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 La vecchia ferrovia del mare... di DL4U
 
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A volte la notte me ne sto sveglio nel letto e mi chiedo: "Dove ho sbagliato?", poi una voce mi dice "Ti ci vorrà più di una notte per questo".

Charlie Brown
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di DL4U (del 22/11/2009 @ 16:46:07, in Letture, linkato 1201 volte)
Il Monologo di Lee
da tratto dal romanzo
"Comici Spaventati Guerrieri"
di Stefano Benni, Feltrinelli  Universale Economica, 1989

Per chi legge da Facebook il post è tratto dal mio blog: www.dl4u.org/dblog

Devo trovare un uomo. Si chiama Coccodrillo. Spaccia. O forse non è lui. Sai se Leone si bucava? Tu dici di no, ma spesso non si dice neanche a chi ti sta vicino. No, hai ragione tu, Leone non era il tipo. Però cosa faceva lì a Bessico? C'è quel tipo, Federico, un fascista ripulito, l'ho preso da parte, mi ha spiegato le virtù di quel palazzo. Ho imparato a imitarli sai, a volte cammino e parlo come loro, sento anche quello che pensano, non ci credi? Mi hanno portato via i miei libri, certi vanno bene altri no, dicono, proprio come in carcere, e anche sei punture di Zerol mi fanno e io mi alzo e corro via e loro ci restano di merda, il dottore ha detto, questo è come se c'avesse dentro un'altra chimica, ed è vero, non guardarmi così: è la scienza che lo dice, tutte le volte che guardi più profondamente una cosa, trovi nuovo disordine, nuove particelle, figure nella polvere e tutto quello che sapevi di quella cosa salterà in aria. Hai mai visto i matti guardare sempre nello stesso punto? Tu non sai cosa possono vedere e non sai perchè resto sveglio e non voglio salvarmi ad ogni costo, non guardarmi così. Una volta ci somigliavamo, eravamo tre note di un accordo, leone cina e zingara, ma poi c'è un punto in cui i fili si rompono e gli altri si allontanano. Ma i bastardi li vedo bene sì, quelli sono ancora ai loro posti pazzi di rabbia perchè per una volta li abbiamo smascherati, e non ce lo perdoneranno mai nei secoli dei secoli e allora è guerra, non farmi i tuoi discorsi miti, la mitezza è un privilegio grande ma il dolore la avvelena in un attimo, io esco da quella galera e la città è peggio che mai, la gente cade per terra, parla da sola, vomita e crepa e tutti passano e non hanno visto niente, e si affrettano a dare nuovi eleganti nomi alla loro corruzione, e ogni tanto parlano dell'uomo comune, ipocriti, l'uomo comune che vi piace è stupido e avido come voi, così lo vorreste, un vigliacco che può ammazzare per vigliaccheria, mentre loro ammazzano per necessità, per i loro divini soldi, Lucia, sono loro ora gli estremisti, violenti assassini estremisti dell'ideologia più ideologia del secolo, un'economia più sacra di una religione, più feroce di un esercito, ricordatelo bene con un brivido quando tutto salterà in aria, quando si oscurerà, malattia senza sintomi, caos di geroglifico incomprensibile e voi sempre più crudeli informati impotenti in mezzo alla strada, e chi raccoglierà i frammenti allora gli oggetti i rottami, magari ci fosse qualcuno, magari ci sarà davvero Lucia, questa è la speranza e intanto brucio e non c'è nessun patto da firmare nè col diavolo nè con la rassegnazione, Lucia, siamo un'altra cosa da sempre fortunatamente e non guardarmi così no, non ho finito, te lo dico io chi ha ucciso Leone, forse uno di questi che una volta facevano i compagni e hanno spacciato per anni e dicevano che erano i fascisti, col cazzo, vieni con me a vedere chi sono, oppure hai paura, scusami non venirci, son posti schifosi ci nuota il coatto si dice adesso, come suona bene, peccato che tutti i compagni non siano come te Lucia, vieni a vedere questo Coccodrillo spia della polizia, me l'ha venduta tante volte la roba e quando ho smesso me la lasciava gratis sul sedile della macchina, generoso, vero? Come quelli che ti lasciavano l'esplosivo in casa e dicevano ognuno deve fare la sua parte, eppure c'è chi mi ha salvato tante volte, parlato, anche tu Lucia, e ci sarà alla fine una verità Lucia e scopriremo la verità giù nell'acqua e su fino al più altissimo porco non ci credi? dimmi di sì, io brucio dentro questa storia e non ne vedrò la fine, ma scopriremo la verità, perchè se c'è solo un po' di verità c'è speranza e chi l'ha fatta brillare ha fatto abbastanza e non importa se poi non si salverà, salvarsi per avere cosa, questo mondo dove continuano a insultare chi è debole, Lucia, se penso a tutte le persone pulite che ho incontrato e continuano a offenderle Lucia, le uccidono, non ci sono parole per questo delitto, non si può sopportare tutto questo capisci Lucia quando sono nella mia stanza e qualcuno urla anche con gli occhi si può urlare Lucia, Lucia mi chiedo, che cosa è successo, perchè fingete di non vedere, vorrei capire qualche volta Lucia, ma sapessi che musica nella testa, negli oggetti consumati, e dopo quanto veleno ti senti addosso Lucia, e allora pensa se non fosse così, se non ci credessi più, se fossi perbene Lucia saremmo una coppia normale, io e te, al ritorno dal cinema andremmo a casa e non saremmo perduti in una città di notte, ma quelli perbene forse sono perduti lo stesso Lucia, ma se almeno ascoltassero, se capissero che l'altra metà di verità per quanto si può raccontare solo urlando è l'altra metà necessaria, non si può tagliare via non si può dimenticare, alla fine solo il dolore esiste come esisto io, un matto per strada, un matto è una persona che non sa dove andare, niente di più Lucia, tu puoi capire, tu che sei benedetta tra le donne, tu che mi hai visto felice, tu che sei coraggiosa tu che a volte mi hai lasciato solo come un cane tu che adesso per favore scendi non guardarmi ti dico, questo è un sentiero per comici spaventati guerrieri e io non voglio nè vincere nè perdere solo che tu mi ricordi e dopo che mi anneghino nello zero di quelle medicine e mi chiamino come vogliono e tornino a raccontare le loro storie, non sono vere, manca metà, tu lo capisci cara, almeno tu e allora scendi per favore.


