A qualche mese di distanza dall’avvio di questo blog ritengo sia il momento di fare un piccolo punto della situazione; qualche post ora c’è, diciamo pure che forse c’è anche un minimo di “taglio personale” negli argomenti da trattare e , facendo costante opera di riordino mentale, esiste anche ad impostare una sorta di organizzazione delle diverse sezioni. Nulla di che per carità, ma in ogni modo sono abbastanza soddisfatto di quanto creato fino ad ora; certo manca una costante attenzione all’aggiornamento:ma ritengo che alla fine ciò non sia essenziale. Come nella vita reale, o uno ha qualcosa di concreto da dire e comunicare o è meglio che stia zitto e rifletta imparando ad ascoltare.. inoltre non sempre siamo disposti a “comunicare”: ci sono momenti di entusiasmo e creatività dove è facile pensare e scrivere qualcosa di sensato e ci sono volte dove si è distratti da tutto e da tutti e semplicemente non si ha né tempo né voglia di mettersi di fronte ad un foglio bianco cercando di accordare le parole scritte col pensiero.
Da un certo punto di vista ritengo che, questa distrazione dall’aggiornamento costante del blog , non sia nient’altro che il naturale rispecchiarsi della mia personalità, dei miei difetti …quindi un sincero prodotto del mio modo di essere e del mio carattere.
Come più volte dichiarato le finalità (se se così si può dire…) di questo blog sono prevalentemente personali, ovvero un modo per aiutarmi a raccogliere le idee, i pensieri, le emozioni e le esperienze che giorno per giorno segnano in positivo o in negativo la mia vita cercando di organizzarle e ordinarle evitando così che vadano disperse nel susseguirsi frenetico del tempo e della quotidianità. Una sorta di “cassetto” dove mettere via, un po’ alla volta, tutto quanto più aiutarmi a riflettere sulle cose, a ricordare i colori o i suoni dei momenti importanti o semplicemente dove riversare degli sfoghi delle frustrazioni e delle difficoltà più o meno represse.
Sarà anche che con le parole scritte mi ritengo (forse a torto…) più libero e più a mio agio nel trattare questioni di interesse personale, in ogni caso devo dire che ogni post sul blog è per me un passo avanti nel conoscermi e farmi conoscere, un piccolo mattoncino che metto nel costruire, o forse è meglio dire nell’ordinare,il mosaico di me stesso.
E ora, per concludere, veniamo alle note dolenti : - ) ovvero a chi mi legge! Date le finalità personali e gli argomenti trattati del blog,non è mio obiettivo primario coinvolgere in commenti i lettori; questo è e penso sempre sara’,un calderone dai contenutimolto vicini al mio gusto e alle mie idee … ma siccome so’ che ogni qualcuno di voi legge o si sofferma sulle mie elucubrazioni (non negatelo! Qualche volta vi ho beccato sul sito…altrimenti che ci starebbe a fare il contatore delle persone collegate in alto!!!)fatemi sentire cosa ne pensate, le vostre opinioni o i vostri pensieri.Non lasciatemi la sezione dei commenti così desolatamente vuota… se qualcosa di letto o visto in queste pagine vi ha suscitato una reazione non esitate a lasciarne una traccia… Ci conto!
p.s. : data l’ora del post vi prego di non badare troppo a errori di ortografia, battitura o semplicemente a frasi sconclusionate…
Non disprezzare il poco, il meno, il non abbastanza L’umile, il non visto, il fioco, il silenzioso Perché quando saranno passati amori e battaglie Nell’ultimo camminare, nella spoglia stanza
Non resteranno il fuoco e il sublime, il trionfo e la fanfara Ma braci, un sorso d’acqua, una parola sussurrata, una nota Il poco, il meno il non abbastanza
La citazione di una breve riflessione di Stefano Benni, giornalista, scrittore e poeta bolognese.
Stefano Benni è autore di romanzi e antologie di racconti ambientati in mondi e situazioni immaginarie, caratterizzati da toni di forte satira sociale e politica. I suoi testi e il suo stile di scrittura si caratterizzano per l'ampio uso di neologismi, giochi di parole e parodie di altri stili letterari.
Tra le sue opere più famose (tutte edite da Feltrinelli): Bar Sport, La Compagnia dei Celestini, Baol, Elianto, Spiriti, Saltatempo
Racconti di apparente fantasia e solo in apparenza surreali, sono spietate critiche nei confronti delle storture della società, del costume dei nostri giorni e delle arroganze e incapacità dei politici italiani e internazionali. Ampio spazio spesso è riservato alle accuse alle lobby di potere e alle logiche perverse delle multinazionali economiche; memorabile il seguente passo di "Spiriti" (Feltrinelli, 2000): come non condividere con rabbia la critica, tragicamente attuale, contro la logica guerrafondaia e di profitto delle superpotenze (in particolare degli USA):
"... 1. Tutto ciò che un paese forte e ricco decide, intraprende e sceglie ogni giorno ha come conseguenza e necessità:
preparare la guerra coltivare la guerra prevedere la guerra accettare la guerra avere bisogno della guerra scegliere, ogni tanto, per quale guerra indignarsi e quale guerra dimenticare.
2. Arma e alleva un dittatore, se un giorno vuoi avere il merito di combatterlo.
3. Chi è più debole massacra, chi è più forte interviene.
4. Non esiste guerra tanto crudele da non scomparire appena si smette di parlarne...
5. Ogni multinazionale economica ha bisogno di invadere, sfruttare, scacciare e uccidere proprio come un esercito.
Queste parole, incise su una lastra di acciaio, erano bene in vista all'entrata del grattacielo Hacarus, e nessuno poteva entrare senza guardarle. Erano il pentalogo su cui Hacarus aveva costruito la sua fortuna, e non si vergognava certo a esporle. L'ufficio di Hacarus era al settantesimo piano, e vi si arrivava con un ascensore tappezzato di velluto nero. Hacarus si divertiva ogni tanto a rallentarlo, bloccarlo e spararlo come un missile, per godersi le reazioni attraverso una telecamera interna...."
