UN GRAN BEL FILM ( Vasco Rossi - Nessun Pericolo Per Te - 1996 ) ______________________________________________
Io lo so che le "cose" poi, non sono mai "come"... come te le aspettavi te io sono triste però io sono triste un po' Dimmi pure dimmi subito "che fortuna che ho" io che mi sento un po' "comico"... proverò a ridere un po' proverò a ridere un po'
Io che credevo alle favole.. e non capivo le logiche... è una fortuna che sono.. oooh! oooh! ancora "vivo"!
In questo mondo in questo mondo di "fenomeni".. di gente pronta ad uccidersi io "un fucile" ce l'ho lo tengo sotto il letto! Sei tu sei tu che non ti vai bene mai come sei che ti preoccupi sempre dei fatti miei lasciami vivere oh! io ti capisco però
Quando arrivano i conti sai ognuno paga comunque i suoi e sta' tranquillo che io.. ooh ooh!! i soldi ce li ho!
Quando sono sulle nuvole lo sai che a volte si mi sento un po' "instabile" però è "un gran bel film"...un gran bel film.... un gran bel film... ...Steve McQueen
....è una fortuna lo so ...che sono ancora vivo!!!!!
Quando arrivano i conti sai ognuno paga comunque i suoi quindi tu prega il tu Dio ooh ooh!! che io prego il mio
Quando sono sulle nuvole lo sai che a volte si mi sento un po' "instabile" però è "un gran bel film"...un gran bel film.. ........spegnimi!
___________________________________
il video live ( Vasco Tour del 2005) della canzone tratto da YouTube:
Torniamo sul tema musica e dintorni con un testo di una canzone. Questa volta vi propongo un approccio diverso: leggete il testo tradotto e pubblicato di seguito: provate ora ad indovinare di quale brano si tratta...vi vengo in aiuto dicendovi che il "riff" iniziale di questa canzone è stato da molti ritenuto uno dei migliori (sicuramente uno dei più noti e riconoscibili) assoli di chitarra di tutti i tempi...
____________________________________
DOLCE BAMBINA MIA
Ha un sorriso che mi é familiare Mi ricorda memorie d’ infanzia Dove tutto era puro e splendente come il cielo azzurro
Prima o poi vedo il suo viso e lei riesce a portarmi in quel posto speciale E se lo fissassi troppo a lungo Probabilmente scoppierei a piangere
Dolce bambina mia Dolce amore mio
Ha il colore degli occhi del cielo più blu Come se pensassero alla pioggia Odio guardare dentro quegli occhi E vederci quel pò di dolore
I suoi capelli mi ricordano Un posto caldo e sicuro Dove mi nasconderei come farebbe un bambino E pregherei affinchè il tuono e la pioggia Se ne andassero da me con calma
Dolce bambina mia dolce amore mio
Dove andiamo? Dove andiamo adesso? Dove andiamo? Dolce bambina mia
Dove andiamo? Dove andiamo adesso? Dove andiamo? Dolce bambina mia
Dolce bambina mia dolce amore mio. __________________________________
Indovinato? Beh .. vi aiuto... eccone ora il testo originale in inglese: __________________________________
She's got a smile that it seems to me Reminds me of childhood memories Where everything Was as fresh as the bright blue sky Now and then when I see her face She takes me away to that special place And if I stared too long I'd probably break down and cry
Sweet child o' mine Sweet love of mine
She's got eyes of the bluest skies As if they thought of rain I hate to look into those eyes And see an ounce of pain Her hair reminds me of a warm safe place Where as a child I'd hide And pray for the thunder And the rain To quietly pass me by
Sweet child o' mine Sweet love of mine
Where do we go Where do we go now Where do we go Sweet child o' mine ________________________
Ormai lo avete sicuramente individuato... eccolo svelato:
Sweet Child O' Mine (Appetite for Destruction -1988)
P.S. chi di voi lo aveva riconosciuto al primo colpo?? Ogni commento all'assolo iniziale di Slash e della sua Gibson Les Paul Standard sarebbe inutile.. unico e irripetibile, ancor oggi un pezzo che rappresenta una sorta di "esame di maturità" per ogni apprendista chitarrista. "Sweet Child O' Mine" e "November Rain" sono, fuori da ogni dubbio, i due più celebri pezzi del repertorio dei Guns 'N' Roses.
"Interno - esterno" - Olio su tela di Sandro Luporini
Cosa di prova in un giorno normale cosa si prova di nuovo ogni risveglio cosa si prova quando stiamo male quando si soffre per un piccolo dettaglio.
Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere. Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere.
