Arona, vista dalla sponda lombarda...... di DL4U
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(Son)
All the times that I cried, keeping all the things I knew inside,
Its hard, but its harder to ignore it.
If they were right, Id agree, but its them you know not me.
Now theres a way and I know that I have to go away.
I know I have to go.
(father-- stay stay stay, why must you go and
Make this decision alone? )
Cat Stevens - "Father and Son" - 1970
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
La questione della riforma universitaria tiene banco su quotidiani e telegiornali. Il punto della questione è il disegno Gelmini e i conseguenti tagli allo studio e alla ricerca. Il decreto ha incassato già l'ok del Senato e ora è in stallo alla Camera in attesa del rimpallo a Tremonti. Intanto rettori, docenti, il mondo della ricerca e gli universitari sono in fermento: la Statale è occupata, cortei in Città Studi e al Poli, lezioni sospese. Perchè in questo paese è possibile trovare i soldi per armare e caricare di bombe i nostri aerei in Afghanistan, ma non è mai possibile trovare "due lire due" per l'università statale, il diritto allo studio e alla ricerca (QUELLA VERA, fatta di risultati e innovazione, NON LE FREGNACCE ... QUELLA VERA che da sempre, in Italia, è relegata nei sottoscala dei dipartimenti e finanziata con i bruscolini). Ripubblico, come l'ho ricevuta, la mail di Giulio Ballio, rettore del Politecnico di Milano ... Ministri Gelmini e Tremonti, STURATEVI LE ORECCHIE!
Da: Politecnico di Milano Data: 14 ottobre 2010 17.28.46 GMT+02.00A: alberto.visconti@dl4u.orgOggetto: Messaggio del Rettore del Politecnico di MilanoRispondi a: comunicazione@polimi.itCara Laureata, caro Laureato del Politecnico di Milano,come ben noto sono tempi difficili per le Università e per il nostro Ateneo. Mi fa piacere farti conoscere qui di seguito la lettera che ho scritto ai nostri allievi e informarti che collegandoti al sito del Politecnico www.polimi.it troverai un documento pdf (alla voce “allegato”) sulla situazione dell’Università.Cordiali salutiGiulio Ballio Cara Allieva, Caro Allievo,In questi ultimi due anni stiamo assistendo a una campagna denigratoria, sempre più intensa e aggressiva, nei riguardi dell’Università italiana e di tutti coloro che onestamente vi operano. E’ una campagna che rischia di demotivare profondamente tutti noi e soprattutto quei giovani che vi sono entrati da poco o che desiderano entrarvi.E’ una campagna che può indurre legittimi dubbi in Voi e nelle Vostre famiglie.Spesso le persone che incontro mi chiedono se è reale il quadro che viene rappresentato dai molti interventi riportati dai media, oppure se stiamo assistendo, forse senza rendercene conto, a un attacco teso a sfiduciare le università statali. Appare legittimo il dubbio che vi sia il desiderio di sostituire l’ università pubblica con un sistema privato, devastando le aspettative di più di un milione e mezzo di famiglie italiane. Noi, che siamo allo stesso tempo insegnanti e ricercatori, ci sentiamo profondamente offesi perché ci si vuole delegittimare proprio di fronte alla comunità che abbiamo scelto di servire col nostro lavoro e con i nostri sacrifici.Questi tentativi di delegittimazione fanno male a tutti noi che crediamo nell’università, che vi lavoriamo per formare e per traghettare Voi giovani dalla scuola secondaria al mondo del lavoro, per fare ricerca e servire il nostro Paese in cui ancora crediamo. Ci fanno perdere l’entusiasmo, ci spingono a fare il minimo richiesto, ci allontanano dalla voglia di operare in un servizio che abbiamo scelto e in cui ancora crediamo. Vogliamo reagire soltanto perché, altrimenti, faremmo il gioco di chi ci vuole distruggere privandoci di quella libertà che, sola, permette di fare ricerca e insegnare a Voi giovani.In questi giorni si parla di agitazioni dei ricercatori, di richiesta di sospensione delle lezioni, di volontà a non tenere insegnamenti, di rivendicazioni da parte di persone che possono sembrare fortunate perché hanno ancora un lavoro, ma alle quali si sta togliendo quella speranza che li aveva spinti a rinunciare ad attività più remunerative per iniziare quel lavoro che a noi, più vecchi, è sempre parso il più bel lavoro del mondo: fare ricerca e contemporaneamente insegnare