Di DL4U (del 22/07/2007 @ 23:49:50, in Cinema, linkato 3070 volte)
Eccoci arrivati ad un post molto importante, uno di quelli già di per sé difficili da catalogare nelle sezioni in cui ho organizzato questo blog: a rigor di logica l’ho dovuto inserire in “Cinema” , ma il cuore mi avrebbe portato ad inserirlo immediatamente nella sezione “Passions”; detto questo entriamo subito in argomento senza altre premesse. Argomento del post sarà “Il Sorpasso”, pellicola capolavoro di Dino Risi del 1962, a ragione annoverato tra i 5 film più importanti della cinematografia italiana;da più parti considerato un “cult movie” rappresentativo delle speranze, delle illusioni spesso disattese di un’epoca (gli anni 60 e il boom economico)e uno spaccato realisticamenteamaro dell’ Italia del miracolo economico. I protagonisti della pellicola sono tre: un istrionico Vittorio Gassman (nei panni del cialtrone opportunista Bruno Cortona), Jean-Luis Trentignan (il riflessivo e timido Roberto Mariani) e un’automobile, la Lancia Aurelia B24 Spyder (sinuosa, prepotente e aggressiva icona di eleganza e sfrontatezza, simbolo di velocità e strumento di battaglia nel traffico per il suo pilota).
Questo trittico compone il motore del primo“road-movie” italiano, di una storia dove la strada e la velocità sono elementi chiave per dettare i ritmi frenetici nel dipanarsi della vicenda. Classificare“Il Sorpasso” come semplice commedia all’italiana è a prima analisi riduttivo e non rende bene un’idea efficace del film: “Il Sorpasso” è trasversale ad ogni classificazione; è un racconto neorealistico narrato sulla strada dai toni ora comici ora drammatici capace di digressioni psicologiche e di aspra satira sociale. La personalità di Dino Risi emerge nella capacità di ricreare situazioni talmente reali, al limite del documentario, da apparire quasi un cinegiornale dell’epoca; il regista coordina ed esalta con inquadrature e tagli ritmati delle sequenze la coralità dell’interpretazione del gruppo degli attori. A far da colonna sonora di tutto il film le musiche incalzanti di Riz Ortolani, le più celebri pezzi degli anni 60 e il chiassoso e assillante clacson dell’Aurelia di Bruno Cortona. Passiamo ora a descrivere la trama de “il Sorpasso”. Siamo a Roma nell’Italia del miracolo economico, è Ferragosto, e la città è deserta. Il film si apre con Bruno Cortona (Vittorio Gassman) al volante di una veloce Lancia Aurelia. Bruno,quarantenne vigoroso, fancazzista, cialtrone, amante della guida sportiva e delle belle donne, vaga senza meta per le strade alla ricerca di un pacchetto di sigarette e di un telefono pubblico. Per puro caso lo accoglie in casa lo studente di legge Roberto Mariani (Jean-Louis Trintignant), rimasto in città per preparare gli esami. Roberto è l’esatto opposto di Bruno: timido, onesto e afflitto da dubbi e complessi esistenziali. I due, spintidal carattere invadente e impulsivo del Cortona, intraprendono un viaggio in auto che li porterà verso mete occasionali sempre più distanti: il ristorante sul mare, i parenti di Roberto in Toscana e la casa della ex moglie di Bruno, la spiaggia assolata del ferragosto, Viareggio. Il Roberto sarà più volte sul punto di abbandonare Bruno, ma sia il caso sia una certa inconfessabile attrazione, lo riporteranno sempre sui suoi passi, in un percorso di iniziazione alla vita reale che lo porterà al distacco dai miti adolescenziali, a conoscere l'amore ed i rapporti sociali, a fare i conti con la realtà del tempo e le disillusioni della vita. Scena dopo scena si sviluppa il motore trainante di tutto il film ovvero l'amicizia fra i due uomini, che conosciutisi per caso nell’arco di due giorni di scorribande e avventure si scoprono lentamente. Sono due figure così contrastanti da scoprire di aver bisogno l'una dell'altra per esistere, sono lo specchio di una società che sta vivendo il boom economico visto da due angolazioni diverse non necessariamente negative nè positive. La cavalcata dei due protagonisti si conclude tragicamente durante l’ennesimo, azzardato sorpasso in un tratto di strada tortuoso verso Viareggio; in un tragico incidente Roberto perde la vita a bordo dell’auto mentre Bruno si salva gettandosi fuori dall’abitacolo a all’ultimo. Solo qualche istante prima dell’epilogo Roberto sente che il suo percorso iniziazione è terminato e per la prima volta riesce a mettere da una parte tutte le sue inibizioniin un urlo spontaneo e liberatorio.
Senza fine le gag e le citazioni memorabili estrapolabili dal film: le tombe etrusche, il monte Fumaiolo, il dialogo con l'agente bolognese, Garcia Lorca, Antonioni, la macchietta del domestico “Occhiofino”, Sofia Loren, il vecchio che arranca, BiPi. Istrionico e sboccato Bruno è puro istinto e riserva un commento molto personale per tutto. La donna con la gamba ingessata, i vecchi della festa paesana, e in tutte le frasi di Bruno, "che c'hai una sigaretta" su tutte, le sue battute, la sua visione del mondo , forse non condivisibile, ma spassosa. Il carattere di Bruno emerge nelle citazioni seguenti:
Bruno: Chi è ‘sta cicciona?Roberto: E’ mia mamma …Bruno:Ah perbacco, bella donna!
