Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Un post un po' diverso... Vi propongo una raccolta di citazioni attribuite a Jim Morrison. Cantante e poeta. Controverso, punto di riferimento per generazioni diverse di giovani, eroe maledetto e angelo ribelle. La sua morte precoce nel 1971 a soli 27 anni lo ha reso, come spesso capita in questi casi, un mito della musica e il profeta moderno della libertà.
Le frasi sono state riportate come pubblicate dalla fonte originale (Wikiquote).
Una raccolta di parole e pensieri in cui ciascuno di noi può trovare qualcosa di interessante.
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Alcuni dicono che la pioggia è brutta, ma non sanno che permette di girare
a testa alta con il viso coperto dalle lacrime.
Ama ragazza, ama perdutamente e, se ti dicono l'amore è peccato, ama il peccato e sarai innocente.
Amare significa pensare intensamente a qualcuno, dimenticando sé stessi.
Amo gli adolescenti perché tutto quello che fanno lo fanno per la prima volta.
Anche i fiori piangono, e ci sono stupidi che pensano sia rugiada.
A volte il vincitore è semplicemente chi non ha mai mollato.
Beato chi non avrà sogni da realizzare, perché non sarà mai deluso.
C'è il sacro terrore della morte, ma la morte è un fatto naturale, credo che la morte sia un'amica dell'uomo, perché mette fine a quel grande dolore che è la vita.
Cerca di essere sempre te stesso, così un giorno potrai dire di essere stato l'unico.
Chi di voi sa veramente di essere vivo? Noi siamo solo soldatini di fango in una guerra in miniatura.
Chi rinuncia ai sogni è destinato a morire.
Ciascun giorno è farsi un giro nella storia.
Ci sono diversi tipi di libertà, e ci sono parecchi equivoci in proposito… Il genere più importante di libertà è di essere ciò che si è davvero. Si baratta la propria libertà per un ruolo. Si barattano i propri sensi per un atto. Si svende la propria capacità di sentire, e in cambio si indossa una maschera. Si può privare un uomo della sua libertà politica e non lo si ferirà –
finché non lo si priverà della sua libertà di sentire. Questo può distruggerlo.
Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico,
ma il prezzo di questo biglietto è la vita.
Darei la vita per non morire.
Darei tutti i miei giorni per un unico ieri.
Datemi un sogno in cui vivere perché la realtà mi sta uccidendo.
Di questi tempi la fuga è l'unico mezzo per continuare a sognare.
Dicono che l'amore è vita, io per amore sto morendo.
Dicono che sbagliando s'impara, allora lasciatemi sbagliare.
Dopo il suo sangue, la cosa migliore che un uomo può dare di sé è una lacrima.
È il Sole ad inseguire la Luna, o la Luna ad inseguire il Sole? E il cielo si stancherà mai di far loro da terzo incomodo?
È meglio stare all'ombra e vedere la luce che stare alla luce e vedere l'ombra.
È meglio una fine disperata che una disperazione senza fine.
È nel momento in cui dubiti di volare che perdi per sempre la facoltà di farlo.
Essere allegri non significa necessariamente essere felici, talvolta si ha voglia di ridere e scherzare per non sentire che dentro si ha voglia di piangere.
Fra il bene e il male c'è una porta, e io l'aprirò!
Fuoco, cammina con me!
Guarda le piccole cose perché un giorno ti volterai e capirai che erano grandi.
Ho dato tutto ciò che potevo, sono poeta che racconta le sue storie e che canta i suoi versi. Se volete ascoltarmi tutti insieme, andremo lontano; se non vorrete ascoltarmi...
I dubbi te li crea la libertà.
I sogni sono come le stelle, basta alzare gli occhi e sono sempre là.
Il bourbon è un infuso maligno, richiama un siero di temerarietà, un veleno raffinato di scarafaggi e corteccia, foglie e ali di mosca raschiate dalla terra, una pellicola spessa; fluidi mestruali certo contribuiscono col loro splendore. È la bevanda delle aquile. (da Tempesta elettrica)
Il futuro non esiste, è qualcosa che noi ricorriamo e, quando lo raggiungiamo,
subito diventa presente e poi passato.
Il mio migliore amico è lo specchio, perché quando piango non ride mai.
Il mio più grande dolore è non poter far niente per la persona che amo.
Il passaggio più importante della vita è quello tra due amici e due innamorati.
Incontrami per la città, mentre vago per la città, in cerca di qualcosa che non so,
incontrami e sorridimi, poi va per la tua strada.
Invece di sentirti in colpa o cercare delle scuse per delle azioni negative compiute in passato, incomincia ora ad agire positivamente.
