Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Il nuovo singolo dei ColdPlay intitolato "Life in Technicolor II" (che anticipa l'uscita del nuovo album "Prospekt's March" previsto per i primi mesi 2009. E' la versione completa del breve brano strumentale omonimo contenuto nel precedente lavoro "Viva la Vida or Death". Un ritmo allegro di chitarra e synth unito alla voce di Chris Martin.... e un video tutto da vedere sino alla fine!
Di DL4U (del 02/02/2009 @ 10:36:36, in Appunti, linkato 858 volte)
"Si può chiedere giustizia anche sopra un palco di un teatro: un microfono,un sassofono, un pianoforte, le immagini in movimento, i documenti sonorid'archivio. Si può chiedere giustizia sopra una pedana nella sala d'aspettodi seconda classe della stazione di Bologna e davanti al Museo di Sant'Annadi Stazzema. Perché i luoghi contano, perché nulla vada mai dimenticato."
Daniele Biacchessi, giornalista e scrittore. Vicecaporedattore di Radio24-Il Sole24ore. Premio Cronista 2004 e 2005 per il programma "Giallo e nero". Collabora con il mensile "Mucchio Selvaggio". Dal 1975, ha lavorato e collaborato con numerose testate: Radio Rai (Noi in Lombardia, Domenica con noi, Blue note), Radio Popolare, Radio Regione, Radio Lombardia, Telemilano 2, Telenova, Rete A, Antenna3, Unità, Avvenimenti, Europeo. E' stato direttore della sede mlanese, inviato e cronista parlamentare di Italia Radio dal 1988 al 1999. Ha pubblicato diciotto libri d'inchiesta. "La fabbrica dei profumi" (Baldini&Castoldi,1995), "Fausto e Iaio" (Baldini&Castoldi, 1996), "Il caso Sofri" (Editori Riuniti, 1998), "L'ambiente negato" (Editori Riuniti,1999), "10,25 cronaca di una strage" (Gamberetti, 2000), "Il delitto D'Antona" (Mursia, 2001), "Un attimo..vent'anni" (Pendragon, 2001), "Ombre nere" (Mursia, 2002), "Punto Condor. Ustica, il processo" (Pendragon,2002), "L'ultima bicicletta, il delitto Biagi" (Mursia, 2003), "Cile 11 settembre 1973" (Franco Angeli, 2003), "Vie di fuga. Storie di clandestini e latitanti" (Mursia 2004), "Roberto Franceschi: processo di polizia" (Baldini Castoldi Dalai,2004), "Walter Tobagi. Morte di un giornalista." (Baldini Castoldi Dalai, 2005), "Una stella a cinque punte. Le inchieste D'Antona e Biagi" (Baldini Castoldi Dalai, 2007), "Il paese della vergogna" (Chiare Lettere, 2007), "Fausto e Iaio, trent'anni dopo" (Costa&Nolan, 2008), "Passione reporter" (Chiarelettere, 2009). Daniele Biacchessi é autore, regista e interprete di teatro narrativo civile. "La storia e la memoria" (2004) , "Fausto e Iaio, la speranza muore a 18 anni" (2005), "La Fabbrica dei profumi. Il racconto di Seveso" (2006), "Storie d'Italia. I diari" (2006), "Punto zero, frammenti di underground americano" (2008), con il sassofonista Michele Fusiello. "Roberto Franceschi. Processo di polizia" (2005), "Quel giorno a Cinisi. Storia di Peppino Impastato" (2006), con il pianista Gaetano Liguori. "Il paese della vergogna" con Marino e Sandro Severini dei Gang, "I ventitré giorni della città di Alba" (2007) e "Il sogno e la ragione. Storie del '68", con Gaetano Liguori e Michele Fusiello, sono gli spettacoli della stagione 2008 - 2009. In forma di solo reading, ha scritto "Luigi Tenco, morte di un cantautore". Hanno detto di lui..."Da Piazza Fontana a Giorgio Ambrosoli, dalla morte “anarchica” di Fausto e Iaio a Piazza della