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 Un gabbiano a pelo d'acqua sul Ticino... di DL4U
 
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"Un giorno, guidati da stelle sicure, ci ritroveremo in qualche angolo di mondo lontano,nei bassifondi, tra i musicisti e gli sbandati o sui sentieri dove corrone le fate"

Modena City Ramblers - Ninna Nanna - 1994
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Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
 
 
Di DL4U (del 28/09/2008 @ 20:55:11, in Passions, linkato 1333 volte)

MOTEGI, Giappone , domenica 28 settembre 2008

Valentino Rossi "The Doctor" conquista il suo quinto titolo in MotoGP vincendo in grande stile il Gran Premio del Giappone. A Valentino bastava piazzarsi tra i primi tre per assicurarsi il titolo mondiale a tre gare dalla fine del campionato. Ma vincere a mani basse senza lottare non è nello stile del campione di Tavullia. Partito quarto sulla griglia, Rossi si è rapidamente imposto su Dani Pedrosa al sesto giro, per poi superare il rivale e campione del mondo in carica Casey Stoner al 13esimo.Rossi vince la gara e si assicura il suo terzo titolo su Yamaha, il quinto in MotoGp e l'ottavo titolo mondiale nella sua carriera [125cc (1997), 250cc (1999) e 500cc (2001) e i 5 in MotoGP]; 96 vittorie in carriera nel Mondiale, di cui 70 nella classe regina, 51 pole e 147 podi in 207 gare disputate, solo in cinque finora hanno vinto più di lui: Giacomo Agostini (15 titoli), Angel Nieto (13), Mike Hailwood e Carlo Ubbiali (9). Nella classe maggiore solo "Ago" gli è davanti, con 8 Mondiali vinti, ma la fame di vittorie di Valentino non è ancora sopita: record storici in apparenza inviolabili sono a portata di mano. Al traguardo Vale ha indossato la maglietta celebrativa con la scritta "Scusate il ritardo" e un orologio con le lancette alle 8. Sul retro la ricetta della Zuppa Mondiale, consigliata dalla Pregiata guida Bridgestone. Poi la scenetta del notaio Ottaviani Ottavio, impersonato da un membro del fanclub, che ha messo un sigillo e una firma su un casco bianco e nero per vidimare il successo.

Signori e signore, giù il cappello davanti a tanta classe, il Dottore è tornato e non ce n'è più per nessuno!

Ora e sempre WLF!

