Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Primo maggio: festa di tutti i lavoratori ___________________________________________
Eroe (Storia di Luigi delle Bicocche) Caparezza
“Questa che vado a raccontarvi è la vera storia di Luigi delle Bicocche, eroe contemporaneo a cui noi tutti dobbiamo la nostra libertà”
Piacere / Luigi delle Bicocche Sotto il sole faccio il Muratore e mi spacco le nocche da giovane il mio mito era l’attore Dennis Hopper che in Easy Rider girava il mondo a bordo di un Chopper invece io passo la notte in un Bar Karaoke se vuoi mi trovi lì / tentato dal videopoker ma il conto langue e quella macchina vuole il mio Sangue un soggetto perfetto per Brahm Stoker TU che ne sai della vita degli Operai io stringo sulle spese / Goodbye Macellai non ho salvadanai da Sceicco del Dubhai mi verrebbe da devolvere l’otto per mille a Snai io sono il pane per gli usurai ma li respingo non faccio l’Al Pacino / non mi faccio di Pachinko non gratto / non vinco / non trinco / nelle sale Bingo man mano mi convinco
che io sono un Eroe perchè lotto tutte le ore sono un Eroe perchè combatto per la pensione sono un Eroe perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere sono un Eroe straordinario tutte le sere sono un Eroe E te lo faccio vedere ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
Stipendio dimezzato / o vengo licenziato a qualunque età io sono già fuori mercato fossi un ex SS novantatreenne / lavorerei nello studio del mio avvocato invece torno a casa distrutto la sera bocca impastata come calcestruzzo in una betoniera io sono al verde / vado in bianco / ed il mio conto è in Rosso quindi posso rimanere fedele alla mia bandiera ? SU vai / a vedere nella galera / quanti precari / sono passati ai mal’affari quando t’affami / ti fai / nemici vari se non ti chiami Savoia scorda i Domiciliari finisci nelle mani di strozzini / ti cibi di ciò che trovi se ti ostini a frugare i cestini ne' l’Uomo ragno ne' Rocky ne' Rambo ne' affini farebbero ciò che faccio per i miei Bambini
Per far denaro ci sono più modi / potrei darmi alle frodi e fottermi i soldi dei morti come un banchiere a Lodi c’è chi ha mollato il Conservatorio per Montecitorio lì i pianisti sono più pagati di Adrien Brody io vado avanti e mi si offusca la mente sto per impazzire come dentro un Call Center vivo nella camera 237 / ma non farò la mia famiglia a fette perchè sono un Eroe
che io sono un Eroe perchè lotto tutte le ore sono un Eroe perchè combatto per la pensione sono un Eroe perchè proteggo i miei cari / dalle mani dei Sicari / dei cravattari sono un Eroe perchè sopravvivo al mestiere sono un Eroe straordinario tutte le sere sono un Eroe E te lo faccio vedere ti mostrerò cosa so fare col mio superpotere
http://www.myspace.com/caparezza
___________________________________________
Come potete apprezzare dallo screenshot sottostante questa sera ho installato con successo il service pack 3 di Windows XP sulla versione professional in italiano (SP2, regolarmente sottoposta ad update) installata sul portatile. Tutto è andato bene e nessun inconveniente riscontato. Scaricato il pacchetto (i dettagli li descrivo in seguito) si lancia l'eseguibile autoscompattante che esegue le operazioni di rito: backup dello stato del sistema, creazione del punto di ripristino e sostituzione delle varie componenti. Riavvio di prassi e il pc parte eseguendo le ultime operazioni: una schermata blu (no, no non quella della "morte" che tanto terrorizza, ma una semplice scritta "attendere..." su un pannello tipo quello del controllo dei dischi, qundi il logo di XP con altra scritta "attendere prego..." tipo prima installazione, una richiesta di attivazione degli aggiornamenti automatici di Windows (posticipabili bili in seguito come sempre), e quindi il desktop. Prima di avere la barra di start ho atteso ancora una configurazione di Outlook Express (un minuto circa), che non uso ma che ho installato. Terminato il tutto ecco XP nella sua ultima revisione. Prime impressioni: le modifiche apportate da SP3 raccolgono molte delle patch già rilasciate col normale ciclo di Windows Update, alcune sostanziali migliorie in "background" e negli strumenti di controllo (vedi la MMC) e l'aggiunta di alcune funzionalità sopratutto sul lato del networking (sicurezza e compatibilità con i sistemi Vista e Server 2008). Un' impressione che al primo uso ho avuto è una maggiore velocità complessiva nell'esecuzione dei programmi (su internet dicono un 10% in più rispetto a SP2). In ogni caso con questo nuovo pack il buon vecchio XP si conferma un sistema maturo e stabile per l'uso professionale capace di dare molto filo da torcere