'Sti sozzoni! L'appuntamento era alle 11:00 e a mezzogiorno già so annati via. (Bruno Cortona)
Non habemus crikke! Desolamus! (Bruno Cortona risponde alla richiesta di aiuto che alcuni sacerdoti stranieri, rimasti con una gomma a terra, gli avevano rivolto in latino)
Pe' guidà è importante la posizione delle mani sur volante. Quattroruote consija le 3 meno venti, io preferisco le mezzogiorno e un quarto. (Bruno Cortona)
Bibi? Ma che e', 'n pechinese? (Bruno Cortona - riferendosi al nomignolo con cui la figlia chiama il suo fidanzato ultracinquantenne).
Pare na cosa da niente... invece... ahò... c'è tutto: la solitudine, l'incomunicabilità... e poi quell'altra cosa, quella che va de moda oggi... l'alienazione, come nei film di Antonioni. (Bruno Cortona parla di una canzone di Modugno)
Scheda del film:
Titolo: Il Sorpasso ( “The EasyLife” nel doppiaggio inglese)
Attori principali:Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Jean-Louis Trintignant, Claudio Gora, Luciana Angiolillo, Linda Sini, Franca Polesello, Lilly Darelli, Mila Stanic
Produttore: Mario Cecchi Gori
Fotografia: Alfio Contini
Scenografia: Ugo Pericoli
Montaggio: Maurizio Lucidi
Musiche: Riz Ortolani
Durata: 105 min B/N
Riconoscimenti: un David di Donatello a Gassman come miglior attore
Curiosità (da Wikipedia)
Originariamente il soggetto era stato scritto per Alberto Sordi nel ruolo di Bruno Cortona. La produzione passò poi a Mario Cecchi Gori he spinse per affidare il ruolo del protagonista a Vittorio Gassman. A quel tempo Alberto Sordi aveva un'esclusiva con Dino De Laurentiis.
Risi aveva pensato a due finali differenti. Rispetto a quello che poi venne effettivamente realizzato doveva esserne girato un altro, in cui Roberto, esasperato, uccide Bruno, ma l'idea non ebbe un seguito per problemi economici.
Il film uscì negli USA con il titolo The Easy Life. Dennis Hopper il regista di Easy Rider si è ispirato a Il Sorpasso per scrivere il suo soggetto considerato il capolavoro (nonché il capostipite) dei film on the road.
Un film emozionante, veloce, divertente e drammatico capace di suscitare emozioni ogni volta che lo si rivede.Un concentrato di temi sociali e psicologici con cui confrontarsi continuamente durante la visione della pellicola. Un capolavoro costruito sul costante contrasto tra il personaggio di Bruno interpretato alla perfezione da Gassmancialtrone, esuberante, spassoso e Roberto (Trintignant) giovane studente, serio, timido, rispettoso. Una buona parte di noi si rivede in Roberto in più di una situazione del film, nei suoi complessi schemi mentali e nelle sue paure e nelle sue timidezze e vorrebbe incontrare un ciclone come Bruno capace di sconvolgergli la vita in capo ad un week-end. Chi come Roberto è costretto negli schemi quotidiani della vita e della mente è fatalmente attratto da Bruno, lo vorrebbe prendere a modello, ma poi si cade nella cruda realtà quando alla fine del film succede il dramma. Un ritmo che non annoia mai, sempre divertente che fa riflettere, commuovere, pensare semplicemente un film perfetto in ogni sua parte. Un ritratto tragicomico dell’Italia del boom che ciascuno di noi dovrebbe vedere e rivedere; osservando “il Sorpasso” con un occhio attento come non rivedere temi, personaggi e scene poi riproposte in altri film italiani e internazionali; quali? Tra i tanti “Easy Rider” di Dennis Hopper, “Un Sacco Bello”di Carlo Verdone.
Ex moglie di Bruno:"Lo conosce bene lei Bruno?" Roberto: "No, ci siamo incontrati stamattina". Ex moglie di Bruno:"Allora lo conosce bene: la prima impressione che si ha di lui è quella giusta".
Un veloce e breve post per rivolgere un sentito ringraziamento a Pier che, raccogliendo quella che giustamente ha definito "mia provocazione", ha voluto lasciare più di un segno del suo passaggio su blog.
Spero il suo gesto faccia da apripista per tutti coloro che leggono queste pagine e che vogliono partecipare attivamente commentando i post e gli argomenti trattati.
Onestamente fa piacere poter condividere con voi impressioni, idee e pareri sfruttando questo canale molto alternativo capace di superare ogni tipo di ostacolo (sia esso di distanza, o di tempo o di semplice riservatezza).
Ancora un grazie di cuore Pier! E non appena partirete in forma definitiva ricambierò sul tuo nuovo blog..contaci!
Di DL4U (del 30/07/2007 @ 00:02:24, in Cinema, linkato 1133 volte)
Dopo una breve sosta, riprendiamo il discorso all’incirca da dove l’avevamo lasciato ovvero da un post dedicato ad un film. Questa volta però non parleremo di un classico, ma di un film relativamente recente (anno 2005) che comunque ha in comune con gli altri il tratto neorealistico. Come per “il Sorpasso” il tema del film è trasversale ad altre categorie del blog (in particolare con la sezione “My Seventies”), ma ovviamente la logica lo porta ad essere un nuovo ramo dell’area “Cinema”.
