Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Brescia, 28 maggio 1974 - 25 novembre 2008. Trentaquattro anni, tre inchieste, dieci pronunciamenti, otto morti e 108 feriti, nessun colpevole. Questi sono i numeri di uno dei tanti misteri italiani, di una di quelle storie nere e apparentemente senza fine che caratterizzano la storia recente del nostro paese. Questi sono i numeri della strage causata da una bomba nascosta in un cestino porta rifiuti ed esplosa in Piazza della Loggia, a Brescia, durante una manifestazione sindacale. Un delitto sporco e infame come tutte quelle stragi che, in quel periodo, colpirono innocenti e persone inermi e normali in nome di ideali politici distorti (qualunque questi fossero, senza fare distintizioni tra destra o sinistra). Per Piazza della Loggia da anni si è certi della matrice nera e delle responsabilità attribuibili al gruppo veneto eversivo di Ordine Nuovo; con tutta probabilità sono certi pure i nomi di chi materialmente ha compiuto quell'orrendo eccidio: ma sino ad oggi tutti gli imputati sono sempre stati assolti e agli occhi e al cuore delle famiglie delle vittime e dell'Italia intera quel delitto risulta ancora tragicamente impunito. Una delle tante, troppe, ferite ancora aperte del periodo buio dello stragismo politico ed eversivo degli anni di piombo. Oggi, martedì 25 novembre, la riapertura del processo dopo una terza lunga inchiesta: chiamati alla sbarra con l'accusa di concorso in strage i componenti di Ordine Nuovo Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi (residente in Giappone ormai da molti anni), Pino Rauti, l'ex generale dei carabinieri Francesco Delfino che coordinò le indagini della prima inchiesta, Maurizio Tramonte, uomo legato ai servizi segreti, e Giovanni Maifredi, operaio bresciano negli anni '70 e confidente dei carabinieri. Nessuno degli imputati si è presentato in aula. Tra le parti civili, oltre alle associazioni delle vittime, anche i sindacati confederali Cgil Cisl e Uil, che il 28 maggio 1974 in piazza avevano organizzato in Piazza della Loggia una manifestazione antifascista, e le amministrazioni comunale e provinciale. Respinte tutte le eccezioni, il processo è iniziato. Chissà se mai avrà una fine e ci sarà finalmente giustizia per quegli innocenti.
Una foto scattata dopo lo scoppio, a Brescia quel 28 maggio. Tra le persone ritratte forse un sospettato (Maurizio Tramonte)
Di DL4U (del 25/11/2008 @ 00:14:46, in Letture, linkato 893 volte)
Ieri sera ho iniziato la lettura del libro-inchiesta "Gomorra" di Roberto Saviano, un coraggioso spaccato etico-civile che racconta la realtà della camorra, dei suoi capi e delle sue dinamiche. Inquietante, sin dalle prime pagine, e il senso di inquietudine diviene ancor di più pressante se si pensa che tutto ciò che si legge è drammaticamente vero.
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Roberto Saviano
Gomorra
"Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra"
Mondadori, Collana "Strade Blu", 2006
Questa è la storia dolorosa e complessa di una piccola, grande donna dalla voce ruggente come quella di un leone ma dall'anima fragile come quella di una bambina. E' la vicenda di un talento puro dallo spirito libero che ha vissuto lottando contro tutti e contro tutto per inseguire un sogno ed un'ispirazione e di un mondo cinico ed ignorante che quel talento ha voluto rinnegare e cacciare in un angolo. E' il 20 di settembre del 1947 quando in un piccolo paese della provincia calabrese nasce Domenica, seconda di quattro figlie di una classica famiglia medio borghese. I genitori di Domenica sono due stimati e compassati insegnanti di scuola: il papà è professore di latino e greco in un liceo, la madre una maestra elementare. Sin dai primi anni è possibile intuire che la strada della regazza non sarà quella di seguire le orme dei genitori, ha troppa voglia di emergere dal contesto rigido e grigio dove è nata, ha una propensione innata per il canto e musica che esprime in ogni modo e appena può, anche a costo di infrangere gli strigenti dettami del padre. A 15 anni Domenica convince la madre ad accompagnarla a Milano alla ricerca di una scrittura da parte di una casa discografica, il primo passo verso la realizzazione di un grande sogno. Sono i primi anni sessanta quando, ottenuto un contratto per la realizzazione di alcune produzioni discografiche, la ragazza venuta dalla Calabria incide i primi dischi ed ottiene alcune apparizioni televisive in programmi nazionali. Ma l'immagine pubblica voluta