Io amo e vivo in silenzio ma dietro ogni sorriso nascondo una lacrima di dolore. Io sono così perché rispecchio quello che ho dentro.
Io non sarò mai nessuno, ma nessuno sarà mai come me.
Io vivo per dominare la vita, non per essere schiavo.
L'anima di una persona è nascosta in uno sguardo per questo abbiamo
paura di farci guardare negli occhi.
L'unico modo per sentirsi qualcuno è sentirsi se stessi.
La droga è la speranza di chi speranza non ne ha più.
La felicità è fatta d'un niente che al momento in cui lo viviamo ci sembra tutto.
La liberazione interiore è l'unica cosa per cui valga la pena di morire,
l'unica per cui valga la pena di vivere.
La mente mette i limiti, il cuore li spezza.
La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per le mie poesie.
La perenne tentazione della vita è quella di confondere i sogni con la realtà.
La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno.
La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa:
la trovi solo nel cuore di chi ti ama.
La vera poesia non dice niente, elenca solo delle possibilità. Apre tutte le porte.
E voi potete passare per quella che preferite.
La vita è come un'autostrada: non finisce mai, ma ci si resta sempre vittima.
La vita è come uno specchio: ti sorride se la guardi sorridendo.
Le droghe sono una scommessa con la mente.
Le persone credono di essere libere, ma sono solo libere di crederlo.
Liberate l'amore o liberatevene per sempre!
Malinconia del passato, gioia del presente, pentimento del futuro... questa la vita.
Mi chiamano drogato perché mi faccio le canne, ma non sanno
che la vera droga è la crudeltà dell'uomo.
Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona
che riuscirai ad amare veramente.
Non accontentarti dell'orizzonte, cerca l'infinito.
Non amare per paura di soffrire è come non vivere per paura di morire.
Non arrenderti mai, perché quando pensi che sia tutto finito, è il momento in cui tutto ha inizio.
Non avere paura della morte, fa meno male della vita.
Non c'è notte tanto grande da non permettere al Sole di risorgere il giorno dopo.
Non cercare l'impossibile in questo mondo di pazzi, non vi è luogo dove tu possa rifugiarti, ma se trovi qualcuno che ami tienilo stretto perché ricorda: si nasce e si muore soli... tutto il resto è niente.
Non credere a chi ti dice "ti amo", ma a chi ti guarda negli occhi e tace.
Non dire mai che i sogni sono inutili perché inutile è la vita di chi non sa sognare.
Non essere così triste e pensieroso, ricorda che la vita è come uno specchio:
ti sorride se la guardi sorridendo.
Non diventerò vecchio: io sono come una stella cadente.
Non fuggire in cerca di libertà quando la tua più grande prigione è dentro di te.
Non ha importanza che una cosa sia vera, l'importante è crederci!
Non ho chiesto a nessuno di nascere, perciò lasciatemi vivere come voglio.
Non parlare mai di amore e pace: un Uomo ci ha provato e lo hanno crocifisso.
Non pentirti di qualcosa che hai fatto, se quando l'hai fatta eri felice.
Non piangere per chi non merita il tuo sorriso.
Non piangere per me che parto, ma pensa che se domani piove me ne sono andato a cercare il Sole.
Non piangere se un amico ti ha lasciato: solo quando ti avrà dimenticato potrai
dire di averlo perso per sempre.
Non serve strappare le pagine della vita, basta saper voltar pagina e ricominciare.
Non si può dire di aver vissuto se prima non si è provato ciò che è proibito.
Non tradire chi ti sorride: potrebbe avere la morte nel cuore e regalarti ugualmente un po' di vita.
Non vivere con la paura di morire, ma muori con la gioia di aver vissuto.
Non volevo nascere (e sono nato), non volevo vivere (e sto vivendo), ma quando morirò andrò in paradiso (perché l'inferno lo sto già vivendo).
Non è cercando di essere gli altri che si è se stessi.
Non è forte chi non cade mai, ma chi cadendo trova la forza di rialzarsi.
Non è tanto dell'aiuto degli amici che abbiamo bisogno, ma del poter far affidamento su quell'aiuto.
Ognuno di noi ha un paio di ali, ma solo chi sogna impara a volare.
Penso a me stesso come a un essere umano intelligente e sensibile, ma con l'anima di un pagliaccio, che mi costringe a distruggere tutto nel momento più importante.
Per cancellare una vita ci vuole un attimo, per cancellare un attimo ci vuole una vita.
