Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Dedico questo monologo di Albanese al simpaticissimo ometto che ieri ha deciso di disintegrarmi il finestrino dell' auto, mi ha fregato un po' di roba e mi ha permesso di provare l'emozione di un viaggio di ritorno in autostrada praticamente in cabriolet...
....meglio prenderla con filosofia ....
La Maledizione di Alex Drastico (monologo di Antonio Albanese)
Avevo l'altra mia passione, il mio motorino Rollerball. Sono abbastanza inkazzato, non c'è più.me l'hanno fregato. Mi ricordo era una bella giornata. Volevo festeggiare. Mi sveglio come tutti i pomeriggi tranquillo. Mangio, esco, scendo le scale, arrivo sotto : Niente, non c'è niente! Dove di solito c'è posteggiato il mio motorino: il Nulla, Vuoto, Deserto. Ho pensato: "Ma chi? ma come? ma chi cazzo!" M'hanno fregato il mio motorino!!! Ora listen to me :
Se non avessi la certezza di essere continuamente e regolarmente schivato dalla fortuna giuro il Signore che spererei che tra di voi ci fosse il ladro, così che possa sentire di persona quanto ho da dirgli: «Cornuto! Sappi che quello è il mio motorino. Tu puoi nasconderlo, puoi riverniciarlo, puoi raschiare il telaio, puoi venderlo e tenerlo, puoi truccarlo, puoi lavarlo, puoi farci ciò che vuoi, ma resta sempre il mio motorino e a ricordartelo saranno le mie maledizioni. Le maledizioni che si attaccheranno al telaio del mio motorino, sul manubrio e sotto la sella, nel fanale anteriore e in quello posteriore cosicché si spenga in una notte tutta buia mentre incroci un grosso Tir guidato da un camionista ubriaco, morto di sonno e per di più inglese e che per questo tiene la sinistra. Nei freni che ti si staccheranno all'improvviso, quando ti accorgerai che la macchina davanti a te ha inchiodato e una volta compresso e schiacciato nel suo bagagliaio ti sorgerà il tremendo dubbio che qualcuno ti abbia mal detto, maledetto sono io che ti maledico te e tutta la specie di ladruncoli viscidi e infami. Le maledizioni si attaccheranno al sellino che salterà via mentre stai salendo al volo e un ferro nel culo ti insegnerà a non mettere più il naso tra i cazzi miei. Si attaccheranno alle ruote che scoppieranno quando stai andando a forte velocità su uno stretto ponticello all'altezza di trecento metri, dove non ci sono muretti ai lati, non ci sono guardrail e a mezz'aria prima di sfracellarti al suolo rimpiangerai amaramente di aver fregato il motorino ad Alex Drastico. In più prego madre natura di infradiciarti di emorroidi, di farti sputare sangue alla mattina appena alzato, di spappolarti gradualmente il fegato, di farti dono di un verme solitario che ti riempia la pancia, di darti emicranie continue e nausea dirompente, due carie per ogni dente, un raffreddore perpetuo, una ciste gigante proprio in punta al naso, di farti sordo, muto ma non per sempre: che la voce ti venga sporadicamente e per pochi secondi, nei quali tu spari cazzate immani. Ti accechi un occhio e ti renda daltonico l'altro, ti doti di un olfatto dove ovunque tu percepisca solo odore di merda, faccia sì che le tue ascelle si impregnino di puzzo di aringhe affumicate, i piedi di gorgonzola e l'alito di totani, che ti doti di una gobba e se già ce l 'hai che in questo caso te l'accentui, tanto che l'unica cosa che tu riesca a veder siano i tuoi coglioni, ti faccia cadere tutti i capelli e se già sei calvo ti riempia il cranio di squame. La gamba destra ti si cancrenizzi e quella sinistra ti diventi zoppa. Le gambe ti si atrofizzino e l'impotenza ti invada l'uccello; che uno stormo di piccioni incazzati ti scambi per l'assessore all'ecologia riempiendoti integralmente di scacazzate cosicché tu debba scappare con il mio motorino però ingolfato di merda. E infine, dulcis in fundo, un bell'ictus cerebrale con paresi totale si aggiunga a compimento di quello che voglio che sia il tuo bel regalo di quest' anno». «Buon Anno, Cornuto!»