Loggia, Daniele Biacchessi racconta misteri, omicidi e stragi in un’Italia che sembra ormai vivere in una perenne ri(e)mozione forzata. Con la voce e la potenza di uno scrittore che è l’unico erede della narrativa civile di Pier Paolo Pasolini. Gian Paolo Serino, La Repubblica. “ Non gli servono effetti speciali. Bastano la sua voce e la volonterosa musica di un paio di amici. Perché è la storia d’Italia, quella più fosca, più scomoda, più vergognosa, ad accapponare la pelle del pubblico”. Bruno Ventavola, La Stampa. “Le pièce teatrali d'impegno civile di Biacchessi vorrebbero essere un contributo a scostare le ante del Paese da quel muro che ne impedisce l'apertura «perché - riflette l'autore - una società che non può fare i conti col passato, non comprende il proprio presente e non può progettare il futuro.” Lionello Mancini, Il Sole 24ore Su internet:
http://www.retedigreen.comhttp://biacchessi.splinder.com/ Su Facebook
Avete presente il messaggio di avvertimento che ogni tanto Google restituisce a fronte di una ricerca che potrebbe condurci in un sito potenzialmente dannoso? Intendo la scritta "Questo sito potrebbe essere pericoloso e danneggiare il tuo computer"... un utile filtro nei risultati delle ricerche in Google che previene la navigazione in zone del www dove si annidano virus, spyware in agguato per danneggiare o prelevare informazioni sensibili dai nostri pc. Il filtraggio dei contenuti delle ricerche di Google è demandato ad un sistema di terze parti denominato StopBadWare (realizzato da un ente no profilt che collabora, oltre con la Grande G, anche con diverse altre realtà accademiche e commerciali), che basa i suoi controlli su "blacklist", elenchi, di siti e indirizzi web pericolosi, e costantemente aggiornate e mantenute.In caso di match positivo (sito rilevato dannoso) il sistema propone la scritta ed un link verso il sito web di StopBadWare per ricevere ulteriori informazioni. Bene, questo sistema, sabato scorso 31/01 dalle ore 15.30 alle 16.25 (ora italiana) è andato in tilt: chiunque, in qualunque parte del mondo, abbia effettuato una qualunque ricerca su Google in quel periodo ha ottenuto un avvertimento di pericolo ed è stato indirizzato sul sito informativo di riferimento. Risultato? Motore di ricerca inutilizzabile, e sito di StopBadWare crollato sotto la mole di richieste di informazioni degli utenti (un caso da manuale di "Denial of Service" involontario). Motivo di questa gaffe planetaria del colosso di Mountain View?? Un banale carattere " / " ("slash") di troppo nelle blacklist: pare che per una madornale svista nell'aggiornamento manuale di queste liste, l'operatore abbia lasciato in capo all'elenco un / di troppo: peccato che quel carattere per il sistema di filtraggio equivalga a dire "tutti gli indirizzi, tutti gli URL", ovvero tutto Internet! .Il down è durato 40 minuti circa, e poi il sistema è stato ripristinato banalmente cancellando quel carattere / dimenticato nella configurazione (chissà magari per un errato copia&incolla)... tutto il mondo è paese, specie nel piccolo, grande microcosmo dell'informatica! Ecco il comunicato ufficiale su uno dei blog di Google dove il fattaccio viene ricostruito e vengono rivolte le scuse agli utenti che, inconsapevolmente, hanno contribuito a creare il caso di attacco "DoS" più ampio della storia!