 
Di DL4U (del 24/09/2008 @ 22:25:01, in Passions, linkato 7143 volte)
Vi siete mai chiesti dove finiscono gli aerei dopo il termine della loro vita operativa? Nella maggior parte dei casi, in caso di velivoli civili non più impiegabili nemmeno con "revamping"  da nessuna compagnia, dopo le dovute procedure di radiazione dei registri nazionali e internazionali  questi vengono smontati pezzo a pezzo e riciclati o rivenduti come parti di ricambio (o  ferro vecchio nel peggiore dei casi) separando i diversi  e pregiati materiali e metalli contenuti nelle carlinghe degli aerei. Caso a parte  per gli aerei militariinegli USA: a differenza di quanto avviene in Italia dove si procede allo smantellamento dei velivoli o alla loro cessione a privati (preventivamente privando l'aereo di tutta l'elettronica, l'armamento e i motori), la forze militari US (Air Force, Navy, Marines, Coast Guard e Army) conferiscono i loro mezzi in un apposito centro di "stoccaggio" e manuntezione. In questo centro, un vero e proprio "cimitero" dell'aria, i velivoli vengono preventiavente sottoposti a trattamenti mirati alla loro conservazione e mantenimento   e quindi stoccati in ampi spazi all'aria aperta. Vengono spurgati tutti i liquidi e fluidi presenti nei serbatoi, nei collettori e negli impianti pneumatici, oscurati i cupolini e le vetrature, smontate le elettroniche più delicate, chiuse tutte le feritoie e aperture con appositi prodotti schiumogeni. Il mezzo così trattato viene quindi parcheggiato negli ampi piazzali della base, in linea di massima, pronto a tornare in piena operatività  nel giro di poco tempo. Questo immenso ed affascinante cimitero si trova sul territorio della base di Davis-Monthan nel deserto dell'Arizona (vicino alla città di Tucson): un luogo dal clima secco, poco umido e caratterizzato da scarse precipitazioni atmosferiche: il clima ideale per conservare le carlinghe ed i metalli degli aerei dalla corrosione e dalla ruggine. I piazzali e le aree di stoccaggio di questa base (sede del AMARC, Aerospace Maintenance And Regeneration Center) sono di fatto il più grande e rifornito museo statico dell'aeronautica mondiale: tra i tanti troviamo decine di imponenti "fortezze volanti" B-52 Stratofortress, gli elicotteri bipala Boeing CH46-47 ("Chinook"), teorie di caccia MD F4 Phantom, di Grumman F14 "Tomcat" della Navy, di F15 "Eagle", di F18 "Hornet" e di F16 "Fighting Falcon" in disarmo, passando ai C130 "Hercules" da trasporto sino a giungere ad alcuni pezzi unici droni Lockheed.  Il tutto inventariato e disposto secondo aree ben definite. Il materiale presente nei piazzali della base inoltre può essere sottoposto a "cannibalizzazione" per prelevare il materiale ed i pezzi necessari alla riparazione di velivoli identici ancora in servizio operativo. Probabilmente la più importante e affascinante mostra statica al mondo di velivoli (militari): un totale di ben 5000 aerei ed elicotteri visibili dal vivo in un tour guidato di un giorno o  comunque "spottabili" con camere fotografiche e zoom tele dalla recinzione esterna. Non nego che semmai un giorno capitassi nel deserto dell'Arizona (...) ci scapperebbe un tour fotografico memorabile. Peccato che in Italia non vi sia una cosa simile... come ben sapete lungi da me essere incline a tentazioni o interessi militaristici, l'aeronautica a mio modo di vedere va considerata come la sfida più ardita dell'uomo nel superare il suo limite intrinseco di "animale terrestre" e la velocità e potenza dinamica espressa dai caccia e dagli elicotteri ne sono la massima espressione (peccato per quei grappoli esplosivi che troppo spesso portano sotto le loro ali...). Potete reperire informazioni e visitare la mappa interattiva del  "cimitero dell'aria" di Davis-Monthan cliccando sul sito ufficiale dell' AMARC


Sono numerosi i siti che raccolgono scorci della base (http://oldaircraftthroughouttheyears.fotopic.net/c1135539.html ) ma probabilmente l'immagine d'insieme più significativa la troviamo su Google Earth - Maps con la veduta aerea dei piazzali (coordinate geografiche  LAT 32°10'9.67"N, LON 110°51'14.70"O) :

 


Visualizzazione ingrandita della mappa
 
Di DL4U (del 19/06/2008 @ 21:41:18, in Passions, linkato 892 volte)
Oggi, 19/06, ho ritirato la bimba in Opel. Primo giorno e primi 70 km col nuovo mezzo: la ragazza dà soddisfazioni, spinge bene specie sopra i 2000-2500 giri quando entra in coppia ed attacca la turbina. Leva del cambio corta, corta con le posizioni leggermente diverse dal solito,  ma dopo il primissimo impatto ora ho capito il gioco. Molto più ferma sulla ruote delle precedenti Opel che ho guidato (rollii molto meno evidenti) e frenata forte. Per il primo giorno posso dirmi contento; devo farmi ancora un po'  l'occhio sui volumi e dimensioni più grandi rispetto alla Corsa, ma penso di sbrigare la pratica in fretta. Penso di essere quasi pronto al confronto con la . G di "Anonimo " : - D  (Denny quando hai commentato il post precedente hai dimenticato il nome : - D : - D )
 
Di DL4U (del 15/06/2008 @ 22:04:04, in Passions, linkato 2254 volte)
Un'edizione tragicamente sfortunata del "Valli Ossolane" quella di quest'anno. Dopo la partenza da Stresa di ieri pomeriggio, la prima speciale di Aurano (VB) parzialmente completata e la seconda prova in notturna, stamattina il definitivo annullamento della gara dopo lo schianto dell'equipaggio Reidman-Pedrazzoli nella terza tappa a Montecrestese (VB). La Renault Clio Super 1600 numero 9, guidata da Davide Riedman, verso le 10.00 di stamattina esce di strada al km 6,4 del percorso dopo aver divelto il guard rail finendo nel bosco. L'incidente, che fortunatamente non ha coinvolto nessun spettatore, è apparso subito grave: Omar Pedrazzoli, 26enne navigatore di Craveggia (VB) muore sul colpo mentre Davide Riedman viene trasportato in gravi condizioni all'ospedale San Biagio di Domodossola. La 44° edizione del rally viene immediatamente sospesa e annullata in segno di lutto. L'equipaggio Riedman-Pedrazzoli aveva vinto non più tardi di un mese fa il Rally Città di Torino ed era tra i favoriti per la conquista del Valli Ossolane.



Sopra: la Clio di Reidman-Pedrazzoli ieri pomeriggio nella speciale di Aurano (VB)
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Un terribile contrasto. Questa tragedia chiude un evento che per noi, ieri, è stata occasione di una bella giornata di divertimento tra amici: pomeriggio con Fede, Chiara e Sergio sulle strade tortuose della prima speciale di Aurano (la mia Corsa ha provato l'ebbrezza di percorrere in anteprima la prima parte del tracciato della prova... azz..) quindi in serata cena alla Festa della Birra di Oleggio Castello (NO) con la partecipazione anche di Ale ed Aldo. Ragazzi davvero un bellissimo momento! Tante foto e una marea di risate... ovviamente tutte disponibili sulle gallerie e sul blog...


 
Di DL4U (del 14/06/2008 @ 12:00:00, in Passions, linkato 877 volte)
Una veloce foto scattata col telefonino del nuovo bolide, in officina di Andrea&Luca quasi pronto per la consegna: sabato mattina sul ponte per installazione degli ultimi accessori (sensori parcheggio e kit bluetooth), lunedì programmazione della centralina per l'attivazione del computer di bordo (un po' di sano hacking anche qui : - D ) e quindi le ultime scartoffie burocratiche (targhe, assicurazione, ecc..) ...

La bimba arriva martedì-mercoledì : - D



 
Di DL4U (del 01/06/2008 @ 21:09:09, in Passions, linkato 930 volte)
Alcune foto in anteprima del raduno di stamattina delle 500 e derivate. In tutto un 40ina di cinquini, derivate Giannini e Abarth, modificate e... ovviamente la mia : - ) esposte nel prato del Santuario di campagna della Madonna delle Grazie di Borgoticino (NO)...



Una Giannini originale



Il vano motore di un'altra Giannini



La mia!



Una vista d'insieme di una parte del gruppo


Appena possibile seguirà ovviamente il reportage fotografico completo della mattinata .... : - D

AGGIORNAMENTO 02/06/2008

E' online la gallery fotografica del raduno con tutte le foto scattate da me medesimo...  : - D cliccate con fiducia sul link sottostante per lustrarvi gli occhi ...


Buona visione!

 
Di Fede (del 12/05/2008 @ 19:49:29, in Passions, linkato 1101 volte)
Rumori forti e indecifrabili, velocità smodata, strane luci, parvenza di fiammate... ufo? no, la ninja del fede!!!
La passione per le moto c'è sempre stata...a partire dal provare i piccoli grizly,alla prima aprilia rx,poi cagiva mito....via via via...fino ad arrivare a pochi anni fa.La mia povera mito ormai era al massimo , l'estate si avvicinava e nei week iniziavano a esserci in giro i classici grupponi di moto supersportive.Guarda oggi, guarda domani e la voglia di cambiare aumentava...e cosi,rifatta la patente...via alla ricerca della nuova moto.Cosi girando girando ...eccola: verde pistacchio,nessun adesivo,non del tutto originale..cattiva cattiva...è mia..una bellissima Kawasaki ninja 600:motore da 599 cc raffreddato a liquido,4 tempi,4 valvole per cilindro,4 cilindri il linea trasversale,111 cv (l'originale),cambio a 6 marce,176 kg di peso.Fatto l'acquisto fuori Milano mi aspettava il ritorno a casa a Milano ed il giorno seguente ritorno al lago.Quindi primo avvio...breve giretto,poi una volta a Milano inizio i giretti un po' piu seri:primo passeggero la mia piccola kià,poi a super-sergio è toccato il giro in notturna(alla fast and furious).Il giorno seguente via in autostrada...La sensazione è stata subito bellissima....Arrivato al lago iniziarono cosi i primi giri,un po tamarri a dire la verità.Già perchè inizialmente giravo con lo scarico completamente aperto...suono spettacolare..ma erano troppi gli antifurti delle auto che suonavano...e quindi mi sono limitato a usare lo scarico ''originale''(un po vuoto???)...poi via con specchietti e frecce in carbonio,pedane e corona(verde) in ergal,coprisella posteriore in vetroresina,monoammortizzatore posteriore regolabile..e una targa leggermente piegata (ma poco poco eh)...queste e molte altre (piu interne) le modifiche della ninja, fino alle ultime apportate come l' aggiunta della scritta ninja....montaggio Pirelli Diablo (pieghe da paura) e le ultimissime strisce sui cerchioni che le danno quel tocco di tamarraggine in piu'.A breve in arrivo nuovo scarico semiaperto..cosi il sound sarà ancora piu' accattivante e gli scoppiettii devastanti....Ah dimenticavo...a breve tocca un giro al grande Albe.... : - D

Eccola (mancano solo le strisce)



Qui in notturna con le strisce



Ora un breve cenno di storia-ninja:

La prima Kawasaki Ninja 600 (ZX-6R) è stata costruita nel 1995 ed è stata la prima moto supersportiva con un telaio in alluminio, un peso a secco di 182kg e capace di accelerare da 0 a 100 in 3,6 secondi. Nel 2002 la Kawa fa una mossa porta il motore da 599cc a 636cc pur continuando comunque a produrre il modello da 599cc. Da qui, il modello da 636cc viene chiamato ZX-6R e il modello da 599cc viene chiamato ZX-6RR.Nel 2003 un nuovo modello che porta con sé numerosi e profondi cambiamenti. L'iniezione elettronica è la maggior innovazione del motore (che si trasforma in un guadagno lieve di cavalli rispetto al modello precedente) assieme alle pinze dei freni ad attacco radiale con 4 pistoncini (al posto dei 6 del modello precedente) e il telaio (più rigido e più leggero). Inoltre la strumentazione del quadro strumenti diventa totalmente digitale e la presa d’aria viene spostata centralmente sopra le luci. Naturalmente anche questo modello è stato venduto nelle versioni 599cc (ZX-6RR) e 636cc (ZX-6R). Il modello 2004 per la versione da 636cc viene rivisto solo nei colori (la versione da 599cc veniva venduto solo nel colore verde con il telaio di colorazione nera), mentre il modello da 599cc viene cambiato nell'iniezione del motore, aggiungendo 4 iniettori secondari, in aggiunta ai 4 primari già presenti. Per il primo anno, la ZX-6R vince il Masterbike.I maggiori cambiamenti si notano nel design della moto (fanali più arrotondati, frecce anteriori integrate nella carena e scarico sottosella) ma anche il telaio (di colore nero) e il motore vengono migliorati (ampliando il regime massimo di 1000 giri/min e raggiungendo la potenza di 95.5kw/130cv a 14.000 giri/min per la ZX-6R). Il modello ZX-6RR si differenzia sempre per la cilindrata di 599cc e la potenza massima.Il modello 2006 per la versione da 636cc viene cambiato nella gamma dei colori disponibile.Dopo cinque anni di successo del motore 636 per il pubblico (e del motore da 599cc per la classe racing), Kawasaki interrompe la produzione del motore di cubatura maggiorata offrendo solo un motore da 599cc ed elimina la sigla ZX-6RR, ribattezzando questo modello come ZX-6R. Gli anni scorsi il motore aveva lo stesso design di base, ma quest'anno è stato totalmente ridisegnato dal carter in su. Il nuovo motore così raggiunge una compattezza unica (risultando di 40mm più piccolo sia in altezza che lunghezza), un regime di giri più elevato di 1000giri/min, una compressione maggiore. Il quadro strumenti viene ridisegnato (contagiri analogico sulla sinistra, contamarce digitale con sei rettangoli dal basso verso l’alto e il tachimetro digitale sulla destra). Totalmente nuovo anche il design assieme alle sospensioni completamente regolabili in compressione, estensione e precarico (il monoammortizzatore posteriore ha anche 2 regolazioni nel precarico per le alte e basse velocità). La potenza massima è calata di 5cv rispetto al modello precedente da 636cc.