A qualche mese di distanza dall’avvio di questo blog ritengo sia il momento di fare un piccolo punto della situazione; qualche post ora c’è, diciamo pure che forse c’è anche un minimo di “taglio personale” negli argomenti da trattare e , facendo costante opera di riordino mentale, esiste anche ad impostare una sorta di organizzazione delle diverse sezioni. Nulla di che per carità, ma in ogni modo sono abbastanza soddisfatto di quanto creato fino ad ora; certo manca una costante attenzione all’aggiornamento: ma ritengo che alla fine ciò non sia essenziale. Come nella vita reale, o uno ha qualcosa di concreto da dire e comunicare o è meglio che stia zitto e rifletta imparando ad ascoltare.. inoltre non sempre siamo disposti a “comunicare”: ci sono momenti di entusiasmo e creatività dove è facile pensare e scrivere qualcosa di sensato e ci sono volte dove si è distratti da tutto e da tutti e semplicemente non si ha né tempo né voglia di mettersi di fronte ad un foglio bianco cercando di accordare le parole scritte col pensiero.
Da un certo punto di vista ritengo che, questa distrazione dall’aggiornamento costante del blog , non sia nient’altro che il naturale rispecchiarsi della mia personalità, dei miei difetti …quindi un sincero prodotto del mio modo di essere e del mio carattere.
Come più volte dichiarato le finalità (se se così si può dire…) di questo blog sono prevalentemente personali, ovvero un modo per aiutarmi a raccogliere le idee, i pensieri, le emozioni e le esperienze che giorno per giorno segnano in positivo o in negativo la mia vita cercando di organizzarle e ordinarle evitando così che vadano disperse nel susseguirsi frenetico del tempo e della quotidianità. Una sorta di “cassetto” dove mettere via, un po’ alla volta, tutto quanto più aiutarmi a riflettere sulle cose, a ricordare i colori o i suoni dei momenti importanti o semplicemente dove riversare degli sfoghi delle frustrazioni e delle difficoltà più o meno represse.
Sarà anche che con le parole scritte mi ritengo (forse a torto…) più libero e più a mio agio nel trattare questioni di interesse personale, in ogni caso devo dire che ogni post sul blog è per me un passo avanti nel conoscermi e farmi conoscere, un piccolo mattoncino che metto nel costruire, o forse è meglio dire nell’ordinare, il mosaico di me stesso.
E ora, per concludere, veniamo alle note dolenti : - ) ovvero a chi mi legge! Date le finalità personali e gli argomenti trattati del blog, non è mio obiettivo primario coinvolgere in commenti i lettori; questo è e penso sempre sara’, un calderone dai contenuti molto vicini al mio gusto e alle mie idee … ma siccome so’ che ogni qualcuno di voi legge o si sofferma sulle mie elucubrazioni (non negatelo! Qualche volta vi ho beccato sul sito…altrimenti che ci starebbe a fare il contatore delle persone collegate in alto!!!) fatemi sentire cosa ne pensate, le vostre opinioni o i vostri pensieri. Non lasciatemi la sezione dei commenti così desolatamente vuota… se qualcosa di letto o visto in queste pagine vi ha suscitato una reazione non esitate a lasciarne una traccia… Ci conto!
p.s. : data l’ora del post vi prego di non badare troppo a errori di ortografia, battitura o semplicemente a frasi sconclusionate…
Alberto
Un veloce e breve post per rivolgere un sentito ringraziamento a Pier che, raccogliendo quella che giustamente ha definito "mia provocazione", ha voluto lasciare più di un segno del suo passaggio su blog.
Spero il suo gesto faccia da apripista per tutti coloro che leggono queste pagine e che vogliono partecipare attivamente commentando i post e gli argomenti trattati.
Onestamente fa piacere poter condividere con voi impressioni, idee e pareri sfruttando questo canale molto alternativo capace di superare ogni tipo di ostacolo (sia esso di distanza, o di tempo o di semplice riservatezza).
Ancora un grazie di cuore Pier! E non appena partirete in forma definitiva ricambierò sul tuo nuovo blog..contaci!