a Vista (troppo penalizzato, specie in ambito aziendale, dalle elevate richieste sul piano hardware, dalle incompatibilità software e dalla cronica mancanza di driver per molte periferiche). Per la cronaca...proprio negli ultimi tempi la vita di Vista nel mercato professionale è stata ulteriormente complicata dalla politica dei maggiori produttori (HP, Dell, Lenovo), che sfruttando un cavillo delle licenza Ultimate, riforniranno le aziende fino al 2009 inoltrato di pc downgradabili facilmente a XP Pro ( leggi articolo). Ovviamente prima di tentare tentare anche voi lo stesso esperimento accertatevi che la vostra licenza di Windows in uso sia genuina ed autentica! (se non lo fosse lascio alla vostra creatività e a qualche ricerca su internet la risoluzione del problema)
Il pacchetto SP3 in italiano non è ancora disponibile nel normale canale di Windows Update (dovrebbe essere pubblicato il prossimo 5 maggio), ma esistono diversi canali "paralleli" per ottenerlo dal sito di MS (sono i pacchetti eseguibili interi da 308 MB, non i setup via web):
Di DL4U (del 04/05/2008 @ 23:29:51, in Passions, linkato 855 volte)
Per tutti i lettori del blog appassionati di fotografia vi voglio suggerire un tema molto particolare ma estremamente suggestivo: gli edifici abbandonati. Insediamenti industriali dismessi, strutture pubbliche chiuse, vecchi ospedali: realtà desolatamente disabitate, spesso pericolanti ma che sopravivvono al tempo e ai cambiamenti ad imperitura testimonianza di un passato che ora non c'è più, di storie di persone e comunità che hanno vissuto, lavorato e sofferto in quei luoghi, in quelle stanze. Non so quanti di voi abbiano provato l'esperienza emotiva di visitare un luogo o un edificio abbandonato: personalmente a me capitò per la prima volta tantissimi anni fa passeggiando tra i capannoni e gli hangar di quello che è stato l'idroscalo Siai-Marchetti a Sant'Anna di Sesto Calende. Un luogo solo apparentemente "morto", ma bastava soffermarsi a riflettere e ad osservare i dettagli e, per uno strano effetto suggestivo, pareva di sentire ancora le voci delle persone che lì lavoravano e i suoni dei motori e delle macchine accese, l'urlo della sirena e lo sbattere delle porte di ferro del bunker antiaereo durante i bombardamenti. Sarà stato il racconto di chi mi accompagnava in quella visita che quei luoghi li aveva vissuti quando erano "vivi" ma in mezzo a quel cumulo di rottami metallici, di edifici diroccati avvolti dai rovi e le robinie c'era un silenzio assordante ed evocaivo della storia e delle emozioni di quel luogo. Sfortunatamente in quei momenti (forse vent'anni fa...) non potevo avere con me una macchina fotografica per fermare in un'immagine, uno scatto la forza di quel momento e di quelle sensazioni. A distanza di anni quei luoghi non esistono più come li ricordo: sono stati parzialmente ripuliti e, con un termine moderno, "riqualificati" in modo approssimativo, ma nonostante questi interventi li abbiano un po' snaturati, mantengono intatta la loro importanza. Ci tornerò con una digitale quest'estate, promesso... Esempi come l'idroscalo di S.Anna sono numerosi e spesso sono sotto i nostri occhi, distratti e veloci, ogni giorno: basta rallentare ogni tanto e rivolgere lo sguardo intorno con un minimo di attenzione. Un po' tutto il nostro territorio (parlo del novarese, del lago, del varesotto e del milanese, ma questo è solamente il mio ambito quotidiano e la riflessione ha valore molto più ampio ) è disseminato di queste tracce del passato, di testimonianze del nostro recente passato e del vissuto delle nostre famiglie, che sono ancora orgogliosamente lì a svettare tra un moderno condominio e un centro commerciale e a ricordarci da dove proveniamo e dove sono le nostre radici. Girovagando su internet si possono trovare facimente numerose raccolte di foto di luoghi abbandonati (qualcuno di questi lo riconoscerete e direte "Ma io questo posto lo conosco! E' lì vicino a me...", personalmente mi è capitato con la Polveriera di Taino...), a volte basta inserire un siti tipo www.flickr.com il nome di qualche azienda o organizzazione che sapete essere stata attiva nel passato, e vi ritroverete catapultati in un mondo parallelo, lunare ma denso di significati... Ecco alcuni siti:
Per chi è interessato ad una "specializzazione" del tema degli edifici abbandonati, ovvero alla cosidetta "archeologia industriale", segnalo un interessante archivio della regione Lombardia e della fondazione Micheletti dove potrete trovare un vero e proprio schedario organizzato dei siti industriali lombardi; lo potete raggiungere a questo link: http://www.culturadimpresa.org/banca_arch.htm.
