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Non appena ho deciso di scrivere questa recensione, mi son reso conto delle difficoltà in cui mi sarei imbattuto; non è semplice racchiudere in un testo di senso compiuto l' emozione che mi ha coinvolto per tutta la durata del film sin dalla sua prima visione. Un lungo romanzo illustrato, che amo e che ho rivisto più volte: forse l’ opera più importante della cinematografia italiana degli ultimi anni.
“ La Meglio Gioventù ": un progetto ambizioso del regista milanese Marco Tullio Giordana, non nuovo a opere di respiro storiografico, capace di raccontare l’Italia e la sua storia vista attraverso gli occhi e le vicende di due fratelli, dall’alluvione di Firenze del 1966 sino a giorni nostri.
Un lungo viaggio di quarant’anni attraverso le rabbie, le gioie, le illusioni e le delusion di una generazione racchiuso in sei ore di film. Trent’anni dopo “Novecento” di Bertolucci, la cinematografia italiana può di nuovo annoverare tra le sue opere una produzione di ampio respiro, capace di leggere la storia contemporanea in modo diretto e naturale fornendo un affresco partecipato e commovente di un'epoca tormentata e difficile del nostro paese. Attraverso la magistrale sceneggiatura di Sandro Petraglia e Stefano Rulli, Giordana narra con passione i sentimenti e il vissuto dei personaggi del film (ora protagonisti, ora da osservatori delle vicende raccontate) nel loro quotidiano scontrarsi con i piccoli e grandi problemi della vita.
Ciascun personaggio viene connotato con una propria sensibilità e ben precisa personalità: c’è il coraggio di chi vuol tentare di cambiare qualcosa per lasciare anche solo un segno che possa contribuire migliorare proprio presente e il proprio futuro, c’è l’alienazione e la difficoltà di chi rimane ai margini perché troppo impegnato a trovare in sé stesso un senso alla propria vita.
A dar supporto alla commozione e allo struggimento del racconto, troviamo una fotografia calda e palpitante che partecipa delle emozioni dei personaggi; una narrazione coinvolgente grazie alla forza dei dialoghi che si distinguono per originalità e profondità; una meravigliosa e trascinante combinazione di confronti tra attori che vivono con partecipazione il copione e sequenze narrative e didascaliche in cui il regista si concede amari e disillusi spaccati di memoria collettiva ad uso degli spettatori.
Di alto livello anche il novero degli attori che viene radunato per questo poderoso racconto: alcuni già noti come Luigi Lo Cascio, Andrea Tidona e Fabrizio Gifuni, altri praticamente esordienti come Alessio Boni (chiamato alla prova difficile di interpretare la figura difficile di Matteo), Sonia Bergamasco, Maya Sansa, Claudio Gioè, Jasmine Trinca (meravigliosa conferma dopo la prova ne "La stanza del figlio" di Moretti). Citazione a parte merita la prova di Adriana Asti nel ruolo della madre: l’attrice milanese suggella la propria carriera,già illustre e nobile, con una interpretazione viva e sublime e disegna un personaggio moderno, italiano, semplicemente indimenticabile.
La partecipazione del film è vissuta nelle tematiche affrontate: eventi, moti ed idee che hanno attraversato e modificato, spesso con violenza e spaccature, il costume e la società italiana – le rivolte studentesche e operaie del ’68, l'apertura dei manicomi (il personaggio di Nicola, interpretato da Luigi Lo Cascio è un discepolo di Franco Basaglia), l’omosessualità, il rapimento Moro, il terrorismo e la mafia sino ad arrivare ai giorni nostri con gli omicidi di Falcone e Borsellino e Tangentopoli. Lo stile e la lettura degli eventi e delle storie fa de “La Meglio Gioventù” un film colto e impegnato ricco di numerosi e frequenti omaggi a maestri italiani del cinema: Pier Paolo Pasolini ("La meglio gioventù" è il titolo di una raccolta di liriche del poeta friulano), Roberto Rossellini,Ettore Scola e soprattutto Luchino Visconti di "Rocco e i suoi fratelli" e de "Il Gattopardo” a cui il film sembra quasi ispirarsi in alcuni passi.