 
Di DL4U (del 26/01/2009 @ 18:27:45, in Letture, linkato 878 volte)

Per chi fosse interessato ad un approfondimento sugli anni che corrono dal 1965 al 1969 in Italia e nel mondo vi segnalo un completo archivio fotografico, di notizie e una emeroteca delle copertine dell'epoca prodotta dal gruppo editoriale Repubblica-L'Espresso.

Il tutto consultabile on line all'indirizzo http://temi.repubblica.it/espresso-il68/ . Una risorsa molto ricca di letture, spunti ed immagini catalogate per tematiche ed autori: a puro titolo indicativo sono riportati in originale testi di Pier Paolo Pasolini, Andrea Barbato, Mauro De Mauro, Umberto Eco, Camila Cederna e tante altre firme celebri del giornalismo e della letteratura italiana contemporanea.  Non manca una cronologia dei fatti ragionata e dettagliata e una sezione dedicata ai video d'archivio: da gli Angeli del Fango dell'alluvione di Firenze del '66, sino all'invasione del rock successiva al concerto dei Beatles a Milano nel '69 passando per le vicende del '68 in Italia e nel mondo. Sono gli anni dei grandi sogni, dei cambiamenti negli stili di vita e nella società, della contestazione studentesca, della guerra in Vietnam e della primavera di Praga. Sempre sul medesimo sito è possibile consultare e leggere in anteprima la versione elettronica dei due volumi cartacei prodotti da L'Espresso e dedicati al '68 in edicola dall'8 febbraio 2009. Un'iniziativa editoriale utile per ripercorrere un pezzo della nostra storia recente. Buona lettura.

 
Di DL4U (del 25/11/2008 @ 00:14:46, in Letture, linkato 879 volte)

Ieri sera ho iniziato la lettura del libro-inchiesta "Gomorra" di Roberto Saviano, un coraggioso spaccato etico-civile che racconta la realtà della camorra, dei suoi capi e delle sue dinamiche. Inquietante, sin dalle prime pagine, e il senso di inquietudine diviene ancor di più pressante se si pensa che tutto ciò che si legge è drammaticamente vero.