Oggetto del post sarà il film “Romanzo Criminale” di Michele Placido uscito nelle sale nel 2005. La pellicola è tratta dall’ omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo edito da Einaudi nel 2002. Nel suo libro, De Cataldo, magistrato e giudice della Corte d’Assise di Roma, descrive le vicende della cosidetta "Banda della Magliana", tristemente nota come una delle piu' potenti organizzazioni criminali della storia italiana recente, attiva a Roma e poi in Italia dal 1977 al 1992, motore dei piu' efferati e diversi delitti: omicidi, sequestri, traffico di stupefacenti, favoreggiamenti mafiosi sino a veri o presunti coinvolgimenti nel rapimento di Aldo Moro e nella strage di Bologna del 2 agosto 1980.
Dalle poche righe precedenti, è intuibile la ragione per cui scriverò di questo argomento: pur riconoscendo spesso interpretazioni dei fatti e dei personaggi forzatamente romanzate per l’uso cinematografico, sono da sempre fortemente interessato a tutte quelle espressioni del recente cinema italiano dedicate alla narrazione e alla ricostruzione dei periodi e dei fatti della storia italiana recente (dagli anni 60 sino ad oggi). Nonostante, come detto, queste opere abbiano frequentemente alcune lacune sotto il profilo strettamente storiografico e siano soggette alle inflessioni interpretative legate alle tendenze socio-culturali degli autori, sono a mio avviso comunque da premiare come tentativi (spesso comunque ben confezionati) di ricostruzione e approfondimento della nostra storia recente colmando di fatto un vuoto formativo spesso presente nelle nuove generazioni (alzi la mano chi di noi, a scuola e negli studi di storia , ha affrontato qualche evento successivo al prima metà del novecento). Un chiaro esempio di quanto detto, degno a mio avviso di lode e citazione nonostante tutto, è l’epopea narrata da “La Meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana, film del 2003, che ripercorre attraverso le vicende della famiglia Carati quarant’anni di storia italiana dall’alluvione di Firenze del ’66 sino ai giorni di tangentopoli e delle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Per completezza di informazione è necessario ricordare che alcuni nomi dietro e davanti alle macchine da presa del film di Michele Placido sono presenti anche nell’opera di Giordana (su tutti gli sceneggiatori Rulli e Petraglia e Jasmine Trinca, attrice giovane di chiaro talento, già Nastro d’Argento nel 2004).
Torniamo a “Romanzo Criminale” addentrandoci un po’ di più nella trama del film. Roma anni Settanta. Tre ragazzi , Libano (PierFrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart) e il Dandi (Claudio Santamaria), tutti appartenenti alla piccola mala romana e amici sin dall’infanzia. con l'aiuto di un gruppo improvvisato di altri delinquenti, tra cui il Nero (Riccardo Scamarcio), un nazista che si sente l'ultimo samurai, sequestrano e sopprimono brutalmente un ricco possidente (il Barone Rosellini interpretato da Franco Interlenghi).
Invece di spartire subito i soldi, Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda, e di investire nel traffico nel business dell'eroina. In breve tempo nasce così un'organizzazione lucida e spietata che si sbarazza di tutti i rivali e impone in tutta Roma la sua legge criminale, che estende il proprio giro d’affari anche alla prostituzione al gioco d’azzardo e che si allea con la Mafia e si guadagna la protezione di quegli uomini senza volto a cui lo Stato affida i lavori sporchi (questi ultimi rappresentati nel film dal misterioso Dottor Carenza alias Gianmarco Tognazzi) .
Da questo momento le cronache cominceranno a scrivere della cosidetta “Banda della Magliana”, che metterà a ferro e fuoco la città e le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d’ Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage alla stazione di Bologna.
Siamo nel periodo del terrorismo: la polizia è spesso distratta da altre vicende. Il commissario Scialoja (Stefano Accorsi) è l’unico ad interessarsi al caso e a tentare di sgominare la Banda. La sua attività è però spesso osteggiatada superiori e frange deviate dello Stato. Nelle sue indagini intreccia un'ambigua relazione con Patrizia (Anna Mouglalis), una prostituta, già donna del Dandi.
Più la ferocia e l’importanza della banda cresce più si fanno ambiziose le mire di Libano (leader del gruppo); nel contempo il Freddo si innamora dell'innocente Roberta (Jasmine Trinca), ragazza semplice e pulita lontana dalle donne dei bordelli che di solito è abituato a frequentare, con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza con la mafia e i politici. Poco tempo dopo però Libano, viene accoltellato per un debito di gioco: il Freddo e il Dandi si riuniscono per vendicare l'amico aprendo così un secondo tempo del film.La morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio, tutta la banda viene arrestata (meno Dandi e Nero, protetti dalle alte amicizie) : la polizia trova il Freddo, processo lo condanna a trent'anni. Roberta, sconvolta e tradita dall'uomo che amava e del quale si era fidata, lo abbandona per quattro lunghi anni, ma non lo dimentica. Ritorna, e per lei il Freddo e' disposto a tutto: crede all'amico Dandi che lo convince ad iniettarsi una provetta contenente del sangue "fintamente" infetto, fornitagli da un medico corrotto, per riuscire ad uscire dal carcere e a curarsi. Ma Dandiha come unico scopo l’eliminazione del Freddo e la testa della Banda: per evitare che rivelazioni pericolose permettano alla polizia di trovarlo, il sangue e' davvero malato, il Freddo puo' uscire, ma e' ignaro che il suo destino è già segnato. Il Freddo ripara in Francia con Roberta sino alla sua improvvisa e tragica morte. Terzo tempo: il periodo del Dandi. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue. Uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.
