Carissimi, oggi sono arrivati anche per me i fatidici 30..Come sempre sono arrivato con l'ultimo treno (sarà un destino di tutti quelli nati come me l'ultimo giorno dell'anno???) un po' pesano, un po' fanno mi riflettere, un po' alla fine sono pure contento. Qualcosa di buono l'ho combinato in questi anni, tanto non ho fatto, tantissimo ho fatto male, qualcosa potevo fare meglio ma alla fine sono sopravvissuto. Ho intorno tanti che mi voglio bene (ringrazio tantissimo e di cuore chi mi ha testimoniato la propria amicizia con messaggi e auguri), qualcuno forse magari non mi sopporta , ma insomma posso dire di aver lasciato comunque un buon segno nelle persone che conosco. Di questo sono davvero contento ed è una delle cose che mi sprona ad andare avanti, nonostante tutto, nonostante i problemi, le difficoltà e le mille insicurezze. Grazie a voi che mi date la forza di andare avanti! Vorrei cambiare tante cose nella mia vita, in parte dare una svolta agli aspetti che non mi convincono o che vorrei migliorare... Sono tanti gli ostacoli, tanti le "montagne da scalare" ma chissà che il 2008 alle porte non sia l'anno buono (in fondo sperare in questi giorni non costa nulla e la voglia vi assicuro non manca...anche se a volte ci credo poco). Bah... vedremo. Nel frattempo il sottoscritto neo 30enne augura a tutti i timidissimi lettori del blog (lo so che ci siete e in alcune occasioni siete pure tanti a soffermarvi sulle cavolate che scrivo,ma neanche a pagarvi mi mettete un commento!!!) UN MERAVIGLIOSO 2008!!!!!!!!
Che possa essere sempre pace, serenità, felicità e tutto quanto desiderate!!
Quando Lei arriva, colpendoci alle spalle subodola e infame, portando via d'improvviso chi ci è più caro, infrange senza un perchè le nostre misere certezze e diviene, se possibile, ancor più inaccettabile e insopportabile. Quando non c'è ragione che la possa spiegare, quando lascia in te un vuoto incolmabile che il tempo solo in apparenza lenisce, noi miserrimi che restiamo siamo incapaci di far fronte a tanto dolore. La vita pare crollare in un vortice di pensieri e domande e ci resta solo l'amara consolazione che in qualche modo l'esistenza deve proseguire tuffandosi a muso duro nel nostro quotidiano, ricacciando nelle pieghe della nostra anima le angoscie più soffocanti. Il ricordo di chi non c'è più resta e deve restare e si farà sempre più vivo nei momenti importanti: qualche volta dolce, spesso maliconico, in alcune circostanze insopportabile per il carico di emozioni che ci riversa addosso. Non esiste medicina solo incerti placebo da cercare nella condivisione della sofferenza e delle esperienze con chi ci può capire.
Ti sono vicino Amico mio che questa sera in me hai cercato conforto, lo sai che posso capirti e penso sia stato questo a farti ricordare di me nonostante la distanza; non ho certezze non ho parole, magari ci fossero, magari le avessi trovate nel tempo anche per me: non c'è spiegazione logica ad un atroce e barbaro destino. Rifugiati nel conforto che può darti la tua giovane famiglia, distrai la mente come e se puoi, sii forte e non lasciarti travolgere dalle situazioni. Fidati: l'anima di chi hai perso sarà sempre lì con te e ti accompagnerà per mano sorreggendoti sempre nelle traversie della vita. E se avrai bisogno sarò qui.
"Oh Grande Spirito, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare, e la Saggezza di capirne la differenza."
