, è passata in sordina anche una scadenza imposta dal decreto legge con cui il DTT veniva di fatto regolarizzato in Italia: nel testo del dispositivo, infatti, veniva indicata la data del 31/12/2006 come termine per lo "switch-off" del servizio, ovvero il momento in cui si sarebbero spenti i ripetitori del segnale analogico e attivate tutte le trasmittenti digitali necessarie a coprire tutta la penisola. Ovviamente per tale data sarebbe stato necessario l'adeguamento degli apparecchi e degli impianti in tutte le case italiane. Diciamo che Gasparri era stato un po' troppo ottimista, tant'è quella scadenza per decreto venne subito posticipata ad un più generico "entro la fine del 2008". Bene, detto questo e stante il fatto che ormai mancano un mese e pochi giorni alla fine dell'anno, come siamo messi? Ultimi come sempre. Con un ritardo sulla media europea di 4-5 anni (Germania, Svizzera tanto per fare due nomi a caso sono partiti già nel 2003) solo nell'autunno di quest'anno si è mosso qualcosa, ma nel più totale silenzio. Sicuramente mi saranno sfuggite edizioni straordinarie dei tg in merito, ma soltanto spulciando per caso le news di Google ho scoperto che in Sardegna dal 31/10 sono stati spenti i ripetitori tradizionali e sono partite le prime trasmissioni unicamente digitali. Nessuna informazione, nessuno spot l'ha annunciato, nessuna indicazione è stata data circa il calendario dello "switch-off" su scala nazionale. Ricordo ancora adesso il martellamento di messaggi e sovraimpressioni quando la mitica TSI svizzera cominciò il trasloco: da noi nulla. Bah... poichè comunque il passaggio può non essere del tutto indolore per le nostre tasche, specie se si ha un impianto vecchio, sarebbe bene dare più informazione all'utente finale. Solo in caso di antenne nuove l'installazione è trasparente, nelle case vecchie può essere richiesta una revisione dell'orientamento dell'antenna, il cambio dei miscelatori e degli amplificatori sotto il tetto e delle discese dei cavi in casa: su un impianto vecchio e logoro basta poco perchè il segnale digitale venga disturbato o annullato. Nei casi peggiori si arriva alla sostituzione della vecchia antenna con i relativi costi. Siccome forse finalmente anche noi italiani ci siamo decisi a traslocare davvero prepariamoci consultando il calendario nazionale previsto per lo switch (il territorio è stato diviso in aree) che riporto sotto. Qui invece possiamo trovare i testi dei decreti ministeriali connessi. Ah... dimenticavo: in questa vicenda abbiamo dato il meglio di noi stessi ritardando contemporaneamente due tecnologie: il DTT e il Wi-Max (internet senza fili). Infatti le attuali radiofrequenze UHF usate dalla tv analogica (un intervallo intorno ai 3 GHz) devono essere al più presto liberate per far spazio ed evitare interferenze col futuro Wi-Max che funziona sui 3,5 Ghz... (per la cronaca l' Hyperlan di Eolo lavora sul campo di frequenze deregolamentate dei 5 Ghz )
Parliamo di WEB 2.0, un concetto non ancora ben definibile in tutti i suoi aspetti, ma che di sicuro sta rivoluzionando il nostro uso e il nostro approccio ad Internet e ai suoi contenuti. Vi ricordate com'era il www solo qualche anno fa? Sostanzialmente si trattava di uno strumento "passivo" dove l'utente accedeva ad informazioni e servizi pubblicati da terzi senza possibilità di interazione diretta. I contenuti, comprese le pagine dei siti personali, venivano prodotti da un solo soggetto qualificato (dotato di appositi programmi di editing e una minima infarinatura di linguaggi di markup) e quindi pubblicati sulla rete senza ulteriore possibilità di cambiamento "on line". L'unica interazione, o per meglio dire "dinamicità" , era concessa ai siti interconnessi a database e in ultima analisi su sistemi di messaggistica organizzata a thread e a "botta e risposta" come i forum. In ogni caso la partecipazione degli utenti della rete ai contenuti era essenzialmente limitata e poco accessibile e poco usabile da parte del fruitore "medio" di Internet. Questo approccio è stato progressivamente abbandonato per rivoluzionarsi in quello che Tim O'Reilly nel suo articolo del 2005 "What is web 2.0" definisce per l'appunto Web 2.0: ovvero la