Saluti.. e... aspetto gli altri!
Alberto
"Uomini, uomini del mio presente non mi consola l'abitudine a questa mia forzata solitudine, io non pretendo il mondo intero vorrei soltanto avere un luogo, un posto più sincero, dove un bel giorno, magari molto presto, io finalmente possa dire: questo è il mio posto. Dove rinasca non so come e quando il senso di uno sforzo collettivo per ritrovare il mondo."
(G. Gaber e S. Luporini - Canzone dell'appartenenza)
Mi sto rendendo conto che col passare del tempo e delle vicende della vita sta cambiando il modo con cui mi relaziono con le persone e con cui affronto la quotidianità. Se un tempo ero disposto a “passare sopra” ad un certo tipo di atteggiamento delle persone, a certe “paturnie”, ora no. L’esperienza della vita, il dover sempre e comunque affrontare difficoltà di vario genere e il trascorre la maggior parte del proprio tempo nell’ascoltare, comprendere e risolvere i problemi di tutti (trascurando il più delle volte le esigenze personali) inevitabilmente, prima o poi, ti cambia. Diventi via via sempre meno disposto ad accettare un certo tipo di pressapochismo, insofferente nei confronti del disinteresse e degli atteggiamenti menefreghisti o ipocriti.
E’ troppo facile, di fronte ad un problema o una difficoltà (di qualunque genere) “passare la palla” al primo che capita sotto tiro (di solito quasi sempre le medesime persone) e poi disinteressarsi completamente della cosa; non c’è ragione, non c’è scusa al disinteresse e tutto ciò non può in alcun modo definirsi collaborazione. C’è una motivazione di fondo ad ogni nostra attività o scelta che compiamo nella vita ed è la passione; è un mix di razionalità e sana follia che ci sprona a fare, a migliorarci ogni giorno un po’ di più, a sopportare spesso sacrifici e rinunce anche gravose perché un obiettivo o un risultato importante possa essere raggiunto. La passione, l’interesse verso ciò che si fa, unito alla determinazione, alla capacità di collaborare e ad un buon livello di senso di responsabilità sono qualità assolutamente necessarie per soddisfare il desiderio insito in ciascuno di realizzare un proprio progetto di vita.
Purtroppo mi sto rendendo conto sempre più spesso che questi principi non sempre sono condivisi e ben compresi da tutti. Troppo spesso a fronte di un problema comune mi sento dire come unica forma di collaborazione un ben servito “non mi interessa”, troppo di frequente nel momento del dialogo e del confronto (da sempre anticamera alla risoluzione dei problemi) mi trovo di fronte alla difficoltà del mancato ascolto, della tentata imposizione, dell’unica capacità di proporre altri problemi come soluzione .
No così non va e non può essere. Il dialogo prevede la capacità di sapere parlare, ma soprattutto di sapere ascoltare con serenità e con un pizzico di umiltà mettendo da parte ogni preconcetto, ogni costruzione mentale preventiva, ogni finto orgoglio che nasconde la paura del nuovo o dello sconosciuto. Il sapersi confrontare significa cogliere l’opportunità di crescere e migliorarsi insieme. Questo punto è tanto più importante quando l’obiettivo di fondo è condiviso (o dovrebbe essere condiviso) da un gruppo.
Non è possibile essere gruppo finchè non si dispone di questa base da cui partire e finchè si vive di preconcetti, di finti orgogli o malcelate paure. Se manca una motivazione al costante miglioramento (personale in primis) , l’interesse e una naturale curiosità in ciò che si fa tutto diviene più difficile. Degenerano immediatamente la qualità vita e dei rapporti; si perde la capacità di realizzare se stessi e le proprie inclinazioni riducendo la propria esistenza in un banale e inutile “tirare a campare” in una quotidiana e ordinaria sopravvivenza. Le motivazioni si perdono nel grigiore della routine, l’insoddisfazione monta e ogni giorno diventa una inutile quanto rischiosa lotta per la propria e personale sopravvivenza.
