Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi... Lucio Battisti (1972)
Dove vai quando poi resti sola il ricordo come sai non consola Quando lei se ne andò per esempio Trasformai la mia casa in tempio E da allora solo oggi non farnetico più a guarirmi chi fu ho paura a dirti che sei tu Ora noi siamo già più vicini Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio arginare il mare anche se non voglio torno già a volare Le distese azzurre e le verdi terre Le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola senza ali tu lo sai non si vola Io quel dì mi trovai per esempio quasi sperso in quel letto così ampio Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei io la morte abbracciai ho paura a dirti che per te mi svegliai Oramai fra di noi solo un passo Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio arginare il mare anche se non voglio torno già a volare Le distese azzurre e le verdi terre le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto
Poteva accadere. Doveva accadere. E’ accaduto prima. Dopo. Più vicino. Più lontano. E’ accaduto non a te.
TI sei salvato perchè eri il primo. Ti sei salvato perchè eri l’ultimo. Perchè da solo. Perchè la gente. Perchè a sinistra. Perchè a destra. Perchè la pioggia. Perchè un’ombra. Perchè splendeva il sole.
Per fortuna là c’era un bosco. Per fortuna non c’erano alberi. Per fortuna una rotaia, un gancio, una trave, un freno, un telaio, una curva, un millimetro, un secondo. Per fortuna sull’acqua galleggiava un rasoio.
In seguito a, poichè, eppure, malgrado. Che sarebbe accaduto se una mano, una gamba, a un passo, a un pelo da una coincidenza.
Dunque ci sei? Dritto dall’attimo ancora socchiuso? La rete aveva solo un buco e tu proprio da lì? Non c’è fine al mio stupore, al mio tacerlo. Ascolta come mi batte forte il tuo cuore
Wislawa Szymborska
Nobel per la letteratura 1996 da “Ogni caso”, (Libri Scheiwiller)
(scritta e cantata da Dolores O' Riordan, pubblicata per la prima volta nell'album The Cranberries - Everybody Else Is Doing It, So Why Can't We? - 1993)
Oh, my life is changing everyday,
In every possible way.
And oh, my dreams, it's never quiet as it seems,
Never quiet as it seems.
I know I've felt like this before
But now I'm feeling it even more,
Because it came from you.
And then I open up and see the person falling here is me,
A different way to be.
Ah, la da ah...La...
I want more impossible to ignore,
Impossible to ignore.
And they'll come true,
impossible not to do,
Impossible not to do.
And now I tell you openly, you have my heart so don't hurt me.
You're what I couldn't find.
A totally amazing mind, so understanding and so kind;
You're everything to me.
Oh, my life,
Is changing every day,
In every possible way.
And oh, my dreams,
It's never quiet as it seems,
'Cause you're a dream to me,
Dream to me.
Ah, da, da da da, da, la...
Oh la mia vita sta cambiando ogni giorno
In ogni modo possibile
E i miei sogni,
non sono mai calmi come sembrano
mai come sembrano
So di essermi sentita così prima
Ma adesso lo sento ancora di più,
Perché è venuto da te.
E allora mi apro e vedo, che la persona che sta cadendo qui sono io,
Un modo diverso di essere.
Ah, la da ah...La...