Cosa si prova quando c'è un'amicizia vera e poi si beve insieme e sei anche contento ma senza impegno e finché dura con la disinvoltura di vivere al momento.
Cosa si prova in tutte quelle ore in cui nulla può accadere.
Non resta che il sapore di un'immagine stordita a volte allegro a volte doloroso ma senza la memoria accade che la vita è come un libro che si sfoglia a caso.
Ma che si prova se senti nascere come da un'altra vita un'energia sconosciuta se ritrovi il gusto di un gesto semplice che lasci un segno ti sembra che la vita sia possibile ma forse è un sogno.
Cosa si prova ad accarezzare i suoi capelli biondi cosa si prova a guardare i suoi fianchi ore e ore cosa si prova appena dopo litigi furibondi a rinnamorarsi e poi a stufarsi per un raffreddore.
Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente. Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente.
Cosa si prova se in due si vive meglio e ci si sposa, magari in primavera cosa si prova se all'improvviso nasce un figlio senza capire il senso di una famiglia vera.
Cosa si prova, cosa viene in mente a non provare niente.
Mi resta solo un po' di nostalgia di tutto quel che perdo le cose buone e le persone care migliaia di frammenti e dietro ogni ricordo ti resta solo un vago ricordare.
Ma che si prova se senti nascere come da un'altra vita un'energia sconosciuta se ritrovi il gusto di appartenere al mondo intero ti sembra di sfiorare l'impossibile e forse è vero.
_______________________________________________
Con questo post voglio suggerirvi un paio di link per la vostra navigazione: sono i siti ufficiali di Giorgio Gaber ( http://www.giorgiogaber.org ) e Sandro Luporini ( http://www.luporini.it ) autori tra l'altro del testo che vedete pubblicato sopra. Nel sito del "Signor G" potrete trovare un'ampia selezione di testi di poesie, canzoni e brani per il teatro. In quello di Luporini, eclettico pittore e scrittore, una galleria on line delle principali opere dell' artista.
Giorgio Gaber
Giorgio Gaberscik nasce a Milano il giorno 25 gennaio 1939. Adolescente, per curare il braccio sinistro colpito da paralisi, a 15 anni inizia a suonare la chitarra. Dopo aver conseguito il diploma in ragioneria frequenta la facoltà di Economia e Commercio alla Bocconi pagandosi gli studi con i guadagni provenienti dalle serate in cui suona al Santa Tecla, famoso locale milanese. Conoscerà qui Adriano Celentano, Enzo Jannacci e Mogol; quest'ultimo lo invita alla Ricordi per un'audizione: è lo stesso Ricordi a proporgli di incidere un disco.
Comincia una brillante carriera con "Ciao, ti dirò", scritta con Luigi Tenco. Sono degli anni successivi le indimenticabili "Non arrossire", "Le nostre serate", "Le strade di notte", "Il Riccardo", "Trani a gogò", "La ballata del Cerruti", "Torpedo blu", "Barbera e champagne". Nel 1965 sposa Ombretta Colli. Partecipa inoltre a quattro edizioni del Festival di Sanremo (con "Benzina e cerini", 1961; "Così felice", 1964; "Mai mai mai Valentina", 1966; "E allora dai", 1967), oltre a condurre vari spettacoli televisivi; nell'edizione 1969 di "Canzonissima" propone "Com'è bella la città", uno dei primi brani che lasciano intravedere il successivo cambio di passo. Nello stesso periodo, il Piccolo Teatro di Milano gli offre la possibilità di allestire un recital, "Il signor G", il primo di una lunga serie di spettacoli musicali portati in teatro che alternando canzoni a monologhi trasportano lo spettatore in una atmosfera che sa di sociale, politica, amore, sofferenza e speranza, il tutto condito con un'ironia tutta particolare, che smuove risate ma anche la coscienza.
«Credo che il pubblico mi riconosca una certa onesta' intellettuale. Non sono ne' un filosofo ne' un politico, ma una persona che si sforza di restituire, sotto forma di spettacolo, le percezioni, gli umori, i segnali che avverte nell'aria.»
Far finta di essere sani (1972), Libertà obbligatoria" (1976), Polli d'allevamento (1978). Il grigio (1989), E pensare che c'era il pensiero (1995), Un'idiozia conquistata a fatica (1998) sono i suoi lavori più significativi.
Dopo gli album dedicati esclusivamente alla registrazione integrale dei suoi spettacoli, torna al mercato discografico ufficiale con l'album "La mia generazione ha perso" (2001) che include il singolo "Destra-Sinistra": ironico, con le solite graffianti insinuazioni, è un brano decisamente attuale, visto il periodo pre-elettorale in cui esce.