dal produttore Carlo Alberto Rossi non convince Domenica: lei non è nata per essere una semplice ragazza leggera dedita alle semplice canzonette, il suo sogno è rincorrere i suoi miti su tutti le grandi voci femminili internazionali come Aretha Franklin. Alla ricerca della propria strada abbandona Milano per Roma, dove assieme all'amico Renato e alla sorella ultimogenita Loredana, forma un gruppo atipico che vive di espedienti e partecipa a spettacoli di ogni genere. In questi anni, la vita un po'sbandata e all'avventura, la porta a vivere anche per quattro mesi l'esperienza del carcere. Uno spinello e la legge del tempo meno permissiva dell'attuale condannano Domenica ad una detenzione che ne segnerà la vita personale e professionale segnandone una prima brusca battuta d'arresto. Ma da quel periodo buio la nostra piccola donna si risolleva ben presto: gli anni settanta, un nuovo nome d'arte e l'incontro con nuovi produttori e compositori ne risollevano le sorti della carriera. Sono gli anni dei successi e delle collaborazioni con il mondo della musica che conta: il genere cambia miscelando suoni blues, rock e pop il look si fa eclettico, eccentrico, quasi zingaresco. I testi delle canzoni si fanno impegnati, sofferti, molto personali e trattano temi spesso duri ed innovativi come il duro rapporto generazionale tra padre e figlia. L'ombra severa del padre-professore, che mai aveva accettato la scelta della figlia sgangherata di diventare cantante, si riflette nelle canzoni di Domenica. Nel '72 l'incontro con Bruno Lauzi, l'ultimo esponente della scuola genovese che fu anche di Tenco e De Andrè, che le dona il primo dei suoi grandi successi. Il piccolo uomo le donerà, qualche anno più tardi, un nuovo capolavoro scritto negli stessi anni e che segnerà la l'ultima apparizione di Domenica. Arriva il periodo del successo vero, del consenso di pubblico, dei premi della critica e delle grandi collaborazioni in ambito italiano e internazionale. Sono gli anni di Minuetto. Dopo aver calcato i palcoscenici d'Europa ed affrontato persino il pubblico dell'Olimpia di Parigi, Domenica incontra l'amore della vita: come tutte le passioni vere e travolgenti il rapporto con il collega Ivano Fossati sarà un ciclone nella vita della ragazza di Calabria che ne sconvolgerà completamente l'esistenza, per sempre anche quando questo sfumerà per sempre. Al culmine del successo e nel pieno di un periodo di felicità, qualcosa comincia ad incrinarsi: si comincia con un'operazione alle corde vocali nei primi anni '80 che ne modifica il timbro della voce, divenuta quindi più roca e graffiante quindi l'invidia e l'ignoranza di colleghi ed addetti al lavoro del mondo della musica fanno il resto. Domenica, secondo una falsa, meschina ed infame opinione comune, porta sfortuna; meglio non farla lavorare, meglio relegare il talento ingombrante di Domenica in un angolo: da quell'angolo buio la piccola donna non avrà più la forza di uscire completamente. Tutte le porte si chiudono, gli amici di una volta le voltano le spalle e non resta che il ritiro dalle scene. Negli anni del silenzio, Domenica ritroverà le sue origini e la propria identità ricostruendo anche un difficoltoso rapporto col padre. Siamo nel 1989, sulla spinta di discografici amici e di un pubblico che non l'ha mai dimenticata, ritorna alle scene con un nuovo gioiello scritto dall'amico Lauzi. E' un ritorno forte ed passionale, ruggito e commovente: un nuovo trionfo assoluto di fan e di critica. Passano ancora alcuni anni, si riallacciano nel frattempo collaborazioni e progetti, nuove produzioni riaffermano l'immagine della cantante. Ma il destino non è mai stato amico di Domenica: da mesi un brutto fibroma all'utero ne minaccia la salute. Un giorno di maggio il corpo di Domenica viene ritrovato in un modesto appartamento di Cardano al Campo, nei pressi di Varese, dove la cantante si era traferita da qualche tempo per essere più vicina al padre. L'autopsia parlerà di arresto cardiaco per overdose di cocaina e farmaci. Questa che vi ho raccontato era la storia vera di una piccola, grande donna dalla voce di un leone ma dall'anima fragile di una bambina, la storia di un sogno infranto dall'invidia, dal pregiudizio e dalla meschinità di un mondo piccolo. Questa è la parabola umana, dolorosa e complicata, di Domenica Bertè in arte Mia Martini, un angelo sgangherato che gli uomini hanno relegato in un angolo, ed ancor oggi una delle interpreti più intense e passionali della musica italiana. Ciao Mimì...