Scheda del film (da Wikipedia):
Titolo originale:Romanzo criminale
Paese:Italia, Francia, Gran Bretagna
Anno:2005 Durata:152'
Genere: noir, poliziesco, drammatico
Regia: Michele Placido
Soggetto: Giancarlo De Cataldo (romanzo)
Sceneggiatura: Giancarlo De Cataldo, Sandro Petraglia, Stefano Rulli
Attori:
Pierfrancesco Favino: Il Libanese,Kim Rossi Stuart: Il Freddo,Claudio Santamaria: Dandi,Stefano Accorsi: Commissario Scialoja,Riccardo Scamarcio: Il Nero,Jasmine Trinca: Roberta,Anna Mouglalis: Patrizia, Roberto Brunetti: Aldo Buffoni,Antonello Fassari: Ciro Buffoni, Elio Germano: Il Sorcio,Francesco Venditti: Bufalo,Giorgio Careccia: Fierolocchio,Leslie Csuth: il Francese,Luigi Angelillo: Zio Carlo, Giorgio Sgobbi: Avv. Vasta, Gianmarco Tognazzi: Carenza,Franco Interlenghi: Barone Rosellini
Fotografia: Luca Bigazzi
Montaggio: Esmeralda Calabria
Effetti speciali: Claudio Napoli
Musiche: Paolo Buonvino
Scenografia: Paola Comencini
Riconoscimenti:
8 David di Donatello 2006: "miglior sceneggiatura", "miglior attore non protagonista" (a Pierfrancesco Favino), "miglior direttore della fotografia", "miglior scenografo", "migliore costumista", "miglior montatore", "migliori effetti speciali visivi", "Premio David Giovani"
Centocinquanta minuti di storia italiana narrata con un ritmo per la maggior parte del tempo serrato ben rappresentando i fatti, i toni e le ambientazioni della Roma e dell’Italia di quegli anni. Rabbia, violenza, povertà e cinismo, ricchezza, potere e disastro: nella vicenda di “Romanzo Criminale” c’è tutto e il contrario di tutto. Senza pretese di dare una ricostruzione esatta dei fatti della Banda della Magliana (come del resto anche il romanzo di De Cataldo da cui il film è tratto) la pellicola però dà un'interpretazione crudele e rischiosa di quest'epopea criminale semplicemente attraverso il racconto delle vicende dei suoi protagonisti. Per certi versi forzato nella narrazione, per altri quasi pasoliniano nella sua cruda rappresentazione della realtà della vicenda umana di questi “ragazzi di vita”, il racconto corre qualche volta il rischio di connotare i protagonisti negativi come eroi moderni,ma rimane comunque uno specchio fedele di quelle vicende e delle tensioni dell’Italia del tempo. A dar maggiore spessore all’intero film c’è inoltre un cast e' eccezionale: Pier Francesco Savino (su tutti il migliore, a buon diritto uno dei migliori attori del panorama cinematorgrafico attuale), Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi (un po’ sopra le righe come sempre), la francese Anna Mouglalis, la giovanissima Jasmine Trinca (meravigliosa e già apprezzata ne "La meglio gioventu'’) e Riccardo Scamarcio. Di rilievo la regia di Placido (che si riserva anche un cameo nel film interpretando il padre del Freddo nella scena dell’ospedale), capace di imprimere al film un andamento che lascia col fiato sospeso fino alla fine scandito da una colonna sonora (musiche di Paolo Buonvino) che riporta indietro a quegli anni difficili ma sempre affascinanti (memorabile l’apertura sulla base di “Io ho in mente te” dell'Equipe 84).
Cliccate sul link seguente per un collage filmato di immagini dal film...
A breve un post by DL4U .... nel frattempo inseriamo questi contenuti prelevati dal sito ufficiale della Band e un piccolo podcast di esempio per chi non conoscesse gli Illeciti. Come sempre grande spettacolo a Dormelletto, al Betomusic ( www.betomusic.it ), mercoledì 1° agosto !
La storia degli Illeciti Musicali inizia il 24 dicembre 1994 al mitico palazzetto dello sport di Arona. La formazione del gruppo era composta da Ale Ruspini alla voce, Enzo Servidio al basso, Daniele Zacchia e Di Natale Paolo alle chitarre, Simone Caron alla batteria e Lello Caravano alle tastiere. L'impronta del gruppo e' sempre stata fin dagli inizi rock, le cover di Vasco, Ligabue, Bon Jovi, Doors e Van Halen erano le piu' gettonate. La sala prova era la bellissima ed impolveratissima “Livio taverna” tutta in legno con un camino che sbuffava piu' dentro che fuori!! E proprio in questa taverna è nato il nome "Illeciti Musicali". L'idea del nome venne a Lello e piacque subito anche a Dina. Agli altri invece proprio non piaceva, tanto che si dovette ricorrere ad un'estrazione che nonostante i numerosi brogli(!!!) portò a scegliere il famoso bigliettino con la scritta "Illeciti Musicali"! Forse era il destino... Del primo periodo è sicuramente da ricordare il singolo registrato negli studi Rai di Milano “Cosa credi che sia”, insieme ad una manciata di cover. I concerti iniziano ad aumentare con il passare degli anni e la gente comincia ad essere sempre di piu' al seguito della band che con l'aggiunta di Stefano Barberis alla chitarra e Diego Cova al basso incomincia a lavorare sui primi brani che faranno parte del primo disco “Illeciti Musicali” che verra' registrato a Milano al Jungle Sound Station da Fabio Magistrali, fonico di Ritmo Tribale ed Afterhours. Il primo brano composto e' “Tempi Moderni”, il secondo “Dimmi di te” che travolge la provincia di Novara. Viene pubblicato il primo disco in 1000 copie vendute in pochissimo tempo e stramasterizzate successivamente. L'insieme dei brani originali con Medley ballabili italiani e stranieri rende lo spettacolo adatto a tutti sia giovani che non.. cosi'il gruppo inizia