One man caught on a barbed wire fence
One man he resist
One man washed on an empty beach.
One man betrayed with a kiss
In the name of love
What more in the name of love
Ore 5 circa di stamane, martedì 2 settembre 2008, aeroporto di Malpensa: ultima tappa del nostro viaggio di ritorno da Fuerteventura (Canarie). Dopo otto giorni di autentico divertimento e da conservare con cura tra i ricordi più belli. Un grande, immenso grazie ai miei compagni di viaggio Luigi "Gigi", Giuseppe "Manzo", Mirko e il Teo: complici delle mille stupidate combinate e inventate durante il soggiorno sull'isola, ma sopratutto amici e persone stupende, sincere come poche volte si ha l'occasione di incontrare. E dire che prima di salire sul volo di partenza non conoscevo che il Teo ... ma è bastato poco per entrare subito in confidenza e incomiciare a ridere. Le risate: ecco cosa ricorderò, assieme ai paesaggi e ai colori di quella terra, dei giorni trascorsi assieme. Un divertimento continuo, semplice e spontaneo come da anni non provavo più, che mi ha permesso di chiudere per una settimana le preoccupazioni, le difficoltà e le stanchezze in un cassetto e finalmente "staccare" da tutto e tutti liberando la mente e trovando un po' di più di me stesso.
Non è semplice entrare così subito in confidenza con chi fino a pochi minuti prima nemmeno conoscevi...ma la semplicità e la spontaneità delle persone ha fatto tutto e ha reso possibile una vacanza da ricordare. "Capomastro" dell'idea e della maggior parte delle trovate di questi giorni il Teo a lui va riconoscito il fiuto di aver capito che questo porteva essere un gruppo vincente come poi è stato.
Ah!...sempre del Teo la frase eletta ad "aforisma dell'anno 2008", che conservo nelle bozze del mio telefonino e sparata in modo magistrale davanti alle scene di un film... c@zzo rido ancora come un pirla.... ma sono tantissimi i momenti che ricordo con una risata: dalle cazzate in camera, alle "tombstone" tra Manzo e Teo, la maglietta stile "imperatore romano", la piastrella di Raquel, Polleria Osvaldo (alias "Manos into culos"), un simpatico costume rosso a fiori "ascellare", l'opera omnia di Cesar Manrique decantata dalla guida di Lanzarote, le sfighe della camera di Gigi e Mirko (Gira, gira ...ZOOT! C@zz! Mica avremo spento l'intero villaggio con una abat-jour... il letto tatami... la scheda per la porta ), il bimbo con gli occhiali e il vetro della porta girevole stampato in fronte, il bimbo tedesco con la fronte da ariete da sfondamento sul traghetto, la folle corsa degli autisti dei pullman, quel gran rottame di Opel Zafira che abbiamo noleggiato per girare l'isola, la poliziotta dal viso dolce e carinissima incontrata a Coralejo e il commento del Manzo: "Con quella mi farei arrestare da solo!" e per finire "Er Monnezza" al posto di comando del volo di ritorno...Ho nella sim della macchina fotografica quasi 800 foto da sistemare (arriverà a breve la gallery) e altrettanti e più ricordi in testa, sono stanco per le poche ore dormite in questi due giorni ma sono felice. Ah... dimenticavo! Pooeoeooeoeoeoeoeeeee, micavojaojaoja, uouo ... dio che ridere
Para los héroes de Fuerteventura ! Tindaya, Tindaya....EH ! EH !
Innanzi tutto un sincero ringraziamento ai compagni di avventura che prontamente hanno commentato il mio post precedente. Dopo questa doverosa premessa, ho il piacere di annunciare all'affezionato pubblico di questo blog, la pubblicazione della fotogallery ufficiale della vacanza (preparata in tempi da record olimpico!).
Gli interessati clicchino con fiducia sul link seguente:
Per chi invece volesse prelevare lo zippone (ocio son 243 MB!) con tutte, ma proprio tutte, le foto nel loro formato originale potete cliccare su questo secondo link....