Scompare il giorno 1 gennaio del 2003, all'età di 63 anni, stroncato da una lunga malattia nella sua villa di Montemagno a Versilia, dove si era recato per trascorrere il Natale accanto alla moglie e alla figlia Dalia.
Il 24 gennaio dello stesso anno uscira', quasi come un testamento artistico, "Io non mi sento italiano", l'ultimo lavoro dell'indimenticabile artista.
Sandro Luporini
Sandro Luporini è nato a Viareggio nel 1930. Studia ingegneria all'Universita' di Pisa, ma nel 1953 abbandona l'Università per dedicarsi alla pittura e si trasferisce a Roma. Nel 1956 si trasferisce a Milano e si lega alla Galleria Bergamini. Tra il 1950-1955 ottiene vari premi a Viareggio, Livorno, Tirrenia, Lucca, Stiava e Pisa. Successivamente il Premio San Fedele, Milano (1956), Modiglioni (1956), Suzzara (1957), Michetti di Francavilla (1957), Modiglioni (1958). Nel 1959 è invitato alla VIII Quadriennale d'arte di Roma e alla I Rassegna della giovane pittura italiana in Giappone. Abbandona la partecipazione ai Premi e allestisce mostre personali nel 1958, 1959, 1961 e contemporaneamente partecipa a importanti mostre collettive, facendo parte del gruppo, poi definito "Realismo esistenziale". Nel 1964 si lega alla Galleria Il Fante di Spade di Roma e Milano assieme a un gruppo di importanti artisti. Oltre a Luporini ne facevano parte Mac Garrell, Perez, Ferroni, Aillaud, Vespignani e Guerreschi. Risiede a Milano sino alla fine degli anni '70. Nei primi anni '80 ritorna a vivere a Viareggio, sua città natale, pur mantenendo stretti contatti con Milano. Nel 1983 Sandro Luporini si lega alla Galleria Adac a Modena e con essa allestisce mostre personali e collettive in molte città italiane, tra cui il Palazzo dei Diamanti a Ferrara, il Palazzo Ducale di Mantova, Lo Spazio Oberdan a Milano.
in alto: la cover originale del singolo "One" ________________________________________________________________
Is it getting better? Or do you feel the same? Will it make it easier on you now? You got someone to blame You say
One love One life When it's one need In the night One love We get to share it Leaves you baby if you Don't care for it
Did I disappoint you? Or leave a bad taste in your mouth? You act like you never had love And you want me to go without Well it's
Too late Tonight To drag the past out into the light We're one, but we're not the same We get to Carry each other Carry each other One
Have you come here for forgiveness? Have you come to raise the dead? Have you come here to play Jesus? To the lepers in your head
Did I ask too much? More than a lot. You gave me nothing, Now it's all I got We're one But we're not the same Well we Hurt each other Then we do it again You say Love is a temple Love a higher law Love is a temple Love the higher law You ask me to enter But then you make me crawl And I can't be holding on To what you got When all you got is hurt
One love One blood One life You got to do what you should One life With each other Sisters Brothers One life But we're not the same We get to Carry each other Carry each other
One One
_____________________
ln alto la copertina dell'album "Achtung Baby" pubblicato dagli U2 il 18 novembre 1991 e contenente tra le altre "One". Rivoluzionario nei suoni ed innovativo nei contenuti, questo disco è ritenuto è il vero capolavoro della band irlandese.
Nel 2006 gli U2 hanno realizzato una nuova versione di "One" re-interpretata nella parte vocale da con Mary J. Blige una delle voci più raffinate del panorama musicale mondiale.
Con questa nuova edizione gli U2 hanno sbaragliato i Grammy Awards 2006 a Los Angeles ____________________
Ed ora un po' di appunti in libertà sulla canzone.
E' per molti versi controverso il significato della parola "One" che dà il titolo a questa famosa canzone degli U2. La versione più ovvia interpreta nel testo semplicemente una difficile relazione amorosa: due persone che non riescono a mantenere stabile il rapporto per continui litigi e ferite reciproche. Altre intepretazioni vedono in One l'unicità in senso sprituale altri, contestualizzando la canzone con lo specifico periodo storico in cui uscì e con un lungo tour della band in Germania, tendono ad associare il testo alla caduta del muro di Berlino (1989) e alla riunificazione tedesca. In realtà la versione più attendibile tende ad intepretare il testo come il racconto personale della vita passata assieme al padre da Bono (leader della band), dopo che questi perse la madre all'età di quattordici anni. Di seguito da You Tube trovate la versione originale del video della canzone....
Ti senti meglio o non sei migliorata diventerà più facile per te ora che hai qualcuno da biasimare
Tu dici un amore una vita quando è solo un bisogno nella notte un amore che dobbiamo condividere che ti lascia se tu non te ne preoccupi
Ti ho deluso? o ti è rimasto l'amaro in bocca? ti comporti come se non fossi mai stata amata e vuoi che io ne faccia a meno bene, è troppo tardi questa notte per tirare in ballo il passato per portarlo alla luce noi siamo uno ma non siamo gli stessi dobbiamo sostenerci a vicenda
Sei venuta a chiedere perdono? sei venuta a riportare in vita ciò che è morto? sei venuta qui per comportarti come Gesù? verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa?
Chiedo troppo? più di quanto sia dovuto? tu mi hai dato niente ed ora è tutto ciò che ho noi siamo uno ma non siamo gli stessi ci feriamo a vicenda e poi lo rifacciamo ancora
Tu dici l'amore è un tempio l'amore è la più nobile delle leggi mi hai chiesto di avvicinarmi ma poi mi hai fatto strisciare ed io non posso continuare a sopportare il modo in cui ti comporti se l'unico modo che conosci è ferire
Un amore un solo sangue una vita devi fare ciò che devi una vita insieme sorelle fratelli...Ti senti meglio o non sei migliorata diventerà più facile per te ora che hai qualcuno da biasimare
Tu dici un amore una vita quando è solo un bisogno nella notte un amore che dobbiamo condividere che ti lascia se tu non te ne preoccupi
Ti ho deluso? o ti è rimasto l'amaro in bocca? ti comporti come se non fossi mai stata amata e vuoi che io ne faccia a meno bene, è troppo tardi questa notte per tirare in ballo il passato per portarlo alla luce noi siamo uno ma non siamo gli stessi dobbiamo sostenerci a vicenda
Sei venuta a chiedere perdono? sei venuta a riportare in vita ciò che è morto? sei venuta qui per comportarti come Gesù? verso i lebbrosi che pensi di avere nella tua testa?
Chiedo troppo? più di quanto sia dovuto? tu mi hai dato niente ed ora è tutto ciò che ho noi siamo uno ma non siamo gli stessi ci feriamo a vicenda e poi lo rifacciamo ancora
Tu dici l'amore è un tempio l'amore è la più nobile delle leggi mi hai chiesto di avvicinarmi ma poi mi hai fatto strisciare ed io non posso continuare a sopportare il modo in cui ti comporti se l'unico modo che conosci è ferire
Un amore un solo sangue una vita devi fare ciò che devi una vita insieme sorelle fratelli...
The sound of silence (Paul Simon and Art Garfunkel, album "Sounds of silence", 1965)
______________________________________
Proprio ieri sera ho riscoltato le strofe dolci e malinconiche di questa canzone rivedendo in tv il film "il Laureato" con Dustin Hoffman. Ogni volta che mi capita di risentirla ripenso con un filo di nostalgia al periodo delle scuole superiori quando durante una lezione di inglese "alternativa" sentii per la prima volta questo pezzo."The sound of silence" assieme all'altrettanto famosa "Mrs. Robinson" sempre di Simon & Garfunkel compongono i due pilastri della colonna sonora di un film che è divenuto negli anni un insuperabile pezzo di storia del cinema e icona di un'intera generazione: prodotto nel 1967, "il Laureato" (The graduate nel titolo originale americano) anticipa attraverso un racconto sentimentale i fermenti giovanili di ribellione che esploderanno di lì a poco nelle grandi contestazioni del 1968. Il testo della canzone invece affronta il tema dell'incolumità umana raccontandone sogni ed incubi e riuscendo nell'esercizio estremo di dare un suono al silenzio. “The Sound Of Silence”, con la sua struggente e aggraziata malinconia, è uno dei vertici assoluti del folk-rock. Una canzone che è poesia, una poesia che è rock e esprime il tramonto di un’era, una desolante atmosfera di solitudine: due ragazzi, una chitarra e il silenzio che li avvolge nel freddo della notte, trasportati verso un mondo poetico e visionario.
Hello darkness my old friend, I've come to talk with you again Because a vision softly creeping left it's seeds while I was sleeping And the vision that was planted in my brain still remains, within the sounds of silence
In restless dreams I walked alone, narrow streets of cobblestone 'neath the halo of a streetlamp I turned my collar to the cold and damp when my eyes were stabbed by the flash of a neon light split the night... and touched the sound of silence
And in the naked light I saw ten thousand people maybe more people talking without speaking people hearing without listening people writing songs that voices never share noone dare, disturb the sound of silence
Fools said I you do not know, silence like a cancer grows, hear my words that I might teach you take my arms that I might reach you but my words, like silent raindrops fell... and echoed the will of silence
And the people bowed and prayed, to the neon god they made And the sign flashed out its warning in the words that it was forming And the sign said, "The words of the prophets are written on the subway walls, and tenement halls and whisper the sounds of silence.
Ciao oscurità, mia vecchia amica ho ripreso a parlarti ancora perché una visione che fa dolcemente rabbrividire ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo e la visione che è stata piantata nel mio cervello ancora persiste nel suono del silenzio
Nei sogni agitati io camminavo solo attraverso strade strette e ciottolose nell'alone della luce dei lampioni sollevando il bavero contro il freddo e l'umidità quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon che attraversò la notte... e toccò il suono del silenzio
E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più persone che parlavano senza emettere suoni persone che ascoltavano senza udire persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio
"Stupidi" io dissi, "voi non sapete che il silenzio cresce come un cancro ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi, aggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi" Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia, e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio
e la gente si inchinava e pregava al Dio neon che avevano creato. e l'insegna proiettò il suo avvertimento, tra le parole che stava delineando. e l'insegna disse "le parole dei profeti sono scritte sui muri delle metropolitane e sui muri delle case popolari." E sussurrò nel suono del silenzio
You Shook Me All Night Long AC/DC album "Back in Black" , 1980, Atlantic Record ___________________________________________________________
Questa canzone è al decimo posto nella classifica "100 Greatest songs of the 80's" del 2006 ed è , assieme a "Back in Black" e "Highway to Hell", tra le più famose canzoni degli AC/DC. Saranno pochi quelli che tra di voi non la riconosceranno già dalle prime note. Un bel classico del rock carico di energia, ogni commento sarebbe superfluo! Solo una curiosità: il titolo della canzone è tratto da un testo di una canzone del 1962 di Willie Dixon intitolata "You Shook Me" che fu oggetto di cover anche da parte dei Led Zeppelin nel 1969 con una versione contenuta nel loro album d'esordio.
sopra: la cover originale del singolo del 1980 ________________________________________________________________________
She was a fast machine she kept her motor clean She was the best damn woman that I ever seen She had the sightless eyes telling me no lies Knocking me out with those American thighs Taking more than her share Had me fighting for air She told me to come but I was already there 'Cause the walls start shaking The earth was quaking My mind was aching And we were making it
And you shook me all night long Yeah you shook me all night long
Working double time on the seduction line She's one of a kind she's just mine all mine Wanted no applause it's just another course Made a meal outta me And come back for more Had to cool me down to take another round Now I'm back in the ring to take another swing 'Cause the walls were shaking the earth was quaking My mind was aching And we were making it
And you shook me all night long Yeah you shook me all night long It knocked me out I said you Shook me all night long You had me shaking and you Shook me all night long Yeah you shook me When you took me
You really took me and you Shook me all night long Ah, you shook me all night long Yeah yeah you shook me all night long You really got me and you Shook me all night long Yeah you shook me Yeah you shook me All night long
Tu mi facevi fremere tutta la notte
Lei era una macchina veloce Manteneva il suo motore pulito Era dannatamente la miglior donna che avessi mai visto Aveva occhi senza sguardo Non raccontava menzogne Mettendomi fuori gioco con quelle cosce americane Prendendo più di quanto potevo Ho avuto il mio combattimento per l'aria Mi diceva di venire ma io ero già li Perché i muri iniziavano ad agitarsi La terra tremava La mia mente era dolorante Lo stavamo facendo e tu
Mi facevi fremere tutta la notte Yeah, mi facevi fremere tutta la notte
Lavorando il doppio Sulla linea della seduzione Lei era di un certo tipo, semplicemente mia, solo mia Non cercava applausi Solo un'altro giro Mi mangiava in un boccone e tornava indietro per averne ancora Mi son dovuto raffreddare Per permettermi un'altro giro Ora sono tornato sul ring per concedermi un'altro ballo Perché i muri iniziavano ad agitarsi La terra tramava La mia mente era dolorante Lo stavamo facendo e tu E mi mettevi fuori combattimento e poi
Mi facevi fremere tutta la notte Mi hai fatto fremere e Mi facevi fremere tutta la notte Yeah, mi facevi fremere
Bhe, mi hai preso Hai preso davvero me e te Mi facevi fremere tutta la notte Ooooh tu mi facevi fremere tutta la notte Yeah, yeah, tu Mi facevi fremere tutta la notte Hai preso davvere me e te Yeah, mi facevi fremere, yeah, mi facevi fremere Tutta la notte
sopra: la cover originale dell' album Back in Black del 1980 ________________________________________________________
Many thanks to Marta, who helps me to remind me this song
La citazione che riporto sopra è tratta dal romanzo di Stefano Benni "Margherita Dolcevita" (pubblicato nella collana Universale Economica Feltrinelli, 2005) che ho terminato di leggere in questi giorni ed è il passo che più mi è rimasto impresso per la forza della sua semplicità. Come sempre devo dire che la lettura di Benni non ha deluso le mie aspettattive: ho conosciuto un nuovo personaggio, Margherita una “bambina in scadenza”, come ama definirsi lei stessa: quasi quindici anni, occhi blu, capelli biondi ricci “che sembrano una piantagione di fusilli”, qualche chilo di troppo e un problema al cuore, “una valvola spanata che fa ta-tunf invece di tunf-ta”. Vivace e simpatica la sua vita scorre tranquilla in una casetta alla periferia di una città, nell'unica zona ancora verde sopravissuta al cemento e all'asfalto; la famiglia di Margherita è composta dal padre pensionato, Fausto, che eclettico riparatore di vecchi oggetti, della madre Emma, casalinga appassionata di telenovele, da un fratello maggiore Giacinto, diciottenne, infestato dai brufoli, che “nella vita ha due grandi interessi: il calcio e il pallone” e un fratello minore, Erminio detto Eraclito, “genietto rompiballe nonchè il dito da videogioco più veloce del West”. A completare il quadretto famigliare un nonno un po' svitato ma saggio, di nome Socrate e Pisolo un cane, o meglio un “cancatalogo”, perché “più che un incrocio è un catalogo di tutte le razze canine e animali e forse vegetali apparse sulla Terra”. La quiete di questa famiglia normale ma bizzarra viene sconvolta dall’arrivo dei nuovi vicini di casa fichissimi, supertecnologici e alla moda, ma vittime del consumismo del più feroce arrivismo. E' la famiglia dei Del Bene: padre affarista e maneggione, dotato di sorriso finto e una chioma sintetica trapiantata di fresco (... chissà da chi avrà preso spunto il buon Benni per questo personaggio ?!? ... ), madre schiava della moda e cazzeggiatrice di professione, una figlia adolescente tanto bella quanto vuota e un figlio, Angelo, misterioso e relegato in un angolo dalla famiglia come malato di problemi psicologici.
Dalla loro casa a forma di cubo, impenetrabile e misteriosa, i Del Bene esercitano ogni forma possibile di ingerenza nei confronti dei vicini che a poco a poco finiscono per cadere nella rete di lusinghe di uno stile di vita fondato sul culto del benessere materiale, dell'estetica fine a se stessa, e sul rifiuto di tutti coloro che sono ai margini della società: poveri, anziani e extracomunitari. L'unica nella famiglia che non molla è la piccola grande Margherita: con coraggio, spirito critico, e aggrappata alla forza dei sentimenti autentici, della natura e della fantasia, Margherita non si arrende, intuisce il piano subdolo dei Del Bene e reagisce alla grave minaccia con l’aiuto del piccolo Eraclito, di Angelo e della “Bambina di polvere”, la sua amica invisibile, fantasma di un piccola vittima innocente della brutalità della guerra.
Con il suo solito stile unico e sublime Benni imbastisce un' amara metafora della società moderna e delle sue degenerazioni peggiori. Nel romanzo Margherita Dolcevita è un’impietosa denuncia della perdita dei valori autentici, della volgarità del potere e dell’arroganza della ricchezza: ovvero i mali che al giorno d'oggi minacciano la bellezza e la purezza della vita e dei sentimenti. Leggetelo, non ho altro da dire. Nel frattempo sono alla ricerca dell'ultima fatica di Benni: "La grammatica di Dio" , uscito nel 2007, son sicuro che anche questo sarà da consumare in un fiato.
"Il mondo si divide in: quelli che mangiano la cioccolata senza pane quelli che non riescono a mangiare la cioccolata se non mangiano anche il pane quelli che non hanno la cioccolata quelli che non hanno il pane"
Oggi, mentre cercavo di far passare il tempo durante un'interminabile coda in autostrada, rovistando tra i cd in macchina è venuta fuori la raccolta dei greatest hits degli Aerosmith. Ed "Angel" è stato il secondo mp3 suonato dopo aver inserito il disco nel lettore... una classica e sicura ballata rock che fonde armonicamente le chitarre elettriche di Joe Perry e Brad Whitford, il basso di Tom Hamilton, la batteria di Joey Kramer e l'inconfondibile voce di Steven Tyler. Scritta dalla stesso Tyler con Desmon Child, "Angel", venne pubblicata come singolo nel 1988 e quindi inserita nell'album Permanent Vacation dello stesso anno. Un po' meno nota delle altre classiche ballate del gruppo americano (quali, per esempio, "What it Takes", "Dream On" o "I Don't Want to Miss a Thing" ) è comunque un buon pezzo, coinvolgente, e dalle tipiche caratteristiche del "ballatone" romantico anni 80-90: chitarra a profusione, voce del cantante struggente, e testo melodrammatico (e moderatamente parac*lo come spesso in questa tipologia di canzoni) con il solito sfigato di turno straziato d'amore. Nulla di innovativo per carità (come del resto anche il titolo del post che, da perfetto riciclatore, ho mutuato direttamente dal precendente su Benni) ma sicuramente un pezzo sincero sempre convolgente da ascoltare sullo stereo a volume moderatamente alto. Signore e signori, questi sono gli Aerosmith e questa è Angel....
I'm alone Yeah, I don't know if I can face the night I'm in tears and the cryin' that I do is for you I want your love - Let's break the walls between us Don't make it tough - I'll put away my pride Enough's enough I've suffered and I've seen the light
Baby You're my angel Come and save me tonight You're my angel Come and make it all right
Don't know what I'm gonna do About this feeling inside Yes it's true - Loneliness took me for a ride Without your love - I'm nothing but a begger Without your love - a dog without a bone What can I do I'm sleeping in this bed alone
Come and save me tonight
You're the reason I live You're the reason I die You're the reason I give When I break down and cry Don't need no reason why
Baby, baby You're my angel Come and save me tonight you're my angel Come and take me allright Come and save me tonight, Come and save me tonight, Come and save me tonight, Come and save me tonight, Come and save me tonight
Sono solo Yeah, non sono sicuro di poter fronteggiare la notte Sono in lacrime e il mio pianto è per te Voglio il tuo amore –abbattiamo i muri che ci sono fra noi. Non renderlo difficile- io metterò da parte il mio orgoglio Quando è troppo è troppo, ho sofferto e ora ho visto la luce
Piccola Tu sei il mio angelo Vieni a salvarmi stanotte Sei il mio angelo Vieni a sistemare tutto
Non so cosa sto per fare Per questa sensazione dentro di me Sì è vero, la solitudine mi ha preso per una corsa Senza il tuo amore non sono niente, se non un poveraccio Senza il tuo amore sono come un cane senza osso Cosa posso fare, sto dormendo in questo letto da solo
Vieni a salvarmi stanotte
Tu sei la ragione per cui vivo Sei la ragione per cui muoio Sei la ragione per cui capisco, quando crollo e piango, che non ho bisogno di ragioni
piccola, piccola tu sei il mio angelo vieni a salvarmi stanotte sei il mio angelo vieni a farmi stare bene vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte vieni a salvarmi stanotte, vieni a salvarmi stanotte
Nel mio vagare su internet ho trovato il brano oggetto di questo post come sottofondo ad un video-tributo di You Tube dedicato alle imprese del grande e spericolato Gilles Villeneuve... non conoscevo chi fossero, ma fortunatamente, l'autore del tributo aveva pubblicato nei titoli di coda il titolo della colonna sonora e il nome del gruppo: "Sleeping Sun" dei Nightwish. Un veloce giro su Wikipedia mi ha permesso di raccogliere qualche informazione in più sul gruppo e sul pezzo; i Nightwish nascono in Finlandia nel 1996 e si propongono al pubblico come un gruppo di genere gotico-sinfonico e power metal o come meglio ha detto Tuomas Holopainen, autore dei testi e tastierista della band, la musica dei Nightwish è "heavy metal melodico con una voce femminile" o anche "un particolare tipo di metal sinfonico". Nello specifico il singolo "Sleeping Sun" fu pubblicato nell'ottobre 2005 e fu scritto durante l'eclisse solare del 1999. La voce femminile nella prima versione del brano a voce è di Tarja Turunen (la cantante ha lasciato il gruppo nel 2005, sostituita poi da Anette Olzon) ; di "Sleeping Sun" esistono versioni e due video: l'originale cantato da Tarja (che pubblico di seguito) e una revisione del 2005 cantata da Anette in coincidenza dell'uscita della raccolta "Highest Hopes" (caratterizzata da un video di ambientazione medievale). Sincermente preferisco la versione originale per la voce molto caratteristica, armoniosa e profonda di Tarja Turunen. Lascio a voi poi valutarne le differenza (su You Tube trovate entrambe le versioni).