Voglio di più, impossibile ignorarlo
Impossibile ignorarlo
E si avvereranno,
impossibile che non avvenga
Impossibile che non avvenga
E ora te lo dico apertamente,
hai il mio cuore perciò non ferirmi
Sei ciò che non riuscivo a trovare
Una mente totalmente sorprendente, così comprensiva e gentile
Sei tutto per me
Oh la mia vita
Sta cambiando ogni giorno
In ogni modo possibile
E i miei sogni
Non sono mai calmi come sembrano
Perché tu sei un sogno per me
Un sogno per me
Forse qualcuno di voi avrà notato che, in un recente spot di una nota casa di abbigliamento intimo femminile, c'è una colonna sonora molto particolare: si tratta di una nota canzone da discoteca della fine degli anni '90 ("L'Amour Tojours") rifatta completamente in versione acustica con solo l'ausilio di voce e chitarra. Bhe.. devo dire che già a prima impressione questa rivisitazione in chiave strumentale non mi era affatto dispiaciuta... qundi è bastato poco per una veloce indagine su internet per scoprirne l'autore e un po' di piacevoli retroscena. L'interprete è Sagi Rei (al secolo Sagi Reitan) , musicista e concertista israeliano: dopo diverse con collaborazioni con nomi nomi noti della scena pop e dance italiana, realizza tra il 2005 e il 2007 la raccolta "Emotional Song" (due cd) dove vengono rivisitati in assolo di voce e chitarra (affiancati in alcuni pezzi da pianoforte, archi e percussioni) brani famosi di genere dance, pop, blues, jazz e swing. Il concept innovativo di Emotional Song ha successo tanto da essere pubblicato in più di 15 nazioni ovunque con successo di critica e pubblico. La cosa interessante in questo progetto musicale è la connotazione totalmente differente e coinvolgente che, brani già noti e famosi, assumono quando rivisti in chiave acustica e strumentale: sposando perfettamente voce e strumento in un sound innovativo e interessante che vi consiglio di ascoltare con attenzione (la raccolta è facimente reperibile sui soliti canali). Ecco la tracklist della raccolta (fra parentesi gli interpreti originali):
CD 1
1.Your loving arms (Billie Ray Martin) 2.All around the world (Lisa Stansfield) 3.Freed from desire (Gala) 4.Right in the night (Jam & Spoon) 5.Rhythm is a dancer (Snap) 6.L'amour toujours (Gigi D'Agostino) 7.Show me love (Robin S) 8.Crazy man (Blast) 9.Free (Ultra Natè) 10.Gypsy rhythm (Raul Orellana) 11.What is love (Haddaway) 12.Wrap me up (Alex Party)
CD 2
1.Gipsy Woman (She's Homeless) (Crystal Waters) 2.I Love to Love (Tina Charles) 3.Promised land (Joe Smooth) 4.Missing (Everything But The Girl) 5.Crying at the Discoteque (Alcazar) 6.Don't Stop Movin' (Livin Joy) 7.Starlight (Supermen Lovers) 8.Sing it Back (Moloko) 9.You Spin Me Round (Like a Record) (Dead Or Alive) 10.Can't Take My Eyes Off of You (Boys Town Gang) 11.Lady (Modjo) 12.All That She Wants (Ace Of Base) 13.Sweet Dreams (La Bouche) 14.Two Can Play That Game (Bobby Brown) 15.Historias de amor (OBK) bonus track 16.(Out here) On my own (Nikka Costa) bonus track
Per chi avesse qualche dubbio circa le capacità musicali di assoluto livello del simpatico complessino, vi suggerisco di procurarvi il vhs (o opportuna conversione divx sui circuiti del p2p) del video dei concerti tenuti dagli EelST in quel di Lugano nell'ormai lontano 2001... un live di 70' comunemente noto come "The Lugano Tapes" ripresi live durante i concerti del 24-25 aprile di quell'anno e poi trasmessi sulla RTSI (Radio Televisione della Svizzera Italiana - SIGH! ) . Di seguito una vera perla di rock-progressivo nell'interpretazione del brano "Out in the daylight" di Mike Rutherford (storico chiatarrista dei Genesis, brano tratto dall'album solista "Smallcreep's day" del 1980)... per i lettori da Facebook cercate come sempre il video in bacheca.
Scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 (nella stessa settimana di Piccolo uomo), e lasciata "nel cassetto" per ben diciassette anni, "Almeno tu nell'universo" fu ripresa solo nel 1989, quando venne incisa da Mia Martini, che con questa canzone partecipò al Festival di Sanremo di quell'anno. Col pretesto di una lettera d'amore, Lauzi mette a fuoco alcuni aspetti negativi della società contemporanea: principalmente l'incoerenza della gente, intesa come amorfa e indistinta massa di persone, ma anche la sua ipocrisia, il fatto di seguire «ciecamente» le mode, dalle quali si lascia «scioccamente» influenzare e comandare, e la mancanza di una scelta decisa tra amore o odio, e per questo non credibile e affidabile. Il soggetto parlante della canzone afferma che il destinatario è l'unica persona «nell'universo» ad essere diversa dalla gente (cioè migliore, ma proprio nel senso che peggio di così non può essere). La canzone diviene così una rassegnata e sconsolata osservazione della realtà... che molti intorno a noi dovrebbero ascoltare attentamente: forse (e sottolineo il forse, dato che la roccia è troppo spesso dura da scalfire) imparerebbero qualcosa. A voi la voce struggente della grande Mimì (video originale della partecipazione a Sanremo '89... se leggete da facebook cercate il video in bacheca).