a riempire tutte le feste della birra della zona ed a suonare nei locali piu' importanti del nord Italia. Nel 2002 gli Illeciti sentono il bisogno di registrare il secondo disco "Aprire gli occhi" sia per loro che per i fan… Il disco verra' registrato a Somma Lombardo da Giovanni Prolo musicista dei Cattivi Pensieri e sara' presentato al Rolling Stone di Milano davanti ad un pubblico entusiasta. Di rilievo l'arrangiamento e le finiture su Splendido ed il bellissimo suono generale dell'album. Il gruppo suonera' ancora da spalla ai Velvet al Rolling Stone e partecipera' insieme ad i Negrita ad una manifestazione indetta da loro allo Storyville di Arezzo. Il tempo passa e dopo partecipazioni in radio e televisioni locali estati stracolme di gente (il gruppo suona nel 2003 sia a San Vito di Omegna che all'Alpaa di Varallo Sesia manifestazioni alle quali partecipano anche artisti affermatissimi del panorama italiano) il gruppo cambia ancora pelle nel settembre 2004 riprendendo alle tastiere il micione Lello Caravano che era impegnato nella gestione del sito. Nel dicembre 2005 lo storico batterista Simone Caron lascia il gruppo perchè diventa papà del piccolo Gabriel.... e al suo posto arriva Fabio Zampieri detto oramai DJ zamp :)
Di DL4U (del 12/08/2007 @ 23:50:58, in Cinema, linkato 2991 volte)
Non appena ho deciso di scrivere questa recensione, mi son reso conto delle difficoltà in cui mi sarei imbattuto; non è semplice racchiudere in un testo di senso compiuto l' emozione che mi ha coinvolto per tutta la durata del film sin dalla sua prima visione. Un lungo romanzo illustrato, che amo e che ho rivisto più volte: forse l’ opera più importante della cinematografia italiana degli ultimi anni.
“ La Meglio Gioventù ": un progetto ambizioso del regista milanese Marco Tullio Giordana, non nuovo a opere di respiro storiografico, capace di raccontare l’Italia e la sua storia vista attraverso gli occhi e le vicende di due fratelli, dall’alluvione di Firenze del 1966 sino a giorni nostri.
Un lungo viaggio di quarant’anni attraverso le rabbie, le gioie, le illusioni e le delusion di una generazione racchiuso in sei ore di film. Trent’anni dopo “Novecento” di Bertolucci, la cinematografia italiana può di nuovo annoverare tra le sue opere una produzione di ampio respiro, capace di leggere la storia contemporanea in modo diretto e naturalefornendo un affresco partecipato e commovente di un'epoca tormentata e difficile del nostro paese. Attraverso la magistrale sceneggiatura di Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Giordana narra con passione i sentimenti e il vissuto dei personaggi del film (ora protagonisti, ora daosservatori delle vicende raccontate) nel loro quotidiano scontrarsi con i piccoli e grandi problemi della vita.
Ciascun personaggio viene connotato con una propria sensibilità e ben precisa personalità: c’è il coraggio di chi vuol tentare di cambiare qualcosa per lasciare anche solo un segno che possa contribuire migliorare proprio presente e il proprio futuro, c’è l’alienazione e la difficoltà di chi rimane ai margini perché troppo impegnato a trovare in sé stesso un senso alla propria vita.
A dar supporto alla commozione e allo struggimento del racconto, troviamo una fotografia calda e palpitante che partecipa delle emozioni dei personaggi; una narrazione coinvolgente grazie alla forza dei dialoghi che si distinguono per originalità e profondità; una meravigliosa e trascinante combinazione di confronti tra attori che vivono con partecipazione il copione e sequenze narrative e didascaliche in cui il regista si concede amari e disillusi spaccati di memoria collettiva ad uso degli spettatori.
Di alto livello anche il novero degli attori che viene radunato per questo poderoso racconto:alcuni già noti come Luigi Lo Cascio, Andrea Tidona e Fabrizio Gifuni, altri praticamente esordienti come Alessio Boni (chiamato alla prova difficile di interpretare la figura difficile di Matteo), Sonia Bergamasco, Maya Sansa, Claudio Gioè, Jasmine Trinca (meravigliosaconferma dopo la prova ne "La stanza del figlio" di Moretti). Citazione a parte merita la prova di Adriana Asti nel ruolo della madre: l’attrice milanese suggella la propria carriera,già illustre e nobile,con una interpretazione viva e sublime e disegna un personaggio moderno, italiano, semplicemente indimenticabile.
La partecipazione del film è vissuta nelle tematiche affrontate: eventi, moti ed idee che hanno attraversato e modificato, spesso con violenza e spaccature, il costume e la società italiana – le rivolte studentesche eoperaie del ’68, l'apertura dei manicomi (il personaggio di Nicola, interpretato da Luigi Lo Cascio è un discepolo di Franco Basaglia), l’omosessualità, il rapimento Moro, il terrorismo e la mafia sino ad arrivare ai giorni nostri con gli omicidi di Falcone e Borsellino e Tangentopoli. Lo stile e la lettura degli eventi e delle storie fa de “La Meglio Gioventù” un film colto e impegnato ricco di numerosi e frequentiomaggi a maestri italiani del cinema: Pier Paolo Pasolini("La meglio gioventù" è il titolo di una raccolta di liriche del poeta friulano), Roberto Rossellini,Ettore Scola e soprattutto Luchino Visconti di "Rocco e i suoi fratelli" e de "Il Gattopardo” a cui il film sembra quasi ispirarsi in alcuni passi.