Mimì sarà (cantata da M. Martini, testo di F. De Gregori, da raccolta omonima del 1994)
Sarà che tutta la vita è una strada con molti tornanti, e che i cani ci girano intorno con le bocche fumanti, che se provano noia o tristezza o dolore o amore non so. Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi, e tu ti affacci da dietro quei vetri che sono i tuoi occhi, e non vedi più niente, e più niente ti vede e più niente ti tocca. Sarà che io col mio ago ci attacco la sera alla notte, e nella vita ne ho viste e ne ho prese e ne ho date di botte, che nemmeno mi fanno più male e nemmeno mi bruciano più. Dentro al mio cuore di muro e metallo dentro la mia cassaforte, dentro la mia collezione di amori con le gambe corte, ed ognuno c'ha un numero e sopra ognuno una croce, ma va bene lo stesso, va bene così. Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì. Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri, c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù. Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri, per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà. Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va, come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va. Sarà che tutta la vita è una strada e la vedi tornare, come la lacrime tornano agli occhi e ti fanno più male, e nessuno ti vede, e nessuno ti vuole per quello che sei. Sarà che i cani stanotte alla porta li sento abbaiare, sarà che sopra al tuo cuore c'è scritto "Vietato passare", il tuo amore è un segreto, il tuo cuore è un divieto, personale al completo, e va bene così. Chiamatemi Mimì, chiamatemi Mimì. Per i miei occhi neri e i capelli e i miei neri pensieri, c'è Mimì che cammina sul ponte per mano alla figlia e che guardano giù. Per la vita che ho avuto e la vita che ho dato, per i miei occhiali neri, per spiegare alla figlia che domani va meglio, che vedrai, cambierà. Come passa quest'acqua di fiume che sembra che è ferma, ma hai voglia se va, come Mimì che cammina per mano alla figlia, chissà dove va.
Di DL4U (del 19/11/2008 @ 00:01:48, in Cinema, linkato 1812 volte)
A distanza di un anno circa dal post in cui recensivo il film del 2005, torno in su "Romanzo Criminale" in concomitanza con la messa in onda della serie omonima sui canali di Sky (Cinema 1 e Cinema HD). Come ben sapete questa storia mi ha appassionato molto sin dalla lettura del libro originale di Giancarlo De Cataldo e poi l'interesse si fortemente consolidato dopo la visione dell'ottima trasposizione cinematografica di Michele Placido. Avendo appreso dell'uscita di questa nuova serie non potevo mancare all'appuntamento: non avendo abbonamenti a Sky ho recuperato e visionato le prime due puntate sui canali del p2p e la terza è in fase di completamento. Non ritorno ad approfondire i temi della storia (vi rimando al post di un anno fa), ricordo soltanto che "Romanzo Criminale" è la cronistoria delle vicende della Banda della Magliana, un gruppo di delinquenti realmente esistito, che mise a ferro e a fuoco Roma negli anni '70-'80 intrecciando le propri interessi (fatti di violenza e spaccio di droga) con i principali fatti di cronaca avvenuti in quegli anni (su tutti il sequestro Moro) entrando spesso in contatto con frange deviate dei servizi segreti e degli apparati dello stato. La nuova serie si caratterizza per un cast di attori giovani e non ancora noti al pubblico, nessuno degli protagonisti del film originale è stato ripreso, e per uno svolgimento che si dipana sulla lunghezza di 12 puntate da circa 50 minuti ciascuna. La visione delle prime due puntate mi ha piacevolmente stupito per una sceneggiatura estremamente curata, un'attenzione quasi maniacale per i particolari nella realizzazione delle ambientazioni (ancor più apprezzabile tenendo conto delle numerose scene in esterna in presa diretta nei