Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di DL4U (del 05/05/2008 @ 21:34:50, in Passions, linkato 1878 volte)
Tra le fortune che ho avuto nella vita c'è sicuramente il fatto di essere cresciuto in uno spicchio di terra tra fiume e lago, tra Piemonte e Lombardia, tra monti e pianura. In questa terra accogliente e nel contempo malinconica, dove d'autunno l'umidità e la nebbia che si solleva dal lago ti entra nelle ossa e un po' anche nel cervello la gente è sempre stata operosa, creativa e per certi versi un po' folle. Probabilmente questa sano germe di follia ha fatto sì che da queste zone di lago fin su a Varese si formasse la vera "culla" del volo italiano. Anche oggi, a distanza di tempo, basta prendere in mano una cartina della zona e segnare un po' di punti significativi per vedere quanto l'industria aeronautica (in tutte le sue forme) sia parte integrante del tessuto sociale, economico e culturare del varesotto e del basso novarese. Basta un elenco di paesi e nomi che il polso di questa "febbre" è presto dato: Sesto Calende - Siai Marchetti, Vergiate e Cascina Costa di Samarate - Agusta-Westland, Venegono - Aermacchi, Cameri - ex-base militare del 53° stormo ora avamposto Alenia per l'assemblaggio del nuovo F35, Malpensa - l'aeroporto, Vizzola Ticino - le Officine Caproni.
Lo stabilimento SIAI di S.Anna - Sesto Calende - VA - (idroscalo) nel 1945
In un arco di pochi chilometri sono radunati i principali nomi dell'aeronautica italiana passata e presente e tutte le declinazioni del volo (vela, ad ala fissa e rotante, idrovolante,da turismo, sportiva e militare). E' incredibile come questa industria sia fortemente compenetrata nel territorio; non c'è famiglia che non abbia avuto almeno un parente impiegato in uno dei siti sopra indicati, l'indotto economico e di lavoro è notevole ancor oggi (ricordo ancora lo stupore che provai nel trovare una fusoliera smontata di un elicottero Agusta Mangusta 129 nei locali di una normalissima officina meccanica della zona...) e ha influenzato persino i ritmi di vita delle persone. Basti pensare che il suono della sirena della fabbrica Agusta di Vergiate, suonata due volte al giorno alle otto del mattino e alle cinque della sera, segna ancora il trascorrere del tempo in tutto il circondario ben oltre il confine segnato dal lago.
L'addestratore a turboelica SIAI SF260 (ora AerMacchi SF260) di Stelio Frati - 1964
Certo non sono mancati alti e bassi: dai fasti delle trasvolate oceaniche degli idrovolanti Savoia-Marchetti, alle glorie internazionali degli anni sessanta con gli accordi tra il conte Domenico Agusta e gli americani della Bell e della Sikorsky per la produzione di elicotteri, passando poi per gli addestratori basici di Siai e Macchi (i celeberrimi Siai SF260 di Stelio Frati, i Macchi MB 326 e MB 339 - l'aereo delle Frecce Tricolori) e il sogno del S111 (ora M311) che concorrendo nei primi anni novanta al ruolo di addestrarore per l' USAF rappresentò la speranza di tutte le maestranze Siai di sopravvivere ad un futuro, purtroppo inevitabile, di grossa crisi e casse integrazioni.