La storia della musica spesso ci racconta vicende singolari ed interessanti di personalità eclettiche e di grande suggestione. Questa che vi racconterò è la storia di un uomo che ha da sempre vissuto due identità parallele, quasi due vite distinte, passando da un ruolo all'altro con grande spontaneità e immensa professionalità. E' la carriera di Brian Harold May, dottore in astrofisica, cancelliere onorario della Liverpool John Moore University e universalmente riconosciuto come leggenda del rock in qualità di chitarrista dei Queen. May nasce nel 1947 in un sobborgo di Londra, da una famiglia modesta ma molto solida, e inizia sin dai primi anni a coltivare la passione innnata per la musica: a cinque anni inizia a suonare il piano, ma ben presto passa alla chitarra elettrica. Non avendo la disponibilità economica per acquistare una costosa Fender Stratocaster, nel 1963, Brian con l'aiuto del padre inizia la costruirsi in proprio una chitarra sfruttando alcuni pezzi di legno di un vecchio caminetto. Nasce la "Red Special" (o "The Red Fireplace" - il caminetto rosso) lo strumento dall'infondibile colore rosso e dalla timbrica cupa e profonda (ineguagliata da ogni altra chitarra) che accompagnerà Brian May per tutta la sua carriera di musicista, sino a giorni d'oggi.
Foto: Brain May con la sua "Red Special" nel 2005
Parallelamente a questi primi passi nel mondo della musica, Brian porta a termine il proprio ciclo di studi conseguendo la laurea in Fisica ed Astronomia all'Imperial College di Londra. Inizia l'attività di insegnamento per finanziarsi il dottorato di ricerca, che abbandonerà quattro anni dopo, a pochi passi dal termine: la musica ha già occupato un ruolo importante nella vita di Brian e lascia poco tempo libero agli studi. Nel 1964 con un compagno di studi, Tim Staffell, fonda il gruppo degli Smile, dove nel ruolo di batterista suona già un giovane Roger Taylor. E' Staffell a presentare a May, Freddie Mercury: a seguito di dissidi che porteranno allo scioglimento degli Smile, nel 1971 May, Taylor e Mercury fondano un nuovo gruppo denominato Queen. Dopo poco tempo al nucleo iniziale si unirà il bassista John Deacon. Da lì a poco inizierà l'ascesa e l'epopea di uno dei gruppi che contribuiranno alla storia del rock moderno: nell'arco di un ventennio i Queen, sotto la guida dell'istrionico Mercury, incideranno brani leggendari scalando le classifica di tutto il mondo. La forza travolgente ed inarrestabile del gruppo si interromperà improvvisamente nel 1991 con al morte per AIDS di Freddy Mercury: la scomparsa del leader carismatico lascerà spiazzati i restanti membri de gruppo: Deacon si ritirerà delle scene , i restanti (May su tutti) continuano con lavori da solista o con collaborazioni con altre formazioni. Negli anni successivi May incide due ottimi album solisti (Back to the Light del 1992 e Another World del 1998) e collabora con nomi celebri della scena rock internazionale Black Sabbath, Holly Johnson, Guns N' Roses, Foo Fighters, Peter Gabriel. Nel 2005 Brian May, Roger Taylor assieme a Paul Rodgers riportano in auge il nome dei Queen con una serie di tour europei (l'ultimo nel 2008): tutte le date saranno "sold out" e nei concerti ripropongono le melodie inconfondibili e i pezzi storici del gruppo non dimenticando mai un forte ricordo dell'amico Freddie. Nel 2006, durante il giubileo della regina, May suona in assolo l'inno inglese dal tetto di Buckingham Palace. Il 23 agosto 2007 May, dopo aver ripreso gli studi, consegue 30 anni dopo il dottorato di ricerca (PhD) e nel novembre dello stesso anno viene nominato cancelliere onorario della Liverpool John Moores University, succedendo a Cherie Blair, moglie di Tony Blair. In un articolo per la La Stampa del 2007, Pierangelo Sapegno, fotografò in modo mirabile la parsonalità di May con le seguenti parole: "Dalla vita si può anche andare e venire, e Brian non è il primo che l’ha capito da quando esiste il mondo. Ma il suo è un percorso diverso. Prima era un grande musicista. Adesso l’hanno appena nominato rettore dell’Università John Moore di Liverpool. Ha detto: «Sono fiero di questo. Spero di esserne degno». Ma dai Queen a una cattedra, dal rock alla scienza, la vita di Brian May in fondo è sempre stata la stessa." . E' l'assoluta purezza di un uomo, un musicista leggendario che, appena nominato rettore dell’Università John Moore di Liverpool, disse: «Sono fiero di questo. Spero di esserne degno». Dai Queen ad una cattedra, dal rock alla scienza, la vita di Brian May in fondo è sempre stata la stessa.
