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Romanzo Criminale
Di DL4U (del 30/07/2007 @ 00:02:24, in Cinema, linkato 1133 volte)

Dopo una breve sosta, riprendiamo il discorso all’incirca da dove l’avevamo lasciato ovvero da un post dedicato ad un film. Questa volta però non parleremo di un classico, ma di un film relativamente recente (anno 2005) che comunque ha in comune con gli altri il tratto neorealistico. Come per “il Sorpasso” il tema del film è trasversale ad altre categorie del blog (in particolare con la sezione “My Seventies”), ma ovviamente la logica lo porta ad essere un nuovo ramo dell’area “Cinema”.

Oggetto del post sarà il film “Romanzo Criminale” di Michele Placido uscito nelle sale nel 2005. La pellicola è tratta dall’ omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo edito da Einaudi nel 2002. Nel suo libro, De Cataldo, magistrato e giudice della Corte d’Assise di Roma, descrive le vicende della cosidetta "Banda della Magliana", tristemente nota come una delle piu' potenti organizzazioni criminali della storia italiana recente, attiva a Roma e poi in Italia dal 1977 al 1992, motore dei piu' efferati e diversi delitti: omicidi, sequestri, traffico di stupefacenti, favoreggiamenti mafiosi sino a veri o presunti coinvolgimenti nel rapimento di Aldo Moro e nella strage di Bologna del 2 agosto 1980.

Dalle poche righe precedenti, è intuibile la ragione per cui scriverò di questo argomento: pur riconoscendo spesso interpretazioni dei fatti e dei personaggi forzatamente romanzate per l’uso cinematografico, sono da sempre fortemente interessato a tutte quelle espressioni del recente cinema italiano dedicate alla narrazione e alla ricostruzione dei periodi e dei fatti della storia italiana recente (dagli anni 60 sino ad oggi). Nonostante, come detto, queste opere abbiano frequentemente alcune lacune sotto il profilo strettamente storiografico e siano soggette alle inflessioni interpretative legate alle tendenze socio-culturali degli autori, sono a mio avviso comunque da premiare come tentativi (spesso comunque ben confezionati) di ricostruzione e approfondimento della nostra storia recente colmando di fatto un vuoto formativo spesso presente nelle nuove generazioni (alzi la mano chi di noi, a scuola e negli studi di storia , ha affrontato qualche evento successivo al prima metà del novecento). Un chiaro esempio di quanto detto, degno a mio avviso di lode e citazione nonostante tutto, è l’epopea narrata da “La Meglio Gioventù” di Marco Tullio Giordana, film del 2003, che ripercorre attraverso le vicende della famiglia Carati quarant’anni di storia italiana dall’alluvione di Firenze del ’66 sino ai giorni di tangentopoli e delle stragi di Capaci e Via d’Amelio. Per completezza di informazione è necessario ricordare che alcuni nomi dietro e davanti alle macchine da presa del film di Michele Placido sono presenti anche nell’opera di Giordana (su tutti gli sceneggiatori Rulli e Petraglia e Jasmine Trinca, attrice giovane di chiaro talento, già Nastro d’Argento nel 2004).

Torniamo a “Romanzo Criminale” addentrandoci un po’ di più nella trama del film. Roma anni Settanta. Tre ragazzi , Libano (PierFrancesco Favino), il Freddo (Kim Rossi Stuart) e il Dandi (Claudio Santamaria), tutti appartenenti alla piccola mala romana e amici sin dall’infanzia. con l'aiuto di un gruppo improvvisato di altri delinquenti, tra cui il Nero (Riccardo Scamarcio), un nazista che si sente l'ultimo samurai, sequestrano e sopprimono brutalmente un ricco possidente (il Barone Rosellini interpretato da Franco Interlenghi).

Invece di spartire subito i soldi, Libano propone a tutti i componenti del gruppo di formare una banda, e di investire nel traffico nel business dell'eroina. In breve tempo nasce così un'organizzazione lucida e spietata che si sbarazza di tutti i rivali e impone in tutta Roma la sua legge criminale, che estende il proprio giro d’affari anche alla prostituzione al gioco d’azzardo e che si allea con la Mafia e si guadagna la protezione di quegli uomini senza volto a cui lo Stato affida i lavori sporchi (questi ultimi rappresentati nel film dal misterioso Dottor Carenza alias Gianmarco Tognazzi) .

Da questo momento le cronache cominceranno a scrivere della cosidetta “Banda della Magliana”, che metterà a ferro e fuoco la città e le cui vicende si intrecceranno con gli avvenimenti più misteriosi della storia d’ Italia per oltre 25 anni, tra cui l'omicidio di Aldo Moro e la strage alla stazione di Bologna.

Siamo nel periodo del terrorismo: la polizia è spesso distratta da altre vicende. Il commissario Scialoja (Stefano Accorsi) è l’unico ad interessarsi al caso e a tentare di sgominare la Banda. La sua attività è però spesso osteggiata da superiori e frange deviate dello Stato. Nelle sue indagini intreccia un'ambigua relazione con Patrizia (Anna Mouglalis), una prostituta, già donna del Dandi.