Il Siai 211 (ora AerMacchi 311)
Dopo anni di incertezze finalmente adesso l'industria aeronautica varesina ha rialzato la testa in modo sostanziale grazie al ruolo predominante assunto da Agusta (ora Agusta-Westland) nel mercato degli elicotteri. Nel bene e nel male anche l'aeroporto di Malpensa (nuovo e vecchio) rappresenta un paradigma di queste zone: lasciando perdere i commenti e le critiche alle amministrazioni locali e nazionali sull'opportunità dell'hub internazionale immerso in un parco naturale (quello della valle del Ticino) è innegabile che questa avio superficie non potesse essere dislocata in altro posto se non nella brughiera di Samarate: esattamente dove nei primi del '900 già operava l'azienda di Gianni Caproni (e la relativa scuola di aviazione) e dove il pioniere del volo Giovanni Agusta stava progettando i suoi primi aeromobili. Che dire poi di Cameri? Il nome dirà nulla ai più e se lo cercate sulle cartine troverete un pugno di case nel mezzo delle risaie tra il lago e Novara. Eppure anche questo luogo ha avuto e ha ancor oggi un ruolo di prim'ordine: sull'aeroporto militare operò dal 1967 al 1999 il 53° Stormo Caccia (operativo prima su F104 "Starfighter" e poi sui Tornado) ed oggi sede del reparto di manutenzione dei Tornado e degli Eurofighter Typhoon. Su quel nastro d'asfalto e su quello spicchio di cielo dove vidi in occasione dell'ultimo open day del '97 i mach 2 del "Cacciatore delle Stelle" prossimamente pare volerà il futuro e controverso caccia "F-35 Lightning II" (Joint Strike Fighter) della Lockeed-Alenia.
La locandina della penultima MAV di Vergiate - VA 1995
Infine è impossibile non citare la mitica (per chi come me ha sempre subito il fascino del volo) MAV di Vergiate: la Manifestazione Aerea di Vergiate che ogni anno sino al 1997 ha portato sulla pista del piccolo aeroporto Siai-Agusta i principali assi del volo, le macchine più moderne (i potenti Chinook, i prototipi dei modelli Agusta A109, A129, i Sea Harrier della Marina, gli F14,F15,F16 e F18 delle principali forze internazioniali, sino agli Boeing di linea che facevano apparire un microbo il nastro d'asfalto di Vergiate), e le pattuglie acrobatiche di tutto il mondo con le Frecce Tricolori un palmo sopra a tutti.
AerMacchi MB339 della PAN
Un'emozione capace di radunare ancora negli ultimi anni più di 200.000 persone ed interrotta solo per l'apertura del vicino scalo di Malpensa 2000; un'emozione che si rinnova diversamente ogni volta che percorrete l'autostrada dei laghi verso Gravellona o Milano e all'altezza del casello di Sesto-Vergiate vi ritroverete l'intera linea volo di Agusta-Westland schierata davanti ai capannoni degli stabilimenti di assemblaggio finale.
Agusta Westland 139
Consideriamo questo post un articolo del tutto introduttivo sull'argomento, tanto ci sarebbe da dire sulla "provincia del volo" e sulla sua storia e spero di riuscire a darne riscontro nei prossimi scritti.
Sabato sera, visita alla festa del vino a Ghemme (NO) con annessa cena rustica all'aperto a base di salumi e prodotti tipici locali. Si svolge intorno al primo venerdì del mese maggio e risale ai festeggiamenti per la Beata Panacea. Una serata sicuramente alternativa, a base dell'ottimo rosso delle cantine del ghemmese, (Nebiolo e Croatina), nella suggestiva cornice del Ricetto (una corte contadina perfettamente conservata).
Diciamo una degna apertura del periodo delle feste estive... grazie a Marta per l'ottimo suggerimento!
Di DL4U (del 04/05/2008 @ 23:29:51, in Passions, linkato 855 volte)
Per tutti i lettori del blog appassionati di fotografia vi voglio suggerire un tema molto particolare ma estremamente suggestivo: gli edifici abbandonati. Insediamenti industriali dismessi, strutture pubbliche chiuse, vecchi ospedali: realtà desolatamente disabitate, spesso pericolanti ma che sopravivvono al tempo e ai cambiamenti ad imperitura testimonianza di un passato che ora non c'è più, di storie di persone e comunità che hanno vissuto, lavorato e sofferto in quei luoghi, in quelle stanze. Non so quanti di voi abbiano provato l'esperienza emotiva di visitare un luogo o un edificio abbandonato: personalmente a me capitò per la prima volta tantissimi anni fa passeggiando tra i capannoni e gli hangar di quello che è stato l'idroscalo Siai-Marchetti a Sant'Anna di Sesto Calende. Un luogo solo apparentemente "morto", ma bastava soffermarsi a riflettere e ad osservare i dettagli e, per uno strano effetto suggestivo, pareva di sentire ancora le voci delle persone che lì lavoravano e i suoni dei motori e delle macchine accese, l'urlo della sirena e lo sbattere delle porte di ferro del bunker antiaereo durante i bombardamenti. Sarà stato il racconto di chi mi accompagnava in quella visita che quei luoghi li aveva vissuti quando erano "vivi" ma in mezzo a quel cumulo di rottami metallici, di edifici diroccati avvolti dai rovi e le robinie c'era un silenzio assordante ed evocaivo della storia e delle emozioni di quel luogo. Sfortunatamente in quei momenti (forse vent'anni fa...) non potevo avere con me una macchina fotografica per fermare in un'immagine, uno scatto la forza di quel momento e di quelle sensazioni. A distanza di anni quei luoghi non esistono più come li ricordo: sono stati parzialmente ripuliti e, con un termine moderno, "riqualificati" in modo approssimativo, ma nonostante questi interventi li abbiano un po' snaturati, mantengono intatta la loro importanza. Ci tornerò con una digitale quest'estate, promesso... Esempi come l'idroscalo di S.Anna sono numerosi e spesso sono sotto i nostri occhi, distratti e veloci, ogni giorno: basta rallentare ogni tanto e rivolgere lo sguardo intorno con un minimo di attenzione. Un po' tutto il nostro territorio (parlo del novarese, del lago, del varesotto e del milanese, ma questo è solamente il mio ambito quotidiano e la riflessione ha valore molto più ampio ) è disseminato di queste tracce del passato, di testimonianze del nostro recente passato e del vissuto delle nostre famiglie, che sono ancora orgogliosamente lì a svettare tra un moderno condominio e un centro commerciale e a ricordarci da dove proveniamo e dove sono le nostre radici. Girovagando su internet si possono trovare facimente numerose raccolte di foto di luoghi abbandonati (qualcuno di questi lo riconoscerete e direte "Ma io questo posto lo conosco! E' lì vicino a me...", personalmente mi è capitato con la Polveriera di Taino...), a volte basta inserire un siti tipo www.flickr.com il nome di qualche azienda o organizzazione che sapete essere stata attiva nel passato, e vi ritroverete catapultati in un mondo parallelo, lunare ma denso di significati... Ecco alcuni siti:
Per chi è interessato ad una "specializzazione" del tema degli edifici abbandonati, ovvero alla cosidetta "archeologia industriale", segnalo un interessante archivio della regione Lombardia e della fondazione Micheletti dove potrete trovare un vero e proprio schedario organizzato dei siti industriali lombardi; lo potete raggiungere a questo link: http://www.culturadimpresa.org/banca_arch.htm.
Mi piacerebbe cimentarmi in qualche prova fotografica di questo tipo... vedremo...