"Solo la morte m'ha portato in collina un corpo fra i tanti a dar fosforo all'aria per bivacchi di fuochi che dicono fatui che non lasciano cenere, non sciolgon la brina. Solo la morte m'ha portato in collina. Da chimico un giorno avevo il potere di sposare gli elementi e di farli reagire, ma gli uomini mai mi riuscì di capire perché si combinassero attraverso l'amore. Affidando ad un gioco la gioia e il dolore. Guardate il sorriso guardate il colore come giocan sul viso di chi cerca l'amore: ma lo stesso sorriso lo stesso colore dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. Dove sono sul viso di chi ha avuto l'amore. È strano andarsene senza soffrire, senza un voto di donna da dover ricordare. Ma è fosse diverso il vostro morire vuoi che uscite all'amore che cedete all'aprile. Cosa c'è di diverso nel vostro morire. Primavera non bussa lei entra sicura come il fumo lei penetra in ogni fessura ha le labbra di carne i capelli di grano che paura, che voglia che ti prenda per mano. Che paura, che voglia che ti porti lontano. Ma guardate l'idrogeno tacere nel mare guardate l'ossigeno al suo fianco dormire: soltanto una legge che io riesco a capire ha potuto sposarli senza farli scoppiare. Soltanto la legge che io riesco a capire. Fui chimico e, no, non mi volli sposare. Non sapevo con chi e chi avrei generato: Son morto in un esperimento sbagliato proprio come gli idioti che muoion d'amore. E qualcuno dirà che c'è un modo migliore." _______________________________________
Fabrizio De Andrè "Un Chimico" Non al denaro, non all'amore nè al cielo (1971)
Di DL4U (del 09/02/2009 @ 21:50:12, in Appunti, linkato 931 volte)
... Chiara! Da oggi ufficialmente parte del Team DL4U! Potete vedere il suo profilo e consultare il suo curriculum vitae nella pagina ufficiale del sito http://www.dl4u.org/team.asp . Chiara è già da qualche tempo è al lavoro su alcuni nostri progetti di sviluppo web, con ottimi risultati e con molta passione. Molto bene Kià continua così e grazie mille per il tuo contributo !!!
Di DL4U (del 12/02/2009 @ 22:28:56, in Appunti, linkato 907 volte)
Apprendo dalla lettura del Blog di Eros, della sua avvenuta chiusura; come tutte le cose anche le avventure informatiche di noi "BLOGGHER" hanno un inizio e una fine. Comunque sia andata, sono certo che è stata un'esperienza interessante e ci rivedremo comunque presto, in forme diverse, su altre piattaforme di blog. Arrivederci.. nel futuro!
Scritta da Bob Marley nel 1980 ed inserita come singolo nell'album "Uprising", "Redemption song" è una delle canzoni più note e soggette a cover del cantante giamaicano. A differenza del resto della sua produzione, tipicamente reggae, questo è un testo folk, sentito e religioso che risente della malattia che strappò Marley alla vita un anno più tardi.Il testo recita in una sua strofa:
« Emancipate yourselves from mental slavery, no one but ourselves can free our minds... »
e parla di libertà, di emancipazione dai nostri vincoli mentali e sociali, di sogni di un'intera generazione; un cantante, la sua voce e la sua chitarra le uniche armi per realizzare questo obiettivo. "Redemption song " è stata reintepretata da molti artisti: Elisa, Alicia Keys, Stevie Wonder, Rihanna,U2, Joe Strummer e Johnny Cash, Sinéad O'Connor, Bob Geldof, Outlandish, Pearl Jam, Ben Harper sino a il figlio di Marley Ziggy. Molte di queste cover (vedi quella dei Pearl Jam) hanno contribuito a sdoganarla dai clichè che avvolgono l'immagine di Marley e diffonderla ad una platea di pubblico universale; in Italia la voce e lo stile unici di Elisa. Vi propongo i video dell'originale di Marley e il live di Elisa al concerto del 1° maggio del 2002 (se vedete il post da facebook, cliccate sul link "mostra post originale" o spulciate nella bacheca): non voglio mettere a confronto le versioni, sarebbe inopportuno, ma esaltarne la differente suggestione che suscitano. Di seguito il testo originale del brano:
Redemption Song
Old pirates, yes, they rob I; Sold I to the merchant ships, Minutes after they took I From the bottomless pit. But my hand was made strong By the 'and of the Almighty. We forward in this generation Triumphantly. Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our minds. Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them can stop the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Ooh! Some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book.
Won't you help to sing These songs of freedom? - 'Cause all I ever have: Redemption songs; Redemption songs; Redemption songs.
Emancipate yourselves from mental slavery; None but ourselves can free our mind. Wo! Have no fear for atomic energy, 'Cause none of them-a can-a stop-a the time. How long shall they kill our prophets, While we stand aside and look? Yes, some say it's just a part of it: We've got to fulfil de book. Won't you help to sing Dese songs of freedom? - 'Cause all I ever had: Redemption songs - All I ever had: Redemption songs: These songs of freedom, Songs of freedom.