ai più giovani. Le aspettative di carriera dei più giovani sono deluse. Da più di tre anni non sono banditi concorsi per passare da ricercatore a professore associato e da associato a professore ordinario e non si può ragionevolmente prevedere il numero di anni che dovranno ancora passare prima che questi concorsi vengano banditi. Per non invecchiare senza speranza molti giovani valenti stanno vincendo concorsi per posizioni di professore in università straniere e coloro che vanno via non sono sostituiti da colleghi stranieri che desiderino venire a lavorare in Italia.Ci viene impedito di fare ricerca con colleghi stranieri anche se riusciamo a farci finanziare da enti pubblici o privati perché un nuovo dispositivo legislativo prescrive di spendere in missioni di lavoro meno della metà di quanto speso nel 2009. Ci viene impedito di continuare a offrire una formazione finora apprezzata dal mondo del lavoro perché un recente decreto ministeriale impone una riduzione di insegnamenti e corsi di laurea, indipendentemente dal numero di allievi iscritti. Forse il nostro Ateneo sarà costretto a ridurre le immatricolazioni oppure a chiudere attività didattiche che fino ad oggi hanno soddisfatto le esigenze dei territori in cui il Politecnico è presente.Ci viene proposto un Disegno di Legge che, seppur necessario, presenta alcuni punti critici:- l’imposizione di forme di governo dell’Ateneo molto diverse da quelle da noi adottate nell’ultimo decennio che ci hanno permesso di crescere nella reputazione internazionale- l’obbligo di assumere docenti provenienti da altre Università in un paese che fa di tutto per contrastare la mobilità a causa della carenza di servizi erogati- pesanti incertezze sul destino dei giovani ricercatori che lavorano con noi per la mancanza di una programmazione nella progressione delle loro carriere- scarsa attrattività della carriera accademica per le nuove generazioni poste di fronte a una serie di contratti a tempo determinato che aumenta il loro senso di precarietà.L’approvazione di una legge che non tenga conto di queste criticità e di un programma pluriennale di finanziamento all’Università rischia di produrre una situazione anche peggiore dell’attuale.Come si fa a gestire un Ateneo o a fare una programmazione adeguata quando ancora oggi non si conosce l’ammontare del finanziamento statale del Politecnico relativo all’anno 2010?Questa lettera nasce proprio dal desiderio di condividere con Voi questi sentimenti, di chiedere la vostra comprensione, di cercare la vostra solidarietà. Tutti noi del Politecnico vogliamo continuare la missione che da quasi 150 anni ci è stata affidata, ma non possiamo essere lasciati soli in balia di chi sta usando una falciatrice per fare di tutta l’erba un fascio, incurante di tagliare in un solo passaggio l’erba secca, quella verde e i fiori già cresciuti. E’ proprio la capacità di distinguere il grano buono dalla gramigna che, insieme a Voi, indipendentemente da ogni fede politica, vorremmo chiedere a questo nostro Paese. Vogliamo che non sia distrutto quanto di buono abbiamo, chiediamo con forza che si investa anche su quanto c’è di buono per renderlo ancora migliore.Probabilmente molti di Voi si stanno ponendo un certo numero di interrogativi quali ad esempio: Cos’è l’autonomia dell’università? Le università sono tutte uguali? Chi sostiene economicamente le università? Perché i docenti fanno ricerca? Quali sono i doveri che la legge impone ai docenti universitari? Come si recluta un docente universitario? La ricerca italiana è così di basso livello come viene dipinta? E’ vero che le nostre università sono molto indietro nelle classifiche internazionali? I baroni esistono ancora? Il cosiddetto 3+2 è una iattura? Cosa vuol dire titolo legale?A queste e ad altre domande, che potrete propormi scrivendo a comunicazione@polimi.it, sarà data una risposta sul sito Polimi nelle prossime settimane.Cordiali salutiGiulio Ballio
Io vorrei... non vorrei... ma se vuoi... Lucio Battisti (1972)
Dove vai quando poi resti sola il ricordo come sai non consola Quando lei se ne andò per esempio Trasformai la mia casa in tempio E da allora solo oggi non farnetico più a guarirmi chi fu ho paura a dirti che sei tu Ora noi siamo già più vicini Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio arginare il mare anche se non voglio torno già a volare Le distese azzurre e le verdi terre Le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto
Dove vai quando poi resti sola senza ali tu lo sai non si vola Io quel dì mi trovai per esempio quasi sperso in quel letto così ampio Stalattiti sul soffitto i miei giorni con lei io la morte abbracciai ho paura a dirti che per te mi svegliai Oramai fra di noi solo un passo Io vorrei non vorrei ma se vuoi
Come può uno scoglio arginare il mare anche se non voglio torno già a volare Le distese azzurre e le verdi terre le discese ardite e le risalite su nel cielo aperto e poi giù il deserto e poi ancora in alto con un grande salto
Di DL4U (del 11/10/2010 @ 15:52:09, in Appunti, linkato 1111 volte)
Dalla home page del Politecnico di Milano (http://www.polimi.it) , di oggi 11 ottobre 2010:
" Il Rettore, il Senato Accademico e il Consiglio di Amministrazione del Politecnico di Milano
- esprimono profonda preoccupazione per il declino scientifico, tecnologico e culturale del nostro paese che rischia di aggravarsi in questa fase;
- esprimono sostegno alle iniziative in atto delle Facoltà del Politecnico sullo stato dell’università e della ricerca italiane;
- ribadiscono la qualità del sistema universitario italiano in rapporto alle limitate risorse disponibili, anche se spesso sottovalutata;
- condividono la necessità di una riforma universitaria e chiedono al Parlamento di apportare modifiche, anche significative, all’attuale Disegno di Legge negli aspetti che riguardano l’autonomia, la valorizzazione del merito, la trasparenza e la responsabilità nella gestione degli Atenei;
- chiedono inoltre di approvare al più presto il rifinanziamento dell’università, lo sblocco del turnover e dei concorsi, il ripristino delle risorse per il diritto allo studio.
A breve gli studenti e le loro famiglie riceveranno una lettera che spiegherà la situazione odierna del sistema universitario nazionale e del Politecnico in particolare.
Una conferenza stampa con contemporanea sospensione delle lezioni illustrerà un messaggio del rettore agli interlocutori istituzionali e alla società civile. "
Di DL4U (del 05/10/2010 @ 22:37:03, in Appunti, linkato 1076 volte)
Fabrizio De Andrè Le Nuvole(raccolta omonima, 1990) Vanno vengono ogni tanto si fermano e quando si fermano sono nere come il corvo sembra che ti guardano con malocchio Certe volte sono bianche e corrono e prendono la forma dell’airone o della pecora o di qualche altra bestia ma questo lo vedono meglio i bambini che giocano a corrergli dietro per tanti metri Certe volte ti avvisano con rumore prima di arrivare e la terra si trema e gli animali si stanno zitti certe volte ti avvisano con rumore Vanno vengono ritornano e magari si fermano tanti giorni che non vedi più il sole e le stelle e ti sembra di non conoscere più il posto dove stai Vanno vengono per una vera mille sono finte e si mettono li tra noi e il cielo per lasciarci soltanto una voglia di pioggia. ______________ Ringrazio Lia per avermi ricordato questa poesia del grande Faber
Partendo da un articolo di Wired di settembre 2010 dove ne venivano celebrati i 25 anni di pubblicazione, sono andato a cercare in rete un interessante libro "Hackers, Heroes of the Computer Revolution" scritto nel 1984 da Steven Levy (giornalista tecnologo americano). Il libro è una lunga intervista/confronto tra Levy e i quei "pazzi visionari" che 26 anni fa videro nell'informatica e nei primi computer la leva per una rivoluzione epocale: partendo dai primissimi pioneri dell' MIT, passando per il papà dell'Apple II Steve "Woz" Wozniak, dall' alternativo Steve Jobs, dallo sbarbatello Bill Gates sino a giungere a Richard Stallman (l'inventore del progetto GNU e, secondo Levy , l'ultimo grande hacker). Nella lettura mi sono imbattuto nei cosidetti 7 principi fondamentali dell "Etica degli Hackers" ... e non potevo non riportarli qui esattamente come questi vengono enunciati: The Hacker Ethic:
- Access to computers should be unlimited and total.
- Always yield to the Hands-On Imperative.
- All information should be free.
- Mistrust authority–promote decentralization.
- Hackers should be judged by their hacking.
- You can create art and beauty on a computer.
- Computers can change your life for the better.