Come potete apprezzare dallo screenshot sottostante questa sera ho installato con successo il service pack 3 di Windows XP sulla versione professional in italiano (SP2, regolarmente sottoposta ad update) installata sul portatile. Tutto è andato bene e nessun inconveniente riscontato. Scaricato il pacchetto (i dettagli li descrivo in seguito) si lancia l'eseguibile autoscompattante che esegue le operazioni di rito: backup dello stato del sistema, creazione del punto di ripristino e sostituzione delle varie componenti. Riavvio di prassi e il pc parte eseguendo le ultime operazioni: una schermata blu (no, no non quella della "morte" che tanto terrorizza, ma una semplice scritta "attendere..." su un pannello tipo quello del controllo dei dischi, qundi il logo di XP con altra scritta "attendere prego..." tipo prima installazione, una richiesta di attivazione degli aggiornamenti automatici di Windows (posticipabili bili in seguito come sempre), e quindi il desktop. Prima di avere la barra di start ho atteso ancora una configurazione di Outlook Express (un minuto circa), che non uso ma che ho installato. Terminato il tutto ecco XP nella sua ultima revisione. Prime impressioni: le modifiche apportate da SP3 raccolgono molte delle patch già rilasciate col normale ciclo di Windows Update, alcune sostanziali migliorie in "background" e negli strumenti di controllo (vedi la MMC) e l'aggiunta di alcune funzionalità sopratutto sul lato del networking (sicurezza e compatibilità con i sistemi Vista e Server 2008). Un' impressione che al primo uso ho avuto è una maggiore velocità complessiva nell'esecuzione dei programmi (su internet dicono un 10% in più rispetto a SP2). In ogni caso con questo nuovo pack il buon vecchio XP si conferma un sistema maturo e stabile per l'uso professionale capace di dare molto filo da torcere a Vista (troppo penalizzato, specie in ambito aziendale, dalle elevate richieste sul piano hardware, dalle incompatibilità software e dalla cronica mancanza di driver per molte periferiche). Per la cronaca...proprio negli ultimi tempi la vita di Vista nel mercato professionale è stata ulteriormente complicata dalla politica dei maggiori produttori (HP, Dell, Lenovo), che sfruttando un cavillo delle licenza Ultimate, riforniranno le aziende fino al 2009 inoltrato di pc downgradabili facilmente a XP Pro ( leggi articolo). Ovviamente prima di tentare tentare anche voi lo stesso esperimento accertatevi che la vostra licenza di Windows in uso sia genuina ed autentica! (se non lo fosse lascio alla vostra creatività e a qualche ricerca su internet la risoluzione del problema)
Il pacchetto SP3 in italiano non è ancora disponibile nel normale canale di Windows Update (dovrebbe essere pubblicato il prossimo 5 maggio), ma esistono diversi canali "paralleli" per ottenerlo dal sito di MS (sono i pacchetti eseguibili interi da 308 MB, non i setup via web):
Primo maggio: festa di tutti i lavoratori ___________________________________________
Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche) Caparezza
“Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche, eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà”
Piacere / Luigi delle Bicocche Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper invece io passo la notte in un Bar Karaoke se vuoi mi trovi lì / tentato dal videopoker ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue un soggetto perfetto per Brahm Stoker TU che ne sai della vita degli Operai io stringo sulle spese / Goodbye Macellai non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai io sono il pane per gli usurai ma li respingo non faccio l’Al Pacino / non mi faccio di Pachinko non gratto / non vinco / non trinco / nelle sale Bingo man mano mi convinco
che io sono un Eroe perchè lotto tutte le ore sono un Eroe perchè combatto per la pensione sono un Eroe perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere sono un Eroe straordinario tutte le sere sono un Eroe E te lo faccio vedere ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
Stipendio dimezzato / o vengo licenziato a qualunque età io sono già fuori mercato fossi un ex SS novantatreenne / lavorerei nello studio del mio avvocato invece torno a casa distrutto la sera bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera io sono al verde / vado in bianco / ed il mio conto è in Rosso quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera ? SU vai / a vedere nella galera / quanti precari / sono passati ai mal’affari quando t’affami / ti fai / nemici vari se non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari finisci nelle mani di strozzini / ti cibi di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestini ne' l’Uomo ragno ne' Rocky ne' Rambo ne' affini farebbero ciò che faccio per i miei Bambini
Per far denaro ci sono più modi / potrei darmi alle frodi e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody io vado avanti e mi si offusca la mente sto per impazzire come dentro un Call Center vivo nella camera 237 / ma non farò la mia famiglia a fette perchè sono un Eroe
che io sono un Eroe perchè lotto tutte le ore sono un Eroe perchè combatto per la pensione sono un Eroe perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere sono un Eroe straordinario tutte le sere sono un Eroe E te lo faccio vedere ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
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