quartieri di Roma) e infine, ma non meno importante, per la recitazione molto attenta e realistica del gruppo degli attori. Quest'ultimo aspetto, sopratutto, è da sottolineare poichè non era semplice far di nuovo apprezzare al pubblico i personaggi della storia incarnandoli in attori sconosciuti, senza fare il verso a Favino, Rossi Steward, Accorsi e Jasmine Trinca del film originale. Sulla sceneggiatura comunque i produttori sono andati sul sicuro ingaggiando anche per la serie De Cataldo e Placido, che assieme ad altri nomi hanno quindi plasmato la serie sulle pagine originali del libro. Riuscendo forse a far di meglio: potendo giocare su una maggior disponibilità di tempo per il racconto (12 puntate contro le due ore del film) i lettore del romanzo originale può ritrovare quelle pagine e qui dettagli della storia che, per ovvie ragioni di durata, nella versione cinematografica erano state tagliate e quelle digressioni sul contesto ambientale e sociale in cui le vicende della Banda della Magliana realmente si inserirono: il fermento politico, gli tra scontri gruppi studenteschi e forze dell'ordine e quant'altro caratterizzò quel periodo degli settanta-ottanta. A far da giusto accompagnamento alle immagini anche nella serie troviamo una buona colonna sonora con brani cult di quegli anni. Nonostante la visione sia solo all'inizio, ritengo che questa serie possa ritenersi una delle migliori produzioni degli ultimi tempi, lontana dai canoni standard della fiction all'italiana, e in sintesi un progetto riuscito, innovativo ed originale.
A voi il video (tratto da Telenova, peccato per le voci che si sovrappongono al rombo dell'Impreza e della Focus) della sfida finale tra Piero Longhi e Vale al Master Show al Rally di Monza di domenica scorsa. Quest'anno purtroppo non c'ero... ma gustatevi lo spettacolo di Rossi e la perfezione del campione borgomanerese: daje gas Pierino!!
P.S. chi vede il post da Facebook clicchi sul link "Mostra post originale" per vedere il video.
Sono passati ormai alcuni anni da quando, con grande clamore mediatico, l'allora ministro delle telecomunicazioni Maurizio Gasparri (ormai divenuto celeberrimo per aver redatto, ma mai letto, una legge che porta il suo nome) annunciò l'arrivo in Italia della televisione digitale terrestre - DTT. L'evento pareva rappresentare una sorta di rivoluzione tant'è che Gasparri non perdeva l'occasione per sottolineare l'importanza del salto al "digggittale" (citando la memorabile parodia del ministro fatta da Neri Marcorè) che avrebbe da lì a poco portato ad una notevole varietà di nuovi canali e programmi in alternativa alle tradizionali tv analogiche. Cosa poi sarebbe stato trasmesso sulla nuova piattaforma non era del tutto chiaro, ma con notevole solerzia partirono incentivi statali per l'acquisto dei decoder da collegare alle tv col chiaro fine di dotare anche l'italiano medio di tutto il necessario per entrare nella nuova frontiera della televisione. L'euforia del momento fece soprassedere al fatto che tra i principali produttori/distributori italiani dei set-top per la ricezione del DTT fosse il fratello dell'allora ed attuale Presidente del Consiglio (mondo piccolo!) e che di fatto ancora il segnale digitale terrestre fosse praticamente inesistente su tutto il territorio nazionale. Da quei mesi, eravamo nel 2005, poi la questione è passata nel dimenticatoio. Le uniche testimonianze dell'esistenza del digitale terrestre è stata la nascita di due nuove paytv (Mediaset Premium e La7 CartaPiù) che ben presto si sono scontrate-accordate con l'operatore satellitare Sky per i diritti del calcio in diretta e il progressivo svuotamento di contenuti e qualià della cosidetta televisione generalista tradizionale. In mezzo ad una selva di Grandi Fardelli, Isole dei Fetusi e Amici di Mario de Filippi, è passata in sordina anche