Traduzione: I principi dell'Etica Hacker:
- L'accesso ai computer deve essere illimitato e totale.
- Dare sempre priorità all "Hands-On" (insomma c'è da essere smanettoni e curiosi .. sempre!)
- Tutte le informazioni dovrebbero essere libere.
- Sfiduciare le autorità, promuovere la decentralizzazione (dei dati e delle informazioni).
- Gli hacker devono essere giudicati dai loro hacking.
- È possibile creare arte e bellezza in un computer.
- I computer possono cambiare la tua vita in meglio.
Suggestivo vero? So geek!! Per la cronaca se interessati al libro lo trovate in lingua originale su Amazon (edizione O'Reilly) e in italiano pubblicato Edizioni Shake. L'edizione inglese la trovate anche in versione digitale sui soliti canali p2p (RShare).
Una volta tanto nella vita mi permetto di entrare nelle vicende e nelle vite di qualcun altro senza chiedere permesso... forse non dovrei farlo e quindi me ne scuso in anticipo, ma ritengo se deve essere amicizia lo deve essere sempre specie nei momenti di difficoltà, incertezza e forse indecisione ... e sento di dover dare un piccolo contributo. Inutili i nomi e i riferimenti, tanto chi legge (se mai lo farà e se avrà la pazienza di farlo) si riconoscerà e prometto loro che mi impiccerò delle loro vicende questa volta soltanto. Scrivo per chi in questo momento si trova in un momento "un po' così", tra l'indeciso e il confuso, tra il fare e l'attendere ... tra il riprendersi e il lasciarsi. Allora premetto che, non conoscendo tutti i dettagli e non avendo ascoltato tutti punti di vista, posso solo dare una mia impressione della faccenda e posso solo immaginare .... forse è stata la paura, forse sono stati i cambiamenti, forse è stata un po' di confusione e/o indecisione nel gestire nuove situazioni di una convivenza più "stretta" ... non so ... ma una cosa è certa questo periodo vi ha messo a confronto più di quanto non abbiate mai fatto sino ad adesso, probabilmente vi ha permesso di scoprirvi a vicenda in maggior profondità, di mettere in discussione voi stessi, do confrontare il vostro carattere con quello di chi vi sta accanto. Avete avuto la conferma di avere, ciascuno di voi, una risposta differente ai problemi e alle piccole e grandi difficoltà della vita; c'è sicuramente chi vive le situazioni d'impulso e d'istinto e chi invece tende ad essere più riflessivo e forse più contorto nei propri processi mentali. E' normale perchè, checchè se ne dica, non siamo tutti uguali a questo mondo, e non tutti abbiamo le medesime reazioni agli stimoli e alle parole; non tutti siamo pronti allo stesso modo ad affrontare decisioni e situazioni importanti. A volte in un momento di frenesia ed impazienza si pretende troppo da ci sta accanto, forse si alzano anche i toni, non pensando a quali possano essere le sensazioni e le reazioni di chi sente quelle parole; un medesimo discorso può essere interpretato e vissuto in modi differenti a seconda del momento specifico in cui lo si intraprende. Detto questo quello che vi posso dire, da persona esterna ai fatti, ma sopratutto da vostro amico sincero che tutto ciò è normale: è normale nella vita incontrare delle difficoltà, è naturale incappare in qualche ostacolo che può confondere le idee. Sono le prove della vita che si devono affrontare e saper superare perchè a volte sono proprio queste tappe che consentono di mettersi alla prova, di maturare e di crescere. Assieme.E' un processo che non finisce mai, che dobbiamo sempre dominare e controllare e saper accettare senza paura e con la consapevolezza che sono fasi essenziali della vita di ciascuno. A qualcuno prima, a qualcuno dopo, ma prima o poi tocca a tutti e in qualche modo se ne esce cambiati, più forti, più consapevoli dei propri limiti e delle proprie forze, maggiormente sensibili nei confronti del prossimo. Perchè nella vita non tutto è bianco o nero ... anzi esistono tanti grigi che non necessariamente significano inaccettabili compromessi... quei grigi sono i punti di contatto tra noi, sono la capacità di conoscersi e capirsi vicendevolemente con i propri tempi sempre rispettosi dell'altro, anche a costo di fare conti con l'orgoglio personale, con le proprie ambizioni, con i propri pregi e difetti. E osservandovi noto già che questa presa di consapevolezza è già in atto e in corso... smussando gli angoli retti del carattere e imparando ad aver pazienza dei giusti tempi, ragionandoci sopra... insomma crescendo. Quel poco che ho capito nella mia piccola esperienza è sempre dar il giusto peso, momento per momento, alle priorità (ogni età e ogni persona poi trova le proprie) sempre nel rispetto di chi ci sta accanto e a non buttare via ciò che abbiamo costruito con tanta fatica nel tempo: se sentiamo che questo è importante e che vale la pena lottare per difenderlo .. beh.. non esistono difficoltà insormontabili, problemi irrisolvibili. La riflessione, un po' di tempo e il dialogo aiutano... e poi la vera e unica risposta l'avrete guardando dentro con sincerità nei vostri cuori; ma non lasciate che i problemi e gli ingorghi mentali vi sovrastino: quando vi sentirete pronti agite e difendete ciò che sentite più caro al mondo. Perchè se qualcosa deve essere, basterà un incontro e uno sguardo per dare una risposta definitiva a tutti i vostri dubbi. Credetemi. In bocca al lupo ragazzi.
