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 Arona, vista dalla sponda lombarda...... di DL4U
 
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(Son) All the times that I cried, keeping all the things I knew inside, Its hard, but its harder to ignore it. If they were right, Id agree, but its them you know not me. Now theres a way and I know that I have to go away. I know I have to go. (father-- stay stay stay, why must you go and Make this decision alone? )

Cat Stevens - "Father and Son" - 1970
"
 
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Giorgio Gaber e Sandro Luporini
Di DL4U (del 17/12/2007 @ 10:27:13, in Musica, testi, citazioni, canzoni, linkato 1834 volte)

Cosa si prova

di Giorgio Gaber - Sandro Luporini (1987)


"Interno - esterno" - Olio su tela di Sandro Luporini


Cosa di prova in un giorno normale
cosa si prova di nuovo ogni risveglio
cosa si prova quando stiamo male
quando si soffre per un piccolo dettaglio.

Cosa si prova in tutte quelle ore
in cui nulla può accadere.
Cosa si prova in tutte quelle ore
in cui nulla può accadere.

Cosa si prova quando c'è un'amicizia vera
e poi si beve insieme e sei anche contento
ma senza impegno e finché dura
con la disinvoltura di vivere al momento.

Cosa si prova in tutte quelle ore
in cui nulla può accadere.

Non resta che il sapore di un'immagine stordita
a volte allegro a volte doloroso
ma senza la memoria accade che la vita
è come un libro che si sfoglia a caso.

Ma che si prova se senti nascere
come da un'altra vita un'energia sconosciuta
se ritrovi il gusto di un gesto semplice
che lasci un segno
ti sembra che la vita sia possibile
ma forse è un sogno.

Cosa si prova ad accarezzare i suoi capelli biondi
cosa si prova a guardare i suoi fianchi ore e ore
cosa si prova appena dopo litigi furibondi
a rinnamorarsi e poi a stufarsi per un raffreddore.

Cosa si prova, cosa viene in mente
a non provare niente.
Cosa si prova, cosa viene in mente
a non provare niente.

Cosa si prova se in due si vive meglio
e ci si sposa, magari in primavera
cosa si prova se all'improvviso nasce un figlio
senza capire il senso di una famiglia vera.

Cosa si prova, cosa viene in mente
a non provare niente.

Mi resta solo un po' di nostalgia di tutto quel che perdo
le cose buone e le persone care
migliaia di frammenti e dietro ogni ricordo
ti resta solo un vago ricordare.

Ma che si prova se senti nascere
come da un'altra vita un'energia sconosciuta
se ritrovi il gusto di appartenere
al mondo intero
ti sembra di sfiorare l'impossibile
e forse è vero.

_______________________________________________

Con questo post voglio suggerirvi un paio di link per la vostra navigazione: sono i siti ufficiali di Giorgio Gaber
( http://www.giorgiogaber.org ) e Sandro Luporini ( http://www.luporini.it ) autori tra l'altro del testo che vedete pubblicato sopra. Nel sito del "Signor G" potrete trovare un'ampia selezione di testi di poesie, canzoni e brani per il teatro. In quello di Luporini, eclettico pittore e scrittore, una galleria on line delle principali opere dell' artista.

Giorgio Gaber

Giorgio Gaberscik nasce a Milano il giorno 25 gennaio 1939. Adolescente, per curare il braccio sinistro colpito da paralisi, a 15 anni inizia a suonare la chitarra. Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria frequenta la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi pagandosi gli studi con i guadagni provenienti dalle serate in cui suona al Santa Tecla, famoso locale milanese. Conoscerà qui Adriano Celentano, Enzo Jannacci e Mogol; quest'ultimo lo invita alla Ricordi per un'audizione: è lo stesso Ricordi a proporgli di incidere un disco.

Comincia una brillante carriera con "Ciao, ti dirò", scritta con Luigi Tenco. Sono degli anni successivi le indimenticabili "Non arrossire", "Le nostre serate", "Le strade di notte", "Il Riccardo", "Trani a gogò", "La ballata del Cerruti", "Torpedo blu", "Barbera e champagne".
Nel 1965 sposa Ombretta Colli. Partecipa inoltre a quattro edizioni del Festival di Sanremo (con "Benzina e cerini", 1961; "Così felice", 1964; "Mai mai mai Valentina", 1966; "E allora dai", 1967), oltre a condurre vari spettacoli televisivi; nell'edizione 1969 di "Canzonissima" propone "Com'è bella la città", uno dei primi brani che lasciano intravedere il successivo cambio di passo.
Nello stesso periodo, il Piccolo Teatro di Milano gli offre la possibilità di allestire un recital, "Il signor G", il primo di una lunga serie di spettacoli musicali portati in teatro che alternando canzoni a monologhi trasportano lo spettatore in una atmosfera che sa di sociale, politica, amore, sofferenza e speranza, il tutto condito con un'ironia tutta particolare, che smuove risate ma anche la coscienza.


«Credo che il pubblico mi riconosca una certa onesta' intellettuale. Non sono ne' un filosofo ne' un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria.»

Far finta di essere sani (1972), Libertà obbligatoria" (1976), Polli d'allevamento (1978). Il grigio (1989), E pensare che c'era il pensiero (1995), Un'idiozia conquistata a fatica (1998) sono i suoi lavori più significativi.

Dopo gli album dedicati esclusivamente alla registrazione integrale dei suoi spettacoli, torna al mercato discografico ufficiale con l'album "La mia generazione ha perso" (2001) che include il singolo "Destra-Sinistra": ironico, con le solite graffianti insinuazioni, è un brano decisamente attuale, visto il periodo pre-elettorale in cui esce.

Scompare il giorno 1 gennaio del 2003, all'età di 63 anni, stroncato da una lunga malattia nella sua villa di Montemagno a Versilia, dove si era recato per trascorrere il Natale accanto alla moglie e alla figlia Dalia.

Il 24 gennaio dello stesso anno uscira', quasi come un testamento artistico, "Io non mi sento italiano", l'ultimo lavoro dell'indimenticabile artista.



Sandro Luporini


Sandro Luporini
è nato a Viareggio nel 1930.
Studia ingegneria all'Universita' di Pisa, ma nel 1953 abbandona l'Università per dedicarsi alla pittura e si trasferisce a Roma. Nel 1956 si trasferisce a Milano e si lega alla Galleria Bergamini. Tra il 1950-1955 ottiene vari premi a Viareggio, Livorno, Tirrenia, Lucca, Stiava e Pisa. Successivamente il Premio San Fedele, Milano (1956), Modiglioni (1956), Suzzara (1957), Michetti di Francavilla (1957), Modiglioni (1958).
Nel 1959 è invitato alla VIII Quadriennale d'arte di Roma e alla I Rassegna della giovane pittura italiana in Giappone. Abbandona la partecipazione ai Premi e allestisce mostre personali nel 1958, 1959, 1961 e contemporaneamente partecipa a importanti mostre collettive, facendo parte del gruppo, poi definito "Realismo esistenziale".
Nel 1964 si lega alla Galleria Il Fante di Spade di Roma e Milano assieme a un gruppo di importanti artisti. Oltre a Luporini ne facevano parte Mac Garrell, Perez, Ferroni, Aillaud, Vespignani e Guerreschi.
Risiede a Milano sino alla fine degli anni '70. Nei primi anni '80 ritorna a vivere a Viareggio, sua città natale, pur mantenendo stretti contatti con Milano.
Nel 1983 Sandro Luporini si lega alla Galleria Adac a Modena e con essa allestisce mostre personali e collettive in molte città italiane, tra cui il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Palazzo Ducale di Mantova, Lo Spazio Oberdan a Milano.



"Un bacio" di Sandro Luporini (1999-2000)
Olio su tela - cm 40 x 50



Gaber e Luporini



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