Certo, il sapersi aprire al nuovo, al confronto e all’esperienza comporta dei rischi: rompere il guscio protettivo (o scusa) della routine è una scelta che immediatamente richiede il sapersi mettere in gioco e la capacità di affrontare le difficoltà. Troppo facile criticare senza mai proporre o mettersi in gioco in prima persona; se la bolla della routine e dell’ordinaria amministrazione esplodesse in questo momento verrebbe meno il motivo del criticare e forse il paravento dietro a cui nascondersi, lasciandoci nudi di fronte alle nostre responsabilità.
Soffermiamoci ora su un altro concetto spesso abusato o travisato nel significato: il rispetto. Bene, vediamo di capire cos’è davvero questo valore. C’è un primo livello di base, dovuto a tutti e da pretendere da ciascuno, che ci proviene dalla nostra esperienza personale, dal nostro sentire, dalla nostra formazione e da quello che viene comunemente definito “nostro senso comune”. Il secondo livello, oggettivamente più difficile da ottenere, è quello che ogni giorno costruiamo col nostro agire e con la testimonianza quotidiana della nostra esistenza. Questo scaturisce naturalmente dal modo con cui ci relazioniamo agli altri, nel modo di porgerci e nel modo (più o meno responsabile) con cui si affrontano le vicende della vita. Il secondo livello del rispetto è naturalmente correlato col senso dell’appartenenza ad un gruppo di qualunque genere esso sia: famiglia, amicizie, lavoro, società civile: solo sviluppando una buona dose di comprensione, un buon livello di dialogo e dimostrando quotidianamente umiltà e collaborazione si può ottenere il rispetto e la necessaria confidenza che consente ad un rapporto umano di trasformarsi in qualcosa in più della semplice conoscenza. Purtroppo la vita non è mai sino in fondo come la si vorrebbe, e non è possibile evitare le situazioni di difficoltà e di dolore che prima o poi a turno toccano tutti; proprio in questi frangenti deve scaturire forte e naturale il rispetto, la collaborazione e il supporto ad ogni livello. Non esiste un rispetto o un’amicizia per l’ora dello svago e della spensieratezza e un diverso atteggiamento per il momento dei problemi. Non esistono scuse da accampare: piuttosto ammettiamo in sincerità e pacatezza la realtà delle cose che quanto sembrava non è nella realtà senza prese in giro.
Se si pretende rispetto lo si deve anche concedere, non solo in apparenza: quando si cerca il dialogo questo appello deve essere sempre accolto, mai troncato sul nascere. Chi cerca di dialogare ragionando o cercando di affrontare tematiche di interesse comune, dovrebbe essere quanto meno ascoltato. Chi sente di avere qualcosa da dire ha il sacrosanto diritto di avere propria voce in capitolo: troppo spesso si ritiene più giusto reprimere opinioni, punti di vista e suggerimenti per finte paure, per posizioni preconcette: è sempre meglio esporre e confrontarsi piuttosto che reprimere dentro di sé, sedimentando nel tempo pericolose insofferenze e reprimendo nella suddetta routine la propria personalità. Il significato stesso del dialogo è il primo mattone della convivenza sociale e di in gruppo in genere: dato un problema o un tema ciascuno di noi (se supportato da argomenti validi) è invitato ad argomentare pubblicamente una propria opinione, una proposta, una soluzione. Solo in questo modo è possibile la diffusione dell’informazione, il possibile dibattito e il necessario confronto tra le persone al fine di raggiungere un obiettivo comune. Naturalmente questo implica la capacità (purtroppo sempre più rara) di ascolto da parte degli altri : dalla pazienza dell’ascolto e della comprensione c’è sempre qualcosa di piccolo o grande da imparare, qualcosa di utile da apprendere per la propria formazione personale e da mettere da parte per futuri usi. Troppo comodo non ascoltare confidando che chi in quel momento sta parlando ci sia sempre, sempre disponibile, a ripetere allo sfinimento le stesse cose o peggio ancora presupponendo che ciò che si sta dicendo non sia di minimo interesse per se stessi o gli altri. Non è così che si crea partecipazione, non è così che si crea collaborazione, non è così che si da e si ottiene rispetto personale, non è così che si crea la propria libertà.