Cara Eli, ho letto il tuo post e come, puoi immaginare, mi sono ritrovato in tutte le parole che hai scritto. I pensieri che hai espresso, quella voglia di tornare indietro anche solo per un breve istante, sono le stesse che provo io : rivedere un volto, poter dire quelle parole mai dette, poter recuperare quel tempo passato, quell'età che il destino mi ha rubato e mai più dato indietro. Sai, forse te l'ho detto, in questo strano percorso che la vita mi ha riservato a volte mi accorgo di aver saltato qualche fase della vita, forse quella più piacevole e spensierata, per essere ribaltato d'improvviso nel mondo "dei grandi". Dalla sera alla mattina, un giorno ti svegli e capisci che tutto non sarà più come prima, non lo potrà mai più essere. Bisogna crescere in fretta: non c'è più tempo per giocare, c'è da pensare alle cose importanti anche se hai poco meno di 14 anni, anche se quelle cose a malapena le comprendi.In questi casi è fondamentale il sostegno di chi davvero ti vuole bene, di chi condivide con te gli stessi sentimenti, le stesse situazioni. Da ciò la forza per superare il dolore, per convivere con il ricordo, per conservare la memoria. E' dura, ma è necessario riuscirci, anche se attorno il mondo non se ne accorge, anche se lui va avanti frenetico e scanzonato come sempre... vai poi a spiegare loro quello che provi tu dentro, quello che senti, quello che ti manca, ciò che davvero vorresti.... vai a spiegar loro che cerchi di rendere la tua vita il più possibile normale, ma spesso è difficile, a volte impossibile... perchè in fondo troppo normale questa vita non lo è. Sai, una volta, una cara amica che come noi ha passato esperienze e momenti difficili, mi ha fatto notare che certe persone hanno negli occhi un velo di malinconia anche se nel momento in cui le osservi sono felici e spensierate... sono un po' le "cicatrici" che portiamo dentro e che testimoniano sempre il nostro passato ... sono segni distintivi, sono segnali che ci contraddistinguono, che ci rendono un po' diversi dagli altri, apparentemente "strani" , sicuramente più riflessivi, forse un po' più forti. Più forti perchè sappiamo ciò che abbiamo passato, perchè conserviamo nel nostro cuore quel ricordo mai sopito e con questo con forza conviviamo ogni giorno cercando di migliorarci ogni giorno. Sappiamo quali sono i veri valori, le cose davvero importanti della vita e .... ci girano fortemente quando incroci qualcuno che vive di cose fatue, frivole... che non dimostra la nostra stessa sensibiiltà. Non è vero? ... A noi non servono troppe parole per esprimere ciò che abbiamo dentro, ci basta un'occhiata, un gesto... facciamo un po' fatica ad aprire il nostro cuore (anche perchè qualche volta quando l'abbiamo fatto ci hanno tirato il classico bidone...), ma quando siamo di fronte a chi è un po' come noi non sappiamo tirarci indietro mai, leali ed onesti. A volte ci dicono musoni, ma se lo siamo è sempre e solo per una ragione precisa... ci farebbe piacere se le persone che ci stanno intorno (specie quelle a cui tieni davvero) sapessero leggerci negli occhi, in quelle cicatrici o in quei lampi di gioia mista a desiderio.... purtroppo non è sempre così e allora torniamo a sentirci "un po' così" .. diversi e strani, forse unici. E così torniamo a ricercare .... perchè questo e il nostro segreto e siamo in costante ricerca di qualcuno che sappia spontaneamente capirlo... come diceva il nostro piccolo amico: "Voici mon secret. Il est très simple: on ne voit bien qu'avec le cœur. L'essentiel est invisible pour les yeux." Eli, forza, conserva sempre ne tuo cuore il ricordo, la memoria dei momenti di gioia e di spensieratezza, nella certezza che la vita tornerà a riservarcene altre; quando? Non so, magari frammezzate da altri giorni di lacrime, ma torneranno certamente, l'importante è non smetteremo mai di ricercare la felicità, di donare un sorriso, di offrire una mano generosa ... forti dei nostri ricordi, condotti per mano dai nostri "speciali custodi" che, da qualche parte, costantemente vegliano su di noi.