nuova evoluzione della rete. In questa nuova visione il Web è una piattaforma dove l'utente può controllare in libertà i propri dati e le proprie informazioni e partecipare, in uno spirito di totale collaborazione, ai contenuti di altre persone. L'esperienza di navigazione si fa più ricca, il contenuto non è più congelato allo stato in cui viene pubblicato, ma viene integrato, smentito, "partecipato" da tutti i sui fruitori: il paradigma di questo concetto sono la progressiva sostituzione dei siti personali classici con i blog dove l'utente (o gli utenti) producono direttamente "on line" l'informazione rendendola immediatamente disponibile ed accessibile alla lettura, al commento, alla revisione e alla modifica agli altri partecipanti del web. Due altri punti fondanti del Web 2.0 sono apparentemente antitetici: l'aggregazione dei contenuti e la decentralizzazione dei dati. Pensiamo alla svolta apportata dai sistemi di indicizzazione e aggregazione RSS grazie ai quali l'informazione è catalogata, organizzata, ridiffusa e promossa attraverso canali differenti (mailing, telefonia,..) nel medesimo istante in cui essa è resa disponibile alla pubblica lettura. L'aggregazione dei contenuti mediante il meccanismo del "tag" (la singola informazione viene "taggata", identificata e organizzata) consente una loro rapida ricerca e sopratutto una loro veloce messa in relazione; informazioni apparentemente diverse o comunque difficilmente relazionabili tra loro sono interconnesse e catalogate per un più rapido e flessibile accesso. Il dato in questo contesto è invece "sparso", decentralizzato su siti differenti, spesso residente direttamente sul sistema dell'utente che l'ha prodotto: dove esso risieda poco importa, alla fine il meccanismo dell'aggregazione provvede alla sua ricerca e messa a disposizione. La stessa definizione di "link" in quest'ottica è stravolta e rivoluzionata. Il nuovo paradigma, senza che troppo ce ne accorgessimo, ha preso piede anche in una delle pratiche storicamente più diffuse sulla rete, il peer to peer; da sistemi accentrati, dove il materiale risiedeva su pochi siti o server di smistamento, si è passati a sistemi dove i files sono direttamente prelevati, in modo contemporaneo e parallelo, dai computer di chi li rende disponibili. Chiari esempi di questa pratica sono i torrent e le reti kad utilizzate da Emule. In tutto questo la rete è la piattaforma, il supporto ad una nuova generazione di sistemi e servizi web in costante evoluzione, scalabili e capaci di fornire un'esperienza di navigazione ed usalibilità più ricca all'utente finale, che diventa partecipe e creatore dei contenuti nonchè spesso collaboratore nell'evoluzione delle funzionalità degli stessi. Nasce così il concetto della "perpetual beta" delle applicazioni: pensiamo ad esempio a Facebook dove gli utenti possono proporre applicazioni per accrescere le funzioni dell'interfaccia di base o a Sourceforge dove il software è reso disponibile in modalità opensource per l'uso finale o la sua revisione. Le stesse software house hanno dovuto cambiare prospettiva puntando a queste nuove frontiere, scardinando lo schema classico di "programma" come software installato e residente su un pc, per svoltare verso soluzioni multi piattaforma (computer, palmare, cellulare,..) e tipicamente orientate alla rete: chi non l'ha fatto, rimanendo legato all'approccio "old style" derivato dall'esperienza degli anni '80-'90, o si è reso conto tardi della rivoluzione in atto (vedi Microsoft che pensava di poter vivere tranquilla per anni con i suoi tradizionali sistemi operativi) sta correndo ai ripari di gran carriera. Il nuovo mercato, passata la bolla speculativa ed euforica della new economy, sta in questo nuovo sentiero. In tutto questo ciascuno di noi sperimenta quotidianamente l'esperiennza del Web 2.0, tramite il proprio blog personale, pubblicando video o foto su YouTube o Flickr, aderendo ad iniziative di network sociale come Facebook o Linkedin o semplicemente chattando con Skype o MSN. La rivoluzione è partita già da tempo e ne siamo, in modo consapevole o no, sempre più coinvolti: non resta che parteciparvi da attori protagonisti e vedere quali esiti essa porterà.