Vedo una certa vivacità di post sui blog dei miei colleghi in merito al nuovo browser di Google, rilasciato in questi giorni. Non potevo quindi non intevenire dando una mia opinione dopo una prova velocissima. Google Chrome mi pare ancora un prodotto in stato embrionale (sul livello di Safari per Windows, che provai qualche mese fa al suo debutto sui sistemi operativi di Redmond), una beta tendente all'alpha se non per certi versi ancora un esercizio di "stile" da parte di Google. Preciso subito di non essere a priori contro questo nuovo prodotto: tutto ciò che porta innovazione e tende a scardinare i classici monopoli informatici imposti da Microsoft non possono che far bene se non essere il volano per un costante miglioramento di tutti i produttori (vedi Firefox che negli anni ha consolidato un prodotto che ad oggi è stabile, sicuro e sicuramente ai livelli, se non un palmo sopra del tradizionale Internet Explorer): il tutto in forma gratuita e multipiattaforma. Però con Chrome mi pare siamo ancora un po' troppo lontani per poter parlare di almeno un prodotto "finito": veloce ad installarsi, una volta lanciato si conferma subito il bug riscontrato da Eros su sistemi dotati di Symantec Endpoint (errore secco con codice numerio all'avvio del programma), la localizzazione del prodotto abbastanza "approssimativa" segnalata ad Antonello (vedere il tab "Roba da smanettoni" nel pannello delle opzioni ....) , il richiamo di componenti Microsoft Explorer nella fase di configurazione del proxy (questo a mio modo di vedere non rende Chrome del tutto indipendente dal sistema e dai programmi su cui opera o con cui convive) e la cosa più grave sono alcuni bachi rilevati: proviamo a digitare “:%” (senza virgolette) nella barra degli indirizzi... zoot root!! (come diciamo spesso io e Fede) il browser va in crash immediato. Questo dipende da una gestione approssimativa degli "About:" nella barra degli indirizzi (sono i vari about:cache,about:dns,ecc...). Ma dopo questo metodo infallibile per hangare Chrome viene la nota veramente negativa e grave: Chrome rivela un'anima Apple (Safari per Windows) based nella vulnerabilità del proprio WebKit. Riporto stralcio di un articolo trovato sul web :
"si tratta di un’eredità ben poco gradita, che proviene dall’anima-Apple di Chrome: il ricercatore Aviv Raff, subito dopo il debutto di Chrome, ne ha confermato l’esistenza. Il bug mette a rischio gli utenti Windows (gli unici che finora possono utilizzare Chrome, d’altronde) ed è causato da una vulnerabilità di WebKit, il motore Html: può portare all’esecuzione di codice arbitrario direttamente dal browser. Raff ha pubblicato una proof of concept sul proprio blog: con una semplice tecnica di social engineering, un attaccante può convincere l’utente a installare un malware sul proprio Pc con due soli clic del mouse. Nello specifico un archivio Jar viene eseguito senza preavviso: è ovviamente il suo contenuto la vera discriminante tra una proof of concept quale quella di Raff e un vero e proprio attacco. E’ lo stesso Raff a spiegare la ragione del bug: Chrome usa la stessa versione di Webkit usata da Safari 3.1, che risulta non aggiornata e ancora vulnerabile al carpet bombing. In attesa di un prevedibile aggiornamento da parte di Big G, si può ovviare al problema impostando Chrome perché richieda nome e destinazione per i file scaricati: nel widget “Personalizza e controlla Google Chrome” bisogna selezionare il menu “Opzioni” e, nel tab “Piccoli ritocchi”, selezionare la voce “Chiedi dove salvare il file prima di scaricarlo”. "
Non male eh? Vabbè i difetti di gioventù, vabbè versione in beta, ma almeno sistemare i problemi già noti ... Non so quali idee abbia in testa la Grande G per il suo Chrome: alcuni indizi potrebbero lasciar supporre che per il momento Google non faccia (ancora) troppo sul serio: gli accordi con Mozilla Foundation per le provvigioni sulle ricerche effettuate nei loro browser sono stati appena rinnovati fino al 2011, segno probabilmente che c'è ancora qualche anno di tempo per capire (e migliorare!) il nuovo browser.
In questi giorni non mi dispiace ascoltare questa canzone... saranno il testo (un po' un inno alla vita e alla libertà, un misto tra speranza e matura disillusione) ed i suoni curati, sarà che sto recuperando tutta la discografia del "Grigna" per fare un piccolo regalo, sarà che finalmente ho trovato un contesto adeguato dove pubblicare la mia foto che vedete sopra (scattata d'impulso un giorno al mare ad inizio agosto)... comunque sia eccola a voi...
Cammina nel sole (Gianluca Grignani, album "Cammina nel Sole", 2008) _____________________
Oggi tutto va cosi’ Siamo in una slot machine Dove e’ il caso sempre a vincere Puoi far pace con gli dei Ma ci riesci tu con i tuoi Dimmi un po’ a farti comprendere E ti parlo come amico Perche’ so che sai che dico Siamo sulla stessa strada Che anche se non ti conosco So che sei un tipo a posto E spero che te ovunque vada Cammini nel sole Walking away with me E bruci le suole anche se Non c’e’ direzione Ma profumo di viole c’e’ Tu cammina nel sole Cammina nel sole sotto le costellazioni Siamo anime a milioni Che a pensarci c’e’ da perdersi Tutti con la propria storia Un graffio dentro alla memoria Tutti sulla stessa strada Ogni tanto c’e’ una sosta A Las Vegas o un giro in giostra Ma poi vada come vada Cammina nel sole walking away with me e brucia le suole fino a che Finche sulla strada Profumo di viole c’e’ Cammina nel sole Finche’ ti scaldera’ finche’ ti va Finche’ avrai la sensazione di esser libero Perche’ non c’e’ una eta’ Forever Young E se non ce la fai piu’ Guarda in su’ E cammina nel sole walking away with me E brucia le suole fino a che Finche Dio vuole E profumo di viole c’e’ Cammina nel sole Cammina nel sole Tu corri nel sole
Di DL4U (del 09/09/2008 @ 21:45:47, in My Seventies, linkato 914 volte)
Gli anni settanta sono stati anni confusi, controversi, drammatici ma se andiamo ad analizzarli nel profondo straordinariamente irripetibili per alcune piccole ed importanti esperienze di vita che ci hanno donato. Nel panorama musicale delle canzonette italiane c'era chi, più di trent'anni fa, aveva il coraggio di spiazzare il pubblico con un linguaggio irriverente e surreale, fatto di versi taglienti e nel contempo dolcissimi, semplicemente giocando con le parole e con i gesti. Un pazzo, un clown, che saliva sul palco armato solo della propria voce roca e di una chitarra. Probabilmente questa era l'opinione della massa che, in quei tempi, non riusciva a capire cosa intendesse quello smunto folletto quando parlava di "cieli sempre più blu" (forse confondendoli drammaticamente con quelli classici "di cartone" di Modugno); per questo e per altri motivi spesso deriso, discriminato forse odiato. Un uomo che forse ha avuto un'unica colpa: aver cercato semplicemente di essere sempre e solo sè stesso in ogni modo ed in ogni situazione. Ora senza paura di essere smentiti possiamo dire che quel cantautore era nato troppo presto per i sui tempi, per il grande pubblico e per la società che così bene metteva alla gogna nelle sue canzoni, denunciandone magagne e storture con una precognizione senza pari. Purtroppo il destino l'ha chiamato a sè troppo presto e la forza del suo messaggio è stata compresa solo dopo la morte. Come spesso accade. C'è una citazione da una scena da "La Meglio Gioventù" che mi piace ricordare: "Gli dei di tanto in tanto si divertono ad inviare sulla terra alcune persone speciali, destinate a cambiare e segnare per sempre l'esistenza di chi vive vicino a loro. Ben presto però gli dei sentono la mancanza di questi loro figli migliori e quindi li richiamano in fretta a loro strappandoli precocemente all'affetto dei loro cari che saranno così destinati a vivere nel loro perpetuo ricordo". Leggete i versi che sotto vi trascrivo, datene la vostra intepretazione e rifletteteci sopra, come avrebbe voluto l'autore, come avrebbe voluto Rino.
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Mio fratello è figlio unico Rino Gaetano, 1976
Mio fratello è figlio unico perche' non ha mai trovato il coraggio di operarsi al fegato e non ha mai pagato per fare l'amore e non ha mai vinto un premio aziendale e non ha mai viaggiato in seconda classe sul rapido Taranto-Ancona e non ha mai criticato un film senza prima prima vederlo mio fratello e' figlio unico perche' e' convinto che Chinaglia non puo' passare al Frosinone perche' e convinto che nell'amaro benedettino non sta' il segreto della felicita' perche' e' convinto che anche chi non legge Freud puo' vivere cent'anni perche' e' convinto che esistono ancora gli sfruttati malpagati e frustrati mio fratello e' figlio unico sfruttato represso calpestato odiato e ti amo Mariù mio fratello e' figlio unico deriso frustrato picchiato derubato e ti amo Mariù mio fratello e' figlio unico dimagrito declassato sottomesso disgregato e ti amo Mariù mio fratello e' figlio unico frustato frustrato derubato sottomesso e ti amo Mariù mio fratello e' figlio unico deriso declassato frustrato dimagrito e ti amo Mariù mio fratello e' figlio unico malpagato derubato deriso disgregato e ti amo Mariù
Sabato 20 settembre 2008, Varazze Air Show, sul lungomare di Varazze (SV). Tempo splendido e ottima temperatura (nonostante durante il viaggio di andata ci fosse nebbia e foschia fino al passo del Turchino) ideale per stare spaparanzati sulla spiaggia naso in sù ad osservare le evoluzioni di aerei ed elicotteri sul mare. Pezzo forte l'esibizione completa delle Frecce Tricolori. Gruppo composto da Paolo, Pierluigi, Marco, Alessandra e Aldo. Una bella giornata (che ha visto anche la "sosta tattica" per il pranzo a base di focaccia ligure... ), dove ho potuto provare sul campo il tele Sigma da 500 mm .
Gli esiti delle mie prove fotografiche sono disponibili nella fotogallery dell'evento, cliccando sul link seguente:
Di DL4U (del 24/09/2008 @ 22:25:01, in Passions, linkato 7144 volte)
Vi siete mai chiesti dove finiscono gli aerei dopo il termine della loro vita operativa? Nella maggior parte dei casi, in caso di velivoli civili non più impiegabili nemmeno con "revamping" da nessuna compagnia, dopo le dovute procedure di radiazione dei registri nazionali e internazionali questi vengono smontati pezzo a pezzo e riciclati o rivenduti come parti di ricambio (o ferro vecchio nel peggiore dei casi) separando i diversi e pregiati materiali e metalli contenuti nelle carlinghe degli aerei. Caso a parte per gli aerei militariinegli USA: a differenza di quanto avviene in Italia dove si procede allo smantellamento dei velivoli o alla loro cessione a privati (preventivamente privando l'aereo di tutta l'elettronica, l'armamento e i motori), la forze militari US (Air Force, Navy, Marines, Coast Guard e Army) conferiscono i loro mezzi in un apposito centro di "stoccaggio" e manuntezione. In questo centro, un vero e proprio "cimitero" dell'aria, i velivoli vengono preventiavente sottoposti a trattamenti mirati alla loro conservazione e mantenimento e quindi stoccati in ampi spazi all'aria aperta. Vengono spurgati tutti i liquidi e fluidi presenti nei serbatoi, nei collettori e negli impianti pneumatici, oscurati i cupolini e le vetrature, smontate le elettroniche più delicate, chiuse tutte le feritoie e aperture con appositi prodotti schiumogeni. Il mezzo così trattato viene quindi parcheggiato negli ampi piazzali della base, in linea di massima, pronto a tornare in piena operatività nel giro di poco tempo. Questo immenso ed affascinante cimitero si trova sul territorio della base di Davis-Monthan nel deserto dell'Arizona (vicino alla città di Tucson): un luogo dal clima secco, poco umido e caratterizzato da scarse precipitazioni atmosferiche: il clima ideale per conservare le carlinghe ed i metalli degli aerei dalla corrosione e dalla ruggine. I piazzali e le aree di stoccaggio di questa base (sede del AMARC, Aerospace Maintenance And Regeneration Center) sono di fatto il più grande e rifornito museo statico dell'aeronautica mondiale: tra i tanti troviamo decine di imponenti "fortezze volanti" B-52 Stratofortress, gli elicotteri bipala Boeing CH46-47 ("Chinook"), teorie di caccia MD F4 Phantom, di Grumman F14 "Tomcat" della Navy, di F15 "Eagle", di F18 "Hornet" e di F16 "Fighting Falcon" in disarmo, passando ai C130 "Hercules" da trasporto sino a giungere ad alcuni pezzi unici droni Lockheed. Il tutto inventariato e disposto secondo aree ben definite. Il materiale presente nei piazzali della base inoltre può essere sottoposto a "cannibalizzazione" per prelevare il materiale ed i pezzi necessari alla riparazione di velivoli identici ancora in servizio operativo. Probabilmente la più importante e affascinante mostra statica al mondo di velivoli (militari): un totale di ben 5000 aerei ed elicotteri visibili dal vivo in un tour guidato di un giorno o comunque "spottabili" con camere fotografiche e zoom tele dalla recinzione esterna. Non nego che semmai un giorno capitassi nel deserto dell'Arizona (...) ci scapperebbe un tour fotografico memorabile. Peccato che in Italia non vi sia una cosa simile... come ben sapete lungi da me essere incline a tentazioni o interessi militaristici, l'aeronautica a mio modo di vedere va considerata come la sfida più ardita dell'uomo nel superare il suo limite intrinseco di "animale terrestre" e la velocità e potenza dinamica espressa dai caccia e dagli elicotteri ne sono la massima espressione (peccato per quei grappoli esplosivi che troppo spesso portano sotto le loro ali...). Potete reperire informazioni e visitare la mappa interattiva del "cimitero dell'aria" di Davis-Monthan cliccando sul sito ufficiale dell' AMARC
Sono numerosi i siti che raccolgono scorci della base (http://oldaircraftthroughouttheyears.fotopic.net/c1135539.html ) ma probabilmente l'immagine d'insieme più significativa la troviamo su Google Earth - Maps con la veduta aerea dei piazzali (coordinate geografiche LAT 32°10'9.67"N, LON 110°51'14.70"O) :
E' venerdì e dopo una settimana di fatiche è giusto farsi due sane risate. Vi suggerisco un simpatico acronimo che ben descrive la quotidiana "lotta" tra l' Informatico e il suo più acerrimo nemico: l' Utente (o "Utonto" come più spesso viene definito)... ne traggo la definizione da Wikipedia, può esservi utile (so già qualche mio assiduo lettore ne farà buon uso )
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PEBKAC è un acronimo che significa "Problem Exists Between Keyboard And Chair", ossia "Il problema sta fra tastiera e sedia".
Questa frase viene utilizzata ironicamente in ambito informatico, specialmente dagli addetti del supporto tecnico, per indicare che un apparente malfunzionamento del software o dell'hardware è in realtà dovuto all'inesperienza dell'utente.