Un bacio. A presto
Wondering ...
a space for me and you but there was never, a bit 'of time that it was a clipping from a stroke and the other, the gratitude for a sign with a simple gesture, the memory of a small, fucking, date
Answer ..
no problem: the anger grew and then passed away and I did not bother by and pulled forward, always with a smile on my face
Perhaps ...
just enough to understand, but it was not I'm not perfect I know, but I'm changing, I'm changing, but I can not twist
It was so simple to read between things, but it was not just enough to understand a look, but the desire was not there
And..
I never forget the good and who gave it to me I have wrinkles and pain for people who are no longer I am always afraid of losing what little I have given all day I never forget the good and who gave it to me
Finally ..
sometimes I wish someone would notice me.. now goes well, everything passes everything flows, no problem
the shoulders are strong and handle the weight, so please silence, do not look for me again: 'cause you do not fool me again
Please no more.
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- "Ti ci abituerai. Finirai per non vederlo neanche più" fece.
- "E come? L'avrò sempre lì,sotto agli occhi."
- "Appunto" disse Mattia."è proprio per questo che non lo vedrai più"
(da "La solitudine dei numeri primi" , Paolo Giordano)
Che periodo questo... dire incasinato è poco, quasi ai limiti fisici per il mio povero motoneurone.... un po' troppe cose per la testa, mille cose da fare, una certa tendenza al nomadismo e complessivamente poco tempo per tutto e anche per me... vabbè essere Mandrake ma qui si attenta seriamente alla mia già precaria sanità mentale Venezia ad aprile, pronti via da un giorno all'altro spedito in Sardegna settimana scorsa, domani a Roma sino a lunedì, quindi Londra a giugno per un weekend e poi di nuovo a Venezia per l'HJF 2010... a volte per lavoro altre volte per interesse personale & cazzeggio...naturalmente senza farsi mancare qualche sabato-domenica di lavoro straordinario... ragazzi avete ragione quando commentate su FB dubitando della mia "normalità"... ma cosa vi devo dire... "...normale io ?" "mai stato tutto giusto... se poi in quasi 33 anni non mi sono ancora capito del tutto io..." E poi in fondo che vi devo dire... normale? No grazie, meglio un po' di sana atipicità (e so bene di esserlo, ma anche voi amici miei più cari lo siete un po', ed è per questo che per me siete speciali ) e anormalità... ovviamente il tuto mia maniera incasinata... forse è vero quando mi si dice che sono troppo disponibile, dovrei forse esserlo meno e pensare più a me... e dire che per qualche periodo c'ero quasi riuscito! E' vero che per questa strana attitudine poi alla fine mi trovo in mezzo ad un milione di casini da smazzare, mi incazzo e poi mi scazzo, c'è chi se ne approfitta, ma alla fine sono sempre lì... ma cosa vi devo dire, sono così e gira che ti rigira ci casco sempre... forse non sarebbe lo stesso se non fosse così... forse non sarei nemmeno io... boh valla a capire 'sta storia. Certo non ignoro che poi la fregatura comunque la prendo io e per chi mi sta intorno a volte non è affatto semplice comprendere il mio casino complessivo... vai a spiegar loro la ragione di "eccitantissimi" weekend o di "esaltanti" nottate passate a prendere a calci server o altri cavolate simili... Caro Gigi avevi ragione quando tempo fa mi hai scritto quel SMS di supporto in un momento di difficoltà... maledetto senso di responsabilità, dovremmo fare un po' come il resto del mondo e dedicarci un po' a noi e, se riusciamo, trovare davvero chi ci vuole bene... sai qual'è poi la cosa ridicola ? E' che poi anche quando pensi di avere trovato...miiiiii anche lì una marea di difficoltà, casini, problemi, dubbi, paturnie mentali... tanto che poi alla fine si rimane quasi sempre con un pugno di mosche in mano .. e che palle che sei Alberto, avrai anche anche un solo neurone ma quanto rompe!! Boh.... vai capirmi... ma sappiate che vi voglio bene, nessuno escluso (ovviamente con qualche naturale preferenza che nemmeno sotto tortura ammetterò, ma che tanto avrete già capito visto che difficilmente riesco a nascondere qualcosa... ) ... e poi se vi va ricambiate sinceramente che qui ce n'è bisogno ... ahaha .. bene... dopo questo exploit di cavolate serali posso andare a riempire col mio solito rigoroso disordine e tempismo il mio fidato trolley... cordiali saluti! P.S. : inutile trovare ragione o spiegare con un nesso causa-effetto quanto scritto sopra non faccio uso di sostanze stupefacenti ahahah ... il neurone è così prendere o lasciare.... I've a complicated brain, always!
