La citazione che riporto sopra è tratta dal romanzo di Stefano Benni "Margherita Dolcevita" (pubblicato nella collana Universale Economica Feltrinelli, 2005) che ho terminato di leggere in questi giorni ed è il passo che più mi è rimasto impresso per la forza della sua semplicità. Come sempre devo dire che la lettura di Benni non ha deluso le mie aspettattive: ho conosciuto un nuovo personaggio, Margherita una “bambina in scadenza”, come ama definirsi lei stessa: quasi quindici anni, occhi blu, capelli biondi ricci “che sembrano una piantagione di fusilli”, qualche chilo di troppo e un problema al cuore, “una valvola spanata che fa ta-tunf invece di tunf-ta”. Vivace e simpatica la sua vita scorre tranquilla in una casetta alla periferia di una città, nell'unica zona ancora verde sopravissuta al cemento e all'asfalto; la famiglia di Margherita è composta dal padre pensionato, Fausto, che eclettico riparatore di vecchi oggetti, della madre Emma, casalinga appassionata di telenovele, da un fratello maggiore Giacinto, diciottenne, infestato dai brufoli, che “nella vita ha due grandi interessi: il calcio e il pallone” e un fratello minore, Erminio detto Eraclito, “genietto rompiballe nonchè il dito da videogioco più veloce del West”. A completare il quadretto famigliare un nonno un po' svitato ma saggio, di nome Socrate e Pisolo un cane, o meglio un “cancatalogo”, perché “più che un incrocio è un catalogo di tutte le razze canine e animali e forse vegetali apparse sulla Terra”.
La quiete di questa famiglia normale ma bizzarra viene sconvolta dall’arrivo dei nuovi vicini di casa fichissimi, supertecnologici e alla moda, ma vittime del consumismo del più feroce arrivismo. E' la famiglia dei Del Bene: padre affarista e maneggione, dotato di sorriso finto e una chioma sintetica trapiantata di fresco (... chissà da chi avrà preso spunto il buon Benni per questo personaggio ?!?
... ), madre schiava della moda e cazzeggiatrice di professione, una figlia adolescente tanto bella quanto vuota e un figlio, Angelo, misterioso e relegato in un angolo dalla famiglia come malato di problemi psicologici.
Dalla loro casa a forma di cubo, impenetrabile e misteriosa, i Del Bene esercitano ogni forma possibile di ingerenza nei confronti dei vicini che a poco a poco finiscono per cadere nella rete di lusinghe di uno stile di vita fondato sul culto del benessere materiale, dell'estetica fine a se stessa, e sul rifiuto di tutti coloro che sono ai margini della società: poveri, anziani e extracomunitari. L'unica nella famiglia che non molla è la piccola grande Margherita: con coraggio, spirito critico, e aggrappata alla forza dei sentimenti autentici, della natura e della fantasia, Margherita non si arrende, intuisce il piano subdolo dei Del Bene e reagisce alla grave minaccia con l’aiuto del piccolo Eraclito, di Angelo e della “Bambina di polvere”, la sua amica invisibile, fantasma di un piccola vittima innocente della brutalità della guerra.
Con il suo solito stile unico e sublime Benni imbastisce un' amara metafora della società moderna e delle sue degenerazioni peggiori. Nel romanzo Margherita Dolcevita è un’impietosa denuncia della perdita dei valori autentici, della volgarità del potere e dell’arroganza della ricchezza: ovvero i mali che al giorno d'oggi minacciano la bellezza e la purezza della vita e dei sentimenti. Leggetelo, non ho altro da dire. Nel frattempo sono alla ricerca dell'ultima fatica di Benni: "La grammatica di Dio" , uscito nel 2007, son sicuro che anche questo sarà da consumare in un fiato.
"Il mondo si divide in:
quelli che mangiano la cioccolata senza pane
quelli che non riescono a mangiare la cioccolata se non mangiano anche il pane
quelli che non hanno la cioccolata
quelli che non hanno il pane"
(citazione tratta dall'incipit del romanzo)