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La libertà
Giorgio Gaber
(1972)
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco con la gioia di inseguire un’avventura,
sempre libero e vitale, fa l’amore come fosse un animale,
incosciente come un uomo compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio solamente nella sua democrazia,
che ha il diritto di votare e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche avere un’opinione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura con la forza incontrastata della scienza,
con addosso l’entusiasmo di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche un gesto o un’invenzione,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero,
non è neanche il volo di un moscone,
la libertà non è uno spazio libero,
libertà è partecipazione.
Da "Dialogo tra un impegnato e un non so"
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Per fortuna non siamo tutti uguali e le eccezioni esistono. Eccome se esistono, me le tengo strette coi denti e ringrazio il destino che me le ha fatte incontrare nel percorso della vita.
Auguri a chi sta male nel chiuso di una stanza,auguri a chi non è soddisfatto di sè e della vita,auguri a chi non è felice di ciò che fa,auguri a chi soffre nell'animo.
Auguri a chi è malato ed è in un letto d'ospedaleauguri a chi si sente solo nel mondo caotico ed indifferente,auguri a chi ha vinto ma che ha ancora voglia di migliorarsi,auguri a chi ha perso qualcuno di caro.
Auguri a chi ha perso tutto ma non la speranza,auguri a chi ha avuto fortuna e ha il coraggio di ammetterlo,auguri a chi ha avuto sfortuna e non ne fa una scusa,auguri a chi ha tutto solo in apparenza.
Auguri a chi ha un progetto da realizzare,auguri a chi è deluso,auguri a chi lavora duramente, auguri a chi un lavoro ancora non lo ha.
Auguri a chi mi vuol bene,auguri a chi mi ha voluto bene,auguri alla mia famiglia,auguri agli amici di sempre.
Auguri ai nuovi amici e quelli riscoperti,auguri ai colleghi, auguri a chi voglio bene,auguri a chi mi stima in modo sincero.
Auguri a chi con tanta pazienza quotidianamente mi sopporta,auguri a chi, invece, proprio non mi sopporta,auguri a chi ho arrecato delusioni,auguri a chi ho dato soddisfazioni.
Auguri a chi la vita ha dato tutto, auguri a chi la vita ha tolto tutto,auguri a chi ha poco e ha il coraggio di condividerlo con gli altri,auguri a chi ha bisogno.
Auguri a chi non mi ha mai fatto mancare un aiuto nel momento del bisogno,auguri a chi ho dato una mano, e a chi sono stato utile,auguri a chi legge questo blog, auguri a chi è capace ancora di sorprendersi.
Auguri a chi è curioso ed è sempre alla ricerca di nuovi stimoli,auguri a chi non prova invidia, auguri a chi è vuole sempre migliorarsi, auguri a chi si è legato al dito qualcosa.
Auguri a chi comunque lotta per realizzare un'idea,auguri a chi non si è fermato in attesa degli eventi,auguri a chi ho incontrato una sola volta,auguri a chi non vedo da tempo,auguri a chi non vedrò mai più.
Auguri a chi è semplice ed è capace di accontentarsi,auguri a chi non si accontenta e vuole migliorarsi,auguri a chi è umile e con umiltà procede nella vita,auguri a chi aiuta il prossimo senza secondi fini.
Auguri a chi è aiutato,auguri a chi ha pazienza,auguri a chi ha la capacità di comprendere le circostanze,auguri a chi mi consiglia con discrezione e saggezza.
Auguri a chi ho indegnamente dato consiglio,auguri a coloro i quali, un po' imprundentemente, hanno seguito i miei consigli, auguri a chi è un po' folle e vive la vita con la giusta leggerezza,auguri a chi ha ancora la capacità di sorridere della vita.
Auguri agli ottimisti convinti,auguri ai pessimisti cronici,auguri a chi mi ha regalato un sorriso in un giorno buio,auguri a chi mi è stato vicino nella tristezza.
Auguri a chi mi ha sopportato nei momenti di tensione,auguri a chi ho perso per sempre,auguri a chi ha sofferto per i miei errori,auguri a chi mi ha dato una possibilità.
Auguri a chi mi ha convinto a non rinunciare di fronte alla difficoltà,auguri a chi, come me, da tempo non riesce a vivere lo spirito del natale,auguri a chi, come me, il natale provoca malinconia,auguri a chi sente di aver bisogno di qualcosa o qualcuno.