Sono passati esattamente venti annida quel 24 dicembre 1987, giorno in cui venne registrato il primo dominio internet “.it”ovvero il primo vero passo della diffusione del web anche in Italia. Ripercorriamo qualche veloce cenno storico degli eventi: siamo nella seconda metà degli anni ottanta, “internet”, diffuso già da una decina d’anni, era ancora soltanto un misterioso vocabolo che la maggior parte delle persone comuni associavano ad uno strano acronimo o ad uno strumento militare riservatissimo. In Italia (come del resto anche in altri paesi del mondo) i primi acquirenti di “spazio” sulla grande rete furono università, enti scientifici e amministrazioni pubbliche. I primi servizi attivati sulla rete (allora ritenuta principalmente solo uno strumento per trasferire dati a distanza a velocità risibili rispetto agli standard attuali) consentivano la gestione e il “data-entry”sulle prime banche dati diffuse:i centri di ricerca, le università e gli enti usavano internet in prevalenza per lo scambio di risultati e dati di laboratorio, di ricerca o amministrativo-commerciali. Il 30 aprile del 1986 venne stabilito il primo collegamento tra Pisa e gli Stati Uniti. La trasmissione avviene via satellite ed è frutto del lavoro dei ricercatori dell'allora neonato Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico (Cnuce). Ai tempi (ma è ancora così a distanza di venti anni) le authority americane gestivano i domini in tutto il mondo; circa 20 mesi dopo il primo collegamento Italia-Usaall’Istituto di Pisa venne assegnata la gestione del Registro dei domini “.it” “. Eravamo il quarto paese europeo, in ordine di tempo, ad adottare l'Internet protocol. Il primo dominio italiano assegnato fu proprio “CNR.it” . Passato il primo periodo pioneristico, nel 1994, venne aperta la prima “anagrafe” dei domini, ma registrazioni attive sono ancora modeste: soltanto 150. Occorre attendere il 1999 (anno storicamente associato al “boom della new economy”)perosservare una crescita esponenziale del numero dei domini attivi. Nel 1999 i siti attivi erano 90.500, solo un anno dopo le sigle “.it” si erano moltiplicate fino ad arrivare a circa 409.694. Attualmentel’Italia del “.it” è al 6° posto (1 milione e mezzo di siti) in una classifica dei domini "più registrati", dietro al britannico “.co.uk”, del francese “.fr” e del tedesco “.de”.
Nel frattempo molto è cambiato: la grande rete non è più uno strumento di nicchia ad uso esclusivo di enti e laboratori di ricerca. Su internet ormai si trova di tutto un po’ e gli utenti sono ormai le persone comuni di ogni età o estrazione socio-culturale. L’uso della rete è di molto cambiata: dal puro data entry si passati attraverso la rivoluzione del WWW e dell’HTML ,al boom e alla seguente implosione dei primi provider di servizi, all’epoca dei primi portali generalisti, sino al WEB 2.0 dei giorni d’oggi dove i contenuti della rete sono creati dagli stessi utenti connessi (blog e YouTube su tutti sono i principali esempi) in attesa dell’ennesima evoluzione (o rivoluzione) della rete promessa dal WEB 3.0. A venti anni di distanza dalla sua nascita il servizio italiano di registrazione e gestione dei domini “.it”, tecnicamente definito "Registro del ccTld .it", e' gestito dall'Iit-Cnr di Pisa, erede del pionieristico Cnuce. Spesso criticato per l’eccessiva lungaggine nelle procedure di registrazione dei domini (e l’ esperienza personale mi conferma abbastanza questa impressione generale), il CNR nella persona dell’ingegner Enrico Gregori , attuale responsabile del Registro, annuncia proprio in questi giorni il nuovo passo avanti per la rete italiana. Dice Gregori “Il nostro prossimo obiettivo è permettere a operatori e utenti l'immatricolazione in tempo reale” il CNR sarebbe quindi prossimo al passaggio a un sistema di registrazione dei domini definito "sincrono" che riuscirebbe ad allineare il Registro italiano a quello di altri Paesi in tempo pressoché reale, garantendo una sensibile riduzione dei tempi tecnici necessari alla struttura del CNR per ottemperare alla procedura, ora come ora lenta e farraginosa, e spesso fonte di polemica da parte degli utilizzatori finali. Chiudo con un dato aggiornato secondo il sito ufficiale del Registro del CNR (www.nic.it) al 26/12 sono 1,474,743 i domini italiani attualmente attivi o in fase di attivazione. Buon compleanno ".it" !
Auguri a chi sta male nel chiuso di una stanza, auguri a chi non è soddisfatto di sè e della vita, auguri a chi non è felice di ciò che fa, auguri a chi soffre nell'animo.
Auguri a chi è malato ed è in un letto d'ospedale auguri a chi si sente solo nel mondo caotico ed indifferente, auguri a chi ha vinto ma che ha ancora voglia di migliorarsi, auguri a chi ha perso qualcuno di caro.
Auguri a chi ha perso tutto ma non la speranza, auguri a chi ha avuto fortuna e ha il coraggio di ammetterlo, auguri a chi ha avuto sfortuna e non ne fa una scusa, auguri a chi ha tutto solo in apparenza.