Mi piacerebbe cimentarmi in qualche prova fotografica di questo tipo... vedremo...
Sabato sera, visita alla festa del vino a Ghemme (NO) con annessa cena rustica all'aperto a base di salumi e prodotti tipici locali. Si svolge intorno al primo venerdì del mese maggio e risale ai festeggiamenti per la Beata Panacea. Una serata sicuramente alternativa, a base dell'ottimo rosso delle cantine del ghemmese, (Nebiolo e Croatina), nella suggestiva cornice del Ricetto (una corte contadina perfettamente conservata).
Diciamo una degna apertura del periodo delle feste estive... grazie a Marta per l'ottimo suggerimento!
Di DL4U (del 05/05/2008 @ 21:34:50, in Passions, linkato 1878 volte)
Tra le fortune che ho avuto nella vita c'è sicuramente il fatto di essere cresciuto in uno spicchio di terra tra fiume e lago, tra Piemonte e Lombardia, tra monti e pianura. In questa terra accogliente e nel contempo malinconica, dove d'autunno l'umidità e la nebbia che si solleva dal lago ti entra nelle ossa e un po' anche nel cervello la gente è sempre stata operosa, creativa e per certi versi un po' folle. Probabilmente questa sano germe di follia ha fatto sì che da queste zone di lago fin su a Varese si formasse la vera "culla" del volo italiano. Anche oggi, a distanza di tempo, basta prendere in mano una cartina della zona e segnare un po' di punti significativi per vedere quanto l'industria aeronautica (in tutte le sue forme) sia parte integrante del tessuto sociale, economico e culturare del varesotto e del basso novarese. Basta un elenco di paesi e nomi che il polso di questa "febbre" è presto dato: Sesto Calende - Siai Marchetti, Vergiate e Cascina Costa di Samarate - Agusta-Westland, Venegono - Aermacchi, Cameri - ex-base militare del 53° stormo ora avamposto Alenia per l'assemblaggio del nuovo F35, Malpensa - l'aeroporto, Vizzola Ticino - le Officine Caproni.
Lo stabilimento SIAI di S.Anna - Sesto Calende - VA - (idroscalo) nel 1945
In un arco di pochi chilometri sono radunati i principali nomi dell'aeronautica italiana passata e presente e tutte le declinazioni del volo (vela, ad ala fissa e rotante, idrovolante,da turismo, sportiva e militare). E' incredibile come questa industria sia fortemente compenetrata nel territorio; non c'è famiglia che non abbia avuto almeno un parente impiegato in uno dei siti sopra indicati, l'indotto economico e di lavoro è notevole ancor oggi (ricordo ancora lo stupore che provai nel trovare una fusoliera smontata di un elicottero Agusta Mangusta 129 nei locali di una normalissima officina meccanica della zona...) e ha influenzato persino i ritmi di vita delle persone. Basti pensare che il suono della sirena della fabbrica Agusta di Vergiate, suonata due volte al giorno alle otto del mattino e alle cinque della sera, segna ancora il trascorrere del tempo in tutto il circondario ben oltre il confine segnato dal lago.
L'addestratore a turboelica SIAI SF260 (ora AerMacchi SF260) di Stelio Frati - 1964
Certo non sono mancati alti e bassi: dai fasti delle trasvolate oceaniche degli idrovolanti Savoia-Marchetti, alle glorie internazionali degli anni sessanta con gli accordi tra il conte Domenico Agusta e gli americani della Bell e della Sikorsky per la produzione di elicotteri, passando poi per gli addestratori basici di Siai e Macchi (i celeberrimi Siai SF260 di Stelio Frati, i Macchi MB 326 e MB 339 - l'aereo delle Frecce Tricolori) e il sogno del S111 (ora M311) che concorrendo nei primi anni novanta al ruolo di addestrarore per l' USAF rappresentò la speranza di tutte le maestranze Siai di sopravvivere ad un futuro, purtroppo inevitabile, di grossa crisi e casse integrazioni.