Un mega-ringraziamento al mitico Albert x lo spazio e a super-serg per il titolo : - D
 
Di DL4U (del 05/05/2008 @ 21:34:50, in Passions, linkato 1877 volte)
Tra le fortune che ho avuto nella vita c'è sicuramente il fatto di essere cresciuto in uno spicchio di terra tra fiume e lago, tra Piemonte e Lombardia, tra monti e pianura. In questa terra accogliente e nel contempo malinconica, dove d'autunno l'umidità e la nebbia che si solleva dal lago ti entra nelle ossa e un po' anche nel cervello la gente è sempre stata operosa, creativa e per certi versi un po' folle. Probabilmente questa sano germe di follia ha fatto sì che da queste zone di lago fin su a Varese si formasse la vera "culla" del volo italiano. Anche oggi, a distanza di tempo, basta prendere in mano una cartina della zona e segnare un po' di punti significativi per vedere quanto l'industria aeronautica (in tutte le sue forme) sia parte integrante del tessuto sociale, economico e culturare del varesotto e del basso novarese. Basta un elenco di paesi e nomi che il polso di questa "febbre" è presto dato: Sesto Calende - Siai Marchetti, Vergiate e Cascina Costa di Samarate - Agusta-Westland, Venegono - Aermacchi, Cameri - ex-base militare del 53° stormo ora avamposto Alenia per l'assemblaggio del nuovo F35, Malpensa - l'aeroporto, Vizzola Ticino - le Officine Caproni.



Lo stabilimento SIAI di S.Anna - Sesto Calende - VA - (idroscalo) nel 1945


In un arco di pochi chilometri sono radunati i principali nomi dell'aeronautica italiana passata e presente e tutte le declinazioni del volo (vela, ad ala fissa e rotante, idrovolante,da turismo, sportiva e militare). E' incredibile come questa industria sia fortemente compenetrata nel territorio; non c'è famiglia che non abbia avuto almeno un parente impiegato in uno dei siti sopra indicati, l'indotto economico e di lavoro è notevole ancor oggi (ricordo ancora lo stupore che provai nel trovare una fusoliera smontata di un elicottero Agusta Mangusta 129 nei locali di una normalissima officina meccanica della zona...) e ha influenzato persino i ritmi di vita delle persone. Basti pensare che il suono della sirena della fabbrica Agusta di Vergiate, suonata due volte al giorno alle otto del mattino e alle cinque della sera, segna ancora il trascorrere del tempo in tutto il circondario ben oltre il confine segnato dal lago.



L'addestratore a turboelica SIAI SF260 (ora AerMacchi SF260)
di Stelio Frati - 1964

Certo non sono mancati alti e bassi: dai fasti delle trasvolate oceaniche degli idrovolanti Savoia-Marchetti, alle glorie internazionali degli anni sessanta con gli accordi tra il conte Domenico Agusta e gli americani della Bell e della Sikorsky per la produzione di elicotteri, passando poi per gli addestratori basici di Siai e Macchi (i celeberrimi Siai SF260 di Stelio Frati, i Macchi MB 326 e MB 339 - l'aereo delle Frecce Tricolori) e il sogno del S111 (ora M311) che concorrendo nei primi anni novanta al ruolo di addestrarore per l' USAF rappresentò la speranza di tutte le maestranze Siai di sopravvivere ad un futuro, purtroppo inevitabile, di grossa crisi e casse integrazioni.