Auguri a chi ha un progetto da realizzare, auguri a chi è deluso, auguri a chi lavora duramente, auguri a chi un lavoro ancora non lo ha.
Auguri a chi mi vuol bene, auguri a chi mi ha voluto bene, auguri alla mia famiglia, auguri agli amici di sempre.
Auguri ai nuovi amici e quelli riscoperti, auguri ai colleghi, auguri a chi voglio bene, auguri a chi mi stima in modo sincero.
Auguri a chi con tanta pazienza quotidianamente mi sopporta, auguri a chi, invece, proprio non mi sopporta, auguri a chi ho arrecato delusioni, auguri a chi ho dato soddisfazioni.
Auguri a chi la vita ha dato tutto, auguri a chi la vita ha tolto tutto, auguri a chi ha poco e ha il coraggio di condividerlo con gli altri, auguri a chi ha bisogno.
Auguri a chi non mi ha mai fatto mancare un aiuto nel momento del bisogno, auguri a chi ho dato una mano, e a chi sono stato utile, auguri a chi legge questo blog, auguri a chi è capace ancora di sorprendersi.
Auguri a chi è curioso ed è sempre alla ricerca di nuovi stimoli, auguri a chi non prova invidia, auguri a chi è vuole sempre migliorarsi, auguri a chi si è legato al dito qualcosa.
Auguri a chi comunque lotta per realizzare un'idea, auguri a chi non si è fermato in attesa degli eventi, auguri a chi ho incontrato una sola volta, auguri a chi non vedo da tempo, auguri a chi non vedrò mai più.
Auguri a chi è semplice ed è capace di accontentarsi, auguri a chi non si accontenta e vuole migliorarsi, auguri a chi è umile e con umiltà procede nella vita, auguri a chi aiuta il prossimo senza secondi fini.
Auguri a chi è aiutato, auguri a chi ha pazienza, auguri a chi ha la capacità di comprendere le circostanze, auguri a chi mi consiglia con discrezione e saggezza.
Auguri a chi ho indegnamente dato consiglio, auguri a coloro i quali, un po' imprundentemente, hanno seguito i miei consigli, auguri a chi è un po' folle e vive la vita con la giusta leggerezza, auguri a chi ha ancora la capacità di sorridere della vita.
Auguri agli ottimisti convinti, auguri ai pessimisti cronici, auguri a chi mi ha regalato un sorriso in un giorno buio, auguri a chi mi è stato vicino nella tristezza.
Auguri a chi mi ha sopportato nei momenti di tensione, auguri a chi ho perso per sempre, auguri a chi ha sofferto per i miei errori, auguri a chi mi ha dato una possibilità.
Auguri a chi mi ha convinto a non rinunciare di fronte alla difficoltà, auguri a chi, come me, da tempo non riesce a vivere lo spirito del natale, auguri a chi, come me, il natale provoca malinconia, auguri a chi sente di aver bisogno di qualcosa o qualcuno.
Auguri a chi ha condiviso con me esperienze, auguri a chi è generoso, auguri a chi mi ha sorpreso, auguri a chi è capace di sorprendersi con l'ingenuità di un bambino.
Auguri a chi ha patito un sopruso, auguri a chi è vittima degli eventi ma non si fa travolgere, auguri a chi vive sempre a testa alta forte della propria umanità, auguri a chi dona sinceramente.
Auguri ai bimbi appena nati, auguri agli anziani malati, auguri a chi è solo, auguri a chi invece è sempre in mezzo alla gente.
Auguri a chi è capace di parlare, auguri a chi è ancora capace di ascoltare, auguri a chi vive al freddo, auguri a chi è capace di riscaldare il cuore del prossimo con una semplice parola.
Auguri a chi ama, auguri a chi è amato, auguri a chi vorrebbe amare ed essere amato, auguri a chi è odiato, massì, in fondo è questione di punti di vista.
Auguri ai popoli del mondo, sopratutto a quelli più bisognosi, auguri a chi gioca, auguri a chi è stato vittima di uno strano gioco, auguri a chi canta in allegria, auguri a chi ha avuto il coraggio di cantarle di santa ragione.
Auguri a chi si alza alla mattina col sorriso sulla bocca, auguri a chi si alza alla mattina maledicendo il proprio destino, auguri a chi è artefice del proprio destino e non sua vittima, auguri a chi ride: la risata è una meravigliosa malattia contagiosa.