Devo ammettere che il c@zzeggio organizzato propostomi dopo l'iscrizione a Facebook stà un po' minando la frequenza degli aggiornamenti del blog... vabbè ... comunque torniamo sui nostri passi e in questo post vi vogllio proporre una simpatica circostanza avvenuta nello scorso fine settimana: per la lavoro mi sono trovato a casa cinque (e dico ben 5!) Eeepc 900A nuovi fiammanti da reinstallare eliminando l'installazione di Xandros originale e rimpiazzandola con XP professional. Le cinque macchine sono dotate del nuovo processore Intel Atom, prodotto dalla casa statunitense per la nuova generazione dei subnotebook. Diciamo subito che non ho apprezzato una sostanziale differenza rispetto al mio modello dotato ancora della cpu Celeron: l'unica novità è la visione dei due "core" sul task manager di Windows, per il resto (tenendo conto dell'uso limitato a Office, posta e navigazione) si tratta come sempre di macchine ultraportatili per l'uso intermedio tra un normale notebook e un palmare. Ram da un GB, disco allo stato solido da 8 GB, schermi e tastiere tipiche degli Eeepc già conosciuti. Esteticamente gli "Atom" si differenziano solo per l'abbandono del marchio Asus sul frontale, sostituito dal logo specifico Eeepc: una evidente scelta di marketing di Asus che (dopo il successo mondiale dei piccoli pc) con questa sigla sta cercando di creare un brand indipendente destinato a connotare i subnotebook e i micropc desktop. Nota tecnica: in installazione di XP la scheda audio non ha voluto saperne di andare sino a quando non ho messo sulla macchina il service pack 3 del sistema operativo (nonostante il dvd allegato alla confezione contenga tutti i drivers e patch di Microsoft , compreso il driver MS Universal Audio Architecture - UAA - che spesso è responsabile di questi problemi). La stessa cosa non mi era capitata col mio Celeron. Non potevo farmi scappare l'occasione per una "foto di gruppo": ecco i sette nani accesi e schierati (in prima fila i miei due Eeepc il 7", con Linux Pupee installato, e il 9" con XP)...
A proposito: nel caso qualcuno di voi fosse alla ricerca di un valido sistema operativo free sostitutivo a Xandros originale (che onestamente mi pare il sapientino..) e a Windows XP, mi sento di suggerirvi Linux Pupeee: si tratta di una versione personalizzata per l'uso su Eeepc della distro leggera di Puppy Linux. Più veloce compatta delle distro eeeXubuntu e Ubuntueee (derivate pesantemente da Ubuntu e Debian), dispone già di un nutrito pacchetto di drivers (funziona tutto, wi-fi e webcam comprese), di software pre installati (fogli di calcolo, wordprocessor, vnc, remote desktop, tool di networking, client mail, browser, skype, msn, multimedia, cd burning, e molto altro...) e altamente personalizzabile con i pacchetti autoinstallanti prelevati da internet (tra cui Firefox, Thunderbird, OpenOffice). Cercate "Pupee" su Google per tutte le infos. Consigliata!