____________________________________

Roberto Saviano

Gomorra

"Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra"

Mondadori, Collana "Strade Blu", 2006

 

 
Di DL4U (del 19/10/2008 @ 20:20:48, in Letture, linkato 20929 volte)

Nella sera di domenica, mentre smaltisco le fatiche del pranzo e della castagnata in compagnia in quel di Dormelletto, provo a scrivere qualche riga sensata sulle letture di questi giorni. Venerdì ho terminato "La solitudine dei numeri primi" di Paolo Giordano; il giudizio finale sul libro è sostanzialmente positivo e devo dire che la storia mi ha preso molto tanto da consumarla nell'arco di un paio di giorni di lettura. Non lasciatevi ingannare dal titolo dell'opera: la matematica è solo un pretesto, una metafora, per descrivere la situazione e la storia (dall'infazia all'età adulta) dei due protagonisti, Alice e Mattia, due ragazzi la cui esistenza rimarrà per sempre segnata da due eventi drammatici distinti tra loro che, avvenuti in gioventù, li renderanno unici e diversi da tutto il resto della gente. Esattamente come lo sono i numeri primi in mezzo a tutti altri numeri, Alice e Mattia sono persone un po' speciali, difficili da capire, soli a combattere con sè stessi in mezzo al mondo che scorre senza badare troppo a loro. Il destino ha voluto però che le lore esistenze difficili si incontrassero in più riprese negli anni, a volte sfiorandosi dolcemente, a volte scontrandosi sino al dolore, sino a divenire l'uno parte dell'altro arrivando a definire tra loro un rapporto speciale molto simile a quello che si instaura alla nascita tra due gemelli. Una strana sensibilità l'uno verso l'altro che li porta a cercarsi, ad incrociare le loro storie di vita, senza però mai giungere a sovrapporle. In tutta sincerità devo dire che la lettura del libro mi ha preso molto trascinandomi in fretta verso il finale "in sospeso" del romanzo, a volte toccandomi molto nel profondo e sentendomi un po' partecipe delle vicende dei protagonisti. Non è affatto un libro allegro; anzi alla base di tutto c'è una persistente agoscia che avvolge i personaggi che un po' influenza il lettore che in essi si riconosce. Il tono e la profondità dei temi della storia crescono col passare delle pagine e delle età di Alice e Mattia, sino ad esplodere in un finale inatteso. Una storia delicata e terribile di due adolescenti, due ragazzi imperfetti e speciali, distanti anni luce dai prototipi umani belli e patinati di tante storie raccontate in  troppi romanzi contemporanei (dimenticatevi Moccia, i suoi fighetti e i suoi romanzi da botteghino). Per le loro cicatrici nel fisico e nell'anima, per i loro fallimenti mai confessati, per l'insoddisfazione e l'incapacità di vivere, Mattia e Alice risultano credibili e terribilmente veri. Non voglio sbilanciarmi troppo sul puro giudizio letterario: essendo un'opera prima la mano è sicuramente perfettibile. Molti critici hanno avuto da appuntare all' autore per il suo stile a volte acerbo e hanno confrontato "La Solitudine" con altri classici romanzi di formazione (vedi "Il giovane Holden"): direi che il paragone è ingiusto; preferisco considerare questo libro un prodotto sincero e sentito della generazione degli attuali trentenni (sono di quest'età l'autore, i suoi personaggi e lo sono io ... forse per questo la storia mi ha coinvolto molto). Una nuova leva di scrittori capaci di osservare, con un occhio diverso e profondo, gli angoli oscuri della nostra società e i suoi figli "un po' speciali", quelle persone imperfette e dall'animo ferito, che troppo spesso si sentono a disagio perchè diversi, forse unici nel mondo che li circonda. Come i numeri primi.

"... Nella serie infinita dei numeri naturali, esistono alcuni numeri speciali, i numeri primi, divisibili solo per se stessi e per uno. Se ne stanno come tutti gli altri schiacciati tra due numeri, ma hanno qualcosa di strano, si distinguono dagli altri e conservano un alone di seducente mistero che ha catturato l’interesse di generazioni di matematici. Fra questi, esistono poi dei numeri ancora più particolari e affascinanti, gli studiosi li hanno definiti “primi gemelli”: sono due numeri primi separati da un unico numero. L’11 e il 13, il 17 e il 19, il 41 e il 43… A mano a mano che si va avanti questi numeri compaiono sempre con minore frequenza, ma, gli studiosi assicurano, anche quando ci si sta per arrendere, quando non si ha più voglia di contare, ecco che ci si imbatterà in altri due gemelli, stretti l’uno all’altro nella loro solitudine ..."