Auguri a chi ha condiviso con me esperienze,auguri a chi è generoso,auguri a chi mi ha sorpreso, auguri a chi è capace di sorprendersi con l'ingenuità di un bambino.
Auguri a chi ha patito un sopruso,auguri a chi è vittima degli eventi ma non si fa travolgere,auguri a chi vive sempre a testa alta forte della propria umanità, auguri a chi dona sinceramente.
Auguri ai bimbi appena nati,auguri agli anziani malati,auguri a chi è solo,auguri a chi invece è sempre in mezzo alla gente.
Auguri a chi è capace di parlare,auguri a chi è ancora capace di ascoltare,auguri a chi vive al freddo, auguri a chi è capace di riscaldare il cuore del prossimo con una semplice parola.
Auguri a chi ama,auguri a chi è amato,auguri a chi vorrebbe amare ed essere amato,auguri a chi è odiato, massì, in fondo è questione di punti di vista.
Auguri ai popoli del mondo, sopratutto a quelli più bisognosi,auguri a chi gioca,auguri a chi è stato vittima di uno strano gioco,auguri a chi canta in allegria, auguri a chi ha avuto il coraggio di cantarle di santa ragione.
Auguri a chi si alza alla mattina col sorriso sulla bocca,auguri a chi si alza alla mattina maledicendo il proprio destino,auguri a chi è artefice del proprio destino e non sua vittima,auguri a chi ride: la risata è una meravigliosa malattia contagiosa.
Auguri a chi è musone di natura,auguri a chi è debole,auguri a chi è forte,auguri a chi è di una semplicità disarmante,auguri a chi è di una complessità incredibile.
Auguri a chi si ricorda del prossimo,auguri a chi è timido e si sente incompreso,auguri a chi è capace di offrirsi al prossimo,auguri a chi è capace di vincere l'egoismo.Auguri a tutte le meravigliose persone che ogni giorno mi circondano.Tanti auguri a tutti voi!
Alberto
Quando Lei arriva, colpendoci alle spalle subodola e infame, portando via d'improvviso chi ci è più caro, infrange senza un perchè le nostre misere certezze e diviene, se possibile, ancor più inaccettabile e insopportabile. Quando non c'è ragione che la possa spiegare, quando lascia in te un vuoto incolmabile che il tempo solo in apparenza lenisce, noi miserrimi che restiamo siamo incapaci di far fronte a tanto dolore. La vita pare crollare in un vortice di pensieri e domande e ci resta solo l'amara consolazione che in qualche modo l'esistenza deve proseguire tuffandosi a muso duro nel nostro quotidiano, ricacciando nelle pieghe della nostra anima le angoscie più soffocanti. Il ricordo di chi non c'è più resta e deve restare e si farà sempre più vivo nei momenti importanti: qualche volta dolce, spesso maliconico, in alcune circostanze insopportabile per il carico di emozioni che ci riversa addosso. Non esiste medicina solo incerti placebo da cercare nella condivisione della sofferenza e delle esperienze con chi ci può capire. Ti sono vicino Amico mio che questa sera in me hai cercato conforto, lo sai che posso capirti e penso sia stato questo a farti ricordare di me nonostante la distanza; non ho certezze non ho parole, magari ci fossero, magari le avessi trovate nel tempo anche per me: non c'è spiegazione logica ad un atroce e barbaro destino. Rifugiati nel conforto che può darti la tua giovane famiglia, distrai la mente come e se puoi, sii forte e non lasciarti travolgere dalle situazioni. Fidati: l'anima di chi hai perso sarà sempre lì con te e ti accompagnerà per mano sorreggendoti sempre nelle traversie della vita. E se avrai bisogno sarò qui.
"Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la Saggezza di capirne la differenza."