Vedo una certa vivacità di post sui blog dei miei colleghi in merito al nuovo browser di Google, rilasciato in questi giorni. Non potevo quindi non intevenire dando una mia opinione dopo una prova velocissima. Google Chrome mi pare ancora un prodotto in stato embrionale (sul livello di Safari per Windows, che provai qualche mese fa al suo debutto sui sistemi operativi di Redmond), una beta tendente all'alpha se non per certi versi ancora un esercizio di "stile" da parte di Google. Preciso subito di non essere a priori contro questo nuovo prodotto: tutto ciò che porta innovazione e tende a scardinare i classici monopoli informatici imposti da Microsoft non possono che far bene se non essere il volano per un costante miglioramento di tutti i produttori (vedi Firefox che negli anni ha consolidato un prodotto che ad oggi è stabile, sicuro e sicuramente ai livelli, se non un palmo sopra del tradizionale Internet Explorer): il tutto in forma gratuita e multipiattaforma. Però con Chrome mi pare siamo ancora un po' troppo lontani per poter parlare di almeno un prodotto "finito": veloce ad installarsi, una volta lanciato si conferma subito il bug riscontrato da Eros su sistemi dotati di Symantec Endpoint (errore secco con codice numerio all'avvio del programma), la localizzazione del prodotto abbastanza "approssimativa" segnalata ad Antonello (vedere il tab "Roba da smanettoni" nel pannello delle opzioni ....) , il richiamo di componenti Microsoft Explorer nella fase di configurazione del proxy (questo a mio modo di vedere non rende Chrome del tutto indipendente dal sistema e dai programmi su cui opera o con cui convive) e la cosa più grave sono alcuni bachi rilevati: proviamo a digitare “:%” (senza virgolette) nella barra degli indirizzi... zoot root!! (come diciamo spesso io e Fede) il browser va in crash immediato. Questo dipende da una gestione approssimativa degli "About:" nella barra degli indirizzi (sono i vari about:cache,about:dns,ecc...). Ma dopo questo metodo infallibile per hangare Chrome viene la nota veramente negativa e grave: Chrome rivela un'anima Apple (Safari per Windows) based nella vulnerabilità del proprio WebKit. Riporto stralcio di un articolo trovato sul web :
"si tratta di un’eredità ben poco gradita, che proviene dall’anima-Apple di Chrome: il ricercatore Aviv Raff, subito dopo il debutto di Chrome, ne ha confermato l’esistenza. Il bug mette a rischio gli utenti Windows (gli unici che finora possono utilizzare Chrome, d’altronde) ed è causato da una vulnerabilità di WebKit, il motore Html: può portare all’esecuzione di codice arbitrario direttamente dal browser. Raff ha pubblicato una proof of concept sul proprio blog: con una semplice tecnica di social engineering, un attaccante può convincere l’utente a installare un malware sul proprio Pc con due soli clic del mouse. Nello specifico un archivio Jar viene eseguito senza preavviso: è ovviamente il suo contenuto la vera discriminante tra una proof of concept quale quella di Raff e un vero e proprio attacco. E’ lo stesso Raff a spiegare la ragione del bug: Chrome usa la stessa versione di Webkit usata da Safari 3.1, che risulta non aggiornata e ancora vulnerabile al carpet bombing. In attesa di un prevedibile aggiornamento da parte di Big G, si può ovviare al problema impostando Chrome perché richieda nome e destinazione per i file scaricati: nel widget “Personalizza e controlla Google Chrome” bisogna selezionare il menu “Opzioni” e, nel tab “Piccoli ritocchi”, selezionare la voce “Chiedi dove salvare il file prima di scaricarlo”. "
Non male eh? Vabbè i difetti di gioventù, vabbè versione in beta, ma almeno sistemare i problemi già noti ... Non so quali idee abbia in testa la Grande G per il suo Chrome: alcuni indizi potrebbero lasciar supporre che per il momento Google non faccia (ancora) troppo sul serio: gli accordi con Mozilla Foundation per le provvigioni sulle ricerche effettuate nei loro browser sono stati appena rinnovati fino al 2011, segno probabilmente che c'è ancora qualche anno di tempo per capire (e migliorare!) il nuovo browser.