A questo link , invece, trovate il meraviglioso video-tributo a Gilles Villeneuve (pilota Ferrari dal 1978 al 1982) da cui ho preso spunto per le mie ricerche. Un grande cuore, un' anima spericolata e l'immenso coraggio di una vita vissuta sempre oltre il limite... Salut Gilles!
« Se è vero che la vita di un essere umano è come un film, io ho avuto il privilegio di essere la comparsa, lo sceneggiatore, l'attore protagonista e il regista del mio modo di vivere. »
(Gilles Villeneuve)
________________________________________________
sopra: la cover del singolo del 2005
The sun is sleeping quietly Once upon a century Wistful oceans calm and red Ardent caresses laid to rest
For my dreams I hold my life For wishes I behold my nights The truth at the end of time Losing faith makes a crime
I wish for this night-time to last for a lifetime The darkness around me Shores of a solar sea Oh how I wish to go down with the sun Sleeping Weeping With you
Sorrow has a human heart From my god it will depart I'd sail before a thousand moons Never finding where to go
Two hundred twenty-two days of light Will be desired by a night A moment for the poet's play Until there's nothing left to say
I wish for this night-time to last for a lifetime The darkness around me Shores of a solar sea Oh how I wish to go down with the sun Sleeping Weeping With you
I wish for this night-time to last for a lifetime The darkness around me Shores of a solar sea Oh how I wish to go down with the sun Sleeping Weeping With you
Il sole sta dormendo tranquillamente Una volta ogni secolo Malinconici oceani calmi e rossi Ardenti carezze distese per riposare
Grazie ai miei sogni tengo in mano la mia vita Grazie ai miei desideri guardo le mie notti La verità alla fine del tempo Perde la fede e commette un crimine
Vorrei che questa notte Durasse una vita L’oscurità intorno a me Spiagge del mare solare Oh quanto vorrei immergermi con il sole Dormire Piangere Con te
Il dolore ha un cuore umano Dal mio dio partirà Navigherò davanti a mille lune Senza trovare la mia strada
Duecentoventidue giorni di luce Saranno desiderati per una notte Un momento per l’opera del poeta Finchè non ci sarà più niente da dire
Vorrei che questa notte Durasse una vita L’oscurità intorno a me Spiagge del mare solare Oh quanto vorrei immergermi con il sole Dormire Piangere Con te
Vorrei che questa notte Durasse una vita L’oscurità intorno a me Spiagge del mare solare Oh quanto vorrei immergermi con il sole Dormire Piangere Con te
"Si può radere al suolo un bosco e fregarsene, mentre si decide di rompere le scatole ad uno che va’ fuori tempo e suona i bonghi a Parco Sempione?" E' l'angoscioso dilemma che propone il nostro beneamato complessino nella canzone he ha fatto da traino al nuovo disco "Studentessi" da ieri in vendita un po' ovunque e anche nella nostra edicola di fiducia. La per nulla velata critica al governatore della regione Lombardia e all'amminstrazione in carica (nel video della canzone Elio si guarda una videocassetta dove si vedono due formiconi, un pezzo di m*rda e l'equazione C=G....come si chiama il presidente della Regione Lombardia?...ecco appunto! ) parte dai bonghisti del parco, si allarga con satira sottile allo spinoso problema della cementificazione, citando il Bosco di Gioia - abbattuto per far posto alla nuova sede della provincia nonostante la raccolta delle 16000 firme delle quali si fece promotore proprio Rocco Tanica - fino ad arrivare all’ultima scoperta dell' Ecopass. L'album (22 tracce, cinque delle quali fanno parte di un unico brano) si presenta ricco di ospiti come mai prima d'ora. Claudio Bisioin La Lega dell'amore, dedicata a «un soggetto politico estraneo alle logiche della partitocrazia», la voce di Giorgia in Ignudi fra i nudisti (è difficile la vacanza di coppia...), quella di Antonella Ruggiero in Plafone (dedicata alla convivenza condominiale) e quella di Irene Grandiin Heavy Samba. Quindi Claudio Baglioniche interpreta due parti dell' Effetto Memoria, e Demo Morselli, il maestro per l'arrangiamento di Tristezza, «canzone in do minore che va per la maggiore», che celebra «le mille attrattive della tristezza, simbolo di mentalità vincente». Ed, infine, le voci recitanti diCarla Fraccie Paola Cortellesi (in Suicidio a Sorpresa). Chiude l'album Single, in omaggio a «Feiez» Paolo Panigada. Curioso, demenzialmente satirico e, come sempre, ottimamente suonato da un gruppo di veri musicisti. Ovviamente consigliatissimo.