Il Siai 211 (ora AerMacchi 311)
Dopo anni di incertezze finalmente adesso l'industria aeronautica varesina ha rialzato la testa in modo sostanziale grazie al ruolo predominante assunto da Agusta (ora Agusta-Westland) nel mercato degli elicotteri. Nel bene e nel male anche l'aeroporto di Malpensa (nuovo e vecchio) rappresenta un paradigma di queste zone: lasciando perdere i commenti e le critiche alle amministrazioni locali e nazionali sull'opportunità dell'hub internazionale immerso in un parco naturale (quello della valle del Ticino) è innegabile che questa avio superficie non potesse essere dislocata in altro posto se non nella brughiera di Samarate: esattamente dove nei primi del '900 già operava l'azienda di Gianni Caproni (e la relativa scuola di aviazione) e dove il pioniere del volo Giovanni Agusta stava progettando i suoi primi aeromobili. Che dire poi di Cameri? Il nome dirà nulla ai più e se lo cercate sulle cartine troverete un pugno di case nel mezzo delle risaie tra il lago e Novara. Eppure anche questo luogo ha avuto e ha ancor oggi un ruolo di prim'ordine: sull'aeroporto militare operò dal 1967 al 1999 il 53° Stormo Caccia (operativo prima su F104 "Starfighter" e poi sui Tornado) ed oggi sede del reparto di manutenzione dei Tornado e degli Eurofighter Typhoon. Su quel nastro d'asfalto e su quello spicchio di cielo dove vidi in occasione dell'ultimo open day del '97 i mach 2 del "Cacciatore delle Stelle" prossimamente pare volerà il futuro e controverso caccia "F-35 Lightning II" (Joint Strike Fighter) della Lockeed-Alenia.
La locandina della penultima MAV di Vergiate - VA 1995
Infine è impossibile non citare la mitica (per chi come me ha sempre subito il fascino del volo) MAV di Vergiate: la Manifestazione Aerea di Vergiate che ogni anno sino al 1997 ha portato sulla pista del piccolo aeroporto Siai-Agusta i principali assi del volo, le macchine più moderne (i potenti Chinook, i prototipi dei modelli Agusta A109, A129, i Sea Harrier della Marina, gli F14,F15,F16 e F18 delle principali forze internazioniali, sino agli Boeing di linea che facevano apparire un microbo il nastro d'asfalto di Vergiate), e le pattuglie acrobatiche di tutto il mondo con le Frecce Tricolori un palmo sopra a tutti.
AerMacchi MB339 della PAN
Un'emozione capace di radunare ancora negli ultimi anni più di 200.000 persone ed interrotta solo per l'apertura del vicino scalo di Malpensa 2000; un'emozione che si rinnova diversamente ogni volta che percorrete l'autostrada dei laghi verso Gravellona o Milano e all'altezza del casello di Sesto-Vergiate vi ritroverete l'intera linea volo di Agusta-Westland schierata davanti ai capannoni degli stabilimenti di assemblaggio finale.
Agusta Westland 139
Consideriamo questo post un articolo del tutto introduttivo sull'argomento, tanto ci sarebbe da dire sulla "provincia del volo" e sulla sua storia e spero di riuscire a darne riscontro nei prossimi scritti.
E' bastato un banale black-out elettrico in un condominio e il web italiano si è oscurato. E' successo lunedi 5 maggio scorso nel pomeriggio, intorno alle 17,30 quando la rete Internet e molti siti di importanti quotidiani, società di servizi o commerciali e istituzioni si sono improvvisamente oscurati. Per più di un'ora. Forse non tutti sanno che in Italia internet ha uno snodo vitale (non ridondato) in una sala di 400 metri quadrati situata a Milano in via Caldera, protetta da guardie, sistemi di sicurezza e porte blindate. E' il "Milano Internet Exchange" per gli amici "MIX". In questo locale sono ospitati i router delle compagnie che forniscono connettività e servizi internet in tutta Italia (i cosidetti "ISP" - Internet Service Providers e i "Carriers" ovvero i providers di delle infrastrutture di trasporto dei dati). Nel MIX troviamo macchine collegate fra loro capaci di veicolare il 60% di tutti i dati che ogni giorno vengono scambiati in rete in Italia e facendo punto di contatto tra le sottoreti dei vari ISP e Carriers italiani. Se il MIX è attivo, la rete italiana vive. Se il MIX si ferma, il Paese si ritrova "zoppo" privato del principale snodo internet (al momento in Italia sono attivi altre tre strutture di tipo MIX, Torino, Roma e Firenze, ma sommate assieme non sono in grado di supportare nemmeno la metà del traffico veicolato dal centro di Milano). Per 62 minuti MIX, lunedi scorso, è andato fuori linea provocando disagi a milioni di utenti del web. E-mail ritardate, lentezza nell'apertura delle risorse web e i siti come quello del Corriere della Sera o del Sole 24 Ore, completamente oscurati. Motivo di tutto ciò? Un semplice black-out in un condominio, alla periferia Ovest di Milano. Probabilmente il corto circuito nell'impianto di un ascensore. Il guasto - avvenuto in uno stabile adiacente al MIX - si è «riverberato» sull'impianto elettrico della "farm" del web italiano. Una centralina che assicura l'energia elettrica all'edificio è andata in sovraccarico a causa del "riverbero" e ciò ha determinato un principio di incendio al gruppo di continuità a cui è connesso il MIX. Sono partite automaticamente le procedure di spegnimento automatico delle macchine e dei server mentre pare che il generatore diesel a supporto non sia comunque riuscito ad alimentare il sistema sopperendo al guasto. Così il MIX si è bloccato dalle 17.28 alle 18.30. Alcuni siti riportano anche la notizia che il "corto" all'ascensore sia stato causato da un intervento maldestro di alcuni tecnici elettricisti. In ogni caso già nei giorni precedenti alcuni cali di tensione avevano messo a dura prova l´intero distretto di via Caldera, un "indotto" dove hanno uffici le grandi aziende che operano in Internet in Italia, fra cui Google. Il MIX, come lo conosciamo oggi, è nato nel 1996 da un´idea del pioniere informatico Marco Negri. È partito da un presupposto semplice: è assurdo che un messaggio inviato da Milano per arrivare a Roma debba passare dagli Usa (non essendoci una struttura di smistamento Italiana). Così, con un pool di soci, ha creò l´embrione del primo MIX taliano, che negli anni è cresciuto fino a essere il colosso che è oggi, a cui sono collegati i 32 maggiori operatori italiani. E dove ogni giorno passano in media 194 milioni di MegaByte. Tutta questa storia mi ricorda da vicino quanto accaduto circa un mese fa in quel di MM a Milano e fa pensare che un po' tutto il mondo è paese nel bene e nel male inoltre ha messo sotto gli occhi di tutti la vulnerabilità della rete italiana al momento incentrata su un unico snodo cruciale senza forme di ridondanza efficaci. Per chi fosse interessato a conoscere di più il MIX italiano vi linko il sito ufficiale della struttura dove è possibile leggere il comunicato stampa ufficiale in merito all'evento e controllare in tempo reale il traffico passante sul MIX Ecco i dati giornalieri di stasera alle 22.20 circa (fonte http://www.mix-it.net/index_flash.htm) ...
Se fate fatica a leggere i dati nell'immagine (ho dovuto ridimensionarla) salvatela sul vostro pc... comunque son: - 24,370 Gb/s di punta massima nelle ultime 24 h, - una media di 19,295 Gb/s - un valore istantaneo di 22,822 Gb/s !!! Si naviga eh? Ah... segnalo infine l'interessante tool che viene usato da MIX per rilevare questi dati. E' freeware e si appoggia al protocollo di controllo SNMP attivo sui routers... E' il tool di Tobi Oetiker's MRTG - The Multi Router Traffic Grapher che trovate da scaricare per linux e windows sul sito linkato...
Segnalo con questo post un interessante progetto italiano relativo ad una distribuzione di Linux per sistemi server/pc e dispositivi embedded dedicata principalmente ai servizi LAN/WAN. Si tratta di ZEROSHELL http://www.zeroshell.net/ dell'italiano Fulvio Ricciardi, un progetto totalmente freeware, molto completo che consente di creare a bassissimo costo una macchina di classe router capace i gestire in completa autonomia i principali servizi di rete necessari in una rete locale; ecco le features della versione 1.0.0:
- Server RADIUS
- Captive Portal per il supporto del web login su reti wireless e wired.
- Gestione del QoS (Quality of Service) e traffic shaping per il controllo del traffico su reti congestionate.
- HTTP Proxy con antivirus open source ClamAV
- Supporto per la funzionalità di Wireless Access Point con Multi SSID utilizzando schede di rete WiFi basate sui chipset Atheros.