Perché bevo? Così posso scrivere poesie. Talvolta quando si è a fine corsa e ogni bruttura recede in un sonno profondo c'è come un risveglio e ogni cosa rimasta è reale. Per quanto devastato è il corpo lo spirito cresce in energia. Perdonami Padre poiché so quello che faccio. Voglio ascoltare l'ultima Poesia dell'ultimo Poeta.
Perché è scandaloso fare l'amore a 16 anni se si può morire a tutte le età?
Perdonami Padre poiché so quello che faccio.
Prima di morire voglio sentire l'urlo di una farfalla.
Quando imparerai a fregartene della gente, solo allora sarai grande.
Quando la gente mi chiede cosa vuol dire amare, abbasso gli occhi per paura di ricordare.
Quando la guerra sarà finita, saremo troppo stanchi per goderci la vita.
Quando lei ti lascerà perché avrà trovato due occhi più belli dei tuoi, altre mani da stringere, un'altra bocca da baciare... non odiarla, ma ricorda i momenti che avete passato insieme e ringraziala... perché lei ti ha dato un poco della sua vita.
Quando ti sveglierai e non vedrai più il sole, o sarai morto o sarai tu il sole.
Questa notte non può durare in eterno, perché fra poco arriverà il mattino,
ammesso che ci sia un domani.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Rido ma non sono felice: sto solo recitando un copione chiamato vita. citazione necessaria
Se ami qualcosa lasciala andare via, solo se torna sarà veramente tua.
Se devi vivere tutta la vita strisciando come un verme, alzati e muori!
Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perché è la mia vita.
Se dovessi scegliere tra la vita e la morte, perché non esiste vita senza di te, di sicuro sceglierei la morte prima che mi scelga lei.
Se hai un'idea rispettala, non perché è un'idea, ma perché è tua.
Se la morte è il risveglio, la vita è un sogno.
Se le persone che parlano male di me, sapessero quello che dico io di loro, parlerebbero peggio.
Se non hai ragione per vivere, non trovarne una per morire.
Se per vivere ti dicono "siediti e stai zitto", tu alzati e muori combattendo.
Se qualcuno ti dice vivi strisciando, tu alzati e muori ridendo!
Se sei triste e vorresti morire, pensa a chi è triste e vorrebbe vivere ma sa di dover morire.
Se ti dicono che l'amore è un sogno, sogna pure ma non stupirti se ti svegli piangendo.
Se ti droghi ti capisco, perché il mondo ti fa schifo; se non lo fai ti ammiro, perché sei in grado di combatterlo.
Se tu fossi una lacrima, io non piangerei per paura di perderti.
Se una mattina ti svegli e non vedi il sole, o sei morto, o sei il sole.
Siamo buoni a nulla, ma capaci di tutto.
Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza per riprovarci.
Smetterò di amarti solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito.
Sogna perché nel sonno puoi trovare quello che il giorno non ti può dare.
Solo chi non conosce il dolore, può ridere di chi soffre.
Solo chi sogna impara a volare.
Solo colui che fu messo in croce ebbe l'onore di portare i capelli
lunghi senza essere chiamato drogato.
Solo quando i sogni vanno persi come lacrime nella pioggia è arrivato il momento di morire.
Sono nato in un buco, ho vissuto in un buco, morirò: per un buco.
Sono nato piangendo mentre tutti ridevano e morirò ridendo quando tutti piangeranno.
Sorridi anche se il tuo sorriso è triste, perché più triste di un sorriso triste c'è la tristezza di non saper sorridere.
Talvolta mi piace vedere la storia del rock'n'roll come l'origine della tragedia greca. Immagino un gruppo di fedeli che danzavano e cantavano in piccoli spazi all'aperto. Poi un giorno dalla folla emerse una persona posseduta e cominciò a imitare un dio. (da Tempesta elettrica)
Ti potranno tagliare le ali, ma non potranno impedirti di volare.
Tra il reale e l'irreale c'è una porta: quella porta siamo noi.
Tu per me non sei niente, solo aria, ma ricorda: senza aria non si vive.
Tutti facciamo parte di una storia infinita.
Uccidere è il coraggio del momento, vivere è il coraggio di sempre.
Un giorno anche la guerra s'inchinerà al suono di una chitarra.
Un giorno ho preso una margherita ed ho fatto "m'ama o non m'ama"... la prima volta è venuto m'ama, allora mi ama, ma la seconda è venuto non m'ama, ma non mi sono preoccupato... anche le margherite possono mentire!
Un giorno piangevo perché non avevo le scarpe, poi vidi un uomo senza piedi e smisi di piangere.