Oggi è il 4° giorno col nuovo melafonino. L'uso quotidiano dell'IPhone (come d'altra parte quello di qualunque Mac) impone una necessità di "think different", ma una volta superate le prime difficoltà o perplessità si cominciano ad apprezzare i lati positivi del nuovo approccio alla tecnologia cellulare suggerita da Apple. Ben presto la facilità d'uso supera le incertezze e la voglia di personalizzare il proprio IPhone ad "immagine e somiglianza" del padrone prende in fretta piede. Una sola cosa non sono riuscito ad apprezzare: la gestione nativa della messaggistica sms; la filosofia di base è quella di una chat, dove per ogni contatto in rubrica vengono conservati ordinati cronologicamente tutti i messaggi in ingresso/uscita sotto forma di "ballons" (fumetti) colorati. Ritengo questo approccio ancora troppo lontano dal nostro normale uso dei messaggini: nessuna possibilità di archiviazione degli sms (ricevuti, inviati e bozze), manca un'indicazione del numero di caratteri digitati nella composizione di un nuovo messaggio e soprattutto non sono disponibili le funzioni di "inoltro" del messaggio. Mi sono messo quindi alla ricerca di qualcosa di alternativo al software di gestione originale, a mio modo di vedere, abbastanza limitato (si parla di evoluzioni future, ma non potevo attendere, pena il mancato uso del cellulare). I risultati della ricerca sono stati sostanzialmente due e la scelta è stata di fatto obbligata dalla specifica versione del firmware installato sul telefono (1.1.4 - 4A102, l'ultima disponibile).
I principali sostituti al programma di gestione SMS originale dell' IPhone sono due: SMSD e ISMS.
SMSD - http://amrut.joshi.googlepages.com/ giunto alla versione 0.2.3 beta; l'installazione dell'ultima versione non avviene dal normale installer ma richiede il download del pacchetto, la sua installazione nella folder applications nonchè la modifica dei permessi della folder con il comando chmod 775... le versioni più vecchie sono disponibili su installer ma una volta installata la brutta sorpresa.. se avete una versione del firmware superiore alla 1.1.3, il programma si installa ma appena provate a lanciarlo si chiude immediatamente .... no buono...
ISMS - http://code.google.com/p/weisms/ - cominciando a disperare di non porter usare normalmente gli sms sul melafonino, ho trovato questo secondo programma: ISMS in versione 1.0 disponibile su installer aggiungendo la source:
Installata con successo (richiede un reboot del telefono), ho ritrovato le funzioni a cui ero abituato sui normali cellulari: organizzazione dei messaggi in folders (ingresso, uscita, bozze), funzioni di inoltro ed invio multiplo, conteggio caratteri, funzioni di ricerca, cancellazione del singolo messaggio, nonchè smilies e funzione di blacklist. Compatibile col firmware 1.1.4 (ma sembra anche con i precedenti). Inoltre il programma permette di disabilitare il popup automatico di anteprima sulla dashboard del telefono all'arrivo di un nuovo messaggio. Per un corretto funzionamento, dopo prova personale, vi consiglio le impostazioni seguenti impostazioni (pannello "Preferences"):
"Send Confirmation" = off "Enable Conversation" = off "Enable SB Helper"= on "Default SMS App" = on "New Message Preview" = on
Lunedì ho ricevuto questa simpaticissima mail dallo staff tecnico di NGI-Eolo (vedi sotto). Era circa un mesetto che l'upgrade di banda era operativo e in test su tutta la rete di bts di Eolo, ma adesso è stato ufficialmente rilasciato. La mia banda in download cresce da 3 Mbit a 4 Mbit, senza alcun costo aggiuntivo. Grazie NGI !
Il Muletto mette le ali agli zoccoli ringraziando il Re del Venti ...