Altre variazioni frequenti sono:
POBCAC ("Problem Occurs Between Computer and Chair")
PIBKAC ("Problem Is Between Keyboard And Chair")
PEBCAC ("Problem Exists Between Chair and Computer")
PEBMAC ("Problem Exists Between Monitor And Chair")
PEBCAK ("Problem Exists Between Chair And Keyboard")
Di DL4U (del 28/09/2008 @ 20:55:11, in Passions, linkato 1337 volte)
MOTEGI, Giappone , domenica 28 settembre 2008
Valentino Rossi "The Doctor" conquista il suo quinto titolo in MotoGP vincendo in grande stile il Gran Premio del Giappone. A Valentino bastava piazzarsi tra i primi tre per assicurarsi il titolo mondiale a tre gare dalla fine del campionato. Ma vincere a mani basse senza lottare non è nello stile del campione di Tavullia. Partito quarto sulla griglia, Rossi si è rapidamente imposto su Dani Pedrosa al sesto giro, per poi superare il rivale e campione del mondo in carica Casey Stoner al 13esimo.Rossi vince la gara e si assicura il suo terzo titolo su Yamaha, il quinto in MotoGp e l'ottavo titolo mondiale nella sua carriera [125cc (1997), 250cc (1999) e 500cc (2001) e i 5 in MotoGP]; 96 vittorie in carriera nel Mondiale, di cui 70 nella classe regina, 51 pole e 147 podi in 207 gare disputate, solo in cinque finora hanno vinto più di lui: Giacomo Agostini (15 titoli), Angel Nieto (13), Mike Hailwood e Carlo Ubbiali (9). Nella classe maggiore solo "Ago" gli è davanti, con 8 Mondiali vinti, ma la fame di vittorie di Valentino non è ancora sopita: record storici in apparenza inviolabili sono a portata di mano. Al traguardo Vale ha indossato la maglietta celebrativa con la scritta "Scusate il ritardo" e un orologio con le lancette alle 8. Sul retro la ricetta della Zuppa Mondiale, consigliata dalla Pregiata guida Bridgestone. Poi la scenetta del notaio Ottaviani Ottavio, impersonato da un membro del fanclub, che ha messo un sigillo e una firma su un casco bianco e nero per vidimare il successo.
Signori e signore, giù il cappello davanti a tanta classe, il Dottore è tornato e non ce n'è più per nessuno!
Di DL4U (del 29/09/2008 @ 09:39:17, in Letture, linkato 943 volte)
Carlo Lucarelli "Il Giorno del Lupo" Granata Press, 1993 Einaudi Stile Libero, 1998
Un poliziotto imbranato e un po' cialtrone e una ragazza punk, ovvero Coliandro e Nikita, i protagonisti strampalati del mare di guai raccontati da Lucarelli ne "Il giorno del lupo", romanzo noir-poliziesco ambientato nei bassifondi della Bologna dei nostri giorni. Sono probabilmente la coppia più divertente della nuova letteratura noir italiana. Perchè quando c'è un un casino, da fare o da subire, state certi che Coliandro è lì, sfigato e tenero, con Nikita (Simona) sempre tra i piedi, pronto a prendersi in faccia schiaffi ed umiliazioni dal mondo intero. Due personaggi divertenti e realistici per la loro umanità in un racconto noir dal ritmo vivace, con molta azione e colpi di scena degno della fama di giallista di Lucarelli. Un libro che gioca sul filo dell'ironia (involontaria) dello sbirro Coliandro per raccontare l'altra faccia di Bologna: quella della mafia, della camorra, dello spaccio di droga e del riciclaggio di denaro. Dei magistrati collusi e di quella specie di Svizzera a due passi che si chiama San Marino... E se vi chiedere la ragione del titolo del libro pensate al "Giorno della civetta" di Leonardo Sciascia e contestualizzatelo all'Italia di oggi. Consigliato.