13 marzo del 1989: vent'anni fa esatti. Una data che ha cambiato il mondo e un po' le abitudini di tutti noi. Era il giorno in cui il fisico britannico Tim Berners-Lee, allora trentaquattrenne, presento' al CERN di Ginevra, un documento intitolato ''Information Management: a Proposal''; nel testo veniva presentato un nuovo sistema, basato sugli ipetesti, per rendere piu' agevole la distribuzione di dati scientifici tra gli scienziati. Per la prima volta le singole parole contenute in un documento digitale potevano essere utilizzate per creare legami con altri testi in altri computer in rete: nasceva il concetto di link . La risposta del supervisore di Berners-Lee, Mike Sendall, fu abbastanza fredda, pur accogliendo comunque l'idea del suo ricercatore e dando il via libera all'approfondimento del progetto insieme ad un altro scienziato, il belga Robert Cailliau.
Nella foto: Tim Berners-Lee
Nel giro di due anni gli Berners-Lee e Cailliau costruirono le fondamenta del Web e realizzarono anche il primo browser, il programma visuale per ''sfogliare'' le pagine del web. Qualche curiosità: come primo server fu utilizzato un computer NeXT, costruito dalla ditta fondata da Steve Jobs dopo che aveva lasciato la Apple la prima volta. La 'rivoluzione' del Web comincia, pero', solo nel 1993, quando viene creato 'Mosaic', il primo Browser, il programma per 'navigare' tra i link delle pagine web. E' anche l'anno in cui il Cern rinuncia ad ogni diritto d'autore sul Web e mette a disposizione del pubblico le basi ed i protocolli del software. Da quel momento il numero dei siti e' subito cresciuto esponenzialmente, passando da 130 nel 1993 a 35 milioni nel 2003, ai circa 180 milioni del 2008, secondo le rilevazioni Netcraft (con 1,5 milioni di domini italiani). E nel 2010, secondo l'Icann, l'ente che sovrintende alla gestione dei domini Internet, raggiungeremo il limite dei quattro miliardi di indirizzi consentito dall'attuale sistema di gestione di rete. Tim Berners-Lee non e' mai diventato ricco, nonostante la sua invenzione si sia trasformata nel volano di una nuova economia, ed ha dovuto aspettare fino al 2003 per ricevere i primi significativi riconoscimenti della sua opera. L'anno dopo gli e' stato conferito anche un premio scientifico da un milione di euro dal presidente della Repubblica Finlandese ed e' stato insignito del titolo di 'Sir' dalla Regina Elisabetta II. Sir Tim attualmente e' il direttore del Consorzio del World Wide Web, con il quale continua a guidare lo sviluppo della grande ragnatela. La sua piu' grande preoccupazione al momento riguarda la sicurezza e la privacy degli utenti. Proprio oggi davanti alla Camera dei Lord di Londra si e' pronunciato contro la vendita dei dati sulle abitudini dei navigatori, per scopi pubblicitari e commerciali. ''La gente usa Internet anche quando ha dei problemi - ha detto l'inventore del World Wide Web - per sapere se ha contratto malattie, o riguardo alle proprie opinioni politiche. E' vitale che non vengano spiati''. Buon compleanno WWW!
La storia della musica spesso ci racconta vicende singolari ed interessanti di personalità eclettiche e di grande suggestione. Questa che vi racconterò è la storia di un uomo che ha da sempre vissuto due identità parallele, quasi due vite distinte, passando da un ruolo all'altro con grande spontaneità e immensa professionalità. E' la carriera di Brian Harold May, dottore in astrofisica, cancelliere onorario della Liverpool John Moore University e universalmente riconosciuto come leggenda del rock in qualità di chitarrista dei Queen. May nasce nel 1947 in un sobborgo di Londra, da una famiglia modesta ma molto solida, e inizia sin dai primi anni a coltivare la passione innnata per la musica: a cinque anni inizia a suonare il piano, ma ben presto passa alla chitarra elettrica. Non avendo la disponibilità economica per acquistare una costosa Fender Stratocaster, nel 1963, Brian con l'aiuto del padre inizia la costruirsi in proprio una chitarra sfruttando alcuni pezzi di legno di un vecchio caminetto. Nasce la "Red Special" (o "The Red Fireplace" - il caminetto rosso) lo strumento dall'infondibile colore rosso e dalla timbrica cupa e profonda (ineguagliata da ogni altra chitarra) che accompagnerà Brian May per tutta la sua carriera di musicista, sino a giorni d'oggi.