Più la ferocia e l’importanza della banda cresce più si fanno ambiziose le mire di Libano (leader del gruppo); nel contempo il Freddo si innamora dell'innocente Roberta (Jasmine Trinca), ragazza semplice e pulita lontana dalle donne dei bordelli che di solito è abituato a frequentare, con la quale vorrebbe ritirarsi, disgustato dalla connivenza con la mafia e i politici. Poco tempo dopo però Libano, viene accoltellato per un debito di gioco: il Freddo e il Dandi si riuniscono per vendicare l'amico aprendo così un secondo tempo del film.La morte del capo carismatico segna comunque l'inizio della fine: incastrata da un delatore, il Sorcio, tutta la banda viene arrestata (meno Dandi e Nero, protetti dalle alte amicizie) : la polizia trova il Freddo, processo lo condanna a trent'anni. Roberta, sconvolta e tradita dall'uomo che amava e del quale si era fidata, lo abbandona per quattro lunghi anni, ma non lo dimentica. Ritorna, e per lei il Freddo e' disposto a tutto: crede all'amico Dandi che lo convince ad iniettarsi una provetta contenente del sangue "fintamente" infetto, fornitagli da un medico corrotto, per riuscire ad uscire dal carcere e a curarsi.
Ma Dandi ha come unico scopo l’eliminazione del Freddo e la testa della Banda: per evitare che rivelazioni pericolose permettano alla polizia di trovarlo, il sangue e' davvero malato, il Freddo puo' uscire, ma e' ignaro che il suo destino è già segnato. Il Freddo ripara in Francia con Roberta sino alla sua improvvisa e tragica morte. Terzo tempo: il periodo del Dandi. La banda è ormai divisa ed iniziano i regolamenti di conti interni che porteranno ad un lungo bagno di sangue. Uno ad uno i componenti scompariranno, inghiottiti dagli stessi pericolosi giochi di potere di cui erano stati creatori.


Scheda del film (da Wikipedia):

Titolo originale: Romanzo criminale

Paese: Italia, Francia, Gran Bretagna

Anno: 2005 Durata: 152'

Genere: noir, poliziesco, drammatico

Regia: Michele Placido

Soggetto: Giancarlo De Cataldo (romanzo)

Sceneggiatura: Giancarlo De Cataldo, Sandro Petraglia, Stefano Rulli

Attori:

Pierfrancesco Favino: Il Libanese,Kim Rossi Stuart: Il Freddo,Claudio Santamaria: Dandi,Stefano Accorsi: Commissario Scialoja, Riccardo Scamarcio: Il Nero,Jasmine Trinca: Roberta, Anna Mouglalis: Patrizia, Roberto Brunetti: Aldo Buffoni, Antonello Fassari: Ciro Buffoni, Elio Germano: Il Sorcio,Francesco Venditti: Bufalo,Giorgio Careccia: Fierolocchio,Leslie Csuth: il Francese,Luigi Angelillo: Zio Carlo, Giorgio Sgobbi: Avv. Vasta, Gianmarco Tognazzi: Carenza,Franco Interlenghi: Barone Rosellini

Fotografia: Luca Bigazzi

Montaggio: Esmeralda Calabria

Effetti speciali: Claudio Napoli

Musiche: Paolo Buonvino

Scenografia: Paola Comencini

Riconoscimenti:

8 David di Donatello 2006: "miglior sceneggiatura", "miglior attore non protagonista" (a Pierfrancesco Favino), "miglior direttore della fotografia", "miglior scenografo", "migliore costumista", "miglior montatore", "migliori effetti speciali visivi", "Premio David Giovani"



Centocinquanta minuti di storia italiana narrata con un ritmo per la maggior parte del tempo serrato ben rappresentando i fatti, i toni e le ambientazioni della Roma e dell’Italia di quegli anni. Rabbia, violenza, povertà e cinismo, ricchezza, potere e disastro: nella vicenda di “Romanzo Criminale” c’è tutto e il contrario di tutto. Senza pretese di dare una ricostruzione esatta dei fatti della Banda della Magliana (come del resto anche il romanzo di De Cataldo da cui il film è tratto) la pellicola però dà
un'interpretazione crudele e rischiosa di quest'epopea criminale semplicemente attraverso il racconto delle vicende dei suoi protagonisti. Per certi versi forzato nella narrazione, per altri quasi pasoliniano nella sua cruda rappresentazione della realtà della vicenda umana di questi “ragazzi di vita”, il racconto corre qualche volta il rischio di connotare i protagonisti negativi come eroi moderni, ma rimane comunque uno specchio fedele di quelle vicende e delle tensioni dell’Italia del tempo. A dar maggiore spessore all’intero film c’è inoltre un cast e' eccezionale: Pier Francesco Savino (su tutti il migliore, a buon diritto uno dei migliori attori del panorama cinematorgrafico attuale), Kim Rossi Stuart, Claudio Santamaria, Stefano Accorsi (un po’ sopra le righe come sempre), la francese Anna Mouglalis, la giovanissima Jasmine Trinca (meravigliosa e già apprezzata ne "La meglio gioventu'’) e Riccardo Scamarcio. Di rilievo la regia di Placido (che si riserva anche un cameo nel film interpretando il padre del Freddo nella scena dell’ospedale), capace di imprimere al film un andamento che lascia col fiato sospeso fino alla fine scandito da una colonna sonora (musiche di Paolo Buonvino) che riporta indietro a quegli anni difficili ma sempre affascinanti (memorabile l’apertura sulla base di “Io ho in mente te” dell'Equipe 84).

Cliccate sul link seguente per un collage filmato di immagini dal film...

http://it.youtube.com/watch?v=nXNbC_mLT6o