In questi giorni il blog è stato soggetto a dei fastidiosi attacchi di robot automatici che mi inserivano commenti inutili e finalizzati alla promozione di siti... scavalcando il blocco antispam che avevo inserito prima di natale (plugin captcha) ... spulciando il forum di dblog ho scoperto che è un problema comune a molti dbloggers... e ritenendolo utile a molti di voi vi posto il metodo per modificare il plugin antispam al fine di bloccare (spero definitivamente!) lo spammer.
Se avete installato il plugin antispam "captcha" ufficiale per dblog cercate il file
dblog/inc_captcha.asp e ad andate alla linea 436
La troverete così:
DistortNum = (Random(1,3) - 1)
modificatela come segue (di fatto aumentate il grado di distorsione dei caratteri):
DistortNum = (Random(1,4) - 1)
Non salite oltre il 4 altrimenti i caratteri diventano illeggibili... per ora basta così, proverò qualche giorno per capire se ho f*ttuto il robot dello spammer ... se così non bastasse c'è l'ulteriore contromossa:
modificare sempre il file dblog/inc_captcha.asp alla linea 32 aumentando il valore da 6 a 8 come segue (sono i numeri casuali visualizzati da plugin)
Il formato Flash video è negli ultimi tempi lo standard "de facto" per la pubblicazione di filmati su internet. Le sue applicazioni sul web sono ormai numerosissime e celebri (solo a titolo d'esempio il colosso YouTube si fonda su questa tecnologia). Il vantaggio principale di Adobe Flash Video (in origine Macromedia Flash) è la sua estrema versatilità: il contenuto video/audio racchiuso in un unico file compatto di estensione .FLV è visibile mediante una vasta gamma di prodotti e visualizzatori; dal nativo Flash Player, passando per i plugin per tutti i principali web browsers (consentendo così di poter pubblicare i contenuti flash direttamente nelle pagine html dei propri siti) sinoa lettori multimediali propriamente detti come VLC media player. Il tutto disponibile per i principali sistemi operativi nonchè sempre più di frequente anche per cellulari, smartphones e lettori multimediali. Stanti queste premesse è divenuta buona prassi quindi pubblicare sul web i propri filmati in formato Flash. Ma come fare? Quali tool usare? Riporto di seguito una serie di risposte a domande frequenti (che io per primo mi sono posto..) in merito alle diverse operazioni sui file FLV. Ho un mio filmato (ripreso con un telefonino, videocamera, ecc...) e voglio convertirlo in FLV. Come fare?
Occorre procurarsi un tool di conversione apposito che ricevuto in ingresso il nostro filmato produca il file FLV voluto. Esistono diversi "encoder". La discriminante spesso è il formato di partenza con cui il vostro device salva il fimato originale. Tra i tanti vi suggerisco: RIVA FLV Encoder - freeware, ben configurabile e capace di gestire una notevole varietà di formati in ingresso. Ultra Flash Video Converter - shareware in prova per 30 gg - altrettanto ben configurabile e capace di supportare anche il formato wmv 9 (non supportato ancora da Riva, ma utilizzato dal mio smartphone Windows Mobile 6). La trial è pienamente operativa, ma la conversione è limitata a filmati di 5 minuti. La trial si sblocca acquistando la solita key, ma se avete un telefono come il mio che limita la registrazione di ciascun filmato a 2 minuti, la versione in prova vi basta e avanza per usi occasionali. Sul sito del produttore sono disponibili diversi tool di conversione (X Anto trovi anche il convertitore per il formato Nokia 3gp, un altro prodotto simile ma freeware è Free 3GP to AVI ).
Vorrei salvare e rivedere un filmato FLV visto sul web (p.e. YouTube). Come si fa?
Semplice. Nella maggior parte dei casi basta installarsi VLC Media Player , quindi aprire Firefox, andare sul sito e vedersi per intero il filmato d'interesse. Terminata la visione, puntate alla cartella di cache di Firefox (ocio: dovete vedere le cartelle nascoste di Windows):
C:\Documents and Settings\nome_utente\Impostazioni locali\Dati applicazioni\Mozilla\Firefox\Profiles\nomevariabile.default\Cache
Mettete in ordine i file decrescente per dimensione e verificando data ed ora del file copiatevi il più grosso (qualche mega almeno). Incollate il file dove volete in altra posizione e rinominatelo come .AVI e apritelo con VLC
Come faccio a pubblicare un file FLV su una mia pagina HTML?