 E il mio 31 è un numero primo...

Nella tabella: la progressione dei numeri primi nell'intervallo da 0 a 100

 

 
Di DL4U (del 16/10/2008 @ 08:30:32, in Letture, linkato 869 volte)

Lettura iniziata in questi giorni, è uno dei bestsellers degli ultimi tempi... è il primo libro del fisico e scrittore Paolo Giordano. Un romanzo di formazione, narra le vite parallele di Alice e Mattia, due ragazzi con un passato doloroso alle spalle.  Dai primi capitoli mi pare una lettura interessante...

Paolo Giordano
"La solitudine dei numeri primi"
Mondadori Editore, gennaio 2008
Premio Strega e Premio Campiello 2008

 

 
Di DL4U (del 06/10/2008 @ 09:31:46, in Letture, linkato 923 volte)

"I milanesi ammazzano il sabato" di Giorgio Scerbanenco, libro finito ieri. Un romanzo noir e poliziesco di veloce lettura, ben scritto e con una trama avvincente. E' la storia di un' indagine alla ricerca degli autori di un orrendo delitto compiuto ai danni di una ragazza, portatrice di un grave handicap mentale, lungo la strada che da Milano conduce a Lodi. E' la vicenda del dramma umano del padre della ragazza che non si arrende all'idea della morte atroce della figlia e delle ricerche di un ispettore di polizia della questura. Siamo verso la fine degli anni '60 (il romanzo è del 1969) e i fatti del libro si ambientano in una Milano ancora molto "meneghina", appena uscita dai ruggenti fasti di quel decenno e ormai pronta a tuffarsi nel controverso periodo delle bande criminali e del malaffare, delle pistole calibro nove, delle sparatorie per le strade e delle rapine alle banche col "salto del bancone". Da lì a poco Milano e l'Italia verrano travolte dai fatti dei cosidetti "anni di piombo".  I milanesi di quest'epoca vivono ancora secondo ritmi tradizionali della grande città Lombarda, una routine metodica e rigorosa fatta di lavoro dalle nove alle cinque, dal lunedì al venerdì,  di casa e famiglia. Nulla viene concesso allo svago... e se bisogna fare qualcosa di diverso, compreso ammazzare una persona, questo lo si fa al sabato o alla domenica: negli altri giorni c'è da lavorare.  Da questo romanzo sono stati tratti gli spunti per diversi film sulla "mala milanese" ed è stato più volte oggetto di citazioni da parte  di narratori  contemponei (su tutti Carlo Lucarelli) per  ricostruire quel periodo  della nostra storia e di quella città. Vi consiglio la lettura di questo libro se volete far riaffiorare immagini e sapori di una Milano che ormai non c'è più.



Nella foto: il cortile della questura di Milano, in via Fatebenefratelli, uno dei luoghi principali del romanzo.
Un cortile che diverrà protagonista della cronaca degli anni settanta con la vicenda della morte di Pinelli e del commissario Calabresi

 
Di DL4U (del 02/10/2008 @ 21:20:33, in Letture, linkato 942 volte)

Lettura in corso...

Giorgio Scerbanenco
"I milanesi ammazzano il sabato"
Collana "Gli Elefanti",Garzanti Editore, 1999  (Prima edizione 1969)

Romanzo noir-poliziesco 

 

 
Di DL4U (del 29/09/2008 @ 09:39:17, in Letture, linkato 928 volte)


Carlo Lucarelli
"Il Giorno del Lupo"
Granata Press,
1993
 Einaudi Stile Libero, 1998