Il Siai 211 (ora AerMacchi 311)

Dopo anni di incertezze finalmente adesso l'industria aeronautica varesina ha rialzato la testa in modo sostanziale grazie al ruolo predominante assunto da Agusta (ora Agusta-Westland) nel mercato degli elicotteri. Nel bene e nel male anche l'aeroporto di Malpensa (nuovo e vecchio) rappresenta un paradigma di queste zone: lasciando perdere i commenti e le critiche alle amministrazioni locali e nazionali sull'opportunità dell'hub internazionale immerso in un parco naturale (quello della valle del Ticino) è innegabile che questa avio superficie non potesse essere dislocata in altro posto se non nella brughiera di Samarate: esattamente dove nei primi del '900 già operava l'azienda di Gianni Caproni (e la relativa scuola di aviazione) e dove il pioniere del volo Giovanni Agusta stava progettando i suoi primi aeromobili. Che dire poi di Cameri? Il nome dirà nulla ai più e se lo cercate sulle cartine troverete un pugno di case nel mezzo delle risaie tra il lago e Novara. Eppure anche questo luogo ha avuto e ha ancor oggi un ruolo di prim'ordine: sull'aeroporto militare operò dal 1967 al 1999 il 53° Stormo Caccia (operativo prima su F104 "Starfighter" e poi sui Tornado) ed oggi sede del reparto di manutenzione dei Tornado e degli Eurofighter Typhoon. Su quel nastro d'asfalto e su quello spicchio di cielo dove vidi in occasione dell'ultimo open day del '97 i mach 2 del "Cacciatore delle Stelle" prossimamente pare volerà il futuro e controverso caccia "F-35 Lightning II" (Joint Strike Fighter) della Lockeed-Alenia.



La locandina della penultima MAV di Vergiate - VA 1995

Infine è impossibile non citare la mitica (per chi come me ha sempre subito il fascino del volo) MAV di Vergiate: la Manifestazione Aerea di Vergiate che ogni anno sino al 1997 ha portato sulla pista del piccolo aeroporto Siai-Agusta i principali assi del volo, le macchine più moderne (i potenti Chinook, i prototipi dei modelli Agusta A109, A129, i Sea Harrier della Marina, gli F14,F15,F16 e F18 delle principali forze internazioniali, sino agli Boeing di linea che facevano apparire un microbo il nastro d'asfalto di Vergiate), e le pattuglie acrobatiche di tutto il mondo con le Frecce Tricolori un palmo sopra a tutti.



AerMacchi MB339 della PAN

Un'emozione capace di radunare ancora negli ultimi anni più di 200.000 persone ed interrotta solo per l'apertura del vicino scalo di Malpensa 2000; un'emozione che si rinnova diversamente ogni volta che percorrete l'autostrada dei laghi verso Gravellona o Milano e all'altezza del casello di Sesto-Vergiate vi ritroverete l'intera linea volo di Agusta-Westland schierata davanti ai capannoni degli stabilimenti di assemblaggio finale.



Agusta Westland 139

Consideriamo questo post un articolo del tutto introduttivo sull'argomento, tanto ci sarebbe da dire sulla "provincia del volo" e sulla sua storia e spero di riuscire a darne riscontro nei prossimi scritti.
 