(Preghiera Cherokee)
Carissimi, oggi sono arrivati anche per me i fatidici 30..Come sempre sono arrivato con l'ultimo treno (sarà un destino di tutti quelli nati come me l'ultimo giorno dell'anno???) un po' pesano, un po' fanno mi riflettere, un po' alla fine sono pure contento. Qualcosa di buono l'ho combinato in questi anni, tanto non ho fatto, tantissimo ho fatto male, qualcosa potevo fare meglio ma alla fine sono sopravvissuto. Ho intorno tanti che mi voglio bene (ringrazio tantissimo e di cuore chi mi ha testimoniato la propria amicizia con messaggi e auguri), qualcuno forse magari non mi sopporta , ma insomma posso dire di aver lasciato comunque un buon segno nelle persone che conosco. Di questo sono davvero contento ed è una delle cose che mi sprona ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante i problemi, le difficoltà e le mille insicurezze. Grazie a voi che mi date la forza di andare avanti! Vorrei cambiare tante cose nella mia vita, in parte dare una svolta agli aspetti che non mi convincono o che vorrei migliorare... Sono tanti gli ostacoli, tanti le "montagne da scalare" ma chissà che il 2008 alle porte non sia l'anno buono (in fondo sperare in questi giorni non costa nulla e la voglia vi assicuro non manca...anche se a volte ci credo poco). Bah... vedremo. Nel frattempo il sottoscritto neo 30enne augura a tutti i timidissimi lettori del blog (lo so che ci siete e in alcune occasioni siete pure tanti a soffermarvi sulle cavolate che scrivo,ma neanche a pagarvi mi mettete un commento!!!) UN MERAVIGLIOSO 2008!!!!!!!! Che possa essere sempre pace, serenità, felicità e tutto quanto desiderate!! Di tutto cuore e un abbraccio a tutti Alberto
"Lorenzo Safari"L. Cherubini (Universal)
A tre anni di distanza da “Buon Sangue”, suo ultimo album, e esattamente 20 anni dopo il suo debutto rap Lorenzo Cherubini , è uscito con il suo ultimo lavoro intitolato “Safari”.Tutto il disco gira intorno al concetto espresso dal significato di questa parola: dall’ etimologia swahili “safari” è un lungo viaggio, un cammino seguendo un sentiero: proprio come il lungo ed introspettivo percorso di vita che Lorenzo intreccia nello scorrere delle sue canzoni, un diario fatto di riflessioni ed esplosioni di vitalità, di contaminazioni di generi e vera e propria canzone d’autore, potente ed estremamente tenero allo stesso tempo. La vita ci obbliga, prima o poi , a far i conti con noi stessi e Lorenzo lo fa attraverso la sua musica: esprimendo il fuoco delle passioni, la forza della vitalità e della partecipazione, le emozioni dei sentimenti e il greve peso dei dolori personali. Ad accompagnarlo in questo percorso di suoni e colori, di dolcezza e impegno , ci sono alcuni compagni di altrettanta classe e sensibilità: Ben Harper, alla chitarra nel singolo d’esordio “Fango”, Sly & Dunbar, leggendaria ritmica giamaicana, Sergio Mendes al Fender Rhodes, il fisarmonicista Frank Marocco (partecipò alla colonna sonora de “Il Padrino” e Lorenzo lo ha riportato allo strumento a 84 anni) e Giuliano Sangiorgi dei Negramaro. Realizzato tra Los Angeles, Hannover, Milano, Cortona e Bologna, “Safari” è già avviato a diventare il capolavoro di Lorenzo e forse una tappa importante della musica italiana, da conservare e riascoltare gelosamente anche a distanza di tempo. Lorenzo in questo disco canta per sé e per il suo pubblico, aprendo il proprio diario di riflessioni e condividendo con noi veri brani di poesia: ascoltate il singolo “Fango” (programmato in questi giorni dalle principali radio e vero traino emozionale del disco) e sarete condotti con mano gentile e sicura nella profonda spiritualità e nelle emozioni di Lorenzo. In questo brano la chitarra di Ben Harper dà il tempo alla musica e poesia, in ultima analisi alla stessa vita ai luoghi e ai pensieri di Lorenzo:
“…un mondo vecchio che sta insieme solo grazie a quelli che hanno ancora il coraggio di innamorarsi e una musica che pompa sangue nelle vene e che fa venire voglia di svegliarsi e di alzarsi smettere di lamentarsi che l'unico pericolo che senti veramente è quello di non riuscire più a sentire niente di non riuscire più a sentire niente il battito di un cuore dentro al petto la passione che fa crescere un progetto l'appetito la sete l'evoluzione in atto l'energia che si scatena in un contatto..”