Un poliziotto imbranato e un po' cialtrone e una ragazza punk, ovvero Coliandro e Nikita, i protagonisti strampalati del mare di guai raccontati da Lucarelli ne "Il giorno del lupo", romanzo noir-poliziesco ambientato nei bassifondi della Bologna dei nostri giorni. Sono probabilmente la  coppia più divertente della nuova letteratura noir italiana. Perchè quando c'è un un casino, da fare o da subire, state certi che Coliandro è lì, sfigato e tenero, con Nikita (Simona) sempre tra i piedi, pronto a prendersi in faccia schiaffi ed umiliazioni dal mondo intero. Due personaggi divertenti e realistici per la loro umanità in un racconto noir dal ritmo vivace, con molta azione e colpi di scena degno della fama di giallista di Lucarelli.
Un libro che gioca sul filo dell'ironia (involontaria) dello sbirro Coliandro  per raccontare l'altra faccia di Bologna: quella della mafia, della camorra, dello spaccio di droga e del riciclaggio di denaro. Dei magistrati collusi e di quella specie di Svizzera a due passi che si chiama San Marino... E se vi chiedere la ragione del titolo del libro pensate al "Giorno della civetta" di Leonardo Sciascia e contestualizzatelo all'Italia di oggi. Consigliato.

 
Di DL4U (del 11/09/2007 @ 22:00:37, in Letture, linkato 1435 volte)

Forse qualcuno di voi già lo conosce, per qualcun'altro invece potrebbe essere una felice ed interessante sorpresa: per questo motivo voglio dedicare un post ad un piccolo suggerimento per le nostre letture.
Era l'aprile 2004, e una fortunata combinazione mi portò per prima volta a comprare in edicola la mia prima copia dell'Europeo: argomento di quell'uscita, guarda caso, "L'Italia degli anni Settanta". Non conoscevo la pubblicazione, ma era evidente che fosse un periodico diverso da soliti.
Ogni uscita è monografica e ripercorre attraverso testi e splendidi reportages fotografici un particolare tema della società, del costume, della cronaca italiana o internazionale. Per capirci meglio occorre fare un passo indietro nel tempo e ripercorrere la storia del periodico: L'Europeo nasce in forma di settimanale di cronaca, politica, costume il 4 novembre 1945 ad opera di Arrigo Benedetti e le firme che via via si avvicendano a raccontare i fatti della storia d'Italia e del mondo sono le più celebri del panorama giornalistico e solo per fare qualche nome ricordiamo Alberto Moravia, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Carlo Bo, Giorgio Bocca, Ermanno Corsi, Camilla Cederna, Oriana Fallaci, Oreste del Buono, Ennio Flaiano, Anna Maria Ortese, Achille Campanile, Tommaso Besozzi e Vittorio Zincone. A dar supporto alla parola scritta, per ogni articolo proposto, un meraviglioso reportage fotografico capace di fornire al lettore uno spaccato di sublime realismo al contributo giornalistico; autori degli scatti fotografi di assoluto valore come Gianfranco Moroldo, Tazio Secchiaroli, Piero Raffaelli, Federico Scianna, Oliviero Toscani, Duilio Pallottelli.



Sopra: la copertina de L'Europeo dedicato alle stragi impunite

Dopo cinquant'anni di storia la rivista cessa le pubblicazioni del marzo 1995. Verrà ripresa nel 2001 e riproposta in forma bimestrale e monotematica sotto la direzione di Daniele Protti. Nei fascicoli acquistabili ora in edicola ogni due mesi viene proposto un approfondimento monografico caratterizzato da un piacevole mix tra contributi "storici" provenienti dell'archivio delle corrispondenze de L'Europeo e materiale nuovo prodotto da le più importanti firme del panorama attuale (Carlo Lucarelli, Sandro Provvisionato solo per citare un paio di nomi).
Una ruolo fortissimo è ancora giocato dalla fotografia, capace di produrre immagine per immagine un potente spaccato della realtà raccontata.

Ecco alcuni dei tanti temi trattati da quel numero del 2004: l'Italia negli anni della ricostruzione e del boom,la storia del rock internazionale, i casi più importanti di cronaca nera italiana, la storia della politica italiana dal '48 ai giorni nostri, le stragi impunite.Ogni fascicolo una piacevole sorpresa da leggere e osservare sino all'ultima pagina. Ogni uscita un piccolo pezzo di storia da conservare.



Sopra: la copertina dell'Europeo dedicata ai gialli di cronaca nera

Un estratto essenziale dello sterminato archivio fotografico de L'Europeo lo potete trovare nella sezione "Sguardi" nel sito Nikon Italia: http://www.nital.it/sguardi/16/europeo.php
 
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