Auguri a chi è musone di natura, auguri a chi è debole, auguri a chi è forte, auguri a chi è di una semplicità disarmante, auguri a chi è di una complessità incredibile.
Auguri a chi si ricorda del prossimo, auguri a chi è timido e si sente incompreso, auguri a chi è capace di offrirsi al prossimo, auguri a chi è capace di vincere l'egoismo.
Auguri a tutte le meravigliose persone che ogni giorno mi circondano.
in alto: la cover originale del singolo "One" ________________________________________________________________
Is it getting better? Or do you feel the same? Will it make it easier on you now? You got someone to blame You say
One love One life When it's one need In the night One love We get to share it Leaves you baby if you Don't care for it
Did I disappoint you? Or leave a bad taste in your mouth? You act like you never had love And you want me to go without Well it's
Too late Tonight To drag the past out into the light We're one, but we're not the same We get to Carry each other Carry each other One
Have you come here for forgiveness? Have you come to raise the dead? Have you come here to play Jesus? To the lepers in your head
Did I ask too much? More than a lot. You gave me nothing, Now it's all I got We're one But we're not the same Well we Hurt each other Then we do it again You say Love is a temple Love a higher law Love is a temple Love the higher law You ask me to enter But then you make me crawl And I can't be holding on To what you got When all you got is hurt
One love One blood One life You got to do what you should One life With each other Sisters Brothers One life But we're not the same We get to Carry each other Carry each other
One One
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ln alto la copertina dell'album "Achtung Baby" pubblicato dagli U2 il 18 novembre 1991 e contenente tra le altre "One". Rivoluzionario nei suoni ed innovativo nei contenuti, questo disco è ritenuto è il vero capolavoro della band irlandese.
Nel 2006 gli U2 hanno realizzato una nuova versione di "One" re-interpretata nella parte vocale da con Mary J. Blige una delle voci più raffinate del panorama musicale mondiale.
Con questa nuova edizione gli U2 hanno sbaragliato i Grammy Awards 2006 a Los Angeles ____________________
Ed ora un po' di appunti in libertà sulla canzone.
E' per molti versi controverso il significato della parola "One" che dà il titolo a questa famosa canzone degli U2. La versione più ovvia interpreta nel testo semplicemente una difficile relazione amorosa: due persone che non riescono a mantenere stabile il rapporto per continui litigi e ferite reciproche. Altre intepretazioni vedono in One l'unicità in senso sprituale altri, contestualizzando la canzone con lo specifico periodo storico in cui uscì e con un lungo tour della band in Germania, tendono ad associare il testo alla caduta del muro di Berlino (1989) e alla riunificazione tedesca. In realtà la versione più attendibile tende ad intepretare il testo come il racconto personale della vita passata assieme al padre da Bono (leader della band), dopo che questi perse la madre all'età di quattordici anni. Di seguito da You Tube trovate la versione originale del video della canzone....
Ti senti meglio o non sei migliorata diventerà più facile per te ora che hai qualcuno da biasimare
Tu dici un amore una vita quando è solo un bisogno nella notte un amore che dobbiamo condividere che ti lascia se tu non te ne preoccupi
Ti ho deluso? o ti è rimasto l'amaro in bocca? ti comporti come se non fossi mai stata amata e vuoi che io ne faccia a meno bene, è troppo tardi questa notte per tirare in ballo il passato per portarlo alla luce noi siamo uno ma non siamo gli stessi dobbiamo sostenerci a vicenda
Sei venuta a chiedere perdono? sei venuta a riportare in vita ciò che è morto? sei venuta qui per comportarti come Gesù? verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa?