Preparato il file FLV, scaricatevi questo pacchetto . E' il noto player flash di Jeroen Wijering pronto da caricare nelle vostre pagine. Nel pacchetto zip trovate un file readme.html contenente il codice d'esempio da inserire nelle vostre pagine. Il restante contenuto del pacchetto (swf, subfolder _MACOS, file FLV e html ) deve stare nella tutto nella medesima cartella.
A brevissimo on line alcune applicazioni di quanto descritto con i video del concerto di Ligabue a San Siro di sabato!Che spettacolo !!!
Da buon smanettone informatico ho partecipato al download day della nuova versione di Mozilla Firefox 3 e al tentativo di raggiungere il record di "scaricamenti" di un software in un solo giorno... L'operazione complessivamente è valsa lo sforzo (per altro relativamente modesto ) . Setup piccolo (meno di 7 MB, contro i 14-15 MB di Explorer 7-8), installazione smart e veloce. La nuova versione della "Volpe di fuoco" si presenta sulla carta con circa 15000 migliorie piccole e grandi finalizzate a velocizzare, proteggere e semplificare la navigazione web. Personalmente, dai primi utilizzi posso apprezzare una riduzione visibile dei tempi di caricamento e rendering dei siti richiamati (anche in caso di domini particolarmente "lenti") e un ritocco alla grafica della bottoniera che non mi dispiace (naturalmente sto parlando del layout standard nativo di Firefox). Non posso dire nulla di specifico sulla parte di sicurezza (Mozilla dichiara maggiore protezione da phishing e malware), ritengo comunque che partendo dalla buona base della versione precedente non si possa aver fatto che ulteriori passi avanti. Interessante la possiblità di avere infomazioni di dettaglio sul sito visitato, sulla sua identità e sul suo grado di attendibilità, cliccando semplicemente sull'icona presente nella barra degli indirizzi. Anche la barra degli url ha subito un ritocco (da questa versione viene definita "intelligente" dal team Mozilla): è in grado di riconoscere mano a mano che digitiamo i nomi dei siti e/o gli url attinenti tra quelli usati di frequente o presenti tra i segnalibri: novità non eclatanti rispetto alle versioni precedenti ma non mi dispiacciono. Da segnalarsi la nuova funzione di zoom delle pagine mediante semplice combinazione di tasti (ingradimento: CTRL + riduzione: CTRL - ). Per quanto riguarda il consumo di risorse (memoria occupata dal processo firefox.exe nel task manager di Windows) mi riservo di sottoporre a maggiore stress navigatorio il browser prima di dare un'impressione. Cambiata anche la finestrella di gestione dei download dei file: è stata introdotta la possibilità di mettere in pausa e/o riprendere un download in corso; inserita infine la possibilità di "salvare" , all'uscita dal programma, la sessione di navigazione in corso; un paio di funzionalità pratiche ed innovative non male. Complessivamente comunque direi che Firefox 3 mantiene fede alla propria tradizione di programma robusto, sicuro e di buone prestazioni. Ah... tornando al record di download il contatore sul sito ufficiale segna quota 8.937.974, con maggiore concentrazione di scaricamenti negli USA, nell'Europa mediterranea, UK, Germania, Russia, Giappone e Oceania: Mozilla è in attesa di omologazione del record da parte del Guinness dei Primati e per chi partecipa all'iniziativa Mozilla rilascia un attestato ricordo in formato pdf. Ecco il mio ... anche questo contribuisce a fidelizzare gli utenti, a fare molto "comunità" e a consolidare l'immagine di browser libero e multipiattarforma che negli anni Firefox si è costruito.