- VPN host-to-lan
- VPN lan-to-lan
- Router con route statiche e dinamiche
- Bridge 802.1d con protocollo Spanning Tree
- Firewall Packet Filter e Stateful Packet Inspection (SPI)
- Controllo mediante Firewall e Classificatore QoS del traffico di tipo File sharing P2P;
- NAT per utilizzare sulla LAN indirizzi di classi private mascherandoli sulla WAN con indirizzi pubblici;
- TCP/UDP port forwarding (PAT) per creare Virtual Server,
- Server DNS multizona
- Server DHCP multi subnet
- Virtual LAN applicabili sulle interfacce Ethernet, sulle VPN lan-to-lan,
- Client PPPoE per la connessione alla WAN tramite linee ADSL, DSL e cavo (richiede MODEM adeguato);
- Client DNS dinamico
- Server e client NTP (Network Time Protocol)
- Server syslog
- Autenticazione Kerberos 5
- Autorizzazione LDAP, NIS e RADIUS;
- Autorità di certificazione X.509 per l'emissione e la gestione di certificati elettronici;
- Integrazione tra sistemi Unix e domini Windows Active Directory
- Gestione completa via Web e/o console SSH
Il tutto caricato "live" via cd o device USB. Il sistema inoltre, se eseguito su un pc dotato di harddisk, consente l'accesso a normali dischi IDE e salva le proprie configurazioni un un db proprietario. Non servono grossi investimenti per l'hardware, basta un pc anche vecchiotto dotato di un paio di schede di rete e lettore cd o porte usb. Un buon metodo per dare nuova vita a sistemi ormai obsoleti per l'uso comune. Dal sito potete scaricare le iso di ZeroShell o le immagini per device usb. Il sito annuncia le prossime implementazioni del progetto:
- Server SMTP e IMAP
- Autenticazione tramite Smart Card con protocollo PKINIT
Si sente per il momento la mancanza di un demone SNMP per il controllo remoto del nostro sistema ZeroShell; ma l'autore promette di inserirlo nelle prossime versioni. Con questa funzione il sistema sarebbe davvero al top e diverrebbe un serio ed economico concorrente per i device dedicati (compresi i costosi router di fascia alta), infinitamente scalabile (trovatemi un router con le possibilità di personalizzazione di memoria, cpu e disco come quelle offerte da un pc vero e proprio...). A breve organizzerò un prova su strada di ZeroShell su Eolo e vi dirò le prime impressioni operative. E se proprio volete anche un case carino e un hw compatto su cui far girare ZeroShell potete sempre comprarvi uno di questi micropc a venduti a bassisimo costo (250 euro circa) dotati di 2-4 schede ethernet e lettore compact flash e porte USB su cui salvare OS e configurazione. Davvero un'ottima soluzione!
Carissimi e affezionati lettori è venuto, a poco più di un anno dall'apertura di questo blog, un momento storico: il primo post non a firma mia. Ebbene sì, lascio il posto a colui che considero un po' il mio fratellino (più piccolo solo per evidenti ragioni d'età): "siori e siore....rullo di tamburi" il Fede! ... E alla sua petotamarromotocicletta di color verde pistacchio (una Kawa Ninja 600). Come potrete apprezzare il ragazzo è completamente impallinato con le moto, e se passate da Arona e dintorni e venite sverniciati da un lampo verde ...ocio quello è il Fede! Va pian!!!!!!!! Scherzi a parte sono contento e orgoglioso di poter ospitare nelle pagine del mio blog il Fede, un amico vero... cavolo ... ma Jhonny (scritto rigorosamente sbagliato come faccio sempre io!!!) non ci si poteva re-incontrare prima!! E vabbè recupereremo
Di Fede (del 12/05/2008 @ 19:49:29, in Passions, linkato 1102 volte)
Rumori forti e indecifrabili, velocità smodata, strane luci, parvenza di fiammate... ufo? no, la ninja del fede!!!La passione per le moto c'è sempre stata...a partire dal provare i piccoli grizly,alla prima aprilia rx,poi cagiva mito....via via via...fino ad arrivare a pochi anni fa.La mia povera mito ormai era al massimo , l'estate si avvicinava e nei week iniziavano a esserci in giro i classici grupponi di moto supersportive.Guarda oggi, guarda domani e la voglia di cambiare aumentava...e cosi,rifatta la patente...via alla ricerca della nuova moto.Cosi girando girando ...eccola: verde pistacchio,nessun adesivo,non del tutto originale..cattiva cattiva...è mia..una bellissima Kawasaki ninja 600:motore da 599 cc raffreddato a liquido,4 tempi,4 valvole per cilindro,4 cilindri il linea trasversale,111 cv (l'originale),cambio a 6 marce,176 kg di peso.Fatto l'acquisto fuori Milano mi aspettava il ritorno a casa a Milano ed il giorno seguente ritorno al lago.Quindi primo avvio...breve giretto,poi una volta a Milano inizio i giretti un po' piu seri:primo passeggero la mia piccola kià,poi a super-sergio è toccato il giro in notturna(alla fast and furious).Il giorno seguente via in autostrada...La sensazione è stata subito bellissima....Arrivato al lago iniziarono cosi i primi giri,un po tamarri a dire la verità.Già perchè inizialmente giravo con lo scarico completamente aperto...suono spettacolare..ma erano troppi gli antifurti delle auto che suonavano...e quindi mi sono limitato a usare lo scarico ''originale''(un po vuoto???)