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La fabbrica dei profumi - L' inchiesta di Daniele Biachessi
Di DL4U (del 23/04/2007 @ 12:17:38, in Impegno sociale, linkato 1468 volte)
A distanza di più di trent'anni, era il 10 luglio del 1976 quando quella maledetta valvola cedette, una lettura per ricostruire un evento che ha segnato la per sempre le vite delle persone che l'hanno vissuta, marchiato il territorio che l'ha subita.

Nel libro-inchiesta del giornalista Daniele Biachessi, edito da Baldini e Castoldi, la ricostruzione minuziosa delle vicende di quei giorni, la disperazione della gente, le arroganze e i sotterfugi delle multinazionali, la collusione e l'incompetenza delle pubbliche istituzioni.

copertina

Il libro, non è facilmente reperibile nelle librerie, è comunque acquistabile on line direttamente dall'editore:

http://www.bcdeditore.it/Catalogo/Scheda_libro.aspx?id=1476

Da questo testo è stato estratto uno spettacolo di teatro sociale del titolo omonimo e interpretato dallo stesso Biachessi. Al link di seguito è possibile reperire i file audio e video dello spettacolo:

http://www.retedigreen.com/sevesoreading.htm

Dalla prefazione del libro:

Ci sono catastrofi che non fanno rumore, non spargono sangue, non spezzano vetri né innalzano macerie. La catastrofe di Seveso è una di queste, analoga alle altre prodottesi a Bhopal, a Chernobyl, in tutti gli altri luoghi dove si sono commessi crimini contro l’ambiente. «Nessuno poteva immaginare, se non i diretti responsabili, che quel fumo denso, acre, silenzioso avrebbe contenuto morte. Una nube biancastra premeva forte verso l’alto accompagnata da un sibilo violento, assordante che rompeva quel silenzio d’estate. Si disse che veniva da una piccola fabbrichetta chimica…» Era il 19 luglio 1976: un incidente nel ciclo di produzione dell’Icmesa, una fabbrica chimica del gruppo svizzero Hoffmann La Roche, causava la diffusione su una vasta area del più terribile dei veleni: la diossina. Inizialmente la direzione della fabbrica negava perfino la fuoriuscita di sostanze tossiche, ridicolizzando gli allarmi lanciati dai lavoratori e le apprensioni della popolazione. Ma contemporaneamente presso l’impianto dell’Icmesa giungevano, segretamente, per procedere a misteriosi sopralluoghi, alcuni ufficiali americani. Erano esperti in guerra chimica batteriologica? E perché altri militari, appartenenti ai servizi segreti di mezza Europa, si attivarono sul luogo dell’incidente? Perché questa mobilitazione se all’Icmesa si fabbricavano, secondo le versioni ufficiali, solo prodotti di base per l’industria dei cosmetici? Si iniziò a parlare di diossina e il disastro ambientale si profilò in tutta la sua drammatica portata. La verità – negata dal gruppo industriale svizzero, mimetizzata dalle autorità, trascurata da buona parte dei media – ha impiegato anni ad affiorare e, finalmente, viene delineata in tutta la sua raggelante portata da questo libro-inchiesta, caparbio e appassionato, scritto da Daniele Biacchessi. Dall’impianto dell’Icmesa era fuoriuscito il Tcdd, tetraclorodibenzop-diossina, probabilmente usato per produzioni militari. E la quantità sparsa nell’aria non era di poche centinaia di grammi ma andava valutata su quantità che si aggiravano tra i 15 e i 18 chili. Ben 7 chili di questa micidiale sostanza di morte, mescolati ai residui stoccati nei locali dell’Icmesa, risultano poi trasportati – nei primi anni Ottanta – nella ex Rdt, dopo un percorso depistante e segreto, sotto la supervisione di uomini dell’Intelligence e di emissari della multinazionale svizzera: un carico di morte che, come già nel 1976, ha minacciato la salute di milioni di persone. Il volume ricostruisce minuziosamente la storia e i retroscena del più grande disastro ambientale italiano, portando alla luce le complicità, le omertà, l’arroganza che hanno protetto per troppo tempo i padroni della «fabbrica dei profumi». Negando quella giustizia che le vittime dell’Icmesa hanno chiesto, invano, per anni.