Sono passati ormai alcuni anni da quando, con grande clamore mediatico, l'allora ministro delle telecomunicazioni Maurizio Gasparri (ormai divenuto celeberrimo per aver redatto, ma mai letto, una legge che porta il suo nome) annunciò l'arrivo in Italia della televisione digitale terrestre - DTT. L'evento pareva rappresentare una sorta di rivoluzione tant'è che Gasparri non perdeva l'occasione per sottolineare l'importanza del salto al "digggittale" (citando la memorabile parodia del ministro fatta da Neri Marcorè) che avrebbe da lì a poco portato ad una notevole varietà di nuovi canali e programmi in alternativa alle tradizionali tv analogiche. Cosa poi sarebbe stato trasmesso sulla nuova piattaforma non era del tutto chiaro, ma con notevole solerzia partirono incentivi statali per l'acquisto dei decoder da collegare alle tv col chiaro fine di dotare anche l'italiano medio di tutto il necessario per entrare nella nuova frontiera della televisione. L'euforia del momento fece soprassedere al fatto che tra i principali produttori/distributori italiani dei set-top per la ricezione del DTT fosse il fratello dell'allora ed attuale Presidente del Consiglio (mondo piccolo!) e che di fatto ancora il segnale digitale terrestre fosse praticamente inesistente su tutto il territorio nazionale. Da quei mesi, eravamo nel 2005, poi la questione è passata nel dimenticatoio. Le uniche testimonianze dell'esistenza del digitale terrestre è stata la nascita di due nuove paytv (Mediaset Premium e La7 CartaPiù) che ben presto si sono scontrate-accordate con l'operatore satellitare Sky per i diritti del calcio in diretta e il progressivo svuotamento di contenuti e qualià della cosidetta televisione generalista tradizionale. In mezzo ad una selva di Grandi Fardelli, Isole dei Fetusi e Amici di Mario de Filippi, è passata in sordina anche una scadenza imposta dal decreto legge con cui il DTT veniva di fatto regolarizzato in Italia: nel testo del dispositivo, infatti, veniva indicata la data del 31/12/2006 come termine per lo "switch-off" del servizio, ovvero il momento in cui si sarebbero spenti i ripetitori del segnale analogico e attivate tutte le trasmittenti digitali necessarie a coprire tutta la penisola. Ovviamente per tale data sarebbe stato necessario l'adeguamento degli apparecchi e degli impianti in tutte le case italiane. Diciamo che Gasparri era stato un po' troppo ottimista, tant'è quella scadenza per decreto venne subito posticipata ad un più generico "entro la fine del 2008". Bene, detto questo e stante il fatto che ormai mancano un mese e pochi giorni alla fine dell'anno, come siamo messi? Ultimi come sempre. Con un ritardo sulla media europea di 4-5 anni (Germania, Svizzera tanto per fare due nomi a caso sono partiti già nel 2003) solo nell'autunno di quest'anno si è mosso qualcosa, ma nel più totale silenzio. Sicuramente mi saranno sfuggite edizioni straordinarie dei tg in merito, ma soltanto spulciando per caso le news di Google ho scoperto che in Sardegna dal 31/10 sono stati spenti i ripetitori tradizionali e sono partite le prime trasmissioni unicamente digitali. Nessuna informazione, nessuno spot l'ha annunciato, nessuna indicazione è stata data circa il calendario dello "switch-off" su scala nazionale. Ricordo ancora adesso il martellamento di messaggi e sovraimpressioni quando la mitica TSI svizzera cominciò il trasloco: da noi nulla. Bah... poichè comunque il passaggio può non essere del tutto indolore per le nostre tasche, specie se si ha un impianto vecchio, sarebbe bene dare più informazione all'utente finale. Solo in caso di antenne nuove l'installazione è trasparente, nelle case vecchie può essere richiesta una revisione dell'orientamento dell'antenna, il cambio dei miscelatori e degli amplificatori sotto il tetto e delle discese dei cavi in casa: su un impianto vecchio e logoro basta poco perchè il segnale digitale venga disturbato o annullato. Nei casi peggiori si arriva alla sostituzione della vecchia antenna con i relativi costi. Siccome forse finalmente anche noi italiani ci siamo decisi a traslocare davvero prepariamoci consultando il calendario nazionale previsto per lo switch (il territorio è stato diviso in aree) che riporto sotto.
Qui invece possiamo trovare i testi dei decreti ministeriali connessi. Ah... dimenticavo: in questa vicenda abbiamo dato il meglio di noi stessi ritardando contemporaneamente due tecnologie: il DTT e il Wi-Max (internet senza fili). Infatti le attuali radiofrequenze UHF usate dalla tv analogica (un intervallo intorno ai 3 GHz) devono essere al più presto liberate per far spazio ed evitare interferenze col futuro Wi-Max che funziona sui 3,5 Ghz... (per la cronaca l' Hyperlan di Eolo lavora sul campo di frequenze deregolamentate dei 5 Ghz
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CALENDARIO DELLO SWITCH OFF DTT IN ITALIA