Per tutti i lettori del blog appassionati di fotografia vi voglio suggerire un tema molto particolare ma estremamente suggestivo: gli edifici abbandonati. Insediamenti industriali dismessi, strutture pubbliche chiuse, vecchi ospedali: realtà desolatamente disabitate, spesso pericolanti ma che sopravivvono al tempo e ai cambiamenti ad imperitura testimonianza di un passato che ora non c'è più, di storie di persone e comunità che hanno vissuto, lavorato e sofferto in quei luoghi, in quelle stanze. Non so quanti di voi abbiano provato l'esperienza emotiva di visitare un luogo o un edificio abbandonato: personalmente a me capitò per la prima volta tantissimi anni fa passeggiando tra i capannoni e gli hangar di quello che è stato l'idroscalo Siai-Marchetti a Sant'Anna di Sesto Calende. Un luogo solo apparentemente "morto", ma bastava soffermarsi a riflettere e ad osservare i dettagli e, per uno strano effetto suggestivo, pareva di sentire ancora le voci delle persone che lì lavoravano e i suoni dei motori e delle macchine accese, l'urlo della sirena e lo sbattere delle porte di ferro del bunker antiaereo durante i bombardamenti. Sarà stato il racconto di chi mi accompagnava in quella visita che quei luoghi li aveva vissuti quando erano "vivi" ma in mezzo a quel cumulo di rottami metallici, di edifici diroccati avvolti dai rovi e le robinie c'era un silenzio assordante ed evocaivo della storia e delle emozioni di quel luogo. Sfortunatamente in quei momenti (forse vent'anni fa...) non potevo avere con me una macchina fotografica per fermare in un'immagine, uno scatto la forza di quel momento e di quelle sensazioni. A distanza di anni quei luoghi non esistono più come li ricordo: sono stati parzialmente ripuliti e, con un termine moderno, "riqualificati" in modo approssimativo, ma nonostante questi interventi li abbiano un po' snaturati, mantengono intatta la loro importanza. Ci tornerò con una digitale quest'estate, promesso... Esempi come l'idroscalo di S.Anna sono numerosi e spesso sono sotto i nostri occhi, distratti e veloci, ogni giorno: basta rallentare ogni tanto e rivolgere lo sguardo intorno con un minimo di attenzione. Un po' tutto il nostro territorio (parlo del novarese, del lago, del varesotto e del milanese, ma questo è solamente il mio ambito quotidiano e la riflessione ha valore molto più ampio ) è disseminato di queste tracce del passato, di testimonianze del nostro recente passato e del vissuto delle nostre famiglie, che sono ancora orgogliosamente lì a svettare tra un moderno condominio e un centro commerciale e a ricordarci da dove proveniamo e dove sono le nostre radici.
Girovagando su internet si possono trovare facimente numerose raccolte di foto di luoghi abbandonati (qualcuno di questi lo riconoscerete e direte "Ma io questo posto lo conosco! E' lì vicino a me...", personalmente mi è capitato con la Polveriera di Taino...), a volte basta inserire un siti tipo
www.flickr.com il nome di qualche azienda o organizzazione che sapete essere stata attiva nel passato, e vi ritroverete catapultati in un mondo parallelo, lunare ma denso di significati... Ecco alcuni siti: