Serata uggiosa, con una strana pioggia che a tratti pare neve mal riuscita e che sostanzialmente non fa altro che sporcare ulteriormente il parabrezza della macchina. Ritorno a casa dopo aver visto a casa di amici il derby e nel lettore il cd di Vasco; non un cd qualunque ma una raccolta che avevo masterizzato tempo fa, mescolando una ventina di canzoni che mi piacevano particolarmente. E' un disco con una certa storia: avrà all'incirca otto-nove anni e a furia di girare e passare da uno stereo all'altro, da una macchina all'altra, da uno zaino all'altro ormai è logoro e rovinato in più punti. Ci sono tracce (per esempio "Siamo solo noi") dove la riproduzione salta continuamente, dovrei buttarlo o rifarlo, eppure sono affezionato a quel "rottame". Penso mi abbia accompagnato in molti momenti, in molti cambiamenti, della mi storia recente. Era spesso nel lettore portatile quando viaggiavo in treno da e verso Milano ai tempi del Poli, allo stesso modo mi accompagnava nelle mattine sull'autobus nel periodo in cui stavo terminando l'università e mi affacciavo al mondo del lavoro, era nell' autoradio due macchine e qualche anno fa una domenica in cui presi una decisione definitiva. La sequenza delle tracce ormai è stranota, ma spesso mi capita ancora di mettermi a cantare una canzone o l'altra: le parole note, la necessità di mantenere gli occhi aperti la sera quando si ritorna tardi da Milano dopo interminabili giornate di lavoro, l' esigenza di svegliarmi alla mattina presto quando l'ultima cosa che vorresti fare è metterti in auto al freddo e al gelo macinare 70 km tra pioggia/neve/traffico/casino/stress fanno di Vasco un valido supporto alle mie migrazioni quotidiane. Tra treni, bus e auto, tra Poli e lavoro sono quasi 13 anni di viaggi e di vita pendolare: forse a contare i km e il tempo almeno un giro del mondo. Dicevo spesso accompagnati da quel cd, spesso in riproduzione durante fasi di cambiamento e/o scelte di vita. Tempo fa (due anni o più non rivordo) scrivevo su questo blog che la nostra vita incrocia spesso, in momenti diversi, quella di un certo numero di persone, modificandone così il destino, l'evoluzione. Questi sono i momenti del cambiamento, della crescita ... insomma gli snodi cruciali della nostra storia personale. E spesso Vasco era lì. Vabbè direte: casualità, lo dico anche io, ma è questa ricorrenza che provoca una particolare attenzione per quel disco tutto rovinato da graffi e incisioni. Anche adesso è un periodo di cambiamenti, i miei soci lo sanno visto che anche per loro in qualche modo lo sarà, non del tutto voluti, non del tutto chiari sino in fondo, ma pur sempre cambiamenti. Ho imparato ad affrontare queste fasi in modo più sereno, più distaccato e meno "di petto"; con questo non voglio dire che qualche volta non salga la classica incazzatura o non parta il frullatore dei pensieri, ma cerco di controllarli. Qualche esperienza passata, qualche "ruga" nell'anima e nel cuore impediscono di "staccare" del tutto il cervello" (nonostante possa apparire in qualche momento diverso, nei momenti davvero importanti ci sono mille ragionamenti - bacati? - mille valutazioni -sbagliate? - prima di parlare o fare - e poi qualche volta ti manderesti a quel paese per quanto sei complicato e quanto questo ti autocomplichi la vita in certi momenti dove forse sarebbe più utile seguire l'istinto), ma nonostante questo vedo che riesco ad osservare un "po' più in alto" le cose che avvengono senza essere sempre travolto dal vortice degli eventi. Come anche suggerito da amici, cerco di essere positivo: un cambiamento è pur sempre una svolta, una fase nuova da cogliere ed esplorare, dai contorni magari poco nitidi, ma che comunque voglio far fruttare al meglio da punto di vista personale. Sarà occasione di aver più tempo per la vita privata, troppo spesso compressa e relegata in un angolo dai ritmi frenetici, sarà occasione di nuovi incontri in un ambiente diverso, sarà forse un modo di gestire il lavoro on modo differente: insomma ci sarà da inventarsi e scoprire un quotidiano differente. Sicuramente minor tempo passato al volante e meno km da macinare, controbilanciati dal fatto che ci saranno meno occasioni di incontro con i miei "compagni di merende e avventure": vabbè ragazzi voglio pensare positivamente anche qui... avremo un motivo forte in più per organizzarci al di fuori, per intraprendere nuove e magari più strampalate iniziative per divertirci e trascorrere tempo assieme. E lo faremo statene certi ! Gira che ti rigira tocca sempre reinventarsi nuovi equilibri personali, anche quando pareva che per certi versi fossero già stati ottenuti. Ma forse è giusto così: chissà che non sia uno step per raggiungere un equilibrio più complessivo...forse per colmare quel "buco" cronico che sento sempre più impellente e stringente. La testa ora c'è, ora forse anche il tempo... se è vero, come dice una storia che ho sentito raccontare in un film, che ti sei già messa in cammino prima o poi ci si incontrerà (o reincontrerà ??) per la strada... vediam almeno di non andare per percorsi diversi o come sempre a ritmi diversi... altrimenti si fa un gran casino e si perde un sacco di tempo. E quel disco ci sarà ancora, ed essendo ancora un cambiamento, suonerà ancora, magari con qualche graffio in più ma suonerà ancora anche solo nella memoria. Quel cd rovinato dovrei buttarlo e rifarlo, ma forse per questo motivo mi va ancora bene così com'è, un po' mi assomiglia ...e per questo, sono sicuro, che non lo getterò.