Chiedo troppo? più di quanto sia dovuto? tu mi hai dato niente ed ora è tutto ciò che ho noi siamo uno ma non siamo gli stessi ci feriamo a vicenda e poi lo rifacciamo ancora
Tu dici l'amore è un tempio l'amore è la più nobile delle leggi mi hai chiesto di avvicinarmi ma poi mi hai fatto strisciare ed io non posso continuare a sopportare il modo in cui ti comporti se l'unico modo che conosci è ferire
Un amore un solo sangue una vita devi fare ciò che devi una vita insieme sorelle fratelli...Ti senti meglio o non sei migliorata diventerà più facile per te ora che hai qualcuno da biasimare
Tu dici un amore una vita quando è solo un bisogno nella notte un amore che dobbiamo condividere che ti lascia se tu non te ne preoccupi
Ti ho deluso? o ti è rimasto l'amaro in bocca? ti comporti come se non fossi mai stata amata e vuoi che io ne faccia a meno bene, è troppo tardi questa notte per tirare in ballo il passato per portarlo alla luce noi siamo uno ma non siamo gli stessi dobbiamo sostenerci a vicenda
Sei venuta a chiedere perdono? sei venuta a riportare in vita ciò che è morto? sei venuta qui per comportarti come Gesù? verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa?
Chiedo troppo? più di quanto sia dovuto? tu mi hai dato niente ed ora è tutto ciò che ho noi siamo uno ma non siamo gli stessi ci feriamo a vicenda e poi lo rifacciamo ancora
Tu dici l'amore è un tempio l'amore è la più nobile delle leggi mi hai chiesto di avvicinarmi ma poi mi hai fatto strisciare ed io non posso continuare a sopportare il modo in cui ti comporti se l'unico modo che conosci è ferire
Un amore un solo sangue una vita devi fare ciò che devi una vita insieme sorelle fratelli...
La Terza commissione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato ieri sera ad ampia maggioranza la risoluzione che chiede una moratoria internazionale sulla pena di morte. Il voto è stato di 99 Paesi a favore, 52 contrari e 33 astenuti. Le probabilità di passaggio erano aumentate con la bocciatura di tutti gli emendamenti posti sul suo cammino. La decisione apre adesso la strada a una presa di posizione dell'intera Assemblea generale entro fine anno. «È una vittoria di tutta l'Italia - ha commentato il ministro degli Esteri, Massimo D'Alema - l'Italia conferma di essere in prima linea nel mondo in materia di tutela dei diritti umani». Sulla stessa lunghezza d'onda l'ambasciatore italiano al Palazzo di Vetro, Marcello Spatafora, che subito dopo il voto ha dichiarato: «Quella vinta oggi è una battaglia di cui tutti dovremmo essere orgogliosi». L'Italia ha svolto infatti un ruolo di primo piano nella campagna e nei negoziati per far avanzare la risoluzione, divenuta una priorità di politica estera. Il testo, dopo due giorni di teso dibattito, è rimasto invariato con ben 14 emendamenti, spesso presentati con l'intento di far deragliare la risoluzione, tutti respinti. La commissione aveva aperto i lavori mercoledì, per proseguirli giovedì mattina: gli emendamenti sono stati bocciati in media con 80 voti contro 70, una ventina di astensioni e altrettanti non partecipanti alle deliberazioni. Le dichiarazioni di voto sulla risoluzione sono cominciate verso le tre di pomeriggio ora di New York, dopo che anche un ultimo tentativo degli oppositori di far votare la risoluzione punto per punto era fallito. L'approvazione richiedeva soltanto una maggioranza semplice dei Paesi votanti. La decisione della Terza commissione rappresenta un passo molto importante ma ancora non definitivo per la risoluzione. L'appuntamento, infatti, è ora con l'Assemblea generale, probabilmente a metà dicembre, per un voto sulla moratoria: se varata dai 192 Paesi la risoluzione acquisterà un immmediato valore morale, anche se non sarà vincolante. Negli anni Novanta due proposte di risoluzione, che tuttavia chiedevano l'immediata abolizione della pena di morte anziché una moratoria, si erano arenate. Il voto in commissione è giunto al termine di una saga già rivelatasi lunga e difficile: la moratoria era rimasta ostaggio di richieste di porre l'accento sull'eliminazione della pena capitale e di controproposte per ammorbidire il testo. La risoluzione alla fine presentata e ieri approvata invoca una moratoria in vista di una futura eliminazione. Il testo sottolinea che la pena capitale «danneggia la dignità umana», che «non esistono prove conclusive del suo valore deterrente» e che «qualunque errore giudiziario nella sua applicazione è irreversibile e irreparabile». Inizialmente 72 Paesi, fra cui l'Italia e tutte le nazioni dell'Unione Europea, avevano sottoscritto il testo, un elenco in seguito allungatosi a 87 firmatari. I sostenitori comprendono ad oggi una dozzina di capitali latinoamericane e otto Paesi africani, dal Brasile all'Angola. Le più strenue obiezioni sono arrivate da Paesi mediorientali, asiatici e caraibici. Tra i critici più convinti della risoluzione si è distinto Singapore, ma resistenze sono emerse anche da Botswana, Barbados, Iran, Egitto e anche Cina. Iran, Cina, Stati Uniti, Pakistan e Sudan vantano oggi il 90% delle esecuzioni al mondo. Alcune delle obiezioni, sintomo delle polemiche che dividono l'Onu sulla pena di morte, hanno anche sollevato lo spettro del colonialismo e dell'interferenza negli affari interni di singole nazioni. «Abbiamo visto - ha detto il rappresentante di Singapore Kevin Cheok - simili episodi in passato. C'era un tempo in cui le nostre vedute venivano ignorate». Cheok ha dichiarato che il dibattito sulla pena di morte minaccia di «avvelenare» il clima alle Nazioni Unite. L'ambasciatore italiano Marcello Spatafora ha respinto simili accuse e ha risposto che l'iniziativa per la moratoria è internazionale
(articolo di M.Valsania - tratto da il "www.ilsole24ore.com" )
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Per una volta forse c'è da essere orgogliosi di essere italiani...