una scadenza imposta dal decreto legge con cui il DTT veniva di fatto regolarizzato in Italia: nel testo del dispositivo, infatti, veniva indicata la data del 31/12/2006 come termine per lo "switch-off" del servizio, ovvero il momento in cui si sarebbero spenti i ripetitori del segnale analogico e attivate tutte le trasmittenti digitali necessarie a coprire tutta la penisola. Ovviamente per tale data sarebbe stato necessario l'adeguamento degli apparecchi e degli impianti in tutte le case italiane. Diciamo che Gasparri era stato un po' troppo ottimista, tant'è quella scadenza per decreto venne subito posticipata ad un più generico "entro la fine del 2008". Bene, detto questo e stante il fatto che ormai mancano un mese e pochi giorni alla fine dell'anno, come siamo messi? Ultimi come sempre. Con un ritardo sulla media europea di 4-5 anni (Germania, Svizzera tanto per fare due nomi a caso sono partiti già nel 2003) solo nell'autunno di quest'anno si è mosso qualcosa, ma nel più totale silenzio. Sicuramente mi saranno sfuggite edizioni straordinarie dei tg in merito, ma soltanto spulciando per caso le news di Google ho scoperto che in Sardegna dal 31/10 sono stati spenti i ripetitori tradizionali e sono partite le prime trasmissioni unicamente digitali. Nessuna informazione, nessuno spot l'ha annunciato, nessuna indicazione è stata data circa il calendario dello "switch-off" su scala nazionale. Ricordo ancora adesso il martellamento di messaggi e sovraimpressioni quando la mitica TSI svizzera cominciò il trasloco: da noi nulla. Bah... poichè comunque il passaggio può non essere del tutto indolore per le nostre tasche, specie se si ha un impianto vecchio, sarebbe bene dare più informazione all'utente finale. Solo in caso di antenne nuove l'installazione è trasparente, nelle case vecchie può essere richiesta una revisione dell'orientamento dell'antenna, il cambio dei miscelatori e degli amplificatori sotto il tetto e delle discese dei cavi in casa: su un impianto vecchio e logoro basta poco perchè il segnale digitale venga disturbato o annullato. Nei casi peggiori si arriva alla sostituzione della vecchia antenna con i relativi costi. Siccome forse finalmente anche noi italiani ci siamo decisi a traslocare davvero prepariamoci consultando il calendario nazionale previsto per lo switch (il territorio è stato diviso in aree) che riporto sotto. Qui invece possiamo trovare i testi dei decreti ministeriali connessi. Ah... dimenticavo: in questa vicenda abbiamo dato il meglio di noi stessi ritardando contemporaneamente due tecnologie: il DTT e il Wi-Max (internet senza fili). Infatti le attuali radiofrequenze UHF usate dalla tv analogica (un intervallo intorno ai 3 GHz) devono essere al più presto liberate per far spazio ed evitare interferenze col futuro Wi-Max che funziona sui 3,5 Ghz... (per la cronaca l' Hyperlan di Eolo lavora sul campo di frequenze deregolamentate dei 5 Ghz )
CALENDARIO DELLO SWITCH OFF DTT IN ITALIA
Solo un veloce post di prologo sul viaggio di lavoro che mi vede impegnato in questi giorni a Venezia... per adesso sono stati due giorni abbastanza frenetici in vista dell'organizzazione delle due giornate di congresso (giovedi-venerdi), ma alla fine divertenti e comunque molto "alternative" rispetto alla solita routine (e ci voleva!), Un grazie a tutto lo staff ed in particolare a Dany e Eli che in questi giorni stanno facendo i salti mortali per assecondare le paturnie degli 86 medici e professori convenuti qui da un po' tutto il mondo. E ieri in giro in motoscafo per Venezia per i sopraluoghi al palazzo della provincia e nel locale vicino a piazza S.Marco... questo è solo il prologo scritto di corsa nel background durante la prima giornata mentre assisto e gestisco alle fasi tecniche di registrazione audio/video (seguirà post tecnico apposito ).. stay tuned!