Quanta verità in queste poche parole, in cui un po’ noi tutti ci ritroviamo (o ci dovremmo ritrovare). Il ritmo varia in “Mezzogiorno” una sorta di inno scanzonato da cantare accompagnando Lorenzo nei suoi prossimi live; in “A te” e “Dove ho visto” c’è la canzone d’autore che è stata in passato di Sergio Endrigo e Luigi Tenco. La musica si fa linguaggio universale e unico per forza ed immediatezza. Pensieri e sentimenti stesi sul tappeto ritmico sudamericano di Sergio Mendes emergono in “Punto” mentre forza ed energia esplodono incalzanti in “Safari” (dove troviamo la collaborazione di Giuliano Sangiorgi dei Negramaro). La parte finale del disco si caratterizza per il ritorno al rap: “Mani libere 2008” dove si riscontra la presenza di Michael Franti degli Spearhead . Questo è un album che sarebbe più giusto definire “diario” su cui Lorenzo ha fissato le più nascoste pieghe della propria vita e del proprio pensiero, nell’interminabile e vitale ricerca di sé stessi, della società e del prossimo; il tutto tenendo sempre ben fermo il proprio intimo, i propri valori e le proprie radici. Originale, emozionante, mai scontato: questo disco è ispirazione e riflessione, speranza e fiducia , paura e certezza, amore e dolore cos’altro possiamo chiedere in più? Ragazzi, leggete cliccando qui i testi di "A te" e "Fango", e ditemi se non è poesia nella forma più pura.
“…sotto un cielo di stelle e di satelliti tra i colpevoli le vittime e i superstiti un cane abbaia alla luna un uomo guarda la sua mano sembra quella di suo padre quando da bambino lo prendeva come niente e lo sollevava su era bello il panorama visto dall'alto si gettava sulle cose prima del pensiero la sua mano era piccina ma afferrava il mondo intero ora la città è un film straniero senza sottotitoli le scale da salire sono scivoli, scivoli, scivoli il ghiaccio sulle cose la tele dice che le strade son pericolose ma l'unico pericolo che sento veramente è quello di non riuscire più a sentire niente..”
A completamento di una settimana lavorativa particolarmente stancante si prospetta un duro weekend (ancora di lavoro ) in cui si tirano le somme di quanto fatto fino ad adesso... meno male che c'è la musica a far da colonna sonora a tutto (e c'è il pensiero già proiettato al fine settimana successivo di totale riposo in allegra compagnia in Svizzera ) Ecco qualche "consiglio per l'ascolto" .... (le mie hits da "autostrada" di questi giorni )
1) Mezzogiorno - Lorenzo Cherubini (bello, bello, bello....)
2) Homecoming Queen - Hinder (rock grintoso, qualche sonorità alla Guns 'n' Roses ... )
3) Domani (Io Voglio Stare Bene) - Raffaella De Stefano (bel suono,bella voce, sound che rimane facilmente in testa... )
Infine notiziona musicale: il 20 febbraio 2008 verrà pubblicato "Studentessi", il nuovo album del simpatico complessino "Elio e le Storie Tese". Il disco sarà venduto in edicola (in allegato a La Repubblica e l'Espresso) oltre che nei normali negozi dischi. Intanto sul blog di Elio e Radio Deejay potete apprezzare in anteprima il video di "Parco Sempione", singolo trainante dell'album (è qui: http://mydeejay.deejay.it/elioelestorietese )
Oggi e domani a Milano per trasloco sala server incrociam le dita
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Letture...
J.D. Salinger Il giovane Holden (The catcher in the rye) EinaudiEditore
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Daniele BiachessiLa Fabbrica dei Profumi Baldini e Castoldi Editore
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Musica...
Vasco Rossi - Dillo alla luna (1990)
Ben E. King - Stand by me (1961)
Queen - Bohemian Rhapsody (1975)
U2 - Pride (In the name of love) (1984)
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06/10/2024 @ 18:33:04
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