Foto: Brain May con la sua "Red Special" nel 2005
Parallelamente a questi primi passi nel mondo della musica, Brian porta a termine il proprio ciclo di studi conseguendo la laurea in Fisica ed Astronomia all'Imperial College di Londra. Inizia l'attività di insegnamento per finanziarsi il dottorato di ricerca, che abbandonerà quattro anni dopo, a pochi passi dal termine: la musica ha già occupato un ruolo importante nella vita di Brian e lascia poco tempo libero agli studi. Nel 1964 con un compagno di studi, Tim Staffell, fonda il gruppo degli Smile, dove nel ruolo di batterista suona già un giovane Roger Taylor. E' Staffell a presentare a May, Freddie Mercury: a seguito di dissidi che porteranno allo scioglimento degli Smile, nel 1971 May, Taylor e Mercury fondano un nuovo gruppo denominato Queen. Dopo poco tempo al nucleo iniziale si unirà il bassista John Deacon. Da lì a poco inizierà l'ascesa e l'epopea di uno dei gruppi che contribuiranno alla storia del rock moderno: nell'arco di un ventennio i Queen, sotto la guida dell'istrionico Mercury, incideranno brani leggendari scalando le classifica di tutto il mondo. La forza travolgente ed inarrestabile del gruppo si interromperà improvvisamente nel 1991 con al morte per AIDS di Freddy Mercury: la scomparsa del leader carismatico lascerà spiazzati i restanti membri de gruppo: Deacon si ritirerà delle scene , i restanti (May su tutti) continuano con lavori da solista o con collaborazioni con altre formazioni. Negli anni successivi May incide due ottimi album solisti (Back to the Light del 1992 e Another World del 1998) e collabora con nomi celebri della scena rock internazionale Black Sabbath, Holly Johnson, Guns N' Roses, Foo Fighters, Peter Gabriel. Nel 2005 Brian May, Roger Taylor assieme a Paul Rodgers riportano in auge il nome dei Queen con una serie di tour europei (l'ultimo nel 2008): tutte le date saranno "sold out" e nei concerti ripropongono le melodie inconfondibili e i pezzi storici del gruppo non dimenticando mai un forte ricordo dell'amico Freddie. Nel 2006, durante il giubileo della regina, May suona in assolo l'inno inglese dal tetto di Buckingham Palace. Il 23 agosto 2007 May, dopo aver ripreso gli studi, consegue 30 anni dopo il dottorato di ricerca (PhD) e nel novembre dello stesso anno viene nominato cancelliere onorario della Liverpool John Moores University, succedendo a Cherie Blair, moglie di Tony Blair. In un articolo per la La Stampa del 2007, Pierangelo Sapegno, fotografò in modo mirabile la parsonalità di May con le seguenti parole: "Dalla vita si può anche andare e venire, e Brian non è il primo che l’ha capito da quando esiste il mondo. Ma il suo è un percorso diverso. Prima era un grande musicista. Adesso l’hanno appena nominato rettore dell’Università John Moore di Liverpool. Ha detto: «Sono fiero di questo. Spero di esserne degno». Ma dai Queen a una cattedra, dal rock alla scienza, la vita di Brian May in fondo è sempre stata la stessa." . E' l'assoluta purezza di un uomo, un musicista leggendario che, appena nominato rettore dell’Università John Moore di Liverpool, disse: «Sono fiero di questo. Spero di esserne degno». Dai Queen ad una cattedra, dal rock alla scienza, la vita di Brian May in fondo è sempre stata la stessa.
Di seguito vi propongo il video storico del brano "Love of my life" (1975) suonato da May con l'amico Freddie, tratto dallo storico concerto dei Queen a Houston nel 1977... con una dedica particolare per chi mi ha dato modo di ricordare, durante questa settimana, questa meravigliosa canzone..