Parliamo di WEB 2.0, un concetto non ancora ben definibile in tutti i suoi aspetti, ma che di sicuro sta rivoluzionando il nostro uso e il nostro approccio ad Internet e ai suoi contenuti. Vi ricordate com'era il www solo qualche anno fa? Sostanzialmente si trattava di uno strumento "passivo" dove l'utente accedeva ad informazioni e servizi pubblicati da terzi senza possibilità di interazione diretta. I contenuti, comprese le pagine dei siti personali, venivano prodotti da un solo soggetto qualificato (dotato di appositi programmi di editing e una minima infarinatura di linguaggi di markup) e quindi pubblicati sulla rete senza ulteriore possibilità di cambiamento "on line". L'unica interazione, o per meglio dire "dinamicità" , era concessa ai siti interconnessi a database e in ultima analisi su sistemi di messaggistica organizzata a thread e a "botta e risposta" come i forum. In ogni caso la partecipazione degli utenti della rete ai contenuti era essenzialmente limitata e poco accessibile e poco usabile da parte del fruitore "medio" di Internet. Questo approccio è stato progressivamente abbandonato per rivoluzionarsi in quello che Tim O'Reilly nel suo articolo del 2005 "What is web 2.0" definisce per l'appunto Web 2.0: ovvero la nuova evoluzione della rete. In questa nuova visione il Web è una piattaforma dove l'utente può controllare in libertà i propri dati e le proprie informazioni e partecipare, in uno spirito di totale collaborazione, ai contenuti di altre persone. L'esperienza di navigazione si fa più ricca, il contenuto non è più congelato allo stato in cui viene pubblicato, ma viene integrato, smentito, "partecipato" da tutti i sui fruitori: il paradigma di questo concetto sono la progressiva sostituzione dei siti personali classici con i blog dove l'utente (o gli utenti) producono direttamente "on line" l'informazione rendendola immediatamente disponibile ed accessibile alla lettura, al commento, alla revisione e alla modifica agli altri partecipanti del web. Due altri punti fondanti del Web 2.0 sono apparentemente antitetici: l'aggregazione dei contenuti e la decentralizzazione dei dati. Pensiamo alla svolta apportata dai sistemi di indicizzazione e aggregazione RSS grazie ai quali l'informazione è catalogata, organizzata, ridiffusa e promossa attraverso canali differenti (mailing, telefonia,..) nel medesimo istante in cui essa è resa disponibile alla pubblica lettura. L'aggregazione dei contenuti mediante il meccanismo del "tag" (la singola informazione viene "taggata", identificata e organizzata) consente una loro rapida ricerca e sopratutto una loro veloce messa in relazione; informazioni apparentemente diverse o comunque difficilmente relazionabili tra loro sono interconnesse e catalogate per un più rapido e flessibile accesso. Il dato in questo contesto è invece "sparso", decentralizzato su siti differenti, spesso residente direttamente sul sistema dell'utente che l'ha prodotto: dove esso risieda poco importa, alla fine il meccanismo dell'aggregazione provvede alla sua ricerca e messa a disposizione. La stessa definizione di "link" in quest'ottica è stravolta e rivoluzionata. Il nuovo paradigma, senza che troppo ce ne accorgessimo, ha preso piede anche in una delle pratiche storicamente più diffuse sulla rete, il peer to peer; da sistemi accentrati, dove il materiale risiedeva su pochi siti o server di smistamento, si è passati a sistemi dove i files sono direttamente prelevati, in modo contemporaneo e parallelo, dai computer di chi li rende disponibili. Chiari esempi di questa pratica sono i torrent e le reti kad utilizzate da Emule. In tutto questo la rete è la piattaforma, il supporto ad una nuova generazione di sistemi e servizi web in costante evoluzione, scalabili e capaci di fornire un'esperienza di navigazione ed usalibilità più ricca all'utente finale, che diventa partecipe e creatore dei contenuti nonchè spesso collaboratore nell'evoluzione delle funzionalità degli stessi. Nasce così il concetto della "perpetual beta" delle applicazioni: pensiamo ad esempio a Facebook dove gli utenti possono proporre applicazioni per accrescere le funzioni dell'interfaccia di base o a Sourceforge dove il software è reso disponibile in modalità opensource per l'uso finale o la sua revisione. Le stesse software house hanno dovuto cambiare prospettiva puntando a queste nuove frontiere, scardinando lo schema classico di "programma" come software installato e residente su un pc, per svoltare verso soluzioni multi piattaforma (computer, palmare, cellulare,..) e tipicamente orientate alla rete: chi non l'ha fatto, rimanendo legato all'approccio "old style" derivato dall'esperienza degli anni '80-'90, o si è reso conto tardi della rivoluzione in atto (vedi Microsoft che pensava di poter vivere tranquilla per anni con i suoi tradizionali sistemi operativi) sta correndo ai ripari di gran carriera. Il nuovo mercato, passata la bolla speculativa ed euforica della new economy, sta in questo nuovo sentiero. In tutto questo ciascuno di noi sperimenta quotidianamente l'esperiennza del Web 2.0, tramite il proprio blog personale, pubblicando video o foto su YouTube o Flickr, aderendo ad iniziative di network sociale come Facebook o Linkedin o semplicemente chattando con Skype o MSN. La rivoluzione è partita già da tempo e ne siamo, in modo consapevole o no, sempre più coinvolti: non resta che parteciparvi da attori protagonisti e vedere quali esiti essa porterà.