Un giorno incontrai un bambino cieco...mi chiese di descrivergli il mare, io osservandolo glielo descrissi, poi mi chiese di descrivergli il mondo... io piangendo glielo inventai...
Vivere senza tentare, significa rimanere con il dubbio che ce l'avresti fatta.
Vivi intensamente ogni giorno della tua vita, perché ogni giorno che passa non tornerà mai più.
Vivi intensamente ogni piccola cosa della tua vita, perché un giorno, queste piccole cose, sembreranno grandissime.
Vivi ogni attimo e questo non sarà mai l'ultimo. Vivo per amarti, morirò se dovrò dimenticarti.
Vivi la vita attimo per attimo, come se fosse l'ultimo.
Vivi la vita così come puoi, perché come vuoi non puoi.
Vivo per amarti, morirò se dovrò dimenticarti.
Volevo attraversare i confini della realtà volevo vedere cosa sarebbe successo: solo curiosità!
Vorrei essere nato al contrario per capire questo mondo storto.
Vorrei essere una lacrima per nascere dai tuoi occhi, vivere sul tuo viso e morire sulla tua bocca.
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Jim Morrison - (Melbourne 1943 - Parigi 1971)
AMICI MIEI
(di Mario Monicelli, 1975)
Un racconto divertente e amaro che segna l’ultimo periodo della vera commedia all’italiana: queste poche parole basterebbero a definire “Amici Miei” , pellicola italiana del 1975. Il film nasce come opera di Pietro Germi, ma la malattia portò via il regista nei giorni dell’inizio delle riprese; il progetto fu quindi affidato a Mario Monicelli, grande amico di Germi e già autore di lavori nello stesso solco narrativo quali “I soliti ignoti”, “La grande guerra” e “L’armata Brancaleone”. Cinque gli amici e i protagonisti del racconto : il giornalista e io narrante del film Giorgio Perozzi (Philippe Noiret), l’architetto comunale Rambaldo Melandri (Gastone Moschin), il conte spiantato Lello Mascetti (Ugo Tognazzi), il barista Guido Necchi (Duilio Del Prete) e il Professor Sassaroli (Adolfo Celi). Sono tutti uomini di mezza età, amici inseparabili e infaticabili goliardi. A far da sfondo delle loro avventure e scorribande, le cosiddette "zingarate" , una Firenze degli anni settanta.
Tra i componenti di questo piccolo nucleo vige la vitalità, la complicità e la consapevolezza che lo sberleffo e la burla sono ormai l’unica risposta possibile al grigiore dall'ambiente, dal lavoro, dalla famiglia.
L’ amarezza, che nonostante la vena goliardica dei protagonisti, è la vera protagonista di questo film, è di fatto la grande protagonista della vita stessa; quell’esistenza che va stretta ai nostri personaggi e che quindi cercano una semplice fuga dalla realtà, mascherata dal desiderio di divertirsi, di non farsi scappare l'occasione per giocare. Si definiscono “zingari” perché sentono in loro un desiderio irrinunciabile di libertà e di distacco del piattume della propria vita, si cercano e si uniscono per dar vita ad indimenticabili avventure attraverso le quali si affrancano temporaneamente dai problemi di tutti i giorni. Quando gli zingari tornano dalle loro scorribande è spesso il silenzio che domina la scena: un silenzio che significa un maledetto e inevitabile ritorno alla normalità, ai dispiaceri della vita, alla realtà fatta di problemi.
Fannulloni, immaturi e spiantati ecco le principali qualità degli “zingari” di Monicelli.
Ugo Tognazzi (il conte Lello Mascetti): nobile decaduto, appartenente nostalgico di una generazione passata che ha vissuto nell’ozio e ormai destinata verso un inevitabile declino. Ormai (siamo nel 1975) il ’68 è venuto con il suo carico di rivoluzioni: la società è mutata radicalmente mettendo tutti sullo stesso piano, abolendo certi privilegi, e imponendo a tutti di lavorare per sopravvivere. Ma il Mascetti, non si rassegna, continua a vivere il suo desiderio di nobiltà, facendo la “vita” mantenendo alta una sua dignità, non accettando elemosine e le collette degli amici. Le sue fughe sono un disperato tentativo di fuga da una dura realtà fatta di un squallido monolocale in uno scantinato e di una famiglia ridotta a mendicare aiuti a destra e a manca per sopravvivere ai morsi della fame.
Nel ruolo del Mascetti, un indimenticabile e commovente Ugo Tognazzi che per questo film vinse, nel 1976, il David di Donatello come miglior attore.