...poi via con specchietti e frecce in carbonio,pedane e corona(verde) in ergal,coprisella posteriore in vetroresina,monoammortizzatore posteriore regolabile..e una targa leggermente piegata (ma poco poco eh)...queste e molte altre (piu interne) le modifiche della ninja, fino alle ultime apportate come l' aggiunta della scritta ninja....montaggio Pirelli Diablo (pieghe da paura) e le ultimissime strisce sui cerchioni che le danno quel tocco di tamarraggine in piu'.A breve in arrivo nuovo scarico semiaperto..cosi il sound sarà ancora piu' accattivante e gli scoppiettii devastanti....Ah dimenticavo...a breve tocca un giro al grande Albe.... Eccola (mancano solo le strisce) Qui in notturna con le strisce Ora un breve cenno di storia-ninja: La prima Kawasaki Ninja 600 (ZX-6R) è stata costruita nel 1995 ed è stata la prima moto supersportiva con un telaio in alluminio, un peso a secco di 182kg e capace di accelerare da 0 a 100 in 3,6 secondi. Nel 2002 la Kawa fa una mossa porta il motore da 599cc a 636cc pur continuando comunque a produrre il modello da 599cc. Da qui, il modello da 636cc viene chiamato ZX-6R e il modello da 599cc viene chiamato ZX-6RR.Nel 2003 un nuovo modello che porta con sé numerosi e profondi cambiamenti. L'iniezione elettronica è la maggior innovazione del motore (che si trasforma in un guadagno lieve di cavalli rispetto al modello precedente) assieme alle pinze dei freni ad attacco radiale con 4 pistoncini (al posto dei 6 del modello precedente) e il telaio (più rigido e più leggero). Inoltre la strumentazione del quadro strumenti diventa totalmente digitale e la presa d’aria viene spostata centralmente sopra le luci. Naturalmente anche questo modello è stato venduto nelle versioni 599cc (ZX-6RR) e 636cc (ZX-6R). Il modello 2004 per la versione da 636cc viene rivisto solo nei colori (la versione da 599cc veniva venduto solo nel colore verde con il telaio di colorazione nera), mentre il modello da 599cc viene cambiato nell'iniezione del motore, aggiungendo 4 iniettori secondari, in aggiunta ai 4 primari già presenti. Per il primo anno, la ZX-6R vince il Masterbike.I maggiori cambiamenti si notano nel design della moto (fanali più arrotondati, frecce anteriori integrate nella carena e scarico sottosella) ma anche il telaio (di colore nero) e il motore vengono migliorati (ampliando il regime massimo di 1000 giri/min e raggiungendo la potenza di 95.5kw/130cv a 14.000 giri/min per la ZX-6R). Il modello ZX-6RR si differenzia sempre per la cilindrata di 599cc e la potenza massima.Il modello 2006 per la versione da 636cc viene cambiato nella gamma dei colori disponibile.Dopo cinque anni di successo del motore 636 per il pubblico (e del motore da 599cc per la classe racing), Kawasaki interrompe la produzione del motore di cubatura maggiorata offrendo solo un motore da 599cc ed elimina la sigla ZX-6RR, ribattezzando questo modello come ZX-6R. Gli anni scorsi il motore aveva lo stesso design di base, ma quest'anno è stato totalmente ridisegnato dal carter in su. Il nuovo motore così raggiunge una compattezza unica (risultando di 40mm più piccolo sia in altezza che lunghezza), un regime di giri più elevato di 1000giri/min, una compressione maggiore. Il quadro strumenti viene ridisegnato (contagiri analogico sulla sinistra, contamarce digitale con sei rettangoli dal basso verso l’alto e il tachimetro digitale sulla destra). Totalmente nuovo anche il design assieme alle sospensioni completamente regolabili in compressione, estensione e precarico (il monoammortizzatore posteriore ha anche 2 regolazioni nel precarico per le alte e basse velocità). La potenza massima è calata di 5cv rispetto al modello precedente da 636cc. Un mega-ringraziamento al mitico Albert x lo spazio e a super-serg per il titolo
C'è un cane "immaginario" del mondo dei cartoni che penso sia ben impresso nella mente di tutti quelli della mia età o più o meno. Lasciam perdere ogni forma di buonismo ... vediamo se vi ricordate: piccolino, canini ben in vista, qualche volta bardato di occhialoni da aviatore e sciarpa e addirittura capace di "svulazzare"...capito? No? E se vi dicessi che è bastardissimo??? Dai che non potete averlo dimenticato...