Sopra: la mappa del Web 2.0, ancora in "progress"
Devo ammettere che il c@zzeggio organizzato propostomi dopo l'iscrizione a Facebook stà un po' minando la frequenza degli aggiornamenti del blog... vabbè ... comunque torniamo sui nostri passi e in questo post vi vogllio proporre una simpatica circostanza avvenuta nello scorso fine settimana: per la lavoro mi sono trovato a casa cinque (e dico ben 5!) Eeepc 900A nuovi fiammanti da reinstallare eliminando l'installazione di Xandros originale e rimpiazzandola con XP professional. Le cinque macchine sono dotate del nuovo processore Intel Atom, prodotto dalla casa statunitense per la nuova generazione dei subnotebook. Diciamo subito che non ho apprezzato una sostanziale differenza rispetto al mio modello dotato ancora della cpu Celeron: l'unica novità è la visione dei due "core" sul task manager di Windows, per il resto (tenendo conto dell'uso limitato a Office, posta e navigazione) si tratta come sempre di macchine ultraportatili per l'uso intermedio tra un normale notebook e un palmare. Ram da un GB, disco allo stato solido da 8 GB, schermi e tastiere tipiche degli Eeepc già conosciuti. Esteticamente gli "Atom" si differenziano solo per l'abbandono del marchio Asus sul frontale, sostituito dal logo specifico Eeepc: una evidente scelta di marketing di Asus che (dopo il successo mondiale dei piccoli pc) con questa sigla sta cercando di creare un brand indipendente destinato a connotare i subnotebook e i micropc desktop. Nota tecnica: in installazione di XP la scheda audio non ha voluto saperne di andare sino a quando non ho messo sulla macchina il service pack 3 del sistema operativo (nonostante il dvd allegato alla confezione contenga tutti i drivers e patch di Microsoft , compreso il driver MS Universal Audio Architecture - UAA - che spesso è responsabile di questi problemi). La stessa cosa non mi era capitata col mio Celeron. Non potevo farmi scappare l'occasione per una "foto di gruppo": ecco i sette nani accesi e schierati (in prima fila i miei due Eeepc il 7", con Linux Pupee installato, e il 9" con XP)...
A proposito: nel caso qualcuno di voi fosse alla ricerca di un valido sistema operativo free sostitutivo a Xandros originale (che onestamente mi pare il sapientino..) e a Windows XP, mi sento di suggerirvi Linux Pupeee: si tratta di una versione personalizzata per l'uso su Eeepc della distro leggera di Puppy Linux. Più veloce compatta delle distro eeeXubuntu e Ubuntueee (derivate pesantemente da Ubuntu e Debian), dispone già di un nutrito pacchetto di drivers (funziona tutto, wi-fi e webcam comprese), di software pre installati (fogli di calcolo, wordprocessor, vnc, remote desktop, tool di networking, client mail, browser, skype, msn, multimedia, cd burning, e molto altro...) e altamente personalizzabile con i pacchetti autoinstallanti prelevati da internet (tra cui Firefox, Thunderbird, OpenOffice). Cercate "Pupee" su Google per tutte le infos. Consigliata!
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21/12/2024 @ 17:56:13
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