Addentriamoci ora nella trama dell’opera, fornendone un sintetico riassunto:“La meglio gioventù” racconta la storia di una famiglia italiana dal 1966 al 2001. Al centro della vicenda due fratelli: Nicola (Luigi Lo Cascio) e Matteo (Alessio Boni) Carati, due ragazzi estremamente legati fra loro ma di indole completamente diversa sin da giovani. In un primo tempo i fratelli Carati condividono stessi sogni, stesse speranze, stesse letture e amicizie, finchè l'incontro con Giorgia (Jasmine Trinca), una ragazza psichicamente disturbata, non preciserà il destino di entrambi: Nicola deciderà di diventare psichiatra (seguace delle teorie innovative di Franco Basaglia), Matteo di abbandonare gli studi ed entrare in polizia. Angelo - il padre - è genitore e marito affettuoso, anche se la sua esuberanza viene vissuta dalla famiglia con tollerante degnazione, Adriana (Adriana Asti) - la madre - è insegnante moderna e irreprensibile, innamorata dei suoi studenti come dei propri figli. C'è poi Giovanna, la figlia maggiore, entrata giovanissima in magistratura, e Francesca, la più piccola, che sposerà Carlo (Fabrizio Gifuni), il migliore amico di Nicola, destinato a un importante ruolo alla Banca d'Italia e - per questa ragione - nel mirino del terrorismo durante gli anni di piombo. Questa la famiglia. Resta da dire di Giulia (Sonia Bergamasco), la storia d'amore centrale della vita di Nicola, da cui nascerà Sara, e di Mirella (Maya Sansa) che, in tempi e modi diversi, incrocerà i destini sia di Matteo che di Nicola. attraverso questo piccolo nucleo di personaggi rivivono ne La Meglio Gioventù avvenimenti e luoghi cruciali della storia del nostro paese: dalla Firenze dell'alluvione alla Sicilia della lotta contro la mafia, dalle grandi partite della nazionale contro la Corea e Germania alle canzoni che hanno fatto epoca, dalla Torino operaia degli anni settanta alla Milano degli anni ottanta, dai movimenti giovanili del terrorismo, dalla crisi degli anni novanta al tentativo di inventarsi e costruire un paese moderno. Senza volerlo i nostri personaggi inseguiranno le loro passioni inciampando nella Storia, cresceranno, si faranno male, torneranno a illudersi e spendersi di nuovo. Come succede a tutti. La meglio gioventù - titolo di una raccolta di poesie friulane di Pasolini ma anche di una vecchia canzone degli alpini- è l'affresco di una generazione che - nelle sue contraddizioni, nelle furie ora ingenue ora violente, nella voce grossa e qualche volta stonata- ha cercato di non rassegnarsi al mondo così com'era ma di lasciarlo un poco migliore di come l'ha trovato.
Scheda del film (da Wikipedia)
Titolo: La meglio gioventù
Anno: 2003 Durata: 351' Genere: drammatico
Regia: Marco Tullio Giordana
Soggetto: Sceneggiatura: Sandro Petraglia e Stefano Rulli
Attori:
•Luigi Lo Cascio: Nicola Carati
•Alessio Boni: Matteo Carati
•Adriana Asti: Adriana Carati
•Sonia Bergamasco: Giulia Monfalco
•Fabrizio Gifuni: Carlo Tommasi
•Maya Sansa: Mirella Utano
•Valentina Carnelutti: Francesca Carati
•Jasmine Trinca: Giorgia
•Andrea Tidona: Angelo Carati
•Lidia Vitale: Giovanna Carati
•Claudio Gioè: Vitale Micavi
•Paolo Bonanni: Luigino
•Mario Schiano: Il professore di medicina
Fotografia: Roberto Forza
Montaggio: Roberto Missiroli
Musiche: Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, The Animals
Riconoscimenti:
•Vincitore della sezione "Un Certain Regard" al 56mo Festival di Cannes (2003).
• Vincitore della sezione "Un Certain Regard" al 56mo Festival di Cannes (2003).
•Premio "Città di Roma - Arc-en-Ciel Latin".
•David di Donatello 2004 per
oMiglior Film
oMiglior Regia (Marco Tullio Giordana),
oMiglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli),
oMiglior Montaggio (Roberto Missiroli),
oMiglior Fonico di Presa Diretta (Fulgenzio Ceccon)
oMiglior Produttore (Angelo Barbagallo).
•Nastro d'Argento 2004 per:
oMiglior Regia (Marco Tullio Giordana),
oMiglior Produttore (Angelo Barbagallo),
oMiglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli),
oMiglior Fonico di Presa Diretta (Fulgenzio Ceccon)
oMiglior Montaggio (Roberto Missiroli)
oIl cast femminile (Miglior Attrice Protagonista)
oil Cast Maschile (Miglior Attore Protagonista)
•Globo d'Oro 2004 come
oMiglior Regia (Marco Tullio Giordana),
oMiglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli)
oGlobo D'Oro Speciale (Adriana Asti)
oGran Premio Stampa Estera.
Non resta null’altro da dire oltre a quello che ho scritto in precedenza:le forti emozioni non possono essereraccontate, vanno vissute in prima persona.Perciò se quanto scritto in questo post vi ha suscitato interesse e ne volete sapere un po’ di più della nostra memoria collettiva, di chi siamo e da dove veniamo, procuratevi il dvd del film ed abbandonatevi al suo racconto, senza paura di provare commozione o partecipazione per le vicende dei suoi personaggi. Lasciatevi coinvolgere:siamo noi, è la nostra vita, è la nostra storia.
Segnatevi questa data: 2 ottobre 2007. E' il giorno di uscita mondiale di "Magic", il nuovo album di Bruce Springsteen in collaborazione con la E-Street Band; undici nuovi brani che si preannunciano carichi di energia nel miglior stile del Boss.
La copertina di "Magic"
Una prima anticipazione del lavoro è il singolo "Radio Nowhere" (prima traccia del cd) , liberamente scaricabile in internet da vari siti. Di seguito vi propongo un link per il download diretto in formato mp3, ma basta una ricerca veloce su Google per trovare altre fonti...