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Lo ricordo ancora come una delle letture più interessanti che mi proposero ai tempi del liceo: tra le tante opere di cui l’Italia deve andare fiera spicca Dei delitti e delle pene (1764), di Cesare Beccaria. L’autore, testimone esemplare dell'Illiminismo italiano. nasce a Milano nel 1738 e dal 1760 si interessa di filosofia, grazie allo studio delle idee di Montesquieu e di Rousseau. Quattro anni più tardi, scrive e pubblica Dei delitti e delle pene.
L’opera è un trattatello nel quale l’autore esprime idee di stampo indubbiamente illuminista; i destinatari, a cui spesso si rivolge in modo diretto, sono i sovrani illuministi, chiamati anche «benefattori dell’umanità», sta a loro, infatti, il compito di assicurare al popolo un governo più giusto. L’autore viene oggi poco ricordato, eppure è a lui che dobbiamo molti dei principi civili a cui siamo abituati.
Il libro stupisce per la sua modernità. Beccaria esamina con estrema lucidità un certo numero di reati e le loro rispettive pene. Partendo dal contratto sociale, prosegue parlando dell’origine e dello scopo delle pene, le quali non sono una punizione, bensì un allontanamento dalla società a scopo rieducativo. Egli affronta temi attualissimi come l’interpretazione arbitraria delle leggi, la pena di morte, e la prontezza della pena. Il principio base di una legge è la chiarezza. La legge non deve aver bisogno di interpreti che la rigirino a proprio favore; la pena di morte è ingiusta in quanto immorale e antieducativa — non si può insegnare a un popolo a ripudiare l’omicidio, se lo Stato stesso ne fa uso —; la pena deve essere attuata prontamente, altrimenti perderebbe il suo effetto educativo, inoltre, non sarebbe giusto ritardare il giudizio per troppo tempo a discapito di un innocente (visto che il reo è tale fino a prova contraria). Egli parla ancora di proporzione fra delitti e pene, critica la tortura e la disuguaglianza tra le pene inflitte a un nobile e quelle inflitte a un povero. Interessantissimo è il ruolo che acquisisce l’educazione, in quanto essa serve a prevenire i delitti.
«Volete prevenire i delitti? Fate che i lumi accompagnino la libertà. I mali che nascono dalle cognizioni sono in ragione inversa della loro diffusione, e i beni lo sono nella diretta» (XLII, Delle scienze p. 66)
Il messaggio è semplice: l’unico modo per giungere alla creazione di una società sana è l’istruzione. Essa non ci fornisce solo una giusta visione del mondo, ma ci procura una certa dose di intelligenza, la quale ci permette di capire quello che è giusto e quello che è sbagliato, inoltre, di fronte a una mente illuminata dalla conoscenza, «trema l’autorità disarmata di ragioni».