Di DL4U (del 04/05/2008 @ 23:29:51, in Passions, linkato 854 volte)
Per tutti i lettori del blog appassionati di fotografia vi voglio suggerire un tema molto particolare ma estremamente suggestivo: gli edifici abbandonati. Insediamenti industriali dismessi, strutture pubbliche chiuse, vecchi ospedali: realtà desolatamente disabitate, spesso pericolanti ma che sopravivvono al tempo e ai cambiamenti ad imperitura testimonianza di un passato che ora non c'è più, di storie di persone e comunità che hanno vissuto, lavorato e sofferto in quei luoghi, in quelle stanze. Non so quanti di voi abbiano provato l'esperienza emotiva di visitare un luogo o un edificio abbandonato: personalmente a me capitò per la prima volta tantissimi anni fa passeggiando tra i capannoni e gli hangar di quello che è stato l'idroscalo Siai-Marchetti a Sant'Anna di Sesto Calende. Un luogo solo apparentemente "morto", ma bastava soffermarsi a riflettere e ad osservare i dettagli e, per uno strano effetto suggestivo, pareva di sentire ancora le voci delle persone che lì lavoravano e i suoni dei motori e delle macchine accese, l'urlo della sirena e lo sbattere delle porte di ferro del bunker antiaereo durante i bombardamenti. Sarà stato il racconto di chi mi accompagnava in quella visita che quei luoghi li aveva vissuti quando erano "vivi" ma in mezzo a quel cumulo di rottami metallici, di edifici diroccati avvolti dai rovi e le robinie c'era un silenzio assordante ed evocaivo della storia e delle emozioni di quel luogo. Sfortunatamente in quei momenti (forse vent'anni fa...) non potevo avere con me una macchina fotografica per fermare in un'immagine, uno scatto la forza di quel momento e di quelle sensazioni. A distanza di anni quei luoghi non esistono più come li ricordo: sono stati parzialmente ripuliti e, con un termine moderno, "riqualificati" in modo approssimativo, ma nonostante questi interventi li abbiano un po' snaturati, mantengono intatta la loro importanza. Ci tornerò con una digitale quest'estate, promesso... Esempi come l'idroscalo di S.Anna sono numerosi e spesso sono sotto i nostri occhi, distratti e veloci, ogni giorno: basta rallentare ogni tanto e rivolgere lo sguardo intorno con un minimo di attenzione. Un po' tutto il nostro territorio (parlo del novarese, del lago, del varesotto e del milanese, ma questo è solamente il mio ambito quotidiano e la riflessione ha valore molto più ampio ) è disseminato di queste tracce del passato, di testimonianze del nostro recente passato e del vissuto delle nostre famiglie, che sono ancora orgogliosamente lì a svettare tra un moderno condominio e un centro commerciale e a ricordarci da dove proveniamo e dove sono le nostre radici.
Girovagando su internet si possono trovare facimente numerose raccolte di foto di luoghi abbandonati (qualcuno di questi lo riconoscerete e direte "Ma io questo posto lo conosco! E' lì vicino a me...", personalmente mi è capitato con la Polveriera di Taino...), a volte basta inserire un siti tipo www.flickr.com il nome di qualche azienda o organizzazione che sapete essere stata attiva nel passato, e vi ritroverete catapultati in un mondo parallelo, lunare ma denso di significati... Ecco alcuni siti:

Per chi è interessato ad una "specializzazione" del tema degli edifici abbandonati, ovvero alla cosidetta "archeologia industriale", segnalo un interessante archivio della regione Lombardia e della fondazione Micheletti dove potrete trovare un vero e proprio schedario organizzato dei siti industriali lombardi; lo potete raggiungere a questo link: http://www.culturadimpresa.org/banca_arch.htm.

Mi piacerebbe cimentarmi in qualche prova fotografica di questo tipo... vedremo...
 
Di DL4U (del 26/04/2008 @ 20:58:40, in Passions, linkato 948 volte)

Alla presenza di pochi intimi e con la complicità di Andrea, mio meccanico di fiducia, stamattina la follia è stata compiuta...una firma e tra 45 giorni (più o meno) potrò allungare le mie mani bramose su di lei ...  buahahahahahaha : - D : - D : - D

Opel Astra GTC - 1.7 CDTi - 125 CV (92kW)

Turbodiesel common rail, 16V, testa in alluminio e monoblocco in ghisa. Coppia max 28,5 kgm (280 Nm) a 2300 giri/minuto. Cambio 6 marce, ABS e ESP Plus. Anniversary pack (cerchi lega da 16", sottoporta e appendici aerodinamiche anteriori e posteriori). Colore: Black Sapphire (black... of course : - D )

Dopo questa estrema sboronata vi propongo il commercial di Opel per promozionare il GTC... per la cronaca questa pubblicità è bannata dagli animalisti un po' ovunque.. non capisco... why????   : - D

 

 
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