Addentriamoci ora nella trama dell’opera, fornendone un sintetico riassunto: “La meglio gioventù” racconta la storia di una famiglia italiana dal 1966 al 2001. Al centro della vicenda due fratelli: Nicola (Luigi Lo Cascio) e Matteo (Alessio Boni) Carati, due ragazzi estremamente legati fra loro ma di indole completamente diversa sin da giovani. In un primo tempo i fratelli Carati condividono stessi sogni, stesse speranze, stesse letture e amicizie, finchè l'incontro con Giorgia (Jasmine Trinca), una ragazza psichicamente disturbata, non preciserà il destino di entrambi: Nicola deciderà di diventare psichiatra (seguace delle teorie innovative di Franco Basaglia), Matteo di abbandonare gli studi ed entrare in polizia. Angelo - il padre - è genitore e marito affettuoso, anche se la sua esuberanza viene vissuta dalla famiglia con tollerante degnazione, Adriana (Adriana Asti) - la madre - è insegnante moderna e irreprensibile, innamorata dei suoi studenti come dei propri figli. C'è poi Giovanna, la figlia maggiore, entrata giovanissima in magistratura, e Francesca, la più piccola, che sposerà Carlo (Fabrizio Gifuni), il migliore amico di Nicola, destinato a un importante ruolo alla Banca d'Italia e - per questa ragione - nel mirino del terrorismo durante gli anni di piombo. Questa la famiglia. Resta da dire di Giulia (Sonia Bergamasco), la storia d'amore centrale della vita di Nicola, da cui nascerà Sara, e di Mirella (Maya Sansa) che, in tempi e modi diversi, incrocerà i destini sia di Matteo che di Nicola. attraverso questo piccolo nucleo di personaggi rivivono ne La Meglio Gioventù avvenimenti e luoghi cruciali della storia del nostro paese: dalla Firenze dell'alluvione alla Sicilia della lotta contro la mafia, dalle grandi partite della nazionale contro la Corea e Germania alle canzoni che hanno fatto epoca, dalla Torino operaia degli anni settanta alla Milano degli anni ottanta, dai movimenti giovanili del terrorismo, dalla crisi degli anni novanta al tentativo di inventarsi e costruire un paese moderno. Senza volerlo i nostri personaggi inseguiranno le loro passioni inciampando nella Storia, cresceranno, si faranno male, torneranno a illudersi e spendersi di nuovo. Come succede a tutti. La meglio gioventù - titolo di una raccolta di poesie friulane di Pasolini ma anche di una vecchia canzone degli alpini- è l'affresco di una generazione che - nelle sue contraddizioni, nelle furie ora ingenue ora violente, nella voce grossa e qualche volta stonata- ha cercato di non rassegnarsi al mondo così com'era ma di lasciarlo un poco migliore di come l'ha trovato.
Scheda del film (da Wikipedia)
Titolo: La meglio gioventù
Anno: 2003 Durata: 351' Genere: drammatico
Regia: Marco Tullio Giordana
Soggetto: Sceneggiatura: Sandro Petraglia e Stefano Rulli
Attori:
• Luigi Lo Cascio: Nicola Carati
• Alessio Boni: Matteo Carati
• Adriana Asti: Adriana Carati
• Sonia Bergamasco: Giulia Monfalco
• Fabrizio Gifuni: Carlo Tommasi
• Maya Sansa: Mirella Utano
• Valentina Carnelutti: Francesca Carati
• Jasmine Trinca: Giorgia
• Andrea Tidona: Angelo Carati
• Lidia Vitale: Giovanna Carati
• Claudio Gioè: Vitale Micavi
• Paolo Bonanni: Luigino
• Mario Schiano: Il professore di medicina
Fotografia: Roberto Forza
Montaggio: Roberto Missiroli
Musiche: Johann Sebastian Bach, Wolfgang Amadeus Mozart, The Animals
Riconoscimenti:
• Vincitore della sezione "Un Certain Regard" al 56mo Festival di Cannes (2003).
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Vincitore della sezione "Un Certain Regard" al 56mo Festival di Cannes (2003).
• Premio "Città di Roma - Arc-en-Ciel Latin".
• David di Donatello 2004 per
o Miglior Film
o Miglior Regia (Marco Tullio Giordana),
o Miglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli),
o Miglior Montaggio (Roberto Missiroli),
o Miglior Fonico di Presa Diretta (Fulgenzio Ceccon)
o Miglior Produttore (Angelo Barbagallo).
• Nastro d'Argento 2004 per:
o Miglior Regia (Marco Tullio Giordana),
o Miglior Produttore (Angelo Barbagallo),
o Miglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli),
o Miglior Fonico di Presa Diretta (Fulgenzio Ceccon)
o Miglior Montaggio (Roberto Missiroli)
o Il cast femminile (Miglior Attrice Protagonista)
o il Cast Maschile (Miglior Attore Protagonista)
• Globo d'Oro 2004 come
o Miglior Regia (Marco Tullio Giordana),
o Miglior Sceneggiatura (Sandro Petraglia e Stefano Rulli)
o Globo D'Oro Speciale (Adriana Asti)
o Gran Premio Stampa Estera.
Non resta null’altro da dire oltre a quello che ho scritto in precedenza: le forti emozioni non possono essere raccontate, vanno vissute in prima persona. Perciò se quanto scritto in questo post vi ha suscitato interesse e ne volete sapere un po’ di più della nostra memoria collettiva, di chi siamo e da dove veniamo, procuratevi il dvd del film ed abbandonatevi al suo racconto, senza paura di provare commozione o partecipazione per le vicende dei suoi personaggi. Lasciatevi coinvolgere: siamo noi, è la nostra vita, è la nostra storia.