“Parmi un assurdo che le leggi, che sono l’espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l’omicidio, ne commettono uno esse medesime e, per allontanare i cittadini dall’assassinio, ordinino un pubblico assassinio”
Se volete leggere il testo completo dell'opera potete consultare Wikisource qui
Appena tornato dalla due giorni in quel di Parma. Bella esperienza, evento interessante dove ho avuto pure il mio personale quarto d'ora di celebrità in cui mi è toccato parlare "a braccio" al pubblico in sala! Peccato non aver potuto vedere di più della città, ma oggettivamente il tempo mancava: sarà per la prossima volta! Prossima tappa (spero) Roma... Un saluto e un ringraziamento di cuore a Daniela, Elena e Sara: dai.. ce la siamo cavata bene e direi che possiamo, una volta ogni tanto, autocelebrarci un po' facendoci i complimenti !!!!
"Interno - esterno" - Olio su tela di Sandro Luporini
Cosa di prova in un giorno normale cosa si prova di nuovo ogni risveglio cosa si prova quando stiamo male quando si soffre per un piccolo dettaglio.
Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere. Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere.
Cosa si prova quando c'è un'amicizia vera e poi si beve insieme e sei anche contento ma senza impegno e finché dura con la disinvoltura di vivere al momento.
Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere.
Non resta che il sapore di un'immagine stordita a volte allegro a volte doloroso ma senza la memoria accade che la vita è come un libro che si sfoglia a caso.
Ma che si prova se senti nascere come da un'altra vita un'energia sconosciuta se ritrovi il gusto di un gesto semplice che lasci un segno ti sembra che la vita sia possibile ma forse è un sogno.
Cosa si prova ad accarezzare i suoi capelli biondi cosa si prova a guardare i suoi fianchi ore e ore cosa si prova appena dopo litigi furibondi a rinnamorarsi e poi a stufarsi per un raffreddore.
Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente. Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente.
Cosa si prova se in due si vive meglio e ci si sposa, magari in primavera cosa si prova se all'improvviso nasce un figlio senza capire il senso di una famiglia vera.
Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente.
Mi resta solo un po' di nostalgia di tutto quel che perdo le cose buone e le persone care migliaia di frammenti e dietro ogni ricordo ti resta solo un vago ricordare.
Ma che si prova se senti nascere come da un'altra vita un'energia sconosciuta se ritrovi il gusto di appartenere al mondo intero ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero.
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Con questo post voglio suggerirvi un paio di link per la vostra navigazione: sono i siti ufficiali di Giorgio Gaber ( http://www.giorgiogaber.org ) e Sandro Luporini ( http://www.luporini.it ) autori tra l'altro del testo che vedete pubblicato sopra. Nel sito del "Signor G" potrete trovare un'ampia selezione di testi di poesie, canzoni e brani per il teatro. In quello di Luporini, eclettico pittore e scrittore, una galleria on line delle principali opere dell' artista.
Giorgio Gaber
Giorgio Gaberscik nasce a Milano il giorno 25 gennaio 1939. Adolescente, per curare il braccio sinistro colpito da paralisi, a 15 anni inizia a suonare la chitarra. Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria frequenta la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi pagandosi gli studi con i guadagni provenienti dalle serate in cui suona al Santa Tecla, famoso locale milanese. Conoscerà qui Adriano Celentano, Enzo Jannacci e Mogol; quest'ultimo lo invita alla Ricordi per un'audizione: è lo stesso Ricordi a proporgli di incidere un disco.
Comincia una brillante carriera con "Ciao, ti dirò", scritta con Luigi Tenco. Sono degli anni successivi le indimenticabili "Non arrossire", "Le nostre serate", "Le strade di notte", "Il Riccardo", "Trani a gogò", "La ballata del Cerruti", "Torpedo blu", "Barbera e champagne". Nel 1965 sposa Ombretta Colli. Partecipa inoltre a quattro edizioni del Festival di Sanremo (con "Benzina e cerini", 1961; "Così felice", 1964; "Mai mai mai Valentina", 1966; "E allora dai", 1967), oltre a condurre vari spettacoli televisivi; nell'edizione 1969 di "Canzonissima" propone "Com'è bella la città", uno dei primi brani che lasciano intravedere il successivo cambio di passo. Nello stesso periodo, il Piccolo Teatro di Milano gli offre la possibilità di allestire un recital, "Il signor G", il primo di una lunga serie di spettacoli musicali portati in teatro che alternando canzoni a monologhi trasportano lo spettatore in una atmosfera che sa di sociale, politica, amore, sofferenza e speranza, il tutto condito con un'ironia tutta particolare, che smuove risate ma anche la coscienza.
«Credo che il pubblico mi riconosca una certa onesta' intellettuale. Non sono ne' un filosofo ne' un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria.»