Opinioni personali su singolo? Bello coinvolgente sin dal primo ascolto, carico di sonorità ed energia. Puro e semplice rock, libero e senza fronzoli, come solo un artista maturo e consapevole del calibro di Springsteen è in grado di produrre. Quando la musica nasce al di fuori dalle logiche commerciali, per il puro piacere di esprimere pensieri ed idee, il risultato è sempre assicurato e va sempre apprezzato.
Chiudo il post con il testo completo del singolo... e vi rimando, per tutti gli aggiornamenti, al sito ufficiale del Boss http://www.brucespringsteen.net ... stay tuned!
Radio Nowhere
I was staring in a big time just another lost number in a file dancin down a dark road it's just searching for a world to fool
this is radio nowhere is there anybody alive out there this is radio nowhere is there anybody alive out there is there anybody alive out there i just wanna hear some rhythym i just wanna hear some rhythym i just wanna hear some rhythym i just wanna hear some rhythym
i want girls and guitars i want pounding big drums i wanna million voices to hear the tunes
this is radio nowhere is there anybody alive out there this is radio nowhere is there anybody alive out there is there anybody alive out there do it
-sax solo-
i was driving through the misty rain it's just a searching for a mystery dream romping through the wild blue turn on the radio came dancin' with you
this is radio nowhere is there anybody alive out there this is radio nowhere is there anybody alive out there is there anybody alive out there i just wanna hear some rhythym i just wanna feel some rhythym i just wanna hear your rhythym i just wanna feel your rhythym i just wanna hear that rhythym i just wanna hear that rhythym i just wanna hear that rhythym
Anche il blog di DL4U aderisce all'iniziativa di impegno popolare organizzata da Beppe Grillo per un parlamento "pulito" e finalmente al servizio del cittadino.
NO AI PARLAMENTARI CONDANNATI (fuori dal parlamento i 25 politici condannati in via definitiva)
DUE LEGISLATURE (nessun cittadino italiano può essere eletto al parlamento per più di due legislature)
ELEZIONE DIRETTA (i candidati al parlamento direttamente eletti dal cittadino con preferenza diretta)
Alberto (iscritto numero 1413 alla "marcia del V-DAY")
Tutte le infos sul link seguente e su www.beppegrillo.it
Di DL4U (del 11/09/2007 @ 22:00:37, in Letture, linkato 1453 volte)
Forse qualcuno di voi già lo conosce, per qualcun'altro invece potrebbe essere una felice ed interessante sorpresa: per questo motivo voglio dedicare un post ad un piccolo suggerimento per le nostre letture. Era l'aprile 2004, e una fortunata combinazione mi portò per prima volta a comprare in edicola la mia prima copia dell'Europeo: argomento di quell'uscita, guarda caso, "L'Italia degli anni Settanta". Non conoscevo la pubblicazione, ma era evidente che fosse un periodico diverso da soliti. Ogni uscita è monografica e ripercorre attraverso testi e splendidi reportages fotografici un particolare tema della società, del costume, della cronaca italiana o internazionale. Per capirci meglio occorre fare un passo indietro nel tempo e ripercorrere la storia del periodico: L'Europeo nasce in forma di settimanale di cronaca, politica, costume il 4 novembre 1945 ad opera di Arrigo Benedetti e le firme che via via si avvicendano a raccontare i fatti della storia d'Italia e del mondo sono le più celebri del panorama giornalistico e solo per fare qualche nome ricordiamo Alberto Moravia, Enzo Biagi, Indro Montanelli, Carlo Bo, Giorgio Bocca, Ermanno Corsi, Camilla Cederna, Oriana Fallaci, Oreste del Buono, Ennio Flaiano, Anna Maria Ortese, Achille Campanile, Tommaso Besozzi e Vittorio Zincone. A dar supporto alla parola scritta, per ogni articolo proposto, un meraviglioso reportage fotografico capace di fornire al lettore uno spaccato di sublime realismo al contributo giornalistico; autori degli scatti fotografi di assoluto valore come Gianfranco Moroldo, Tazio Secchiaroli, Piero Raffaelli, Federico Scianna, Oliviero Toscani, Duilio Pallottelli.
Sopra: la copertina de L'Europeo dedicato alle stragi impunite
Dopo cinquant'anni di storia la rivista cessa le pubblicazioni del marzo 1995. Verrà ripresa nel 2001 e riproposta in forma bimestrale e monotematica sotto la direzione di Daniele Protti. Nei fascicoli acquistabili ora in edicola ogni due mesi viene proposto un approfondimento monografico caratterizzato da un piacevole mix tra contributi "storici" provenienti dell'archivio delle corrispondenze de L'Europeo e materiale nuovo prodotto da le più importanti firme del panorama attuale (Carlo Lucarelli, Sandro Provvisionato solo per citare un paio di nomi). Una ruolo fortissimo è ancora giocato dalla fotografia, capace di produrre immagine per immagine un potente spaccato della realtà raccontata.
Ecco alcuni dei tanti temi trattati da quel numero del 2004: l'Italia negli anni della ricostruzione e del boom,la storia del rock internazionale, i casi più importanti di cronaca nera italiana, la storia della politica italiana dal '48 ai giorni nostri, le stragi impunite.Ogni fascicolo una piacevole sorpresa da leggere e osservare sino all'ultima pagina. Ogni uscita un piccolo pezzo di storia da conservare.
Sopra: la copertina dell'Europeo dedicata ai gialli di cronaca nera
Un estratto essenziale dello sterminato archivio fotografico de L'Europeo lo potete trovare nella sezione "Sguardi" nel sito Nikon Italia: http://www.nital.it/sguardi/16/europeo.php