In tempi di videogiochi ad alta definizione, di console all'avanguardia della tecnologia quali le recenti Playstation 3, Wii quanto andrò a descrivervi potrà farvi sorridere, ma una cosa è certa: se oggi possiamo giocare con quei gioielli di realismo in parte è dovuto all'esperienza maturata attraverso questi simpatici oggetti ora veri cult del retrocomputing. Mi sono tornati alla memoria leggendo l'ultimo numero di Wired, ed ecco qui un post con cui ritorno, a distanza di più di un anno sul tema dell'archeologia informatica in genere. Penso di averla tirata abbastanza per le lunghe e sia venuto il momento di entrare in "media res" svelandovi l'argomento: parleremo dei "Game & Watch" una serie di circa 59 giochi elettronici prodotti da Nintendo tra il 1980 e il 1991, abbastanza diffusi anche in Italia, dove, ai tempi, venivano spesso confusi e soprannominati col nome generico di "scaccia pensieri". La collezione del G & W contava diversi giochi in vari formati e differenti dimensioni, comunque col denominatore comune di essere portatili, dotati di un guscio plastico di diverso colore, uno o più schermi lcd (monocromatici, con particolari di sfondo fissi a contrasto), alimentazione a pile (in genere due "a pastiglia") e comandi molto semplificati per una giocabilità immediata. Guardate l'immagine seguente, è uno dei giochi più diffusi, della serie multiscreen, "Donkey Kong" del 1982:
Cosa vi ricorda? Nel guscio "a libro" colorato riscontriamo un' evidente la somiglianza con l'attuale console Nintendo DS, nel controller "a croce" un particolare che ritroveremo nel successivo GameBoy e nei pad del NES e successori. Corsi e ricorsi della storia dei videogiochi... non a caso il papà di questi apparecchi è stato tale Gunpei Yokoi (1941-1997), che fece poi la fortuna di Nintendo ideando il d-pad (il controller a croce appunto), le console GameBoy e VirtualBoy, le saghe di Metroid, Kid Icarus e Super Mario Land. Tante furono le varianti dei G & W, con schermo singolo, doppio o "wide", con una notevole varietà di titoli ancor oggi famosi (Mario Bros. , Donkey Kong, Zelda, ...) ma tutti con caratteristiche simili: su tutte la funzione orologio (da qui il nome G & W), il contatore di punteggio a tre cifre (giunti a 999 si ripartiva da zero), lo schermo lcd verdino e il suono costituito esclusivamente da 1-2 toni di buzzer metallico. Personalmente posseggo ancora due G & W multi screen originali dell'epoca: Donkey Kong (3 giugno 1982) e Pinball (un frenetico flipper, 5 dicembre 1983) entrambi funzionanti. Sempre su Wired e girovangano su internet ho scoperto che questi giocattoli di modernariato hanno un piccolo valore economico nell'ambito dei collezionisti (su ebay vanno dai 25 ai 100 euro e oltre a seconda della "rarità" del pezzo); ovviamente non intendo venderli... ricordo ancora la mia iniziale perplessità quando li ricevetti in regalo da mio papà che, di ritorno da un viaggio in USA me li portò in fortissima anteprima rispetto all'uscita italiana...e poi le ore passate cercando di raggiungere il massimo punteggio con gli amici pestando su quei tastini in frenetiche partite di flipper o di salti di barile di Mario ... quanto tempo! Ho infine scoperto con piacere che, come molti videogiochi d'epoca, sono stati realizzati degli ottimi emulatori; si tratta di piccoli programmini pronto uso (scarico, unzippo, lancio l'eseguibile senza installazioni) che riproducono esattamente la sensazione di gioco di quegli anni (compreso lo stordimento delle orecchie dovuto agli interminabili "bip-bip" metallici, colonna sonora dei tutti i G& W). Nei siti che riporto di seguto trovate i link per il download degli emulatori (troverete non solo G & W, ma anche gli scacciapensieri della Mattel e della Polistyl )... e buon divertimento! That's all, game over!
EMULATORI G & W e altri : http://www.madrigaldesign.it/sim_it/dnload.php
IL MONDO DEI G & W, storia, elenchi e downloads: http://www.madrigaldesign.it
COLLECTORS & TRIVIA: http://www.gameandwatch.ch/
P.S. per chi ha la Nintendo DS esistono anche delle collezioni originali che raccolgono giochi G & W emulati sulla nuova console
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J.D. Salinger Il giovane Holden (The catcher in the rye) EinaudiEditore
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Daniele BiachessiLa Fabbrica dei Profumi Baldini e Castoldi Editore
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Vasco Rossi - Dillo alla luna (1990)
Ben E. King - Stand by me (1961)
Queen - Bohemian Rhapsody (1975)
U2 - Pride (In the name of love) (1984)
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21/12/2024 @ 17:42:07
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