Scritta da Bruno Lauzi e Maurizio Fabrizio nel 1972 (nella stessa settimana di Piccolo uomo), e lasciata "nel cassetto" per ben diciassette anni, "Almeno tu nell'universo" fu ripresa solo nel 1989, quando venne incisa da Mia Martini, che con questa canzone partecipò al Festival di Sanremo di quell'anno. Col pretesto di una lettera d'amore, Lauzi mette a fuoco alcuni aspetti negativi della società contemporanea: principalmente l'incoerenza della gente, intesa come amorfa e indistinta massa di persone, ma anche la sua ipocrisia, il fatto di seguire «ciecamente» le mode, dalle quali si lascia «scioccamente» influenzare e comandare, e la mancanza di una scelta decisa tra amore o odio, e per questo non credibile e affidabile. Il soggetto parlante della canzone afferma che il destinatario è l'unica persona «nell'universo» ad essere diversa dalla gente (cioè migliore, ma proprio nel senso che peggio di così non può essere). La canzone diviene così una rassegnata e sconsolata osservazione della realtà... che molti intorno a noi dovrebbero ascoltare attentamente: forse (e sottolineo il forse, dato che la roccia è troppo spesso dura da scalfire) imparerebbero qualcosa. A voi la voce struggente della grande Mimì (video originale della partecipazione a Sanremo '89... se leggete da facebook cercate il video in bacheca).