E' Muttley il cane di Dick Dastardly e suo compagno di sventure nelle "Wacky Races" e plurimedagliato componente dello sfigatissimo "Squadrone Avvoltoi".... Due serie a cartoni mitiche di Hanna-Barbera dei primi anni settanta caratterizzate più o meno dallo stesso nucleo di base di protagonisti. Partiamo dalla più vecchia; le "Wacky Races" (1968) raccontano le corse pazze di undici strane automobili guidate da altrettanti strani ed insoliti piloti. Tra i tanti partecipanti di queste competizioni Dick Dastardly, concorrente sempre pronto alla furbata e alla scorrettezza pur di vincere, è la caricatura del cattivo eternamente perdente. A suo fianco nella vettura 00 il suo cane Muttley, opportunista, cinico e sadicamente sempre pronto a farsi una sana ghignata alle spalle del suo padrone e delle sue sventure... Accanto al duo principale i cavernicoli Fratelli Slag, Big&Little Gruesome (alla guida del Diabolico Coupè),lo scienziato pazzo Pat Pending, l'asso Red Max, la sventola Penelope Pitstop, il gruppo della macchina "Armata Speciale", la banda di Clyde, l'insetto scoppiettante di Luke, il fighetto Luke Perfect e il boscaiolo Rufus Ruffcut. Diciassette puntate,due corse per puntata: tutte da scassarsi dalle risate.... Introdotte da una sigla molto particolare, che contiene come "guest star" la voce di Ferruccio Amendola (n.d.r. il video seguente potrebbe andare a scatti, ma è l'unico sul tubo):
La seconda serie "Lo Squadrone avvoltoi" o "Dastardly and Muttley in Their Flying Machines" è del 1969 e nasce come spin off delle "Wacky Races". In questa serie Dastardly e Muttley sono alla guida di uno strampalato squadrone di aviatori che a bordo di assurdi aereoplani cercano di catturare il piccione viaggiatore Yankee Doodle, il postino volante del nemico. Alla carica sulle note della canzone "Stop the pigeon" ("Fermate il piccione!") , lo Squadrone Avvoltoi formato anche da Zilly (il timido, unico traduttore di Klunk) e Klunk (inventore delle strampalate macchine volanti che parla in un linguaggio incomprensibile...) si lancia in 34 avventure alla caccia di Yankee Doodle, fallendo sempre miseramente. In ogni episodio immancabilmente Dastardly precipita miseramente, in qualche caso salvato dalla coda rotante di Muttley che in cambio del salvataggio del padrone "batte cassa" chiedendo una doverosa medaglia per l'intervento... e quando il salvataggio non riesce Muttley si fa una ghignata e il suo padrone si schianta miseramente a terra, subendo anche gli insulti dell'oscuro Generale... Assurdo e geniale!
|
|
Ci sono 1053 persone collegate
<
|
dicembre 2024
|
>
|
L |
M |
M |
G |
V |
S |
D |
| | | | | | 1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
11 |
12 |
13 |
14 |
15 |
16 |
17 |
18 |
19 |
20 |
21 |
22 |
23 |
24 |
25 |
26 |
27 |
28 |
29 |
30 |
31 |
|
|
|
|
|
Nessun sondaggio disponibile.
Questo blog supporta
______________________________
Letture...
J.D. Salinger Il giovane Holden (The catcher in the rye) EinaudiEditore
______________________________
Daniele BiachessiLa Fabbrica dei Profumi Baldini e Castoldi Editore
__________________________
Musica...
Vasco Rossi - Dillo alla luna (1990)
Ben E. King - Stand by me (1961)
Queen - Bohemian Rhapsody (1975)
U2 - Pride (In the name of love) (1984)
__________________________
21/12/2024 @ 17:52:12
script eseguito in 54 ms
|