Di seguito vi propongo il video storico del brano "Love of my life" (1975) suonato da May con l'amico Freddie, tratto dallo storico concerto dei Queen a Houston nel 1977... con una dedica particolare per chi mi ha dato modo di ricordare, durante questa settimana, questa meravigliosa canzone..
Scritta da Bob Marley nel 1980 ed inserita come singolo nell'album "Uprising", "Redemption song" è una delle canzoni più note e soggette a cover del cantante giamaicano. A differenza del resto della sua produzione, tipicamente reggae, questo è un testo folk, sentito e religioso che risente della malattia che strappò Marley alla vita un anno più tardi.Il testo recita in una sua strofa:
« Emancipate yourselves from mental slavery, no one but ourselves can free our minds... »
e parla di libertà, di emancipazione dai nostri vincoli mentali e sociali, di sogni di un'intera generazione; un cantante, la sua voce e la sua chitarra le uniche armi per realizzare questo obiettivo. "Redemption song " è stata reintepretata da molti artisti: Elisa, Alicia Keys, Stevie Wonder, Rihanna,U2, Joe Strummer e Johnny Cash, Sinéad O'Connor, Bob Geldof, Outlandish, Pearl Jam, Ben Harper sino a il figlio di Marley Ziggy. Molte di queste cover (vedi quella dei Pearl Jam) hanno contribuito a sdoganarla dai clichè che avvolgono l'immagine di Marley e diffonderla ad una platea di pubblico universale; in Italia la voce e lo stile unici di Elisa. Vi propongo i video dell'originale di Marley e il live di Elisa al concerto del 1° maggio del 2002 (se vedete il post da facebook, cliccate sul link "mostra post originale" o spulciate nella bacheca): non voglio mettere a confronto le versioni, sarebbe inopportuno, ma esaltarne la differente suggestione che suscitano. Di seguito il testo originale del brano:
Redemption Song
Old pirates, yes, they rob I; Sold I to the merchant ships, Minutes after they took I From the bottomless pit. But my hand was made strong By the 'and of the Almighty. We forward in this generation Triumphantly. Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our minds. Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them can stop the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Ooh! Some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book.
Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our mind. Wo! Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them-a can-a stop-a the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Yes, some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book. Won't you help to sing Dese songs of freedom? - 'Cause all I ever had: Redemption songs - All I ever had: Redemption songs: These songs of freedom, Songs of freedom.
"Solo la morte m'ha portato in collina un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria per bivacchi di fuochi che dicono fatui che non lasciano cenere, non sciolgon la brina. Solo la morte m'ha portato in collina.
Da chimico un giorno avevo il potere di sposare gli elementi e di farli reagire, ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l'amore. Affidando ad un gioco la gioia e il dolore.
Guardate il sorriso guardate il colore come giocan sul viso di chi cerca l'amore: ma lo stesso sorriso lo stesso colore dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore.
È strano andarsene senza soffrire, senza un voto di donna da dover ricordare. Ma è fosse diverso il vostro morire vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile. Cosa c'è di diverso nel vostro morire.
Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano.
Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare guardate l'ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare. Soltanto la legge che io riesco a capire.
Fui chimico e, no, non mi volli sposare. Non sapevo con chi e chi avrei generato: Son morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore." _______________________________________
Fabrizio De Andrè "Un Chimico" Non al denaro, non all'amore nè al cielo (1971)
Il nuovo singolo dei ColdPlay intitolato "Life in Technicolor II" (che anticipa l'uscita del nuovo album "Prospekt's March" previsto per i primi mesi 2009. E' la versione completa del breve brano strumentale omonimo contenuto nel precedente lavoro "Viva la Vida or Death". Un ritmo allegro di chitarra e synth unito alla voce di Chris Martin.... e un video tutto da vedere sino alla fine!