Adolfo Celi (il professor Sassaroli): è un medico chirurgo roccioso,un affermato e stimato primario in una clinica privata fiorentina. Alto borghese, ricco, una bella moglie, due figlie e una grande casa; spregiudicato sino alla follia non si fa molti scrupoli a cedere le familiari (incluso un cane e una governante) all'architetto Melandri per unirsi alla banda degli “zingari”. Forse il vero motore vulcanico del gruppo, sono mitiche le ricorrenti scene in cui abbandona un paziente già pronto sul letto operatorio per correre dagli amici.
Gastone Moschin (l'architetto precario del comune Rambaldo Melandri): è il romanticone e sognatore del gruppo; si innamora, che perde più volte la testa per una donna, allontanandosi dagli amici. Poi bastonato e con la coda tra le gambe, rinsavisce, e torna dagli amici a divertirsi e a modo suo ritorna uomo. Ora triste ora gioviale, umanissimo nelle sue escursioni di umore e di sentimenti è forse il personaggio più vicino a tutti noi.
Philippe Noiret (il giornalista della Nazione Giorgio Perozzi): è anche la voce narrante del film, costantemente ripreso dal figlio che gli rimprovera l’immaturità e l’incapacità di vivere responsabilmente la sua condizione di uomo adulto. Noiret, maschera di sconcertante espressività, rappresenta la noia, lo scherno, il divertimento, il non prendere nulla sul serio. Una curiosità: in questo film Noiret è doppiato in italiano da Renzo Montagnani ovvero l'attore che nei due seguiti del film originale interpreterà il personaggio del Necchi.
Duilio Del Prete (il Necchi): è il proprietario del bar, nonché ritrovo, dove nascono e finiscono tutte le zingarate. E' un personaggio che è destinato a scomparire nel mondo e nella società che sta arrivando: maschilista convinto, opprimente e menefreghista nei confronti della moglie.
In mezzo a questi personaggi e queste vite, fatte di meschinità, di angoscianti tentativi di emancipazione da una realtà che disgusta e ripugna, ci sono le zingarate: c'è il 'tutto giù', quando per fingere di costruire un'autostrada che attraversa un paese gli zingari si divertono a gettare nella massima apprensione gli inebetiti paesani.
C'è la supercazzola (o come meglio dovrebbe essere definita “supercazzora”) con scappellamento a destra: il nonsense verbale per eccellenza improvvisato per inebetire e confondere la vittima e far ridere gli amici. Il marchio di fabbrica del Mascetti, una perla di pura genialità comica che solo dalla mente di Tognazzi poteva partorire. Ed infine la scena mitica degli schiaffi alla stazione: ovvero il delirio collettivo. Una sequenza del film che ha fatto la storia del cinema ed è pura arte nella sua completa illogicità e follia . Il riso e il pianto, l'ironia e l'amarezza vivono il loro climax nella scena finale, quando i quattro superstiti, pur piangendo il compagno morto (il Perozzi), trovano egualmente lo spirito per mettere a segno una nuova zingarata, in una vena dissacratoria che rimane inarrestabile e che arriva a sbeffeggiare e ridicolizzare anche la morte. Un finale dolce e amaro che comunque lascia allo spettatore un sorriso velato di amarezza sulla bocca. E’ forse l’ultimo vero capolavoro della commedia all'italiana che è stata di Sordi, De Sica e Totò. Al film seguiranno due seguiti negli anni ottanta (Atto Secondo e Terzo), di cui solo il secondo è degno di menzione .Una citazione particolare per la toccante colonna sonora, firmata da Carlo Rustichelli.
Il testo della prima "supercazzora" del film tra il Mascetti e un vigile
che lo vuol multare per uso improprio del clacson:
Mascetti - Prematurata la supercazzora o scherziamo?.
Vigile - Prego?
Mascetti - No, scusi... Noi siamo in quattro, come se fosse antani anche per lei soltanto in due, oppure in quattro anche scribai con cofandina, come antifurto per esempio?
Vigile - Ma quale antifurto?! Questi signori qua stavano suonando loro, non si intrometta!
Mascetti - No scusi mi faccia vedere l'indice... Guardi! Guardi! Lo vede che stuzzica? Che prematura anche? Allora io potrei dirle anche due parole come vicesindaco capisce?
Vigile - Vicesindaco?
Perozzi e Melandri - Ah! Ah! Ah!
Vigile - Basta così, mi seguano al commissariato!
Perozzi - No eh?! No... Antani secondo l'articolo 12 abbi pazienza... Sennò posterdati per due anche un pochino antani in prefettura!
Mascetti - Senza considerare che la supercazzora brematurata ha perso i contatti col terapio tapioco...
Perozzi - Dopo!