Far finta di essere sani (1972), Libertà obbligatoria" (1976), Polli d'allevamento (1978). Il grigio (1989), E pensare che c'era il pensiero (1995), Un'idiozia conquistata a fatica (1998) sono i suoi lavori più significativi.
Dopo gli album dedicati esclusivamente alla registrazione integrale dei suoi spettacoli, torna al mercato discografico ufficiale con l'album "La mia generazione ha perso" (2001) che include il singolo "Destra-Sinistra": ironico, con le solite graffianti insinuazioni, è un brano decisamente attuale, visto il periodo pre-elettorale in cui esce.
Scompare il giorno 1 gennaio del 2003, all'età di 63 anni, stroncato da una lunga malattia nella sua villa di Montemagno a Versilia, dove si era recato per trascorrere il Natale accanto alla moglie e alla figlia Dalia.
Il 24 gennaio dello stesso anno uscira', quasi come un testamento artistico, "Io non mi sento italiano", l'ultimo lavoro dell'indimenticabile artista.
Sandro Luporini
Sandro Luporini è nato a Viareggio nel 1930. Studia ingegneria all'Universita' di Pisa, ma nel 1953 abbandona l'Università per dedicarsi alla pittura e si trasferisce a Roma. Nel 1956 si trasferisce a Milano e si lega alla Galleria Bergamini. Tra il 1950-1955 ottiene vari premi a Viareggio, Livorno, Tirrenia, Lucca, Stiava e Pisa. Successivamente il Premio San Fedele, Milano (1956), Modiglioni (1956), Suzzara (1957), Michetti di Francavilla (1957), Modiglioni (1958). Nel 1959 è invitato alla VIII Quadriennale d'arte di Roma e alla I Rassegna della giovane pittura italiana in Giappone. Abbandona la partecipazione ai Premi e allestisce mostre personali nel 1958, 1959, 1961 e contemporaneamente partecipa a importanti mostre collettive, facendo parte del gruppo, poi definito "Realismo esistenziale". Nel 1964 si lega alla Galleria Il Fante di Spade di Roma e Milano assieme a un gruppo di importanti artisti. Oltre a Luporini ne facevano parte Mac Garrell, Perez, Ferroni, Aillaud, Vespignani e Guerreschi. Risiede a Milano sino alla fine degli anni '70. Nei primi anni '80 ritorna a vivere a Viareggio, sua città natale, pur mantenendo stretti contatti con Milano. Nel 1983 Sandro Luporini si lega alla Galleria Adac a Modena e con essa allestisce mostre personali e collettive in molte città italiane, tra cui il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Palazzo Ducale di Mantova, Lo Spazio Oberdan a Milano.
Di DL4U (del 04/12/2007 @ 22:35:42, in My Seventies, linkato 945 volte)
DOSSIER 77 Tra drammi e speranze uno speciale de "La Storia siamo Noi" ___________________________________________________
"E' un anno profondamente contraddittorio il 1977, contrassegnato da un lato, sul piano ideologico-politico, dall'escalation della violenza terroristica col suo strascico di morte, dall'altro, su quello di una socialità alternativa, dalla nascita di iniziative costruttive, tra cui le cosidette Radio libere e l'Estate Romana. E a ciò si aggiunge la parabola e l'arresto di Vallanzasca, criminale solitario e fuori dagli schemi."
Inizia così lo speciale del progetto Rai Educational "La Storia siamo Noi" dedicato alle vicende, ai fatti del 1977: l'anno dell'inizio della contestazione dura che sfocerà nel periodo degli "anni di piombo" e negli scontri aspri tra opposte fazioni politiche. E' l'anno delle prime radio e tv libere che oppongono per la prima volta una voce diversa, spesso pionieristica, al monopolio Rai; una sentenza della Corte Costituzionale del 28 luglio 1976 ha sancito per la prima volta che l'etere è di tutti e che le trasmissioni (purchè a diffusione locale) sono legittime. In ogni parte d' Italia nascono come funghi nuove tv e radio private portando il paese verso il lungo (e ancor oggi non concluso) percorso del pluralismo di contenuti, di scelta e di informazione.
In questo dossier c'è un po di tutto per approfondire le tematiche del 1977: i colori e le immagini, il diario e la cronaca, le contraddizioni e le rivoluzioni di quell'anno, il mio anno.
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