Divenire, già. Com'era? "Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma", qualcosa di vero in questa affermazione deve essere vera. Sono tante, forse troppe, le cose che ci sfilano ogni giorno sotto il naso, la velocità con cui cambiano spesso è troppo repentina, tale da non permetterci di apprezzarne il gusto, i sapori, di goderne appieno gli attimi. Forse troppo spesso siamo noi ad essere insensibili, costretti come siamo dai ritmi e dagli impegni della vita, altre volte preferiamo nasconderci da esse dietro a maschere per paura di apparire come siamo. Veramente. Che male c'è nel mostrarsi nella nostra integrità, nelle nostre debolezze e i nostri limiti? Nulla, ma preferiamo così, è forse più semplice, più pratico. Ce lo impone il contesto, bisogna essere così, altrimenti chissà poi gli altri cosa pensano. Io a 'sta cosa ci ho sempre creduto poco, ci credo ancor meno negli ultimi anni. Di maschere ne ho viste troppe, su troppi visi, sinceramente mi frega poco di quello che pensano "gli altri", preferisco essere sincero con me stesso e con chi mi vuole bene, anche se questo costa fatica. Già è dura stare con me stesso per come sono, figuriamoci se dovessi sostenere anche un ruolo diverso. Certo sarebbe più semplice essere "duri e puri", indossare una bella corazza e via, senza problemi, affrontare il mondo e i problemi: no così è troppo facile. Sarà per una certa propensione all'incasinamento mentale, ma preferisco osservare, magari rifletterci sopra e, se è il caso, parlare e agire. Qualche volta la fase di riflessione ha il sopravvento sulla fase di azione e viceversa, in questo caso tipicamente si generano i casini: ma l'ho detto prima, mai capito molto del sottoscritto. In ogni caso nel frattempo tutto scorre... suoni e immagini, persone e cose, emozioni e pensieri, gioie e dolori: nel filtro della memoria e del cuore rimane quello che davvero è per noi importante.Quello che lì dentro si ferma non si perde. Si conserva, spesso si trasforma. E divengono esperienze, sentimenti e ricordi spesso indelebili.Sta a noi riconoscerli, accettarli per come sono, conservarli e proteggerli, a volte incoraggiarli per come possiamo. A volte questo ci richiede impegno e tempo, spesso non può nemmeno essere fatto tutto dal singolo; quasi mai è semplice ci sono scosse da accettare, sensazioni da vivere...come fare è difficile a dirsi, di sicuro non servono scudi e armature. Si può essere alternativi anche semplicemente essendo se stessi... sarebbe la cosa più facile da fare, troppo spesso è la più difficile. Dove sarò domani? Non so. Cosa farò e con chi? Non so. Cosa vorrei avere? Ho qualche idea, non so bene come realizzarla. Unica sicurezza? Un po' d'impegno e qualche certezza a cui aggrapparsi in caso di difficoltà. Le cose cambiano e si trasformano... come non è spesso dato a sapersi...so solo come alcune di queste le vorrei. Un po' di anarchia magari le sistemerà. D'altra parte non sono mai stato un fenomeno in chimica.
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Queen - Bohemian Rhapsody (1975)
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